Critica Sociale - anno XXVI - n. 9 - 1-15 maggio 1916
132 CRITICA SOCIALE cello, ,alTermando che una simiJ,e transazione sarebbe atto, di « alto, tradimento,». Senonchè, sembra che, sul terreno parlamenl.are, quest' « ,alto tradimento» .J.o•si·compia in tuHi i paesi belligeranti, con una passiva toonqui.Hità. L'ex-Consig,li-e,re deHa Legazi,one degli Stati Uniti a Be,rlino, Sheffield, ha pubbli.cato ne•! World una s,e– ri,e di articoli ,estr,ema.mente intel'ess·anti, nei quali ha esposto i risulfati delle sue oss-e,rvazioni di-r,ette in tutti i ,paesi belligeranti. Fra .le oon,clusi-0ni aUe quali egli perviene ci ,sembra notevo,J,e,Ja ·seguente, perehè in essa è cer,to che molte persone· riflessive troveranno, espr,esso il Jo,ro stesso, insistente e . an.g,osci,oso dubbio: «- Ciò ohe .attualmente impedisce l'apertura deHe traHative di •pa,ce fra gli Stati bellige·ranti in Europa è 'Una serie di dilTerenze, di contrasti di. a-spirazioni. Sarebbe sto,Jto negarl,o. Ma è altresì vero che queste dilTerenze non sono assoJ.utamente irnoonciliabili, non esoludono punto .la ,possi•bilità di discute,rle con qual– che frutto. Si rimane profondamente sorpresi e addo– lorati constatando, in Inghilterra· e ·in Germania, come ogni giorno più ·1e conq.izioni, alle quali le popola– zioni sarebbero disp·osfe ·a porre_ fi3e alla guerra, siano vicine fra loro, mentre il linguaggio dei gover– nanti e dei giornali di ciascuno di questi Paesi tende. a rappresentare sempre p•iù vasta la distanza che le . separa. Gli è che in ciascuno di questi Paesi i gover– nanti e i ,giomali si s,ono tr.op; po a. f.ondo impegnati per i,! raggiungimento di obiettivi, che i risuJ,t,ati della. gue·rra hanno di molto allontanati dalla possi– bilità ,p,r.atica;e· tutti si ostinano a •rincorrere ciò che lo-ro slìu.,gg,e, so.Jtanto perchè nessun,o è disposto a pie,g~rsi al riconoscimento del suo erro-re, e i gover– nanti, che a questo errore sono legati, non si rass~-, gnano a trarsi in disparte, per far passare la necessiÌà della paçe sulla impossibilità di stip,utarla-con le loro firme ». Parole chia,I'e; precise e lumino-se, che, mi– lioni• di uoln,in\- - al cospetto d,ena realtà - mormo– rano nel J.oro ,silenzioso do.J.or, e, nella ras-segnata an– g,oscia di un'attesa esaspeTante! * ** E J.a gara f.osca e funesta, delle 'Clissimulazioni e delle simulazioni imperversa· al,l'intento di olTuooarre la unive,rsale ,sensazi-0ne di queste verità. Si continua a fare uso della parola, non per-esprimere, ma vera– mente per na-scondere o per ..de<f·ormare le proprie r,eali opinioni sulla guer,r.a e suJlra pace, 'sullo• spirito di .ambizione degli Stati, sullo sfruttamento dei più· ,nobi.Ji istinti .di eroismo, di sacrifiz.i'o, per gl'in.teressi. nascosti - .sulla contaminazione sa-o.rilega (come di,oo Romain. Rolla11d) deJ.1,ep,assi-oni di. odi,o con le parole, d,e,1l'E:vange!,o,sulla pa,rteci,pai.ione delle Chi-ese e de·– gli Dei ,ai jllass.acri dei P,opoli, sopra i trottati so– lenni, che non sono se ,non « pe~zi di carta », e sulle . aberr.azi-oni trav,o·lgenti delle stesse nazioni. Ma tuttociò è ;p-ossibile, dura e durerà se e fino a quando gli spirriti più chiaroveggenti non a-ttiveranno !,a reazione del buon senso•, del sentimento del,Ja re– sponsabilità e di un sa.no e coraggi,os-0 rea.J,ismo. Ora, una simile .reazione è posta automaticamente in atto daUa <liscussi-0ne. Vi sono prohl,emi, che sono .... p·ro– blemi in, quanto è interdetto· il denudamento del J,o-ro contenuto, la delibazione -della loro so-s,i,anza: e in questi oasi veramente il porre e il discutere un p-ro- • blema .si,gnifica risolverlo, eliminar,lo·. Io credo ,ch;e ciò possa dirsi dei,Ja mag,gi,or parrte Biblioteca Gino Bianco dei proolemi della pace. Esistono certamente diffi– oo,Jtà obi,ettive, nè lievi nè poche, contro I.a ,pace; e J.a -guer,r,a stessa - che doveva riso.Jve,re quelle p-re– esiste,nti!' - .J,eha crea·te e le ha complicate. Ma esi– stono sopratutto difficoJ.tà subieH.ive, .Ja cui sostanza ·è co-s.tituil.a di pI'ev,enzioni e di puntigJ.i, di orgoglio e di maHntesi, di diffiden1;e e anche· di sciagurata igmoranz.a dell,a -realtà: esse ,si assommano neHa « rpsi-• ,cosi d,ei belligeranti», cioè in una -singo.Ja,r,edeforma– z.i-one unil,a,terale della real•tà e de,J,J.averità, compiuta draigli uni e •perl'cepil.a dagli altri ,ne,!Ja più olimpica buona fede. ln Inghilte-rr,a - il cui esempio in ,taJ.campo siamo p·ronti ad imita,re - numero,si uomini- preclari di ogni partito, fautori e avversa,rii deHa ,gue•r,r.a, hanno in– travveduto e si sforzano di diff.onde:re il senso di questa :realtà, che con-sente il_ primo germogliare di buone speranze an<,he fra i.I dubbio. In In,ghilterra il d-olol'e delle vittime e l'orrore d,e,JJevioende della guel'ra ,sono ,poste al disopra dei .puntig.li , dei malin– ·tesi, delle ,caparbietà, ane quali tr-oppo, facilmente si appi,oci,ca .Fe,tichetta di onore delle nazioni. E noi non domandiamo altro che questo: che si discuta, che turtti discutano, della guerra e della paoe, dlelle pos– sibi.Jit~ di continuare l'una e della necessità di af– frettare l'altra. Noi domandi,amo specialmente 'ai no– stri deputati ohe 'pongano con serena e cireospetta pa,rola, ma con espJ.i,cita signifi,cazi-0ne, questi prro• bl,emi; .e ,li oontesti,n-0 ai gov,ern.anti, e li obblighino ad eosporr-e ooncl'etamente ciò éhe vogliono e dove vogliono arri,vare. L'Europa che si sgozza domanda di conoscere almeno il programma del prop-rio sa– crificfo. · Ciò è ·necess:tri·o anche p:er questo:_ che, se è giu– sto e fatale che il sangue debba, scorrere ancora nei s•olchi che ne sono invuppati, il senso di questa ne– cessità sia •diITus,o con le ragioni che 'J-0 s-orr<lggono f.ra tutti i popoli beiJi,geranti. Il do.J.o,re·de,gli u9-i si p1acherà-.nella voce del do– lore degli .altri.' Prendendo la nostr.a parte di pena, aiutando le altre anime, a. ,portare la !,oro croce., esse ci aiuteranno a trascina.re Ja n,osrlra su per il oomune Ca.lvario. · Quando i nostri ,governanti avranno soffo– cato .Ja v-000 delle n'ost'l'e spe,ranze · pacifiste. cori la dimostrazione della ne.cessità della guerra,. noi po– tremo r-ipetere le parole che Shakespeare mette in hooca ad Edgardo nel Re Lear: « Quando noi. ve– diam-0 uno a noi ,superiore dividere le nostre pene, queste ~asi non s·embrano più a ,noi neI!}-iche. Co– lui, che sofT.re solo, soffre- sopratutto per l'immagina- , zio.ne, p:ensando alla fe1idtà che· egli lascia 'dietro di •sè. Ma J.os ,pi-riliodimenti,ca le sue sofferen1;e quando il dolore· l'accompagni' e l'amiciz.ira .J.o consoli». I go– vernanti, che v-ollero la ,guer-ro, e che la cond'Uoono oon tena,oo ,proposito, hanno bisogno di placare que– sto dubbio: « E se .J,apa,oe fosse possibil~? ». F-orse ,porgeI)<lo ascolto a ques,ta v,oce•che susurr.a da milioni di anni, sulla tragedi.a potrà ali.tare i'! do.Jce m,otto di Arie.le: Il perdono. è al diso'p,ra de-Ila ven– detta! F. _Crccorn, Lo spazio' ci sfo:rza a rimandare ai prossimi fasci– coli:- La crisi della socialdemocrazia-tedesca del Dott. GusTAVO SACERDOTE; Economia e Politica di l!'RANz WErss; e il sèguito dello studio deU!Avv. RAF– FAELE O!I'TOLENGHI: La politica estera inglese al– l'epoca della Rivoluzione francese . . •
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy