Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916

CRITICA SOCIALE 227 rappresentaré e soddisfare· i ·veri interessi generali · del Paese. Contro l'assunzione statale <li nuove industrie stan– no, inoltre, difficoltà burocratiche notevolissime, mentre la sola sovvenzione statale alle inclusi.rie pri– vate urterebbe contro la nuova e viva coscieni,a na– zionale, ricusante vantaggi a dàti gruppi a spese. della collettività, cioè dello S~ato. B) L'ordinamento scientifico delle :A.1iende statali e private. · Tutte le proposte per il riordinament,o dell'econo– mia nazionale difettano, inoltre, di v.èri principii di organizzazione; non si basa,no che sull'incremento degli impianti industriali per raggiungere una mag– gior p.roduzione o la produzi:one necessaria; consi– deran-0 il problerpa di produrre di pìù come un problema quasi esclusivamente finanziario. La com– partecipa1-ione dello Stato non è pro.spettata come un miglior mezzo tecnico <li produziol).e, ma ,come un espedie nte fin anziario.· E la varietà delle propo.: sie per la soltl.zi- 0ne del problema tradl.sce· una 't'al quale ince rlena e la mancani,a di un criterio posi– tivo atto a penetrare e risolvere il problema in tutta la sua· grandiosità. La ragione precipua di cotesta incert,ezi,a sta nel fatto che, mentre l'indagine della produzione inten– sificata · fu ampiamente svoita dal punto _di vista eeonomico, tecnico, fina-nzia~.io e politico, non fu approfondito il fat to de l grande valore Capitale dei servizi statali, org ?na.ti ed accelerati, _e che il punto di vista del Lavoro no n fu affatto preso in ,conside– razione. N-0n si può arrivare ad -un concetto preciso di coordinamento delle industrie ed energie pro– duttrici, senza tener conto di ogni fattore della pro– duzione; e il maggiore è indubbiamente il Lavoro. Vi è, così, in maneanza di un concetto centrale, un disquilibrio in tutte le proposi.e ,ed indagini. ,!.., Vedemmo che in _due modi si dee provvedere al– l'aumento della produzione: creando-nuove industrie e inliensific;ando le esistenti. No_n è una ,scoperta affermare che l'ordinamento .scientifico del lavoro aumenta la produzione in prÒporzioni sorprendenti, senza la necessità .di ,considerevoli aumenti nelle spese d'impianto. La macchina, anche la più perfe– zionata, ed ogni lavoro, anche il più ffi!lCCanizi,ato, possono çlare un rendimento superiore alla media - consueta quando l'operaio è allenato scientificamen– te. NeJl'.ordinamento scientifico del Lavoro l'operaio è coadiuvato dalla direzione tecnica in ogni fase del,;suo lavoro. ,LI meccanico, p. es., anche ,il più provetto, non segue. più il snlo suo giud.izio e i metodi empirici-tradizionali. di lavor.o, ma è indotto· ad .ubbidire a metodi razionali, scientificamente stu– diati e predeterminati. Tutto si studia per rispar– miargli ogni fatica e movimento superflui; gli si scelgono 1 materiali e gli attrezzi più idonei a cia– scuna operazione e si creano tali ,condizioni gene– rali nella fabbriea, onde possa ,continuamente con– centrarsi sul lavoro e fare il massimo sforzo. Applicando i vari principii e sistemi - ,che qui accenniamo di volo - dell'.ordinam.ento scientifico del lavoro, si ottennero già, negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, in Germania-, risultati im- p,ortantissirrii, migliorando ed aumentando il pro– dotto, secondo le industrie, <lai 25 fino ed oltre al 300 p,er cento, seni,a aumentare nè la mano d',opera nell'unità di tempo, nè Le .spese d'impianto; ossia producendo di più e a costo minore. U principi-0 può applicarsi a qualsiasi inclusi.ria, in ogni amministrazione privala e pubblica, in ogni genere di lavoro meceanico o manuale, _nella eo- · teca Gino Bianco struzione di macchine come <li •case o ferrovie, dal lavoro più semplice al più complesso, accelerandone il ritmo, ridueend-o i costi, risparmiando materie prime, impianti ed energie umane; in una parola, rendendo le industrie più eflkienti. ·Lo Stato di New York ha creato, alcuni anni fa, un Ufficio· Statale d'Efficienza ed Economia per la introduzione dei metodi scientifici n,ei lavori delle pubbJi.che Amministrazioni. Filadelfia, coi nuovi principii di lavoro, risparmiò, il primo aR.no, cir,ea un milione e mezzo di lire nel trasporto delle im– mondizie e più di tre mi-Jioni•e mezzo n,el servizio dell'a<Xrua. La forrovia Santa Fè, negli Stati Uniti, risparmia in media, -0on cotesti sistemi, quindici milioni di lire all'anno nel solo Riparto Meccanito. • In Francia il Ministero <lei Lavoro fondò· un Isti– tutp di Psicologia. del Lavor-0·, d,el quale una Sezione studi.a l'ordinamento scientifico del lavoro: Anche il Governo tedesco fav.orisce questi studi. Si tratta, dunque, di un sistema di organizwi,ione scientifiea, fonte primaria di nu-0ve ricchezre, la cui applicazione in Italia significherebbe la creazione di una nuova risorsa nazionale, atta-a com]i)ensare l'alto prezzo delle materie prime indispensabili, da im– portarsi per le industrie e per l'agricoltura, e a sol– levare l'industi:-ia italiana dalla sua inferiorità, quanto ai prezzi, di fronte alle industrie estere. Per queste. applicazioni non occorrono ingenti capitali. L'operaio italiano, int,el'lig,ente,.sobrio, la– borioso, non le ostacolerà, e i risultati non potranno mancare, pel'chè giammai come oggi si è sentita la n-ecessità di aumentare l!:lproduzione con l'aumento di efficienza ·delle imprese produttrici, appunto per le difficoltà del mercato monetario e per la neces– sità di incanalare i capitali ,disponibili verso la crea– zione cli nuove industrie. Senonéhè, I.a tecnica dell'organizzazione scienti– fica del lavoro ·è indivisibile, nella pratica, dal prin– ,cipio sòci.ale ,che dovrebbe regolare le relazion'i fra i lavoratori e gli industriali: il principio fecnico e quello soci.aloesi avvalorano ed integrano a vicenda. Dove i dirigenti li applicarono insieme, compen– sando onestamente il maggiore -sforz-o intellettual,e e. fisico e la buona volontà dell'operaio nell'adattarsi ai nuovi metodi <li lavoro, il sistema si è sviluppat,o con oociproc-0 vantaggio del capitalista e dell'ope– raio: Dove tentarono di sfruttare il maggiore _sforzo deWopèraio nell'interesse ,esclusivo del capitale, e concessero vantaggi a pochi. -Operai scelti -0 solo temporaneamente, o tentarono di indebolire o distrug– gere i Sindacati operai, il nuovo sisliema è ,comple– tamente fallito. Al contrario, dove gli .industria1i feeero appello alla buona volontà degli operai, non con bei discorsi, ma trattando con essi, offrendo migliori condizioni, inter-essandoli non solo con più _alti salari, ma con la eompartecipazione ai profitti e la còllaborazion,e alla direzione tecni-ca ed ammi– 'nistrativa, il suocesso fu sorprendente e •durevole, il maggiore benessere degli operai andò d'i pari passo con lo sviluppo dell,e Aziende (1). Co sì è da rilienere ,che dove i dirigenti più avve~ du.ti tratteranno direttamente co'i Sindacati -0perai, (1) Purtroppo, salvo -Relazioni sommarle nena Rivista delle So– cietà Comme,-clal'I, pooo si discutono In Italia I pr\lJclpl e la pra– tica dell'ordtnamento eolentlfloo del lavoro. Recentemente fu pub– ' bllcata un•ottlma verelope Italiana di una delle più Importanti opere sull'argomento: F. W. TAYLOR: • L'o,·qanlzzazlone scientifica dei Lavo,·o" IAtheneum, Roma, 1916). Mancano le versioni delle allre opere ·fondainentau, nè esiste In Italiano uno studio critico che rias– suma le nuove teorie e I loro risultati. Negli Stati Uniti, In In~hll· terra, In Fra.noia e in Germania, questa nuova schmza, aJ rontrarto, è conoeclu•leelma e ·inspira un vasto e vitale movimento sclentlflco– pratlco. Vedi, per la Bibliografia: • E{Tlclmcv Nwnbe,-., May, 1918, del periodico • Specl<ii Llbraries "' pubblicato dalla The Special U brat•les .Assoclat-loll, 98 Broad street, Boston, Mass.; u. s. A.

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