Critica Sociale - anno XXVI - n. 1 - 1-15 gennaio 1916
CJ\JTICJ\.. SOCIALE. 7 su ciò non vi è nulla da ridire. Trattandosi di• beni con,sume.bÌ.Ìi e fotq per °i\ cons~~~' questo è 'nn·.,da pri•,;ioip_io il lor.o i•~~•riia~iil,~ d,~ti~o_. $e m,ai, Cli Sill– rebbe da rammaricarsi per H loro soiupìo,. O, in altre parole, può f.a~ pena, a,~zi fa .perua,' che, ·111~~– tre le popolazioni in guerra sono sovente oibbli•g,ate alle più du:re priva2;,~o,;ii,i,n soìa• pol'Vere da 51paro, proiettili ed altri òr_digni di- mor~, svani,s,c,an()I "i p·iù. sbalorditi-yj valori. ~~ non c~e !'~cono.mia pohtica pon ha viscere. Per essa, ohe è !',avarizia assm·~ a &cienza, il, presente economi,c.o, quello più propriamente ri&erwito a 0 l COI\– sumo e al godimento, non' ha ,;alore,' nè. in~res~e. Il suo sguardo è ognora rivolto all'avven_ire. Non pe{ nulla essa si chiama ~conomia. Ogni s.pecie d,i C?I\– sumo le appare. eg4ahne,;ite d,etestabile, coi;rie una .ferrea s.ì, Il1a dolorosa neoos&ità. Il suo vero ideale sarebbe ohe i, frutti ·,;ion si m~,ngiasser,o mai e cihe essi &ervissero solo da concime all'albero pe,r il suo futuro rigoglio ed incessante incremento. Il -loro in– frutti.fero consumo invece l'addolora ed affiigge quale che ne sia la forma. Che essi vengano consumati in letizia o i,n La,or.ime, p,er es-sa è tutt'uno. . Quando perciò all_'economi.a poli.tica si viene a p.a-r– Iaro dei danni ecouo·µiici della guerra, essa non sa concepire questi dann,i · se, non ·sotto forma di- un danno arreooto all'albero, voglio ·dire alla permanente capacità produttiva. Che i privati mangino carne e pane bianco tutti i dì o una·so-Ia volta a.I m,ese, poco le cale. Che volete? Essa è fatt,a cos-ì. Resta dunque ulteriormente inteso, che per danni economici, dal punto di vista dell.:i scienza, si ha da intendere solo la menOIJDazione deHa cap.acità pro~ cluttiva. Ma non basta. In un albero, tanto per continuare l'immagine di p,rima, Yi è una parte piii. vitale e più impor•La,n,te,-cioè la radice e il tronco, e una parte, -ohe lo è meno•, cioè i• rami e il fogliame. Chi ci tiene più all'albero ohe ai frutti, ci terrà anohe logi,camente più a4La radice e al tronco -che. •non ai r.ami e al fogliame. Vadano questi ultimi pure a male, purohè i p,rimi restino illesi. Anzi, se radi,oe e tronco dovessero maggiormente rinvigorirsi in seguito alla potatura dei rami e delle f.oglie, tanto di g,uadagnato. ' Come l'avveduto giardin,iere della no.stra immagine, ragiona .anche l'economista. Qui però conviene aprire una par,entesi. In un si,stema e,conomico estremamente primitivo, come l'isola di Robinso,n, tanto per atte– n-erci all'esempio _favorito degl,i economisti cl.:iss,i•Cli• inglesi, o i,n una soci-età estremamente e'Voluta, co– m,e uri ipo,Letiioo regime c:omun,ista, o, pura-nche in una associazione privata dei tempi no-stri, come a dire_ un.a. fami,glia, una Cooper,ativa, un.a. Società di commeroio, i,l centr•o· di gravità, il vero ful,e,r.o del processo economico risiede evidentemente nella pro– duzione dei beni, o degli utili i·n quanto tale, e neii suoi varii fattori e f'Aluse efficiooti, quali J:a ferti-lità e rioohezz,a naturaJ.e del suolo, il favore del clima e delle stagionri, l,a scorta di beni .a.usi•Ji,ari.i e stru– mentali, la pel'fezi•one della tecnica, la solerzi.a e, lai intelligen2a dei produttori. La ri•partizione del pro– dotto fra gl,i interessai.i, e .J.e modia,lità con cui essa si -attua, passano _in seconda line!J.. L'assoluta priorità e ·premi•nenza spetta in tutti i. casi ,alla produzione. Più questa è iinLensa, .a,ge•voJ.e ed abbondante, e d'altrettanto maggiori s<1.rannoan– ehe le quote, ohe sopra la totalità del prodotto vanno, • _ai-'Shtgoli, 1-n altre parole, _è l',utH& che plas,ma il di- videndo. Tanto meno conta, di f.ro1,1teal porro unum de\la \lrodu,z-ione, il {~Jto materi-aie del r~pa·rtire, i,n qua,gto -i i:ìiggoJ,iagentì ecò,;i-omic'i;cioè i singoli. PI'.O– dqttori ed associati, ripongono la massi-ma fiduci.i. n~IJ'ente riparti-tor-e e non sprecano perciò nè terri,p'o nè { ati.ca per creaisi deUe s,peci,ali g,uarentigie-. Ass,ai diverso è inve,ce i~ caso d.i unia società a tipo -comp,letamente me,11ca,ntile·,come 1-anostra. Qui 1,10g vi è ente .ripartitore che si- i-ncarichi di, r-ebri-– baj,re co-ngruamente e, _dirétta,men>!Je· l,e fatiche e i dispeindi.1 de-i colL~~o•mtori al · prodotto so,oiiaI,e,Qui. val,e solo ìI motto•: « Ognuno per sè e Dio, per tutti·». Ad assi,ol.Ll',are tuHavia un.a relativa giustizia nella ri– partizione, valg,ono le cosi.dette leggi d-eJ.I:o scambio. l\forcè la lihertà dei· traffici e dei contratti, cioè ,a di,re mercè la Iihera c.oncorren.za, si stabi-Ii.sce infatti u,n ,;aggi•o medio d,el valo'J.ledelle. co,&ee de-i serv.i,gi, il prezzo di mercato, ohe, fa da cri-terio e da lume agli agenti e,conom:ici affinchè essi s.app-i,anose l.:i sodetà, attraver&o ~l·tor.o .caro pros&imo, li tratta, o, .no bene– voDmente e ieo,n giustizia, e p,ossan.o régolarsi i,n,con– formità e co-rrere ai ripari. Lo s-cambi,o, nella soci,età .mèrcantile, adempi,e in tal• guis.:i ad un <lupl,i,ce mandato: anzitutto,, esso provoca, dete,rmina e r-eg-o,lala produzi•one su va.sta scala di ogni sp•eci,e d·i prod,otti (automati,camentè e libera.mente, senza imposizione nè controUo, pe-r mera virtù di una diffusa. ed anon,i:ma ri,chie,sta), e p.o,i, mercè le sue leggi, assicura ad og,ni produttore e scambista un.a aliquota relativamente equa e ragio– nev-ole deH'inti,ero prodotto sociale. (Nella società capitalisti,oa, che è u,na so,ttospeci,e deHa soci-età mercantile, e precisamente quella in, cui il me-rcanti-lismo riesce a generalizzarsi su, tutta la superficie del viv,ere soci.aie, anni·entando ogni altra forma di produzione, lo 1-eggi deU,o soombio non, val– gono a staibilire, come i;n un ipoteti,oo regime mer– c:mtil-e puro, uno, stato- di equità g,ener,ale, · ma sol– tanto uno stato, di e,quità di ·cruteg,oria, ci-oè di das-se. Si. stabiliisoe cosi un saggio medi,o dell-'interesse, d,e-1 fìtto, del p,ro,fitto e del salari•o, i qual-i servono, di– rispettiv,a regola e· norma agli· appartenenti al-l,e.varie classi in -cui è s,cissa !,a compagine comune-). Per entrambe queste ragfoni., lo scambi,o de-i pro– dotti, nella so-ci-età mercanti-le, nonchè essere-, come logi,camente parrebbe, una mera a,pp,èndi,ce dell.:i produzione, sover,chia questa i,n importanza. Le parti si inv,ertono comp,IetamenLe e l·a pr,o<luzi,one•di'Viene, in questo sistema econ,omico, u,n fattore, se non, tras– ,curabì,le, certo secondario e derivato. Un•a deltl:e,cons,eguenz.e più not,evO'li cl·igue,sto inv,e– rosimi.Le, ma non peri;iò meno- r-ealie, oapo·v-olgimento · del ],ogi•co e nat.ural,e ,o,rdine delle cose-, per cui la pro,duzione dovr-ebbe precedere-. e condizio,n,are la ri·– partizi,one d,el prodotto e non vi,ceversa, è il po,sto superlati,vo•, cihè, nell'e,conornfa mer,cantile e capita– listi-ca, vi•ene ad assumere il denaro, nervus rerum, l'anima e I'es!ìenza stessa d-eHo·s,caml:iio,. È desso i.I vero deus ex_machirza dell'intero processo economico, che ,copre dell,a su,a gi•g:ante.s,caom 1 bra tutti gl~- altri– fattori di prod.uzio,ne. O.atemi del denaro, quanto basti, ed io vi solJeverò il mondo, di,oe il moderno Archimede. Ma che fertili~ e riClcihezza del suolo, ma. che do•l<cezzadj, -oliima, ma ,ohe- .:ibbondanza di· strumenti, ma che abilii,tà di mae-str-anze! Ciò ohe ci vuole è denaro, d-enaro e ancora de,naro. Pecuniam habere necesse est, non vivere. P&rciò, tutto sommato, la questione, s-e e in quanto
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