Critica Sociale - Anno XXV - n.23 - 1-15 dicembre 1915
358 CRITICA SOCIALE cel.l.o di un co·nl.ratl.o tr.u popoli e governanti, e in parte p1,esuppone la possibilità di una· diverg.enza dello spirito di entrambi, tale da non far più pen– sare nè a Governo nè a Cosl.ituzione. Cotesti mezzi di coercizione non varr,ebbero che a rovinare e, di– sciogliere lo Sl.ato, in cui non si trove,rebbero se non par-t.iti, e non potrebbero giovare se ·non .La vio– lenza e l'oppressione con.l,ro un partiLo per mezzo dell'altro. « Concepire la erezi-one di uno Sl.ato co– me una costituzione mer.amente intellettual.e, cioè come- il mecc anismo di un equilibrio inte•mo di forze l'una all 'alt.ra esterna, ripugna alla Ide a fondame n– tale di ciò c he è Stato ». Il qua,le, in sostan.za , è lo spiriro di un popolo nella sua de termi-n.azi -one geografica e di clima; sta nel tempo ed ha da pe,r– C0l't'•ere uno- speciale principio; ha una sto,ria a sè intrinseca e, nelle evenienze della storia mliversa!le del mondo, rappresentanti la dialettica degli speciali spiriti dei popoli, il giudizio del mondo, esso porta In propri.a, che confribuisoe allo• scopo finale della sl.oria, al pi.ano della provvidenza. (Heg,el: La [ilo– so[ia dello Spirito, Sezione seconda; /,o spirito ob– biettivo. Napoli, 1863). ·Ecco; in quel reciso ripudio dello Stato, co,nsi– derato· com;e il meccanismo di un equilibrio- interno di forze, è, per .antitesi,. definito il regime parla– mentare, es,pressione storica del concetto dello Stato di classe. Il Marx, che .alla con~ezione dello, S.t.ato, realizzazione dello spirito di un popolo, contrap– pose la concezione dello Stato, risultato sitorico della lotta delle classi, al monarchicismo spiritualistico opponeva la diarchia materialista, che si esprimeva nella lotta delle classi, del cqpitale e dd lavoro. Lo Stato diventava squisitamente un sistema di forze in un equilibrio continuamente instabile. Cons,e– guenza imme<lfata, -capitale, è il dualismo (anzichè l'id•entifìcazione) dei -concetti di Stato e di Governo. Il Governo, .an,zi, è il « Comitato- esecutivo » degli interessi c1e11ac1asse prevalente nello Stato. Il po– tere - come fatto - è il palio di una conquista; il potere - come idea - riposa nella classe più nu– merosa, -che ha La 1 forza per rivendicarlo. Marx è un democratico. Se non crede al rappo-rto• contr.attuaLe da Gove-rno a g-overnati, come Rousseau, de.U.a Rivoluzione francese . ha preso i modi della -con– quista del po-tere. Ecco la dottrina del suffragio uni– versale_. Ed ecco il potere legislativo,, il primo po– tere e la fonte cli ·Lutti gli altri; eoco l'esecutivo, sempli-ce delegazione ad eseguire gli -ordini del legi– slativo. Ed ecco la sovramtà c1elle Camere, ecco l'« onnipotenza» parlamentare, che non si c1'emoli- . sce neppure co,l brigantaggio della demagogia ple– biscitaria di Napoleone il Piocolo e di altri mo– derni in estasi per ogni via di fatto oontro un Parlamento, I.a quale si celebri nel fatto della vi.a. La legge più alta del Parlamento è proprio quella del bilancio, che si · rinnova -ogni anno, perchè lo Stato vive eterno, ma nel consenso della rnaggio– mnz.a, non extra, non contro. Il popolo· non è l'ac– cidenle dello Stato, un suo organo di espressione, guasi una emanazione divina dell'Idea, a modo del Bramanesimo. Il popolo è lo Stato, e le forme dello Stato sono il risult.amento degli a,ccidenti che con– trassegnano le sue pari.i. *** 1~; notevole come l'ultima polemica antiparLa,men– tar-e dei nazionalisti si arrestò davanti aU.a necessità della votazione dei bilanci e, magnal11Ìmamente, con– cesse I.a grazia• d,i un giorno - un giorno &010, - al nostro Parlamento perchè potesse votare i bi– lanci. I nazionalisti italiani non hanno, mai avuto una. dottrina certa: La timidezza di quella con,ces,-. sione distruggeva in principio tutta la loro cam– paf!'n,a. Hegel è esplicito. La votazione annuale dei BibliotecaGino Bianco bilanci non può essere un mez/o di coazione dello Stato, che è eterno. Ma i nazionalisti, abbracciando la sta.[.olatria hegeliana, non hanno -l'obbligo di se– guirla. Essi, che non posseggono· un sistema, essi, · che non rappresentano se non il pmgmatismo _dei fornitori dello St.ato, oggi si s,ervono di Hegel ·e del suo Stato- - assai anticle-rica-le, in fondo, sic-· come quello che è vero sovrano assoluto, e lascia, · poco respiro alla Chiesa - al mé>do stesso che ieri, spiegando un pio idealismo cattolico-reazio– n ario alla Zaverio De M.aistre o ali.a De Bon.ald', si raccomandava.no .ai preti e ai frati per i piccoli ,o ffici e.letto•rali : al tro mezzo pratico per continuaret d:el resto, la- campagna pratica contro il Parlamento, stabilendo una propri.a coerenza tra il pens.iero e l'azione antip.a-rLamentarista. Gessando lo .scherzo, e tornando al primo deuto,. è da compiace-rsi che la violenta ed ostinata cam– pagna, cui prestarono t.an :to concorso tutti i seguaci più ferventi dello int erven tismo, si chiuda con la riape·rtt1ra della Carnera, per un p-e.riodo, all'incirca normale. Ciò significa che il vor.ace pangermani– smo intellettuaLe e filoso.fico non comincia .a vendi– carsi di noi regalandoci il regime costituzioruaLe al modo tedesco, in sostituzione del regime parlamen– tare al modq evolutivo degli inglesi o rivoluzionario dei latini .... Ma il pericolo guata sempre. Gli atteg– giamenti cl.elio-spirito, con cui gli antisoei~listi pre– dicano l'unità nazionale per il tempo de·lla guerra, sono, tanto in eoonomia quanito in politi,ca, così propri del pensiero· g,ermanico, spiritualniente sta– tol.atr.a ed imperialista. in po•litica, ,e realisticamente protezionista in economia, da · impr<essionare. Infatti, melllLre s·ospirano al costituzionalismo d!e!La Prussia, non illustrano essi ogni altro giorno la necessità che lo Stato b.asti economicamente ,a. se.– stesso, si •chiuda in una torre, recinta a Sl\.lavolta in modo insormontabile cÌa una b.arri,e•ra insupern– bile cli dazii, per arrivare a quell,a dominazione della materia - come dice uno dei loro più auto– revoli, il prof. Allievi -- che fu il gran sogno,, pressò a fallire, d.ell'econ.omia ted,esc.a contro la dominazione dello spazio, che è il s.egriaco.Jo in vessilJ.o della eco– nomia ingle•se? Non sembra, per loro opera, tutta rinnovata, tutta pimpante, a•ppena, arrivata in Italia, quella fil.osofi.a e quella praxis ,e,co,nomica tedesca, che Marx, fin dal 184.4., · dipingeva e straziava ·in questo quadro: « Il rapporto, dell'industria, e, in genere, del mo-rudo– della ricchezza, col mondo politico, è un probL em,a predominante nel mondo modierno•. Sotto qu.al for– ma oomincia a-çl occupare i Tedeschi? So tt,o la for– ma dei dazi protettivi, del sistema proibitivo, de.J1a economia nazionale. Lo, chauvinisme tedesco cl-agli uomini è pasisa,to alla ma.l,eria, e, eos-ì, un bel mat– tino, i nostri ,cavalieri del cotone e i nostri eroi del ferro si videro mutati in .... · .patrioti! Si comirucia quindi in Ge·rm:ani.a a riconoscer,e la sovranità del monopolio all'interno perchè gli s,i conceda la so– vranità ali' est_ero? >>. (Marx: Critica della {iloso[ia del diritto di H egei) (1). Impegno del socialismo ·democratico, difenso-rc degli ordini parlamentari e oppugnatòre d'ei mono– polii pro-tetti, è scongiurare un'applicazione nuova ed anti,ci-pat.a dieIIo ,;colastico G1•:Ecia capta., cioè che la vagheggiata debe,llazione teutonica non sì inizii con la· introduzione o l'incremento presso di noi del sis.tema costituzionale teutonico e d'ella eco– nomi.a politica di Li,,st. Ed ,ecco, a un dipresso, tutto il programma di azione socialista per la prossima stagione pa.rla– mentare, ehe è già stato scolpito in sintesi nell'Or- (!) In )[ARX, ENGELS, LASSALLE: Opere; èdlte d&ll& società Edltrlc& dell'Ava11tll a Milano. ·
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