Critica Sociale - anno XXVI - n. 8 - 16-30 aprile 1916
CI'UTICA SOCIALE 125 lA POLITICA ESTERA INfiLESE ali' epoca della ,ftivolu,zlone francese III. !false t·l'attative di pace e int·l'ifihi diplo- matièi negli anni 1r96 e 1,r9r. . _Il lìncìa,ggio cl_ell.~ Cen~ura al mio primo articolo !lit avea fatto, argmre, che .nelle alte sf.er.edominasse 11C?noetto essere la vit,toria .del nostro esercito sub- 011dmata .a.Ha soppr~~t~p•e. della stori.a ingLe-se, Il nesso, ~Imeno· _.anoi tdl'ott, non. app.ar.e fa.cilm~nte afforr.abile. Noi pensavamo ·che le forti virtù del popolo italiano si a-llenass·em anzi: rneUavisione della realtà cieli.a storia. Altrj pensò evidentemente che con~•enga al~a storia - at singolare - sostituire storie e stor1,eLle ..... .Ma poichè al secondo· ar.tic•olo fu lasciata qua.k.he maggiore fr.anchio-ia mi riprovo a ripigliare il fiJ.o'. . . " '., . • , Laséiai. la: « Prima Coaliziòrne » _: alla I hi1e ciel 1794 - stanca cI,i combatt,e,re-.. Nell'ao·osto 1795 i la Fr~cia r:epubblican_a, ?opo se:i anni'° di· regim; convuls10narw, era, rrnsc1ta a ridarsi .un ordiin,a– ment.o quasi normate. Gli Stati Generali, o Co-sti– tuente, del 1789, con, un'ombra di potere regio l'As– semh,l,ea.Legislativa dal '92 in poi, e ·infine ta' ten;a Assemblea, che fu la Convenzione avevano, tolto ogi1i autonomia al polene esecutÌ\r.o a'.s.sorbendofo,nel legislativ-o.. Era .il confusionismo in funzione. La Com'.enzi_one, si era spinta a di-ritLura ad abolire La m~marclua senza ricordarsi dii costituire la repub– blJ.ca .... Si ~uò_ g~iMli ,fino _a un certo segn.9 compren-. clere 1?Stili~ d~ll In_gl11Herra contro un esempi{} cli .an.arclnsmo mtérnaz10ruale, che costituiva un -peri– colo pereni:·e per I.a quiete .degli Stati d'Eur.op.a. · . L<l:I:rancw. ebb_esempt>eun po' la velleità dell'im– J5oss1b1le,I.a passione de:l chimerico e dell' -origjn.al ,e. · Pur t:oppo_ la natura m:CrLedegli uomini resi,ste alla v1-ol,enzadelle rapide innovazioni. . . Saviamente scriveva Cesare Balbo: « L'impru– den-za che costò sì cara· a Luigi XVI, fu di permet– tere_a ~n'as~mbl~a- nu;111erosal'ufficio regio, stra– ordmar10, <l1ttator10, ili fare una rivoluzione una Costituzione». . . . . , ' « I vepubblicani classi•ci di Grecia e di Roma so– spendevano la repubblica p. il potere popoÌare quando si doveva ricostituire !@ Sta.to. Concentra~ vario. p~r im t,er !1.PO /1 Governo' in un: solo o in po- ✓ duss1m1 uom1111 : L1curg•o, Solone, u·n dittatore 1 Decef!1viri. I repubbli~ni it.ali,c.idel Mleqioevo, b~n– ehè tanto da meno, seppero sòvente fare il medesi– mo: ereaie balie di pocni, per mutare lo•Stato. Fu ri– serbato• a.J~ Francia l'errore gr.ossolano di affidare u~a mutazione ?'elio Stato a un'assemblea po,polare, d1v,enuta « Costituente». Quella c1eH'89 ilisorganizzò lo Stato, fa.cenci.oonnipotente se stessa ». Tutta Europa si era unita per punire la Francia di cotesto erroré. " · Ma- la Francia alfine' era rinsavita. Essa ave·va espiata la co1,pa eol -sangue dei suoi figl'i migliori. Dal 27 luglio 1794 - quando si uccise Robespierre e si abbattè eol Comitato cl'i salute pubblica il r.egno de\ l._'errore- _fìn_o all'agosto 1795, quando si istituì coi ,cmque membri del Direttorio un, ver.o potere ese– ,cutivo -:--- là Fran.~ia _siera diba~tuta neHe clogÌie del parto d1 una Gostttuz1;0nenormale. . · Il Direttorio si diede subito a un'opera di pace.! Non usavano allor.a i patti cli Londra. I Governi - men savii di oggi - b.acJ.av.ano. a cur.are ciascuno a · propri-o m;0d•o -i lori;>in-t'eressi. Ecco i tratLati cli pace c_ollaToscnna (f.cbbraio 1795), con la 'Prussia,, l'O- ·oteca Gino Bianco l~rncla,, la, S_pa.~na. · No!1 rimanevano iil g.uert;a che 1Aus-tna e 11re del P1,emonte. Già ho sp,iégato - ahimè! nelle pa 0 ·ine· ;< imbia11- caLe» ciel primo· articolo - qua11to• 0 clovè faticare l'Inghiltena pe-r indurre nel 1794 con· 1.aro-hisus– sidi1, fa Pru'ssia e le altre· Potenz,~ a conti~uare la guerta. Nell'aprile del '96, quando, dopo tariti còn– t.mst11,Bonap,arte fu a-s,sunto• al -comando dell'armata d'ltali~, egli ~ttuò la g,esta gloriosa che, iniziatasi colle v1ttone eh Monte11ottee di Ceva (11 e 12 aprile) ,conchiudeva il suo primo ci.clocol.l'armistizio .cltChe~ r~sco (28 apri.le) e colla pace cli Parigi (18 mao– Rw 1796) per la quaJ.e il rè di Sav1oiaabbancloùa;a r Austria alleai.a, lasciandola sola-'contro la Frailcia. .L~ cai:np!l-gn~m~raviglio~a condusse il Bonaparte cli villoria m vrttona a Lodi, a Mantova nel Tirolo a. Ca'."tigli?ne., ad Arc_ole, e poi (gen~aio 1797) ~ R1vo.J.i,, qumd1 al ·Ta,ghamento e, all'Isonzo·. II 10 ottobre 1796 anche il re di Napoli firmava la pace con Bonaparte. M-q, in quel periocto di tempo vediamo con, stu– pore anche l'Inghjlterra - ottobre 17,96 - iniziare essa stessa trattative ili pace. · · La cosa 'merita un breve esame. Primo Lord Granville .aveva rotto 'il ghiacèio, chiedendo al Mi– nisti:o degli Esteri De la Croix un passaporto da servire a_un messagge-ro che il re d'Inghilterra m.an – cJ.erebbe a. Parigi -per· negozia-re· su tutte le div,er- · genze fra i due Paesi. Il DireU-0rio con~ntì, sopm– tutto perchè un rifiuto .avrebbe suscitato r,ecrimina– zion,i nel popolo fr:a11cese .. Ma non nutrì mai illu– ?ioni sulla· sincerità dei desiderii cli paoo del Governo mgles_e. Lord _M:al;nesbury,l'invia;t.o,inglesè, giunse tuttavia a P.ang1 11 22 ottobre del 1796, Oua.Ji mire spi1~gev'iù1? il G~binetto ili Londra_?Lo preoccupava a11z1t;l!tto 11 pe-r1colo che _la, .~rancia, _alle proprie, associasse le forze navah eh Spagna e· d'Olanda, miriaocianclo la supremazia maritti111a dell'Ino-hil– terr:a. Più tardi correrà ai ripar.i, adesca-nel~ il Turco, l.a cui flolta, nel 1798, imprenderà scorre.rie Slùle cosLe d'Italia. Lo-re! M.almesbury intanto cli– chlarò « che non ent.rerebbè in tratt.àtiv(;), se .non fosse accettato l'abbandono immediato cl'el Bel"io e la sua restituzione all'imperatore di Germani.a / Og·gi, dopo 120 anni,· lo stil-e cLe1Ja diploIJiazia in– glese ·non sembra molto mutato. Soltanto, allora · parlava francese, or.a <lee parlare tedesco. ·Ma nè allora nè oggi le riuscì ili f.arSlimolto• capire: Sapeva il Direttorio come, l'Inghi'ltèrra con un abile diplomatico ~ l'Hammond -.avesse :g.ià ten– tato, a Berlino, di riguadagnare la Prussia. Vani .;conat.U,I.giornali ufficiQS!Ì _di Fran.ci.a-spi-egavanò poi , gli .appr,occj inglesic~11_J,\manime des.i.derio d:i'j1~cc c]el popolo mglese, cm 11 Governo•-;-, pei: poter _con-. trnuare· la guerra. e provvedersene I fond1 - dov1eva f.ar le ,,ist.e di indulgere. . . ·' E mortificante conf.essaçlo: la -storia. u~na,na 'si ripete· monotona ùl esasperau1te co-ine un grammo– fono. Da C.a·inoin- poi I.a stirpe ripe le,. senza noi.:i, sempre quel medesimo grido : « bisogna continuare la lotLa fino a.Jla vittpria ». Non si allude, beninteso, a, vittori,e idea)i dello SJ)irito.. Così lb situazioni medesime si riproducono all'in– finito. Allora Lord Malmesbury poneva ·come base ai negoziati; che il Belgio fosse tlalo all'Imperatore di Q-ermani.a; oggi -l'Ingh.ilter-m glie lo vorrebbe ri– tog_l.t.ere. Il Direttorio opponeva: « Due punti sono da ri– solvere: il Belgio e le colonie francesi. L'Inghil– terra l,iene queste; noi teniamo il Belgio·. L'lnghil– terr.a, quando ,noi -eravamo, isolati, e essa aveva con
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