Critica Sociale - anno XXVI - n. 1 - 1-15 gennaio 1916
CRITICA SOCIALE 13 nazionalisti e anti-p,atri-0ti, e.asti e mal,thusia,Ùi. Ter– tulli.ano, che non ha ma,i nascosto il suo pens,i,e-r,o, condanna formalmente, energioarn,en·te, lia guerra per due m,otivi: « Il Signo·re - egli di,oe - o,rdinando a San. Pietro di rimettere la sua ·spada .nel f.oder-0, ha disa=it-0 i "soldati "». Tra i Ba:rbarri che s.i va a l()Ombaitte·:re, possono es– servi dei àisti3,ni, ooi,c;hè ·il cristianes,imo è -pene– trato più lungi delle .aquile romane, ed ha fatto con– quiste in twtta la Germ,a ,n.ia . S,i esp,ongono quindi i fratelli a uooidere i .fratelli, ciò che -non può essere perm~ss-0. Ed aggiunge: « Noi non abbiamo ché u:na repubblica, H mondo». E si strania dia tutto ciò che interessa rl suo paese. Ma Agosti;no, dotato di fine senso poJ.itko•, oom– prese che la si-curezza dell'Impero e I.a, saldezza della civiltà romana esigewmo ohe si ra:ssi,cu.rasse I.a co– scienza dei s_oldiati.E a ohi gliene domandò, rispo·se che il cri-stianesimo non condanoo la guerra q,ua,ndo è giusta- e qu~mdo, la si fa con umanii,tà. Cristo non ha detto ,a'i, soMaiti, che a,ndavan10 a Lui, di g,et:m via Te armi, come fece· San Ma-rtioo ,a)l.a vig,ilii,adi: ulba battaglia, ma- ha debto Lor.o: « Evitate ogni con.- · cussione ,ed' ogn~ vio1enlZla,e, con.hentatevli d,eUa v,o,sitra paga D. E più tardi ripete: « Non oredi ,a.te che non si po-ssà piacere a Di,o nei caro-pi di battag-li.a. Davide era un guerriero». n· cristianesimo, che è Ullil reilii,gi,on,e, di -paCle,d<i– mostrò semrpre una grande ripugnan.za ve-rso 1a guerra, ma, oo volle div-enta,r-e -la religione de-Ilo S!,a,to, dovette ripudiare p·rirnia -o poi: questa dot– trina; e, infatti, per ras5icurare i molti so-ldati - ohe, amanti del ,nuovo, av-evano abbra~to la: -nuova fede come fuci·Lrnente-pigliavano La veligione dei paesLohe traversava-no - poco dopo J,a vittoria di Costantino, nel 314, u,n Concilio di Ari-es a-ve-vapronundiato l'a~ naterna contvo ooloro che rifiutassero d•i,pvesta,re il ~rvizi,o militare. Dopo so.Ji tre secoli, e-ra già questa la dottrioo uf- ficial-e del1la Chiesa. · Ma i Ba·rba1ri v,eng:mo innanzi ug,uiailimente, e si . susseguono a grandi fiotti, si i,nsediano Ibe.Uepi:o– vincie e si sostitui~ono nel Governo ai Romalbi. Cp.e si deve fare? - si ,d.oman<l,ad,a ogni ,parte, in mezzo ai .lwtti, alle rapiine,, alle dev>àstazioruipro– vociate da:glL i,nv,asori. Che fare? - risponde Paolo Oros~o, collabor,a,to,re di San,t'.i\.gosti<nò,e scri.ttove di una Storia univer– srrle: - adattarsi.' Bisogna pu•r vive-re. E ragiona,: ci si affligge nel vedere l'I!Illpero, sotto la minaocia di perire, e, pe·r l'oocasione-, si 1'.i,00!!– dano i benefizi-i d,ei qualii ha colmato l'universo,; ma si può dfmenti~re a quial- prezzo, l'unii-v,erso- ii ha pagati? Si ha-runo sempr-e in boooa i ,nomi de<i-grandi generali di Rornia, si pa<rLaoo,n org-0,gli0 deU,e v-itto,ri~ colle quali Rq,rn:a ha f.ondato, Ila su.a po,teniza; mia si pensa forse ohe queste vittori,e, ohe si amm,irarno, sono state, rper gli altri popoli, sconfitte deHe quali si dovrebbe gemere, e che !a fe'.licità d·i una soLa città si oompo-rie_dtelLai sventu.ra di, t,u,tto i.Iresto del mondo? Nessuno ci, rpe,n&ava,più .anora. L'0,rgoglioso civis romanus non voleva saipere quel che era co-stato, agl'i aHri, ti dive,nfarlo. M,a Orosio se ne riooooa, e, ram– menta che gli Spagnuoli haruno ,!oftaoo·duie,secoJ.i per consenare La ,1,oro inciirpe,ndffllza, ed è fi.e·ro di -que– ste resistenza ,eroiica, ~- riòn &i perita d'i: po-rre Nu,- manzi.a, p,er quanto vin.ta, a.I d'i-sopra de,Jla riv,aI,e– vi,IbCitrioe. S·ono ll{uooti,di 011osiò - nota il Bo,issier - senti- . mé,nti, nuovi. Nel- grand,e sco-nvol,gimento mondi:a,J.e, le antiche .Ibazionalitii si ris•v•egfoi,nio; i~ -patri-ottismo com~ncia ,a sp-o•starsi; -e• •Clisi ri,corda d,e.!la pioco].~,– d-ell'anti-c.apa,tri.a ~imen-ti,cata, -ne•!-momento• i,n cui La grande s·ta ,per s•wmp,arir,e. Ravvivando que-sti rk,ordi dì un passa-to lo,n,bano, d•el quia.le ·n.on si parlava .af– fatto, Oro•sio, s]'.ià,gnuolo, vriol-e nori so,1tanto in-se-– gnar-e ,a-i-suoi ,COIIllp.atrioti 'la rass,e-g.n,azi.6,n-e ,agh a,v-– vernimen!Ji,m,a,pie,n,s,a, che, ne traITanno, quàkhe m,Òtivo_ per sperare ne,ffavv,eaive. « I vostri p,a,dri ~ di-oe loro - hanino ma-1-ede-tto, il giorno• sanguinoso in ,cui · sono diventati Romani, e v-oi .li henedite oggi. Chi sa se questi grandi disastri, dei quali ·v,o,igemete, ora, ·non s.aranu,o, per i v0.stri figli, l'au1ro 1 ra d:i un tempo più fol 1 k,e? >>. Molti ,pensano• - .aggiunge il ·13oi,ssier - .Dhe Orosi-o• non si è in,gannato, e vi è· .tutta una. ,s,c;uio,la che fà datare- dia:H'i.nvasion,e il ri•ngio– van:imento de,! mondo ,:'tn:ti,Clo e !,anascita d\ un.a nuov,a civiìt.à. Qu:esto -s-tesso -sentimento detta a Oro-sio i:l -suo giudfaio •&ui Barbari. S,e,mbvere,bhe ,che· e.gli do,v-ess,e– ess,ere s,ev,ero ,con loro: ri,oohi-ssim10, ·a trent'aibni, · si vide sp•ogl:iato di tutti i· ,su,o,ibeni, vide !,e sue vil1le s.aDc,he-gg,i•ate i,n-0enòi,ate, si trovò privato• d,eUa mo– gli-e e dei diue figli, uno, d,e,i ,qu.aH fu uoc.iso da un · re barbaro al servizio d,el qual,e- egli- av,e,va avuto– l'imprudemz,a d,i m,ette-rs.i,e ,i.dotto. a oÙan.tatre ann,i a ,colbi.vare uin-a sua vigna in que-1 di Marsiglia. Ma egli di.menti-ca i cattivi trattamenti ricevuti dai Bar– bari. A sentirl-o, ,essi J,av,0,rano og.ni gio·rno• p-er i-n– ieivilirsi; doip,o le prime vi,o,len:z;e, si sono raddolci.ti_ Vo,rrebhe anzi iiavci cvedere ohe arro,ssiva,no degli· .eoc.eGsi•comrrn,es,s:i. Il :I,oro· ID'od10 dii•v,i,vere - di,oe•- è oa!Il'biàtQ; dia sacc,rueggi•ato,riche erano, som10di– ventati -coltivato,ri; quei campi, che a,y,evano de·vastati, oro li mettono: ,a•cultura. E &1 avvidn,ano agli antiohi padron-i d•eilp,a,es-e;cons,e,ntono ,a J.a&ciar vivere, nel:la loro vi,c,in.a,nzaooloro ·ai ,qu,ali hanno• rubato tuitto,. Vallbno più in, 'là: ,cercano d!i ·f.ar io·ro dimentica,re· iI ma,le che b.ainno !,oro r,agionato. «-I Bl.lrg,ondi - di-e.e Orosio - n,on trattano i Galli come nemi,ci vinti, vi– vono ,con ,essi oome con de-i cristia•n;i, loro• fr.atelH ».. - Ut amicos et socios fovent - E, se ve n'è che n,o,n voglio-no restar-e, li lasciano pa,rtire e •li aiùtan.o· ad and,arsenie. 1\fontre, insomma, le cla-ssi elevate e co,1-te _c0Ibside– ra,va,n0gli fa1vias0ll'i come ~eT.is,e,I-vaggi-, la n uo-va geinie– ra-ziorne, a,!Laqu,a1J.e app,arte1nevia Piao,lo Orosio, moo~ atta,Clcata · ,aJ.,pia-ssato, ohe ancora, non aveva vissuto abbastanza per credere •imp:o-ssibilevivere altrimenti, d:opo una :p,riIDaribellione <leUo spi·r-it~ contro Labar– barie che s-om,rn,e,rge il mondo e un timido tentativo di l'esi,stenzai i,nane, si d,e,citd~ ,a s,ot!Jometters•i p;e.·rohè -non pu;ò fare altri,menti, e s'aoco-rge, no'll senza sor– p11esa;cJhe, 'laib·a:r'harie,offoe,ainico,rodelle ri-sorse, ie ohe, do.po tutto, non s 1 arà imp-ossibHe trovar-e con e-ss,adegli aoDomodameiibti. E p,o•copiù ..ilbnanzi, a .metà deHo stesso se-co,Jo, V 0 , Salvia-no, Ibell suo « Governo di Dio », •v,a più oltre; condanna addtrittura i Ro,maini e Roma, ed. esaw!Ja i Barb,a,ri. La ve,JigiJOIJle p,agia,n,a ·è o ,rmia:ivin.Lae distru;tta nei cuori, ed ogni grande calamità pub 1blica,, come• un'e– clissi .9 Uib'tieru,em10to, porta .a: migl'iaia i neofiti oon-
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