Critica Sociale - anno XXVI - n. 9 - 1-15 maggio 1916

CRITICA'SOCIALE 139 municazioni; istituzione dì magazzini pubblici di de– posito delle merci, in mo<l-0 da togli.ere alle asso~ ciarioni le cLiffico'1tà inerenti ali.a vendita immediata; conoessione di lavo-ri ,pubblici alle associazioni; sem– plificazione· deHe forme giudiziarie; faeilità di tra- . passo della proprietà fondiaria; un solo tributo sul reddito, con, -esenzione dei redditi minimi; ,e filmi- · mente costituzione di un fondo nazi-onale, parte con– sidtirevole del quaJe dovrebbe servire di fondo di credito -per le 'dette a~sociazi_oni volontarie -operaie, fondo nazionale che dbvrlibbe essere· costituito dal– l'incameramento -della proprietà -ecclesiastica, dalle terre incolte ma coltivabili, dag_li utili delle ferl'ovie e chi .altre pubbliche imprese la cui amministrazione· dovrà concentrarsi neHo Stato, dalle proprietà tei:– rito-riali dei Comuni, dalle successioni' collater.ali che al di là del quarto· grado d-ovrebbe-ro ricader nello Stato (1). · Ho già avvertito -che io no-n avrei discusso in modo particolare il pensiero economico del Maz– zini. La-scio ai competenti l'esame di questi giudizi de.J King: che « il Mazzini aveva non poche_ idee comuni con la scuola del Marx. II suo stesso i,deale industriale conteneva, quantunque egli .n-011Io _sa– pesse, i germi delln comunità soci.alista »; e ancora : che se il Mazzirui si fosse domandato « qua,J,e.sarebbe il destino ultimo del suo piano cooperativo .... avreb– be dovuto avvedersi -che, ·sia pure per via diversa, sarebbe finito di necessità nel collettivismo » (2). lo vorrei chiedere, piuttosto,- se J'.ottimismo del Mazzini, il' quale credeva che « fra non molto», pur– chè o-Jioperai l'avessero voluto-, ,si•sarebbero eman– cipati dal salario per div,enire liberi produttori e fratelli nell'associa1..ione, non fosse troppo roseo, e non meno utopistico, sé pur conl~nu_to in Iimi_ti tal: poco più ristretti, di quello. ché 1s1i;nrava. tanti _al~n sistemi di r.ioost.ruzione sociale; e domande·re1,, ni particoiJar~, se non fosse un sogno del Mazzi~i quello di sperare in una. trasfor~azi_on_e co-sì r.ad1- ·cale e pacifica della soci-età capitalistica, persua– d,endo i lavoratori ad astenersi dall'unica arme Je– aale che fosse neUe loro mani, la lotta di classe: "' Ritorneremo su questo punto. O~a dobbiamo t~r: minare la ra-pi-da rassegna .deBe idee. d~I Mazz1m e dei suo-i rapporti -col mov1_m,entos~ciahsta: . i-\uli albori cieli'« Internaz10flale » 1I Mazzm1 non d.isd~anò di accostarvisi, come avevano fatto altri . uomi-~i della democrazia; ma per poco._ Ciò_ fhe il Mazzini, oon la sua abituale onestà, scrll:lSe m pro– posito ne! 1871 trovq. oonferma nel 1 l·e.lettere, recen-: temente pubblicate, ciel Marx all'Engels. Verso la fine del 1864. - S'crive il Mazzini - si ebbe la fon– dazione reale .dell'« In'Lern.az.ionale». Il Manifesto uscì in Lon.dra, a mezzo ottobre. « Il •concetLo.fonda– mentale del Manifesto era racchiuso tutlto nelle af– fermazioni che « la soggiezione_ del lavorante al ca– pitale è la sorgente d'ogni servitù• poi;iticc~, morafo e materiale, ·e che per questo l'-em~nc1p.az10n.eeco– no.mica d-ei lavora,nti è ,il grami-e ,.,~tento al quale deve essere suborc!Jinato ogni moto politico». La prima, fondata in parte, era di ocrto esagerata nel– l'espressione; la seconda apriva i~prudentemen~ ,il varco alla scissione del campo m due pa,rt1: amb-e rom pevano l'unitù della nalur.a umano e del ,problema soci.al- e, dimenticavano che la trasforma: zione sociale non può -essere se non conseguenza di una trasformazione nell'Istituzione politica e, svian– do l'attività dai grandi principi e dalla fede del– l'epoca per concentrarla esclusivamente sul proble– ma economic0, ripetevano l'e·rrore che -condusse a· rovina L'l Repubblica del 18 1 t8 e aprivano la via al materialismo d,egli interessi». « Chi scriv-e - ag- (1) Doveri tleWttomO'; S. E. I., XVIII, pp. 126-188., (2) KINO, op. clt., pp. 297, 606. , giunge il Mazzini - presentiva nel futuro il peri– colo e, inascoltato, lo disse» (1). Il 4 novembr,e 1864 il Marx, scriv-endo all'Engels, ~-li racconta la partecipazione alle s-edute. costitutive ctell' « Internazionale » di mazziniani, i quali vo– ~liono una dichiarazione di principii premessa all-0 ::,tatuto - l'espressione, come ognuno- avverte, è di pura· marca mazziniana - e La ottengono: fui co– stretto - cl,i,ce il Marx nel bizzarro gergo vera~ mente .... inLe·rnazionaLe, che usava nelle sue lettere - ad introdurre nel Preambolo « zw~i » « duty » und «righi» « Phrasen », ma collocate 111 modo ~h~ non -possono fare alcun danno! Il 14 noveipbre dice che il Mazzini « ist rather disgusted ll che i suoi ab- . biano firmato. L'll aprile 1865 annuncia all'amico che i mazziniani escono clall'« Internazionale» (2). In una lettera; che è verosimilmente del 1865, il Mazzini scriveva al Traini: « Entrate pure nell' As– sociazione Internazionale,. Gli elementi inglesi sono buonissimi; altr.i non tanto. Ed è necessario stare in guaPdia contro influenze che mirano a,~ accrescer~. -l'antagonismo aperto. fra le classi oper.a1e e le classi medie, ciò che nuoce senza raggiun ger lo scopo)). Ed in.citando il Traini ad inscr.iv, ersi nell'Associa– zione· Ope,raia del Progresso in Londra, aggiun– geva: « Patria e Umanità sono' inseparabili: l'una è scala all'altra: il punto d'appoggÌ'o al-la leva. Senza la costituzione d,i Patrie, cli Nazioni libere, nessuna Società Internazionale può produrre grandi risul– tati. L'Organiz 1 zazione. cl.e!Lavor~ esige la, d\v)s)one del LaV'oro. E le Naz10rn costitmscono la d1vi@one del Lavoro- dell'Umanità ll (3). Più tardi, il 14 no– vembre 1868, ·scriveva a,l Campanella: « L'Associa– zione Internazionale, buona nel concetto, è domi– nata w1 po' troppo da un M.arx, tedesco, piccolo Proudhon, dissolvente, odiat,ar,e, che non parla se non di guerra da ,classe a classe·. La Sez,ion,e inglese è buona. Il resto val poco. Non può condurre a_grani che. Corrispondenza di sim]Datia, ma senza impe– gnarsi in cose che non faranno se non rapir t-empo e clena-ri agli operai nostri l> (4). · L'esperimento cieli'« Internazionale >l - scriveva .ancora nel 1871, mentre fervevano le polemiche fra lui e g\'Internaziona-1,ist,i italiani - « avea pure qual– che cosa di. gra,nde in sè )) (5). Ma ormai si era sca– vato l'abisso 'fra lui ed i socialisti, che intendevano dare al loro movimento un carattere di classe. II Mazzini, sempre soliclaris-ta, sempre crndente, ce,rca cl.i rac,cogliere gli op,erai intorno alla propria ban– diera repubblicana. Combatte strenuamente le tre nerrazion,i, che egli vede nei « princ'ipi promossi dai Capi e dagli influenti cieli' lntern?,zionale >l: ~ega– zi.one cli Dio; negazione c\,e\la P.atma,. della Nazione; -negazione d'ogni proprietà inc~ividuale (6). . . Pure il fiero lottatore, sent.rnella morta - 1111 s1 lasci di;· così - d,e\ solidarismo, ammonisce:« L'ln-_ lernazionale è il frutto inevitabile della repressione go-vcrnativa e della noncuranza delJ.e classi educate e più favorit,e cla\l.a fortuna l> _(7). Deplbra apertamente, acerbamente, severamenle 'la «,Com1nu11e >l pa,rigina (si sa che ben d_iverso siu_– dizi-o ne fece il Mnrx); ma, comme.n.tanclo i « Papiers posthumes >l del Rosse I, nota «lietamente .... ch'ei conchiucle il biasimo, dato meritamenle al Comune eone parole: E nondimeno io devo dire che pref e- 1 risco l'aver cnmbnttuto trn i vinti che non lra i vin- (1) L'1nter11àz1011ale - Cenno storico; s. E. I., XVIII, pp. 106-109. (2) v.. Brlefwecl1sel clt., III, pp. 169, 190, 191, 196, 249. (S)Wl'. E. I., XVII, pp. Xll•XIII In nota. · (4) itna Rivista a'ltaua, giugno 1905, p. 1060. (5) L'internazionale; s. E. I., XVII, p. 109. (6) Àgli ope,·al ttaUan-t; s. E. I., XVII, pp. 55-60. (7) ii moto delle classi a,·tiglane e ii Cougre~so; E. s. I., XVI. p. 209.

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