Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916
CRITICA SOCIALE 229 dustria, può sceglieN! fra i soci i più .adatti al nuovo servizio; lo Stato, al contrario, che dovrebbe prima organizzare il corpo e il lavoro <lei nuovi impiegati, lo farebbe coi soliti criteri burocratici, i cui difetti non si eliminano col solo stimolo del maggior gua– dagno. La Federazione sarebbe eoll.ettivamente in– teressata a ricçivare il maggio·r utile dall'azienda <la essa gestita per conto dello Stato, non solo· per au– moentare gli stipendi dei pr,opri soci, ma per raffor– zare la propria vitalità, aumentando i propri ,capi– tali, estendendo le proprie fullzioni, assume.ndo nuove Aziende in gestione sindacale. . I guadagni non si dovrebbero distribuire ai soli soci addetti al ser,vizio, ma rimanere proprietà col– lettiva della Federazione, cioè di tutti i soci indistin– Lamenle. Avrebb,e quindi la Federazione il massimo int.eressè immediato di ridurre .al. minimo possibile il personale dell'Azienda, non accentrando le respon– s~bilità, ma· creando una direzione diffusa, cui tutti partecipassero direttamente od indirettamente. Si eviterebbero la creazione di un corpo ehi uso di im– piegati inamovibili, le gelosie ,fra ,categorie e tutti.gli. .altri guai bur-0cratiei, il maggiore. forse dej quali è la renitem,a a inttodurre .nuovi sistemi. di lav:oro minaccianti funzioni e gerarchie -costituite, e a in– trodurre nuove macchine ed impia nti che diminui– scono il numero, degli impiegati ecl oper.ai ed aumen~ !ano le responsabilità. La Fedfilazione, per I.a 'pro– pria composizi-0ne, per l'in_teresse di ciascun socio, sentirebbe il bisogno di rinnovare di continuo i pro– prii mezzi t~cnici e il proprio :Ordinamento. Per la forma insomma e per lo spirito di questa irnova Associazi-0ne fra Stato e Sindacato·, si avrebbe uri.a organizzazione snodata e libera, che apprezze– rebbe il lavoro di -0gni socio, e ·il cui largo e vario campo <l'azione offrirebbe stimolo e occasi-one al– l'ambizione di ogni socio' di sviluppare tutte le pro– prie attitudini profossionali, seni,a che un eventuale maggiore sforzo avesse il sapore dello sfruttamento. · Lo Stato, oltre a· raggiungere il suo scopo, che è di favorire gli interessi gene.rali del Raese, senza ingrossare il meccanism-0 burocmtico, risparmie– rebbe ·capitali, giovandosj di un lav-oro più reddi– tizio, e assicurerebbe alla Nazione una nuova fonte cli ricchezw. Applicando poi questi nuovi sistemi nelle altre industrie, imprese e Amministrazioni statali, sburo– . cratizzerebbe se stesso, creerebbe. il tipo del funzio,:. nari.o ,capace ,e responsabile, iniziando così un vero rinascimento nella· compagine sociale;,, III. lrt , ••• I· ~ • ' ,..., Lo Stato organi'zzatore di energie produttrici. La partecipazione -oper.aia alfa Direzione ed Am– ministrazione e agli utili delle Aziende private ha già dato tali ottimi· risultati pratici da indurre legi– slatori americani, inglesi e francesi a tentare di <li– sciplin":1,rlacon. l~ggi. ~n Fr.an~i.afu rropos~ la par– tec1paz1one -0bbhgàtorr.a degh opera,, -specr.alme_nte nelle aziende statizzate, nei lavori statali, provin– ciali e municipali appalta-ti a imprese private o a Cooperative di lavoro e nelle conoossi~ni o mono- polii- conferiti dallo Stato, come ferrovie, miniere, canali, ecc.; e persino in tutte le industrie, imprese e Società indistintamente. H più signijkante disegno di legge governativ:o ri– guarda l~ « Sociétés à participation ouvrière » (19 maggio 1913). Verrebbe data facoltà alle Società di emettere « Azioni di Lavovo•», in numero non in– feriore a un quarto delle « Azioni di. Capitale» o azioni ordinarie.· te « Azioni <liiLavoro», ~cquistate a -GinoBianco clagli operai ed impiegati p,er il fatto di essere occu– pati_ nelle Società, avrebbero gli stessi diritti delle azioni .ordinarie, ma sarebbero proprietà collettiva degli operai associati in Ente apposito, rappresen– tato nel Consiglio d'Amministrazione in ragione cli un am!Dinistratore su -ogni quattro. Non .si obbli– gherebbevo le Società ad i_ntrodurre la ,comparteci– pazione oper.aia·, ma quelle che l'introducessero· g•o– drebbero· ,considerevoli vantaggi fiscali (1). Fra le varie proposte inglesi è interessantissima quella del Dep utato O ' She,e (Compulsory Co-Part– nership Bill; 4 M.ay 1914) che -obbligherebbe le So– cietà e le Aziende, private e pubbliche, su richiesta d,ella metà del loro personale, a riorganizzarsi suJla base della compartecipazione oper.aia, garantendo agli -Operai un minimo di salario e, oltre_un certo limite, convertendo gli utili in azioni <la distribuire fra gli operai. Lord Robert Ceci! ha pr-0posto, nella tornata del 7 Luglio 1914, che le 'Aziende lndustri:ali Municipali assumano i' lavoratori in comparte·cipa– zione. : Traccie cl'asso:ciazi-onefra -Io Stat'o e. il. Lavoro Organizzato e tra Capitale e Lavoro non mancano nella pratica italiana e in disegni legisla,tivi. La mez– zadria è forse la più antica forma di comparte,cipa– zione fra Capitale ,e Lavoro. Più moderne sono le mezzadrie e affittanze coHettive che diedero tecnica– mente. buoni risultati. Il Genio· Civile ed anche indu– striali privati ripetutamente .attestarono· la efficienza tecnica e la pr-0bità pr,ofessionale delle Coo,perative di lavoro e il Ministero• dei Lavori Pubblici è pro– penso ad .affidare loro i lavori di bonifica e le co– struzioni ferroviarie. È noto, infatti, l'eroico spirito collettivo cli conquista delle Cooperative di lavoro e delle .affittanze ,collettive nel super.are difficoltà tec– niche e resistere agli attacchi della natura nemica, A Senonchè lò sviluppo Òrganico e !',ordinamento scientifico .di queste Aziende collettive, di indubbio valore nazionale, è ostacolalo da lotte e gelosie po– litiche ed economi-che, e ancor più dalla tempor.a– neità dei lav:ori.. La discontinuità degli .appalti e la brevità degli .affitti impediscono alle Cooper.ative di Lavoro e alle Assistenze coUe:ttive l'acquisto di troppo costosi. strumenti tecnici e i grossi investi– menti necessari a serie migli-orie.. Or.a lo Stato, che pure agev-olò lo sfruttamento delle risorse naturali e materiali della nazione e lo sviluppo di tutti i mezzi <li produzione industriale ed .agricola, non può più ignorare ·che la primitiva Lega Operai.a, limitata a singoli mestieri, sta tras.-– formandosi in Sindacato Op,eraio Industriale, che abbracci.a tutti i mestieri di una industria, e, attra– ve-rso l'-organizzazione, diventa coefficiente impor– tantissimo di rinnovamento economico e morale, di aumento e migl~or.amento dell.a produzione. Nella produzione intensificata- mercè il Lavoro or– ganizzato, questo sostituisce e risparmi.a il Capitale– Denaro che si ,doveva .altrimenti investire in macchine ed impianti. Ha quindi dir;itto a pretendere che, in aggiunta al salario standard locale; gli si.ano conferite azioni in apporto, in· proporzione dell'aumentato rendimento, dovuto al suo sforzo. A sostenere e per– fezionare questo sforzo, a stimolare la cosciente re-· sponsabilità, non basta la oointeressenza ai profitti; è necessario che il Lavoro partecipi alla Direzione Tecnica ed Amministrativa, traendone una visione chi.ara ,e continua dell'andamento, dei prol:ilemi e (1) Vedi ANEURIN WILLIAMS: " Oo-Pa1·t11ershlpanà P,:o{lt-Shart11g"' London, 1918. - Reporls on " Profit-S11a,·111ganà Labou,· co-Partne,·– slllp " in 't11e UnUeà I<tngdom a11<IAb,-oaà. Board or Trade. (Depart– ment or Labour statlstlcs). London, 1912 and 191,. - ALBERTTR0&1- BERT: • La_part-lcipation aux bénéflc_es,G11làe1.waHque n• Parie, 1912.
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