Critica Sociale - anno XXVI - n. 1 - 1-15 gennaio 1916
8 CRITICA SOCIALE Ja guerra, questa guerra, sia distruttiva di riochez:w, si ri<luoe, agli oochi de•Ha rigorosa e oonseguente scienza eco,nomica, · alla questione: dimiuuisoe o no questa guerra lo stock di medio circ,o,lante a di.s,po- sizione degli Stati in !o,tta? · Ridotto così il prnbLema deJ.l.'i-ndomaoni economiico nei su-0i -esatti termini scienti.fici, possiamo entrore se-nz'.altro nel vivo della nostra anali.si . La quantità di medi,o oiroolante, id est di de•naro, in poss.esso dei popoli belligeranti (da non con.fon– dersi ooi rispettivi Governi) è soggetta atd. una causa d·i aumento e ad una oausa di, diminuizione. La prima è costi·tuita dai pr,estiti di goorra e dal-– l'allargamento della circolazione cartaooo; la seconda dagli acq·uisti fatti all'Estero. Per ciò ohe riguarda •questi-,ultimt e la relativa di– minuzi,one del medio -cirool.an ,te, I.a,-0osa è •O·vviae non è il caso di fermarv.isi sopra. Per i prestiti, invece, è un',altra cosa. Qui infatti l'opinione volgare è agli antipodi della realtà. I,n– f.atli, quando si pari.a di distruzi-0ne di riochezz.a., H pensi,ero cor-i-e più' che altro agJ.i ipertrofici bilanci belJ.ioi e ai prestiti giganteschi, che servono a co– prirli. Tuttavia ci vuol ,poco a comprendere che non soltanto twttai quellai moneta che ,j privati dànno ai Governi è tosto sostituita nei !,oro portafogli da .al– trettanti titoli di rendita, l'av.ere i•quali è come avere denaro; ma ohe qu,ella medesima moneta, ohe essi hanno data, torna, in un lasso di tempo spaventosa– mente brev,e, di nuovo nel1e loro man,i. Pe·r ciò è evidente, ohe tanto le emi..ssionii di carta moneta, quanto i titoli di rendiita, finiscono cot.l'iaccrescere dell'intiero loro ammontar-e lo stock di medio circo" !ante .a àis,posi,zione dei popo,li belligeronti, saJ.vo, s'intende, quella parte che, in un modo o nell'altro, emi,gra nel frattempo all'Estero. (Più di u,n.o si è chiesto perchè i Gov,e,rni ,s.i rpre– occupLno tanto e •si•diano tanto da fa.re per co.pri,re J.e spese della guerra il ,più che sia pos sibi,lle con pre– stiti anzi-chè ricorr,ere ,esclusivamente, al sistema più spiccio e più sil-enzioso del-la to,rchiaturo di car.ta moneta. Gli è che l'aumento della circo.Jazion.e car– tacea senza un corrisp,ondernte allargarsi· della r,eJ.a– tiva base metallica, la riserva aurea, per una ben nata ferrea legge ,economica trae seco una irre,fr~ nabile, automatica svalutazione della moneta e del credito naziooale ve,rso -l'Estero, e qu,indi un ere,. scente inaspri:mento dei o.ambii, con tutto un inter– minabile codazzo di altre disastrose conseguenze eco– nomfohe. Per i ti.tali• i.nve,oo è un'altra cosa. Si tratta è vero, anche qui, di cairLa e.messa e g,arantita dallo Stato. Ma questa carta non soltanto è d~·versamente garantita e quindi non grava s~.Ueriserve auree, ,colle quali anzi essa non ha r-elazione di sorta, ma, ed è ciò che p,iù conta, essa non è una moneta vera e propria, pur possedendone, pe.r la sua facile esillaibi– J.ità e maneggevolezza, le essenziali caratteristiche. Comunque, .non essendo moneta, essa non aumenta la massa della circolazione e non La deprezro). Mercè l,e emissioni di carta monetata e di titoli di ren~ita, gli, ~t.ati so.no in grado non solo di reggere al d1,rett.oed 1m mechato peso fi,nanziario deUa guerra, vantaggio dal punto d,i 11ist.aumanitario assai rela– tivo, ma anche di imprimere U!l1 vigoroso impulso, una specie di res,pir.azione artificiale, all'economia dei sin– goli Pae,si, così duramente ,prova,ta ,neltle sue ;industrie di esportazione e di lusso. Pioggia d'oro, che addol– cisce ai rimasti a casa i patemi del corpo e, dell'animo, BibliotecaGino Bianco e cosparge, di balsamo le ferite della coscienza m-0-– ra\.e, ribellantesi contro le inusitate atrocità della guerra. Non è più Giove, è Marte, ohe si, cia.ngia in pr,ezioso- metallo, e cade in grembo, per seduJ'le, aUe giovinette Danae. Nulba "a:l meglio iad iiUustmr,e e, p.orl'e in evidenza il cal'attel'e fantasti,camente ,paradossale del, regime meroantile e capi.ta \.istiico, che questo -lucrare della sooietà inti•era sopro La p,rorpria oarne stroziata. Con tutto c.iò, « v-iha del metodo i:n questa pazzi.a », come dtce il sa'ggi,o Polonio,, ascoltando i sarcastici sp,ro– loqui del princi'pe Amleto. Se gjà ne.\ -regime mercantile,· consideroto i,n sè e per sè, le cose hanno l'ar>i,adi muover.si per loro, conto, e -l'uomo quasi quasi non c'.entra, e se nel regime mercantile logioame.nte potenziato, id est nel· regime capi,talistioo, a,nche le cose -stesse, e t3.'nto meno, gli uomini, non contano più nulla di fronte .al denaro, al ·valore astratto, l'o,rnl)ra di un 'ombra, che gi•gain-. teggia su tutto e su t.utt•i nell'estimazione, econ-0mica, qu,a-lerri•eravigli,a,,che, in s-imile tofa,J,ecapo,v,olgimento, il mondo p,ossa letteralmente «arricchire», mentre la guerra a,tmce fa\.cia a milioni la vi<r,ilità fioren.te, e o,gni produzione, non immediata apportatrk,e di stra– ge, rista,gna ,ed è sdegnosamente posta da parte? Sanguinose i,roni,e di- un l'egime che non possiede più ,e non anco,ro il contro,Uo dell,e pro:p,rie ope,re, ed i,n cui le forre sociali, mo,struosamente libere e p~ potenti, po,sson-0-scatenarsi, e cozzaire, coll 'orrihHe. vio– lenza degl'i eilementi primordiali della natura, semi– nando intorno, a sè ruine e mor.te . Tale lo s,f-renato,-0orsi,ero,trascinava per selve e f.ratte il do.J,oronte Mazep,pa, tale un vulcano, in fiamme sep– peHisce e. sch11aoda i mi.seri aibitatori deHe sue pen– d,ùci. Og,ni legau1..ee ponte fra lo spirito, che giUJdfoa e, pensa, e lo <Spirito, ,che opera e detta le,gge, scom– pa,re, e i singoli i,nd~vidui assistono, gl'ottescame:nte impotenti e .pa,vidi, all'irnfuTiare pazzo del• lor,o stesso Io, divelto - .oh meraviglia! - dal suo p,ro,p-ri,osta– me, e divenuto Moloc a un tempo e Medusa a se medesim-0). M.a, -come tante al.tre beHe cose di questo, mondo, anche quesita. medaglia de\!la « ,prosperità d~ gu,erra », basata sulla 'inesauribile richiesta di materiai~ bel- 1 ico,, ha un suo rovescio. Proprùo vero ohe non vi è nulLa ohe sia pe,rfetto. Lasciamo andare il fatto che il ge,nerale benessere– f'..oonomioo i:nfonde un p,articolare• vig-o,re al morale deUa popolazione non 0-0mbattente, sempre più de– cisa di arri.vare irn fondo p•ri.m,adi cedere e semrpre più pi,ena di odio e di sprezzo per il nemico. Tanto, lo abbiamo già deitto, la scienza economica non tre– .ma, ohe per le cose, e il sangue umano, non fa parte dei suoi calcoli. Per esse, ohe i, p,opoli continuino o no ,a svenars-i, poco importa. L'jmportante è ohe il gruzzolo sia salvo. Pe,r il resto, tanto pe,ggi,o per chi muore e tanto meglio per chi rimane. O non si preoicoupaiv,a forse il g,rande Malthus di trovare un qualche oosa, •he sostituisse alla. men peggio quelle guerre e quelle morìe, che in altri !,e,m1piavevano servito cosi bene a ristabilire un più oomodo rapporto fra i mezzi di produzione e la qua.ntùtà delle booohe? Figurarsi se adesso, e.on queste belle sue tradizioni, la scienza eoonomiea vorrà cadere in deliquio per qualche ,m,ili,onedi morti in 'Più o in meno! Il rovescio economico della medaglia sta altrove, e precisamente in oiò, che, a cagione· della nuova pro-
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