Critica Sociale - anno XXVI - n. 1 - 1-15 gennaio 1916

I ,. 14 CRITICA SOCIALE vertiti nl battes.imo, ma sono i cristiani stessi che si domandano an,siosiamente pe,i,chè l'lm:pero sielnbri es– ser_J'-oggetto della col!er.a divina proprio <lacchè è dia ventato cristi,a,no. Pe-rohè? - risponde Salvia-no -; pei,chè i· Romia.rni .si merita.no le 1-or,o sventui,e per i loro vizi e i loro d-eli·tti; .e i n>eIIllie·i loro sono d,egnj d,el sucooss-o per le loro virtù. Per Salviano, la società in cui vive ·non. è ehe « un.a fogna di sozzunre », per quanto voglia, seniibÌ'la.i,e. ri– .sti.allla. Fed.e,le, p1iù di o,gni .altro suo •contemp-oraneo, allo spirito democra ,ti.co dell'.anti,co·cristianesimo, S.alvioa.no pi,ende le difese de•i poveri ta,gli-eggiati dagli ag?nti -del fisco, -ed arriva .ad .assolv,ere i Bogodi, contadini ribelli che da più di un secolo saccheggi.avano, il no,rd <le.MaGaMia. Eglii sosbi,en.e che ,essi non si soni(), ria beHatf se no,n ,pe.i,chè non poteva.no più s-o.ffrire le i•ngiustizie che li opprime,y.an.o. · · e Noi li chi·amiamo dei miserabili e dei ribelli egli di-ce -, ma si,amo no-i che ne .abbi.amo f.atto,-de-i· -aimina,li, e i I-oro delitti dehbono ric.adeire su CJ()ll,oro, .. che li hanno •costretti .a ,commetterli JJ. Ecco pei,chè la. giustizia di Dio• scoppi.a e· co,l•pisce i ricchi è lasci.a devastar-e d,ai Baroari le regioni piiù opime. E poi, questi Barbari son ,e,ssi peggi,ori dei R,o– m.ani, ·e d,i n.o•i.&te;;si? No - ris-p,cmd,eS.alvi;a,n.o -; k!nzi, questi ,ere,ti-cisinceri si portano meglio di molti -che si glori,a,no di, esser -catLoli,ci. I Barbari, quando- ,on.o de,U.o, stesso p.a:e,s-e obbe– disco,no aLlo stesso -capo, si aiutano scambievolmente; i Roma•ni, inveice, non po-sson.o soffrirsi gli uni gli .altri, •e, più sono vicini., più -oorcano, di ,nuocersi. I Barbari non sono, colti dalla folli.a dei giuochi pub– blici; non li si ved-rebbe, ,come. gli ,abitanti ·di Roma o di Ti,ev-es, ,consolar,;i delta rovina d-ella patria assi– .stendo- a!J.e -corse. Sopra,tutto s·ono casti; è una, ver– gogn,a. .presso• i Goti .-cssei,e .uno· sco-stumato;. presso i Roma·ni, è un- o-nore. La prima cura, di Genseri-co, quando -ebbe presa Cartagine, fu di chiude:re j luo– ghi in.fa.mi , ,che si _trovavano, ,a tutti gli angoli d-elle strade, ,e di, allontanare o di maritare J.e·cortigi,a,ne, ed è a un Barbaro che I.a città di S.ant'Agostino deve J.a sua purifi,cazione. E, nonostante che ques•ti nemici si.ano di altra ra,zz,a, parlino un,a lingua che non si comprende, abbiano altri costumi •e consuetudini, pr-esentino un aspetto sinistro e ripugnante, ,nondimeno si a,bbaindona il proprio paese, si fuggono i compoa.trioti per anda,rli -0 trovare. « Così - aggiunge Salvi.ano - a co<lesto nome roman,o, che si è p.agato così caro, si rinuncia volonti•eri; non si vuol più poi:tarlo-; non soltainto lo si · disprezza, ma lo si detesta. Si può. ved(;)re •un-a. prov,a più manifesta delle i.niqui,tà di Roma?». Vi è. in queste paroJ.e di Salvia-no, polemista vio– lento, certamerute dell'esagerazione, per,chè, pui: giu– di ,cando.si allora la ,conquista romaina, come la d-eifi– niv.a Agostino, grande latrocinium, un origantaggio in grande, nè più nè meno come, secondo Tacito, Golgano, il ,capo dei Bretoni, stimava i Romani i saccheggiatori del mondo, nondimeno il tr,a,momo della civiltà romam,a fu -accolto non senza tristezza dulia classe medi.a di tutte le provincie dell'Oc,ci– dent.e-, e non senza qUJaLchei,esisbenz.a. fu subita Ira invasi,one oorbaorica. Ma k1 Chiesa ohe, d,a prima, dopo i tre secoli di BibliotecaGino Bianco lotta che fin,i•rono per renderla preminente nell'Im– pero con la conve-rsione di Costanti-no, rispettosa pe'r principio detl'tautorità, amarl<te pe,r ,gusto dei polent:i, sembra.va a,ccogliei,e l'alleia,nza che gli Imperatori le proponevano, e si abituava a ccmtare sull'aiuto del potere; quando, nel -0onfli-tto tra i Romillni e i Bar– bm·i, vide ohe quell'aiuto J,e veniv.a meno, ra-bba,ndonò l'Impero al suo destino. « In me:izo aLle agita2i-oni del mondo - diceva Sant'Ambrogi•<> - la Chi,es.a resta immobile; i flutti fo 1 gitano senrz..ain.frangeTla. Mentre d'a,ttorno risuOIIla un orribile fl'acasso, essa offre a tutti.. i naufraghi un. posto tr~niquill,o, in. cui essi troveranno I.a sal– ve:iz,a». Essa sen,th'3. che dove,v.a. sopravvivere all'Impero e, q~ando vide che l'lmpe,ro più nron si difefl.deva, si vol,se verso i· nuo-vi pa<lroni, si me.scolt:>.ad essi e finì -col domi,narli. M•n l,a guefl"a., contro· ·cui imprecava Tertullfano, mà l'oppressione d,ei po-veri, che lamentava Sa,J.virano, sono. rimas.te nei s:e,cot,i· e pur o,ggi infieriscono nel mondo anche do,po il lungo dominio ~.Jla Chie-sa, e il s-ù,ocapo 11Jon è i,n' gr,ado di ripetere,, per il fosco Natale del 1915, altro· ,che questo: « Egli, ne siiamo, ce,r<ti,gfo,ri.fi.cherà H ,n.ome suo sa}van,do,c.i ex hac hora, inche se pe-r i,l mom"l,l'lto rispo-nd-eirà come il cie.J.o ia!l,e pa-role <l'i Gesù, co,n tuo,n.i e con folgori, ed .an– ohe, se, p•er 'i.ungo tempo ,an,cor.a, èg'bi, eoggi,u,n•ga: nunc judicium est mundi>>. Gli è ,che la: ,causa e della gue!'ra e de.Jla oppres– sio-ne ,Il'o,nfu rimossa. Il resto, signor colfoga Cens-ore, sa,rà ver.alffi,ente.,;. pe,r do-podl()m,ani. a. s. CIRCOLI .... VIZIOSI Alla difosa, che non chiameremo « d'ufificio », dei Circoli vinicoli (o, per essere più esatti, dell'azione d.a ·esercitarsi in essi e su essi) oppon,e Etto,re. Fa– bietti quest'ultimo brandello di requisitoria in re– plica, che lo spazi-o ci impedl di dai,e n,el Numero sco,rso: Un g-i-o,rno ùn ,oo,cciatore novebli.no , d-0po·av,e,r girato inlll!tilmenite per oampi e per boschi senza av,er tro– vato ,il b-e,c,oo di uno scricci0lo, se ne torrnava a, s,e,oo mogio mogio, per !:a strad,a m,a,estr.aal paese; qua,nd-o - ,cbe è, che, non è! - v,e,de tmbàtbere di,etro J,e fu>a– s,c:hedellia siepe qualche cosa ohe ,aii• movim•enti e, ,a-I ooJ.ore s,omi.gli,a,un merlo·. E senza molto so-tti,Jli:i~re, non v-oJ.endoto-:rna-rse-nea casa ool fucile ancor earioo, punta e lraseiiiaandare il oolpo. Ma, ahi!, il su,pposto merlo che, si muoveva tr>a l,e frasche, non era che l'innoc.ente ore,ccihio di un asi:no, occup,ato ,a bru<:.are tranqu-illo dietro la siepe. :€ accaduto qua,lche cosa di simile aJ. mfo contrad– dittore quando, volendo a ogni ,costo scariea,re il suo oolpo po,lemi-co, oo preso di -mira la te.si del,!'«antiral– cooli.smo .a.ss ,oluto », a cui nel,lo scritto incrimiruito non si, faceva J:a. ,p.iù lontana allusione., anche per -il mo– tivo &emp1i,ci5sim'o ohe fo scrittore è tanto pooo un « bigot-to » de-1'1'.ast.inenzassoluta, che-vino, coo molta misura, ne beve, egli stesso. · Il merlJO, dunque, non e'er.a; ma, qoondQ si è · a caccia di a.rgomenti polemici, non si guarda ~ per il sottile. e, si, s,pai::a lo sl.e.s,so.. · . · Cirm una metà della riJSposta che Nino Tumii. ~ fatta .al mio amioolo è oocup,al:à da)Jé.... eaoo"fà w,

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