Critica Sociale - anno XXVI - n. 5 - 1-15 marzo 1916

CRITICA SOCIALE 71 flagrazi-one d'Europa è mischia sacrilega, guerra civile. Più d'un:a volta i suoi gridi affettuosi, i suoi accenti ang,osci.osi, dis'Perati e singhiozzanti ricor– dano il paciere, nel-la città medievaile partita, tra · le armi dei cittadini contendenti ad uoc1dere : « Si– gnori, perchè VQlete voi con.fondere e disfare un.a così buon.a città? Contro a chi volete pugn.a,re? coru– tro a' vostri fratelli? Che. vittoria avreite? non altro che {lianto ». E, ,come d:a quei Bianchi e Neri sel– vaggi e tumultuanti il candido Dino Compagn.i non ra,ccoglie ,se non d, elusion~ , così questo Nostro. I suoi cO'IllCitta,dinilo han.no in sospetto. e l'olibrag– giano; dall'altra par be i sap ienti, d:a lui invoca~i al– l'opera di pace, risporudono parole dementi è impu– diche. Tutt,o è nemico intorno, tutto è gue:rra: anche fra la realtà e l'idea1e. Egli, allora., leva uru ultimo inruo alato all'ideale, personificato nel grande ma.r– tire umano: Jaurès. Con questo il libro si chiude. Lo sC'rittore, stanco, si ritr ae. M<1.egli ha parlato parole che_ echeggie– ran.no n,ell'avven.ire. Come grid,ano a D.emog-0,rgone, nel Pr ometeo liberato, tutte le voci - co•sì a Lui noi diciamo: Speak; thy strong words may never pass away : parla; le tue par.ole. potenti non passeran.n-0 . ., giammai. ALBERTO VEDRANI. SOCIALISMO E CATTOLICISMO Il paradosso, che con molto acume di analisi . svolge in questo studio il nostro collaboratore, l'av– vocato Seassaro, posa sopra una taeita· pr~mes~, di cui nessun'altra potrebbe essere più arb1trana : . che il cattolicismo moderno mantenga in sè alcuna · cosa del cristianesimo primitivo. S,e questo fosse, le affinità, che il Seassaro trova tra cattolicismo e so– cialismo, correrebbero. Ma, come ciò non è; come il cattoli.cismo non è che l'estrema ala del partito conservatore, sem{lre contro lo Stato in quanto lo Stato sia progress1vo e liberale e rifo.rmato11e, sem– pre in favore dello Stato in quanto lo Stato sia re.a– zionario, militarista, espansionista, negatore di li– bertà, individtuali e sinda,cali, e di riforme che col- . piscano ì privilegiati della, fortuna, che son6 i suoi più fervidi e lucrosi clienti e seguaci; come, in– somma, quei « punti di diverge,nza »,, che il Seas– saro. pur ammette in un punto del suo discorso, ma si affretta - per la salvezza, della p11o•pria tesi - a sorvo,la,re ed· a lasciare nelrombra, sono, nella realtà storica d'ell'oggi, infinitamente più gravi e d'ecisivi d~i « puruti di coI11Vergenita », i quali han,no vita più che alt110 1 ,subi,et:tiva,nella• cosci,enza di alcuni ideologi che in perfetta buona fede vorrebbero con– ciliare i corutr.arii; così, così.. .. è persino, inutile foir– mulare la conclusione. Ma un punto particolare va rilevato. Il cattoli– cismo, in quanto si ·O{lpone .al liberalismo per 1'e ragioni etiche - su cm insiste tanto il Seassaro si oppone anche al socialismo nello stesso modo e misura, perchè allora il cattolicismo combatte il liberalismo come promotore di ricchezza e speci– ficatore di materia, in omaggio ad una perduta tradizione di apologia della povertà evangelica. Eb– bene, il socialismo aspira aHa ricchezza tanto quanto il liberalismo (e più ancora) e solo differenziandosi da questo per la questione della distribuzione, la quale implica un piano diverso della produzione stessa,, la collettivizzazione della ri,cchezza. Ma pro~ spetta,re un'affinità del sociailismo m-0derno col vago socialismo etico cristiano - diella rinunzia e della povertà - è rinnegare di un colpo tutta la rivolu– ·zione del marxismo; è un ricadlere nell'utopismo del ib1iotecaGino Bianco socialismo dei buoni sentimenti e delle costruzioni arbitrariamente fantastiche ed idealistiche. Tant'è poi che i cattolici sarebbero i primi a in– swgere contro la pratica, che si pretendess,e di im– porre loro•, d'i un pio sociaJismo evangelico, che limitass.e lo sfrutfamento ca.pitalistico ed il godi– mento della proprietà. Intanto il cattolicismo poii– tico fonda Banche e promuove affari, non esclusi i coloniali. Da non d'imenticarsi mai, il deciso• acco-– stamento <lei ca:ttolici allo Stato itahano fu determi– nato dall'impresa di Libia. E allora? E allo~a non rimane se non l'interesse che, per dei socialisti ·critici quali noi siamo, per una Ras– segna, qual'è la -nostra, d;i studii e di discussioni, può presentare - e presenta - sopratutto in que– st' ora di meditazioni e di revisioni necessarie, un parndosso•, audacemente e genialmente illustrato da una mente pensante; interesse•, diciarno, da un dop– pio punto di vistai: e per quel taµto, o quel poco, di verità che pur con.tengono tutti i paradossi, an– che i più arbitrariamente paradossali; e perchè a combatt<e·re vittoriosamente· le utopie è necessario conoscerle ed ·esaminarle con pacato spirito di ob– biettività. Noi pensiamo che 1 avv. S,eassaro - la cui giovanile· mentalità è tuttora in un periodo di vivace evoluzione - confuterà un giorno egli stesso quella che è oggi la sua tesi; e anche pe·r questo mette e,onto di •Ospitarne la formulazione nelle no– stre colonne. La C. S. J,o ITTon vp,glio •sosteinere ,J,a, tesi, ohe - quantunque V1000hi,a d:i soool~ - 'brovò nei'la rea:ltà Lai Slllla a,p,e,ct,a, e 10osotan,t,e slllffll,tita, ,che,oatliol,i,c,i,sm,o, e sooiia:Ji3mod,eb– b,a,no iidentifioa'l'sii•.VogliJO, p,iù m10doota,ment,e, met– tere i111 'Lwce i,t tr.i,p,liooOII'dàin,e, dii: ,affinità: idoo,li, sto– ,ri,che,, p,rati,c,h,e, ohe ia'vvi,IlJC/Olllo nei'fora presente i s,o,– ci,a,lÌISitiJ e 1a p,a•roop<iù inteHig,ente diei oattol,ÌICi e chie fanno ,p,resagiire, per l'a'Li,oo,e, p,obitic,adi domani, una fec.ond,a coniooss,i,o,rne di pens1i 1 er,o e dii ,tzi,on,e,. Af jlnità ideali. Se, ;fil oaibto~i,ci.s,m,o si prr,esenta: ,a,j. ·p,ròfiani oome un oomp.Jies•s,o di ,protiiohe,esteri&i, e di inite11eissi po.litÌICi, pwr tutitav,iia H suo 1 rnoocio1o-s,o,s,Lamz.iiale, i 1 rutimi0, ess 1 en– zi,aJe, V'italie,nom, è d•oglilla te,o.!10,gi 1 00: è un, prin,ci,p,io etioo,. Prinoi•pio ernii,n,e,n1Jemente ,cobloettivista, chle Cri– sito ,chÌJamò « ,amoll'e de'l porossimio » e che noi ahbiai!Ilo p·OIÌ· r.ihaib!Jezzato « ,solidiarietà ulilla,n,:,ii ». Oosl ii'lllbendono 1'eissen:r,a:del 1 dattoliici.&mo i suoi uolD!i:n<i più ·,a,i,t,i, e più pul'ii1: ,e, qooisto ,p·rincipio, che è deci&illlente op'P'ostio banfo a~ prùndp,io individua– li.stia - suibs,brato del l.ibeT.aibi\SmiO e diella d~mocrnzia, - quianto ,a,i'p,rin,ci,p;iopseud,o,,cÌJen,ti,fioodell'imp,e,riia– •Lism10,, a ,ooomuniait.in un gross,oLan;o,eido-rui.smÒ utill,i 0 tario, ohe usu,rp:a ii1 nome, di po~iitiivis,mo(,gi,a,oohè pre– scmdie ostiruaitamemte daUia. via,1uta,z.ionedi. uno degli· a;s,p :ettiip.iù i:mp•o,rtaniti•de.Ua rea.lità ,soci.aie), questo princi.pfo è oi.ò ,che s,p,i,e.,g,a,, g1Ì!ustifa::a, e ,assfouru lia r;onti,nuità d,j esistenm e Ila piersistJente funzione so– cÌla!le dellai Ohies,a, oottol:iioo, oi,o,è d,el oristi,anesimo iiinlier-n.azi,ooia,le e, .org,a,n,i,zz.ato. In, un oor:lio seniso, quindi, ialillChe noi, che non ap,p,a.rtieini,am,o a;J,i,a Chie.s:a,, poss:ioaimooorettar,e ,j,J. · dogma deHia eternità delba C'.hì,e,s,a di, Cristo: .p,81&S81nl() e, muo,iooo e ,s,ild:isfianllll() le f.o'Ml!eooduclie, ma ll'imane i,ncrolmbilie ed eitern:o quelJio ohe è ,H nl()lr;c,i,olio d,el ciri.stiiane•sdano, il p,ri,noi,• p.i.o eivoo.geLfoodie!Ll',am,o,re, del' prossimo e de>J., sac,r.i. fido, peoohè quie.sto ,princi1p4,o, è di, ,una n,atuira uni•

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