Critica Sociale - anno XXVI - n. 13 - 1-15 luglio 1916

t CRITICA SOCI~LE 191 Tutta la costituzi<;m,epolitira e sociale · di Roma antica è fondata sopra un prihcipio _di subordina– zione, coscien1;,e e decisa, disciplinata e assoluta, dei singoli e dei gruppi minori, alla collettività– Stato. E il pensiero politico-giuridico dei fifosofi ro– mani, a cui si rannodano direttamente i' filosofi dell.a Germa·nia moderna,. riassunse que.,;to principio, nelle sue multiformi esplicazioni, in precetti che, nella loro lapidaria concisione severa, hanno la gravità indiscutibile di un imperat,ivo categorico Kantian,o: « Salus pub 1 lica sup,rema [ex esto ». « Tu regere imperio populos, Romane, memento ii. La Repubblica, la collettività-Stato, mentre affer- mava all'interno la sua pr-eminenza esclusiva, an– che a costo della soffocazione e dell'a,ssoggettamento– <l:elsingolo, afferi:_navaall'esterno verso gl,i stranieri, ossia i barbari, la stessa o,rgogliosa volontà di do– minio, derivante dalla c-oscienza della sua superio– rità civile: 'tàle quale la Germania modem.a, che tale duplice manifestazione ha riassunto lflel celebre << .Deu.tschland,-.Deutsdi!and iiber alles » (1). La- stessa forma esteriore della politica, ron~ana, realistica e priva di scrupoli, fqnd.ata sul divide et impera, trova un- suo riscontro nella superba Real– politik dell'_Impero tedesco, come il Ciwis romanus sum -·espressione del consapevole orgoglio cli,chi apparteneva, all'unico Stato organ-izzat.o (e perciò maggiormente collettiviz1,ato) in mezz,o a un.a c-on– gene caotica di Stati di,sorgan-izzati (e. perciò più individualisti)' - trova il suo riscontro nello spi– .rito mirabile e temibile con cui il Ted·esco, qvuncjue si trovi, si &ente, prima che -ogni altra cosà, tedesco e per la patria tedesca lavora in tutti i modi, con tutte le sue forze. Quando i nostri sociologi di corte vedute vogliono rannoda-re la costituzione dei moderni Stati cosid– detti neolatini' alla costituzione. di Roma, e la co,sti– tuzione della Germania mocler!'l,a alla costituzione delle antiche tribù germaniche, ,commettoRo un ma- cloimale errore storico. · Infatti, per un.a serie di .fatti storici. che non è ·qui il ca-so di rintracciare ed- esporre, il rapporto tra la costituzione latina e la costituzione g,ermanica si è, dopo venti secoli, invertito. Allora, come ci in– ser?na 'f aeito, 1e-tribù germaniche erano in braccio all individualismo partioolarista, che le rese f~cile __preda alla compatta e collettivisticamente organiz- zala civiltà romana : come oggi gli Stati tmropei neolatini (lnghilte,rra compresa) sono in braccio a– un'analoga forma individualista di fronte alla com– patta e collettivisticamente organizzata Germania. ,Jl che pr-dva la Vç.nità di certe· 1Jeorieromanrtiche, · superficiali, «letterarie» (oh, quando il campo d-elle sci,enze politiche e sociali si libererà da quei cial– troni di « }etterati »?), che fondano i loro postulati in certe· misteriose forze etniche, sopra certi « spi– riti di razza», ,che conducono alle più allegre so,r– prese. E ,così, in un certo senso, hanno unia parte di ra– gione - ergo, una parte di torto - tanto quei p.an~ germanisti che di-chiarano inte!.leltua-lmente « tede- , &chi» Danre è Leonardo, Vico e Leopardi, quanto quei pa,nlatinisti che negano la cittadinanza intel– lettuale germanica a Lutero e a Kant, a Goethe e ad Heine e a Nietzsche. (1) Per l'esatt~azà, è già.stato dimostrato molt~ tolte che Il "Deutscli• land, Deutschland -uber a11,s • concepito In tempi di oppressione, non ha, almeno originariamente, aloun slgnlftoato espansionista, Impe– rialista, oonqu)sc,tore; ha'anzl un slgnlftcato Intimo, etico. e libera-• !ore,. 11 vuol dire: ~ Ge!'manla, Germania, sovra ogni altro per,islero, ·nel onore 11,i,~ b11onottta<lAno •· Del resto, olò avvertito, per amor di esattezza o per pedanteria, ben pµò darsi che, di poi, Il " Deutsch– lani:I, Dtutsohlandi iiber, 1"~ • nel, COfSO delle fortune teutoniche sia passato nel cuore di, mol,ti te4esclll 1 dalla tede nella patria ad all'er• mare I& minaccia alle pàtrle, (n. ,t. r.). Bidliotèca Gino Bianco . - E cioè: Goethe - meraviglioso spirito umani– stico, sintetico, completo - è un genio nettamente romano anti-co, come Ni.etzsèhe, che risollevò gli lddii sereni dell'Ellade sulle porle 'cJ.ell'avven,ire(si è pentito, forse, ora, l'aviatore D'Annunzio di tale sua definizi,one, o non piuttosto si è pentito di avere, nella << Canzone dei Dardanelli>>, definito con parole, così violente il -,cav.alleresco poi:>olo inglese (l)?) è un genio gre-co anti,co. E, çl'altronde, Dante e Leo– nardo sono forse meglio studiati e compresi in Ger- mania che da noi. · -Gome, d'altronde, è stata la Geqnania ad inse– gnarci la storia antica, l'archeologia antica: che più? Lo stesso diritto romano ha irovato il suo primo geniale interpretatore in un Tedesco : veggasi Geist des Romischen Rechts di J ehring. E non solo il pensiero: anche l'azi-one - per q.uel mirabile accordo tra sòenziati e uomini politici che i Tedeschi sanno realizza.re (perchè, essi clicop:o, W issen ist Mq,cht) e che ai riostri giornalisti clile-t-. tanti semianalfabeti sembra uria pedanteria da par- rucconi. . , Infatti, da chi ha imparato la Germania quei suoi metodi sbrigativi di Golonizzazione agrarja panger– manista se non da Roma ant.ica, che - con pn esem– pio di ,collettivismo agrario che fa venire i brividi ai libe-rali neolatini - statiz-zava le terre conquistate in guerra e I.e dava in enfiteusi o in affitto ai soldati c·oloni? Da chi la Germania ha imparato quel suo concetto cli Freiheit, così diverso dalla orgiastica clio-nisiaca liberté dei paes-i neolatini, se non da Ro– ma, -che insegnava: << Legum servi sumus, ut lib'eri , ? esse possimus . ... *** Ritornando all'arg-omento, dunque, è lecito con– cludere che le stesse condizioni geografiche, gli stessi rapporti e,conomici, le stesse differenze .intel– lethuali e morali, Le stesse imperios-e esigenze di vita e di sviluppo, la &tessa o-rgogliosa coscienza cli su– periorità e _di missione assimilatrice, organizzatrice e im.civilitrice, che ispfrav.ano all'austero Romano il Delenda Carthago, ispirano ora al popolo tedesco il fatidi,co Gott stra/e England! . CESARE StèASSARO. (1) Merita conto di ricordare: " Il sob,·lo Talassoc.-ate dentato, ti pwJ.-lco pastor da·I cl1'que pa.~U che si monda coll'acqua di Pltato' ·immemo,·e dei fasti e dei 11efasll suol di vermigtt, cigola e s'indigna a tanto scempio, e torce gU. occhi casti,. CIÒ CHE SI STAMPA RAFFAELE ÙTTOLENGHI: J farisei an-Uchi e moderni, pubblicato a ,cura dell'Associazione Italian,a dei Li– beri Cl'edenti._- Tip0g-rafìa Bondu-cciàni, Firenze. Un voLuin-e,pag. 571. In questo libro ineguale; appassionato 1 •eloquentis- , simo, •pieno-di dottrina ,e di poJ.em,iche,l'Autore com-. b,atte una su-a solitari.a_,!P-•agnificabattaglia in difesa dell'idea -ebra,i-ca, •congiung,endosi. « alle nobili, idea– li-tà degli Unitari italù,ani », e chi-ede giudizi più se– reni ,e, benevolenti .sull'opera e su-Ila influe-nza ese-rci– tata ,d,a Israele d-o,po Cristo, in qu;:into, « ,esso durò sol-o, attra;vers-o ·,a molte .faHarnz-e, a p·orta-r-e-fìno a noi incorrotta l'idea- unitaria, che costituì il suo privi– legio- e il sacro deposito -che la ·sua tradizione gli affidò ii, P,e·r l'Ottolenghi come per il Ni-e-tzs.che,; « il cristianesimo fini sulla ,cr,o•c~col suo fondato-re», me·ntre l'ide-a-ebraka si ,continua nel pop,olo <lispe-rso. E-gli la op-pone, per la superiol'ità delle sue- imposi- \ '

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