Critica Sociale - anno XXVI - n. 9 - 1-15 maggio 1916

CRITICA SOCIALE 137 notarlo subito_ - il socialismo eg·li intendeva al– lora, com',era veramente, « aspirazione più che si~ sterna-», e diceva non significare « ·se·noij desi•derio di sostituire alla sfrenata anarchia di diritti e privi– legi individuali, ch'oggi cozzano l'uno contro- l'altro, -l'associazione progressiva ch'è conseguenza pratica della fratellanza insegnata da Cristo» (1). Questo osservava, in risposta ad un'enciclica di .Pi-o IX, che egli rimproverava cli confondere in uno socialismo– e comunismo, « quantunque il primo contradica filo– soficamehte al secondo-(2). Meglio che di conttacl– .dizione filoso.fica, non essendo, in verità, il comuni– sip.o che allora predicavasi se non uno ·dei tanti im- perfetti tentativi di soluzione della questione sociale e di attuazione pr-ematura del socialismo, trattavasi di una divergenza politica: incominciava a scavarsi l'abisso fra il movimento soli-daristico e quello pro– letario: due testimonianze autorevoli ce lo dicono: quelle dell'Engels e del Mehring: « socialismo » significava un movimento borgh:ese, - « comunismo » -un movimento openaio (3). In altri termini, -il socia– lismo rimaneva nel campo solidaristico, il comuni– smo era già sul terreno della lotta di classe. La riprova dell'avversione naturale del Mazzini, soli– clarista immutato, a questa tattica, la .si ha in una lettera, che egli dirige a F,eclerico Campanella molto .più tardi, quando ormai il socialismo moderno si è posto tu~to su questo medesimo terreno. n 24 set– tembre 1866, scrivendo all'amico, a proposito cli certi arti-coli su gli operai da inserirsi nel giornale Il Dovere, egli di,ce: « Non esprimeva che un desi– derio: s'evitasse un nome1 socialismo, che per con– senso <li tutti ha un. valore cli sistema o cli sistemi, che dànno una soluzione falsa d-el problema e allarma tutta una classe 1mmerosissima senza pro»(4).. - Ma cli ciò tta breve. Ora dobbiamo ritornare un passo addietro, e ricordare la poLemica, che nel 1849, appena sceso dal seggio cli triumviro di quella Repubblica Romana, meteora luminosa di governo po9olare, fecondo cli iniziative• sociali a favore delle classi non abbienti, il Mazzini sostenne contro i si– stemi anglo-foancesi. Basti rammentare che il Maz– zi-niaccusava le diverse scuole di derivare tutte dal– l'utilitarismo, cli · intronare il principio del. benes– sere dimenticando i valori morah. « Il socialismo - diceva --:- che i Francesi derivarono dal princi– pio fondamentale di Bentham è il peggiorativo del– l'idea sociale che la democrazia aveva già P,rima, nei suoi migliori, affratellato all'idea. politi-ca; ha indugiato il trionfo di quell'idea». E, pur affer– mando recisamente: « Bisogna ch,e tutti producano; ,chi non lavora, non ha diritto- alla vita », ammoRiva, eome sempre: « Prima la Giustizù,1e ~l Dbvere, 'poi l 'alt.re cose». Ma .àdditava, altresì, i capisaldi del programma p6litico ed eco-nomico della democra– zia, in quest:a· guisa : « Educazione morale, unifor– me, universalmente diffusa - trasformazione asso– luta del sistema dei tributi - economia nello· Stato - aumento di p,r-oduzione- abolizione progçessiva dei gradi intermedii, da quelli infuori che sono in– dispensabili alla circolazione, tra la produzione e il consumo- - unione ciel capitale_ col lavoro per mezzo--detle associazioni -0peraie - son queste le oondizioni del problema e-conomico che il secolo e (i-) Sttii'EncicUqa at Papa fio IX; s. E, I., VII, p.-251. (2) lvt, p. 2'9. (B) crr. ENOELS: Prefazione 1• Maggio al Ma11tfesto a,1 Partito Comuntsta; 2• edizione della CriUca Sociale, HHano, 1896, p. 12; e JIEHRINO, storta aena Democrazia sociale teaesca, Parte prima; Roma, Monglnl, 1900; p. 5. _- (4) Lettera a Feaerlco Campanella, 24 settembre 1866; nella Rtvista d'ltaua, giugno 190s; p. 1055. · HotecaGino Bianco _la democrazia 1 repubblicana sono ç_hiamati a risol– v-ere» (1). I Francesi, da lui attaccati, non stettero z1tt1; ri– sposero, anzi, con violenza e con assalti personali. Di questa polemica abbiamo traccia in alcùni brani di lettere, dirette dal M.azzini alla madre, già ripor– tati nell.a Vita del M:azzini della signora Mario, ed .anche nel carteggio Marx-Engels (2). Nessun dub– bio che il Mazzini avesse obbedito ad un imi:mlso sjnoero ed a nobili r.agioni mora-li; nel combattere i socialisti francesi; è certo però che, se le sue in– tenzioni erano troppo pure per meritar,e le in,sinua– zioni espresse dal M.arx, con linguaggio trivi.aie, n-eU.e lettere all'Engels, per confessione dello stesso Mazzini gli atta,cchi dei fr.anoesi gli facevano « fra gl'inglesi .... un vantaggio immens.o » (3). Nella- società degli -Amici d'Italia, fondata, in Lon– dra per opera s,egna.tamente dei suoi amici ingl-esi Stansfeld, Ashurst, Tylor e 'Shaen, egli dichiarava: « noi non siamo comunisti, nè livellato·ri, nè ostili .alla propri-età, nè socialisti nel senso dato a quel vocabolo dai settari sistematici d'una vi-cina con– trada»; << noi non :tendiamo a so,ppr1mere, ma a mi~ gliorare : non a trapiantare l'attività o i conforti di una classe in un'altra, ma a schiudere la via della .attività e dei •con.fortia tutte le classi» (4). 'Il materialismo fran-O'eseaveva, secondo il Maz– zini; pr,eparato la vi,a al colpo di Stato· ed alla re– staurazione dell'Impero. Avversari implacabili di Napoleone III furono tanto il Mazzini quanto -il Marx. Ma basta leggere Le pagin,e -del Mazzini o i noti scritti del M.arx intorno alle medesime crisi politiche, che condussero il minore Bonaparte sul trono di Francia, per saggi.are la diversa mentalità dei due scrittori, la differente orientazione dei due sist~mi: l'italiano oerca p.arti-colarmente le cause morali del fatto politico, e ne tra-e nuova lena a_ ,combattere il materialismo degl'interessi ed a predi– care La •ne,oessaria rig,enerazione educativa e reli– giosa; il tedesco cerca le ragioni della commedia elie si er:a svolta su la scena della politica nei fatti economici, e ne ·aitting.e nuova 'forza di persuasiçme -nella verità della ·sua -concezione teoriea del mate– rialismo- sto·rico e i.1-Uovo impulso a perseguire nella sua opera rivoluzionaria di organizzazione di classe del proletariato. - · ' Gli avvenimenti nazionali - basti ricordare - il moto dì popolo del 6 febbraio- 1853 a Milano, moto_, p,erò cli -carattere puramente politico anti-austriaco, le polemiche con gli altri patrioti che si erano al– lontanati più e più da lui, la guerra di Crimea, la spedizione di Sapri, i fatti di Genova e la condanna capitale del Mazzin,i riuscito a fuggire, la « guerra regi.a>> del ,1859, l'epopea garibaldina del '60, _per tacer d'altri - travolgevano intanto il Mazzini in un'.azione ininterrotta, che concedeva al pensiero di -lui scarsa tregua. · Ma nel 1862 in una lettera, a Ferdinando Garrido, patriota e scrittore spagnuolo, torna b!\evemente su la questione dei r.ap_portifra socialismo e democra– zia. ln essa il Mazzini lamenta il malinteso fra gli uomini della democrazia ed i socialisti, -malinteso che produsse la scissura per cui fu possibile la dittatura bonapartista e tiene divisa la classe media _dalle ,classi operaie. La lettera è improntata al con– sueto spirito solidaristi-co, all'ormai antico interes– samento per la questione ·sociale, all'amore non mai (1) I sistemi • la aemocrazta-; s. E. I., VII, pp. 852. 853. (2) v. Le-ttere del Marx, 8 e 80 marzo 1852, Bt•ieftoechsel, I, p. SO(· 805 e 808·S09. (8) V. Brani di lettere, msr•o-aprlle 1852, riportati nella Vita di J. W. MARIO, pp. 857•858. (4) Disco,·sl pJ"onunèlaU in p,tbbHca aa,manza mli' ÀSSOciazìOtle a,gi;, amici a'Italia; s. E. I., VIII, pp. 113, 115.

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