Critica Sociale - anno XXVI - n. 11 - 1-15 giugno 1916
1G6 CRiTICASOCIALE Boicottando la Germania, non si priverebbe l,a • Francia di uno sbooco pregev,ole e necessa,rio? E neppu·re a certi industriali .avveduti sembra che In guerra a colpi di tariffe debb.a essere profiltevole per impedire che le im.por,l.azioni dall.a Germania su– perino, come è accadul-0 nel 1913 (fr. 1.068.800.000), le esportazioni d.ana Francia (fr. 867.000.000). Ln « Società ,anonima cJ.ell-emaleri,e- co.J.o-ranlie pro– doti.i chimici di Saint Denis » scrive: « Certamenl,e dazi doganali meglio si.abiliti degli at– tuali pr,oteggeranno l'industria francese delle mate– rie ,coloranti: ma non bisogna immagin.arsi cli stabi– lire dazi esagerali, i quali avrebbero d'a//l'o cr,n/o 11nc1 ripercussione e/annosa. « Bisog-na dunque organizwrci per sostenere la lotta coni r,o I.a co,ncorrenza ·tedesca, dare al consumo i prod,olli a prezzi ugualmente v.anlaggiosi, per evi– tare un connitto frn ,il patriottismo del compratore e i fìll()i interessi. ,1. « Le -condizioni i-nclispensabiLi cli un.a produzione ai prezzi più ridotti le effottuarono i Tedeschi: « Cognizioni sci,enti,fì.cheapphe,ate• alla. te,cni,ca; mac– chine ,acl.nt.te ,e perfezionate, procluzi,o,ne ipt.ensa delle materi,e prime per le sostanre coloranti e cli queste stesse sostanze; prezzi di tr.asporto .al miniino ».· Condizioni simili possono generalizzarsi a tutte le industrie. Ora è ,proprio la routine i-nglese che ha messo l'In– ghilterra in -condizioni di inferiorit.:\ di fronte alla G•ermani.a negli stessi possedimenti britannici, perchè i Tedeschi sanno adattarsi oi sentimenti religiosi degli Indiani che vietano loro l'uso di certi prodotti come alle prescrizioni ,igieniche .aff,atto speciali delle p,opolazioni buddiste; mentr,e i comme-11cianti inglesi lrascur,ano tutto ciò e invocano dazi protettivi contro I.n concorrenza tedesca. cc Insomma non si esce dal dilemma: O i membri dell'Unione economi-ca degli AHeati sapranno pro– durre per l'espor,tazi,one ai prezzi dei Tedeschi, e i ck1zianl.itedeschi sono superflui; o non sapranno, e i dazi proibitivi aumenter,anno il costo dell;a vita ri– !•Crcuotendosi gravemente su -tut.t.ala vita economi,ca dei paesi alleati ». Una parola an,cora sul' dumping, cui si spera. di porre ripar-0 con ,l'Unione economica. Esso, .anzitutto, non è di invenzione tedesca. A un certo grado di malurilà induslriale tulti i Paesi ne usano per sg-orgare il mercato interno o pe-r ~onqui– stare- sbocchi. In America si lagnano che la Francia. esporli por-celiane mer,cè il dumping e i metallurgi~i inglesi furono i primi e persi~,tono ad a.ppli.carlo. Nulla poi slimola più l'uso del• clum,ping del rin– crudimento doganial,e. Un solo mezzo attenuò finora gli effelti del dumping: l'intesa e il Sindacato inter– nazionale dei produtbRri. Sarebbe strano che si pre– ·tendesse distrugger-e il c/um,p,ing con la guerra. eco– -nomica che è es.altamente l'opposto. * ** Fin qui l,o &critlore francese in un.a Rivista francese. Osse·rvazioni e constatazioni .analoghe si fecero e si f.ann-0per l'J.t,alia. M.e-ntre i metallurgici, nel « Comitato nazi.on.a.le per le t.arifre doganali ll (1), inv-eoo dell'esonero dal dazi-o del m'<tcchinario per nuovi im.pian-li, che dimi- (1) Seduta 27 febbraio 1916, dove, secondo il Sole del 2 marzo, si discusse del decreto luogotenenziale 17 febbraio· 19H!. BibliotecaGino Bianco ,nuirebbe il costo dei p,rodotti de-J.l'l,1/4 per mille ma sottr.arrebbe cospicue ordinazio,ni alla metallurgia e siderurgia, domanda.no « che i proclolli siano /u/e– /t,/i con opportuni c/a::i doganali», .altri competenti, per lo sviluppo d,elle industrie nazionali tracciano pro– grammi non hasali esclusiuamen/e gulla. pro,tezione cloga.nale. · · L'on. P.aolo Bignami (I), constatato che l'J.tnli,a è tributaria dell'Austria-Unghe,ri.a, d•elliaGermani.a, del– l'Inghilterra -e degli Stati Uniti per gran copia di ma– terie prime oggi ~ndispensnbHi (legname, ghisa·, fe-rro, rame, ottone, nitrati, solfali, silicati, f.osf.ati, combu– stibili, lann, cotone e pelli), .e che -nel 1913, per i pro– dotti lavorati, la Ge•rmiania, ne-I mer,cato italian-0, te– neva testa da sofo a tutte le nazioni concorrenti fino ad imprimere carattere quasi cli monopolio alla sua importazione di interi « gruppi di merci », così de– termina i postulati di quell'azione. Per i combuslibili, cc non basterà .aumentar-e l'uti– lizzazione delle nostre forze idnauliche -e l'estrazione dei metalli dai minerali ciel nostro sottosuolo; occor– rerà pure •promuove-re- -la mig!i-ore u.bilizzazione dei -combustibili fo.ssili e più an-0ora, tanfo per i carboni quanto per le' ,nitre rilewmti quantit:Y di materi-e prime occorrenti .aHe industrie, svHup,pare un.a suffici,ento mari-n,a me11cantile, che limiti !',esodo di somme in– genti pe·r i noli -e meglio provveda per i trasporti sul mare, in caso di guerr-a ». Per le inclus/rie meccaniche: occorre « l'insegna– mento professi-onal-e che nei suoi due rami, commer– dale e industri;ilie, hn d,ato in. Germania, per l,a sua perfezione e prati,cità, risultati di tale importanza eia essere consicleralo come la principale causa ciel p1·0- gresso economico cli quel popolo)). Analogamente, per le industrie chimiche, addita la necessità_ di « avvi,cinare di più l'insegnamento a'i1'111- dus-tr:ia ll (2). Occo11reche il Govern-0 e gl,i a,ltri Enti pubbli-ci do_, mandino alle industrie nazionali i tipi che vogliono e « so-1-amentequando J.e nostre fabbri,che si palesino non .e,osì perfette ,come quelle estere o pretendano prezzi eccessivi si deve provveder-e fuori d'Itali-a i>. · E a proposito del ricordato Decreto 17 febbraio 1916, col ,qual,e « si_ invitano quasi gli eseroenti nuove in– dustrie a provv~dersi fuori d'I'1ialia ll, nota i'I Bignami come, pei profitti di tali industri-e, doveva il decreto concedere una più lunga esenzione dalla Ricchezza mobile, -lasciando alle nuove iniziative ,la scelta fra le- macchine ester,e -e J.e n,azi-oriali, amichè stabilire condizioni di _[avore per \.e prime. cc N-o,i pensi.amo ...:..,conclude - che non si debbn già ricorrere ad artificiose tariffe ul1Pa-protezio11iste, che nuocerebbero agli stessi produttori, poichè chi la– vora è anche consu.mator-e, ma che non sia possibile a.\-tr.avia da quella che sogliono seguire i maggi,o,ri popoH coi quali scambiamo le me,rei; e che per noi sia necessario un protezionismo equo, ragionevole e ben ragionato per tutto quantÒ si può produrre, en.tro cer-ti limiti, in paese, e difendendo, mediante tariffe ad ualorem, sopratutto il lavoro italiano». •*• A non c.adere d.a un pr-0tezi<0nisino in un altro, e da una in altra sogg.ezione economi,ca, ,ammonisce, (1) ·Per l'industria Itali;...a, in N'UOOaAntologia, 10 maggio 1916. (2) A oonolusiuni analoghe perviene il prof. Asoo1'i dieoorrendo dell'indu,tria eleltrolecnica nella Rl(omia Sociale (aprile 1916). " Senza
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