Critica Sociale - anno XXVI - n.2 - 16-31 gennaio 1916

CRITICA SOCIALE cnlcune-.pr-oionde nuvole ·ne1,e risvegliò in lui iJ ri– cordo di u,na simile serata nell'autunno del 1870. Dopo alcune terribili oorse attraverso i oompi di battagli,a, Nietzsche era a·rriv.ato, ool -cuore compunto di pi,elil, a una p,iocola cittadina, attr.aversata dalla via militare. Dopo aver p,i,eg,ato,all'angol-o, di ima muragli.a, ed a,yer fatto qua1c,he passo avanti, udì impro-vvisamente pome un tuono; e un meraviglioso reggimento, di cmralleg-. gi-eri, magnifico ,come ,esp,ressione• del coraggio e del\.a ba1d,a,n,zadi un popolo; volò dav.ant.i a -lui come urw nube luminosa. Il fragore, i.J rimbombo si fa più forte e alla cavalleri,:i segue, i,n tempo .rpiù oelere, J.a sua prediletta artiglieria da campo. , « Oh! come gli duole non po,ter saltar-e sur un ca– vallo, ma doversene restare inerte, ap:po,g,giato a que-1 muro! P.oi segue l:a,fanteria, a p,asso di corsa; gl,i oochi lampeggi.ano, il passo eguale rintrona, oome pode-ro·si, colpi di marteU,o sul duro suol-0. E qu~rndo tutto cjue- . sto corteo gli fu passato davaonti, and,ando in,oontro alta battaglia, forse al!,a morte, così meravigli-oso- ri,ella sua for~ v,itale, nel suo ,ardimento b.atta,gli-e-ro·, ,.con l'espressione ,così completa di una razza che viuole v~n– cere, dominare o soccombere .... « ali-or.a sentii - clis- « se - per la prima volta ,che lia p-iù forte-, ohe I.a « somma V-0lo-rÌltà di vita non si manifesta in unia mi- « sera lottia pe•r l'esistenza, ma come Volontà d.i lo-tta e oontro il nemi-co, come Voloo·tà ·d;i p.otl,e·nza e di su- « pe,rpotenro ». Allora forse mise la sua prima radice nella mente cli Nietzsche il pensiero cli quel libro sulla « Volontà di potenza », che ei non potè condurre a termine, ma che, anche così monc-0 come ce Io ha I.asciato, occupa nel\.a sua opera molteplice un posto princi– palissimo. La Volontà cl-ipoLenza è la natura della vita. M.a non era, a11che per Era-cl.ito, la guerra la generatrice di tutte le cose? Ed ecco Nietzsche pro" damare, come il filosofo di Efeso, che « la grande cre.atric-e della vita è la lotta, è la guerra». « Miei fratelli, i,n guerr.a! - dice Zarotush-a. - Io vi ,amo, io son-o e fui un vo,stro• pari. Voi esorto, non già al lavoro, ma ,:illa l,otta. Voi esorto, non· già alfa pace, ,m,a aHta vitto-ri,a. Il v,ostro lavoro -si,a una l,oUa, l.a vostra paoe un•a vittoria. Voi dite essere La buon.a causa che santifica persino la guerra. lo vi dico•: :È la buona guerr.a, ohe ·santifica og,ni•causia. La g,u-erra e il coraggi,o hanno ,compiuto _!IIJaggior numero .d,i grandi, cose- ,che non l'amore del p,rossimo. « Non la vostr.a com,p,a,ssi-one, ma il v-ostro· v,alore ha salvato fi,n-ora gli infortunati. Che ,c :os.aè buon-o? rlo1I1Ja.ndatevoi! E,sserc v,aforos·O• è bu,o,no. « Il vostro ·am-0re per la vita si.a amor,e per la vostra suprema oSip,€>ranza, e l,a vostra sup-rerna s,peran-za si.a -il supr,emo pensiero della vita!. .. Co,sì vivete la vo,stra vita di ubbidienza e di guerra? Che cos•a j:mrporta il lungo viv,ere? Quale guerri-~o vuole essere risp,ar– miato? ». E po.i, senza guerra non c'è libertà. « Infatti, - si legge nel « Crepuscolo degli Idoli» - che cooo è libertà? Che si li.a la volontà della propria responsabilità; ohe si è i,ndifier,enti ·contro stenti, con– tro tr.aversi,e, oo,ntro pr,ivazi-oni, p,ersino contro !,a vitta. Che si è proniti a sacrificare uomini alla propria oausa, oo stesso ,compre.s-o. Libertà signi,fi,oa che gl·i istinti maschi, li-e.ti della guerro e dell.a vi.ttoria, hanno il dominio su. altri isti·nti, per esempio su quello de!La felicità. L'uomo diventato li.ber-o, e tanto più lo spi– rito diven,tato J1ibero, calpesta coi piedi queI:lia sp,re- ibliotecaGi•noBianco g-evole s.pecie di bene,sere, che· sognano i bottegai .... l,e vacohe .... gli ingle,i. L'uomo libero è gùerriero >> .. E, aucora poco prima che l'abbanclonasse-ro per s,cn~1)l'e l,e fa.co.Jtà dell'inteUetto, Nietzsche scrive'Va meli-o- « Ecce Homo » : · « lo sono, per 11atu1·.a,guerr,es-co. Assalir-e, è tra i' n'Ìei i.stinti. Poter esse-re n-~mi,co-.... Questo presup– pone fo.rs, e una natura forte, ad -0gni modo è condi– zio,ne di o,gn~natura fort,, i>. O~a, sai:eb1:>e·errato il vo.Jer dare a tutte queste _man1festaz1,om ciel pe-nsie,ro nietzscheiano esclusiva– mente il s,enso di un.a .apote osi della cruerr.a coi e.annoni_. quando- Nietzsche parla dei pr~pr.i istinti nggress1_v1, pensa .anche, e forse in prima linea, alle guerr,e mteIJ.ettuali e morali ch'ei sta combattendo e vuole ~ombattere. Egl_i p,ens,a forse aHe mine, che con rntrep1da a•udn,cia ,e con indomito corao·– gi-o va ?isseminando, ~otto le f?rtezze cli questo mondo d1 p,ens1en, eh e1 vuoJte d1strugg,ere. M.a .al– trettanto ·errato sarebbe il credere clw tutte quelle sue paroJ.~ abbian.o soltanto un tale significato-. No. Egh ama, veramente la. guerra guerreggiata, la vuole, la oons.iglia, la ,crecl,e has,e cli civiltà ma– dre della vita. Essa reca clo.Jori infiniti, strazi' inef– fabili. Ma nelle grandi so,ff.ercnze è il seme di tutto ciò che è grande. C'è chi vede in Nietzs·ch,e il p1,1e– dicatore ciel godimento- egoistico. Ma simili ni.etz– schei.ani vogliono, farsi d,ella sua filosofi.a lo sgabello per !,e proprie passioni. Per Nietzsch,e la grandezza non si p,uò raggiungere che con la sofferenza .... « Vo,i_ ,old,e p,o,ssi·bilmen,te- e non vi è più pazzo <e possibilmente » di questo -· eliminar-e- J,a so,ffe,re,nza. E no,i? S.emb-ra proprio rhe noi v-oglia.m.o, averl,a a,n" cor.a ·più ,alta, ancora peggior-e eh~ non sia mai stata. Il benessere, quale Io• intendete vo,i, non è un fine, ma ci s•embr.a una fine. Uno stato che r,ende !-'uomo ridi-co·lo••e ,spre.g-evol,e, che fa d ,esider.ar ,e il suo tra– monto. La dis·ciip.J.inadella so,rnerenza, della grande soffer,enza: non sapei.e che sofo ques·ta dis,ciplina ha· c.J'e,ato finora tuUe le el•ev-azi-onid•eH'uomo? JJ. Così ègli scrive nello cc Al di là del bene e del male». Per lui la vera f.òrza vien,e soltanto d!a quella• volontà cli comb.atl-ere e di vincere, che non indietreggia davanti a sangue e ferite, davanti .a miseri.a e morte. S0lo, J.a sofferenza ,e la lotta sono fonte cli ,elevazione. Egli non loda il. paese do·ve scorre latte e miele. Perciò Zaratustra esclama che è nobile so-Lo• quel che è duro. ci I creatori debboruo essere· dur,i.... Questa nuo,va tavol.a, o fratelli miei, io pongo sopra di voi.· Div,entate duri». Che còs,a è p.er lui la compas-sione di fronte ali.a maschia lotta per la vita, di fronte alla << Volontà di potenza »? Che cosa è per ,lui il g,emito .dei feriti in confronto ,col giubilo di vittoria? E che cosa importa la cupa nebbia, che lo avvolge al cospetto dei caduti, q\1.ando passa come nube luminosa un magnifico r,eggimento di cavaUeggieri con .l'esipres– sione completa di una razza che vuole vinoer,e, do– minare o soccombere? Solo la soffe.renza, solo J.a lotta, s,olo la guerra è la gr.andce creatrice della vita. Si rinunzi.a alla gr.a-nd,evita, quando s.i rinunzia alla guerra. Non è soltanto neces,sa,ri.a I.a guerra, ma. è santa; e questa convinzione, della santità della guerra, unico mezzo per ispi.anare la via al!.a vera civiltà, nasce da quella glorificazione _d,ella potenza, che forma il punto culminante della filoso.fia ni,etzs.chei.aoo. « Non contentezza, ma più potenza; non pace, ma guerra ii. (Continua). G. SACERDOTE.

RkJQdWJsaXNoZXIy