Critica Sociale - XXV - n. 22 - 16-30 novembre 1915
342 CRITICA SOCIALE verso i,! pro,t,eziorni,smo difensivo, che, do,po lia guerre, dovrà salw1gu,a,rd,are ·l'indus,tri,a dei p,a,eSJi aiJ.leiatidai perk,oli del dumping ge-rmain,i,CJo• ». E altri giornahi rip-etono, su per giù, lo stesso motivo. Noi potremmo dire intianto, per oostra esperienza nazionale, che il dumpillg non è vinto daJla pro– tezione; i Tedeschi l'hanno infatti esercitato in Ita– lia, precisamente per l'industria siderurgica, che è fra l,e più protette in casa nostra; e potremm-0 per ciò suggerire un'altra via più sicura ad impedire il dumping germanico : impegnare la Germania, nel futuro trattato di pace (se l'Inghilterra e 1e sue al– leate avranno possibilità di farlo), a sopprime-re la protezione doganale in casa sua, p.erchè - come, è noto_ - è proprio la possibilità di vendere in patria ad un .prerLz.o elevato, mercè l'esistenza della protezione·, che rende possibiLe la vendita all'es 1 tero delle merci sotto p.rezz-o. ' E va in pari tempo combattuta ogni idea dii rap– presaglia contro la Germania, che viene pur ,essa espressa da più parti, anche per ciò che riguarda le relazioni economiche. Cominciò nel febbraio o nel marw scorso il Ministro ruS1Sodel commercio a dichiarare che la Germania doveva esser punita delle sue mire imperialistiche: ad essa, che, aveva voluto invadere coi suoi prodotti i mercati di tutte le nazioni, tutte le porte si sarebbero dovute chiu– dere dopo la gue,rra vitlori,osa,. per accordo fra gli Stati che -oggi resistono al suo sogno di egemonia. Questa voce insensata, che poteva sembra-re pooo pericolosa finchè veniva da un paese che, pratica– mente, avendo bisogno di importare una, gran molti– tudine cli prodotti industriali, non avrebbe p·oiuto chiucler,e l'accesSJo alle merci germaniche, oggi viene anche dall'Inghilte·rra. ·B un gioirnale oonservato•re che scrive, ma og·gi rappresenta una opinione dif– fusa e bene accetta anche ad una parte dei gover– nanti; e l'infatuazione nazionalista, se non si op– ponga la vooe del buon senso e degli interessi più numerosi ,e più dleg-ni dii rispetLo, potrebbe· anche in · Inghilterra farla prevalere. N·e1c,ommentare, il 20 settembre, le deliberazioni del Conv.egn 1 0 di Cemobbio, La Morning Post .ap– poggia l'icl'ea dri una lega difensiva degli alleati con barriere cli d·azi contro la Ge'rma,n,Ìa. . « Basta p·orgeme orec,c;hio a-i di.se.orsi .C/hosi ten– g-0no sUt11e strade, niei treni, negl1iomniibus, pe,r oon– start.a·re-che ogni- nuova infiamiia -tedesoo susc;i,basin– ce,re ma- ledli,z-i -onj e \a drolrorrosa ,p,reoc.cup.azionie che, dopo, Jta guer.ra, ti_ Gov-erno bri,ta,n,ni:cio a,bb,i,aa tmt- 1.are i T edleschi me-'g.Ji,o ,che gh lngJ,e,si. L'i,stimto del popolo è sicuro: è collie armi, ec,on:omfohe,che, g,Ji AIJ.eati dovranno difendersi dopo, ·!,a gueirra. Gli Al– leati pos-soruo impedire alla- Germani·a di usa,re le vie del m:a,l'e,medim1te Le qual•i,potrebbe ri,costru,i,re i-I suo ,commer,cio,e riprende-re queUe re-Jiazioniche l',esp,eri,enza d'imrostrò es-sere un -p-e,ri,c,o,1o o nt\Ji,n11.1,b pe·r l•a. ,civiltà. Gl'i ALLeatipossono imporre d,iri,tt,jpor– tuaTì, sop,r:a-ogni nave tedesca, taH dra f1ar,c;a,p,iil'e, ai Tedeschi che le Leggie J,e usa,nQ:e, ·nrarit!Jimenon pos– SOllJO ess-ere vfoltart.e impunemenbe-. Gli Al~oo-ti., fin,aJ– mente, pOISIS:on,i:> imporre u,n davi,o -su tutte l,e merci te<le-s-c,he, dazio ohe p-ot.r-ebhe ssere fissa-boor.aia, un,a ce-rta percierntuia 1 lle, lta quale, dovrebbe cresoere pr-0-p,or– zi,on.alme,nteduran•te la guerr.a ad ogni nuova atroci,tà tedesca. Ce,rto La Ger-mam-i,a, p o.t!'e.bberepti,calfle,ri-fì-u– la.ndo di pagare gl-i interess•i sui capq,t,a-li presi a prestit o, ma J,a liquid-azion,e degli attua,li impegni pot.re :bbe far parte de,l,J,econ.diz•i,onidi p,aoe ». Dopo cli che il giorn:ale conclude dioen.d,o che, s,jccome la Germani.a non a,oce-tte,rà unia pace su BibliotecaGino Bianco tali basi sino a quando sarà in grad o di strappare delle condiz.ioni prop6e, così è ch.ia ,ro come, ainche pe,r ragioni finanziarie, sia im possib ile addiven~re a una pace di comune aooorcLo senza av,er pnima vinto e schiaociiato la Germania stessa. Lo stesso Con"egno di Cernobbio, che dà lo spunto all' articol-0 dell.a Morning Post, è stato uoo rivelazione di questa tendenza a sfruttare con in– tenti protezionistici la tedescofobi.a. del momento. Eppure quel Convegno, ,che min1va a diSISiÌpa.re per sempr,e sospetti e gelosie manifestatesi in p.assato tra Francia e Italia e a oementare rapporti di co-r– diale e fra.terna amicizia fra i due popo,li, anche come contributo al conseguimento di una più sicura. pace .fra J.e nazioni, avrebhe potuto pensare che proprio il protezionismo è stato tra Fr.anci.a e Italia motivo- di dissidi, ha suscitato o rinfocolato, -0di e gelosie per favorire interessi di pie.coli gruppi, in– teriti so,1-o a cons 1 eguir-e il maggior lucro nei propri affari; e da questo ricordo ùi un passato, che non poteva certo esser caduto cli mente àgli autorevolis– sirrii uomini, politici .radunati a Cernobbio, il Co'11- vegno avrebhe dovuto logioumente g.iunge•r-e aUa condusiionle che chi vu-o1eLa paoe fra 1te ruazionà non deve oggi alimentare in sè -0 negli altri nessuna forma d.1 nazionalismo esclusivis-ta, me,no che mai quella -che tenta sfruttare un ocli,o di stirpi pe·r fa– vorire interessi partic-olari. Del re st-o, n essuno che abbia buon senso può– illudersi SII.li r is ultato che l'attuazione di un siffatto program ma d 'i r.ap- presaglia comme-rci.ale potvebbe– avere. Poniiam o pu re che la Germania esca dalla guerra militarmente disfatta, politicamente indeho– lita, economi-camente esaurita; che debba.i pertanto· accettare tutti i patti che gli AHeati vo,rranno im– porle. Ma è egli possibile ammettere che· un popolo, che fu educato per tanti· anni in un pensi,ero di grandezza e d-i dominio, possa accasciarsi senza rancori sotto, il peso della sconfitta e rinunziare a ritessere la tela del su-0 sogno? -~l popolo germa– nico non potrà essere distrutto, nè po,trà esser di– strutta la sua, forte natalità. Abituato sempre a v,e– dùe tutto into,rno nemici, anche dove nessuno insidiava alLa sua prosperità, diventerà tulio un. focolare di odfo il -:0rno in cui si sentirà s,chiarc– ciato e fatto- ,ogg,etto cli rappresa.glie ; ,e oo,loro che· avranno tentato di punirlo delle -sue colpe, cond•an– neranno se stessi a vivere in un perp,etuo allarme– e a logorare a.noora negli armamenti le lq,ro f©rze eoonomiche. Inutile dire che anche a· noi qui in Italia si im– pone il còmpit~ di resistere alle speculazioni pro– tezionist.iche. I.;'on. B.arthou, reduc·e cLal Convegno, di Ge•rnobbio, si eompia.oeva di aver trovato l'Itali.a. pronta a fondare c-o~·li Alleati una coalizi-one, che– difenda i paesi loro dall'invasione economica e com– merciale germanica. Queste tendenze sono pur trop– po ve-cchie e b-en raclic.a,te fra noi: SJi · appoggiano– oggi sulla te·clescofohia, come specularono 30 anni .addietro sull:a _fra.neofobia; non esprimono però nes– suna tende·riza politi-ca, ma solo un desiderio in– gordo di luoro; non conoscono altr,o ideaJ.e che– quello dei prop:r1 affani. Il patriottismo di costoro si esplica col riversare sui consuma.tori l'aumffitO: della tassa di fabbricazione dello zucchero, èhe fu'' imposta dal Governo· come àfferm.azione del do,vere– che hanno gli industriali protetti di sovv-enil"e ai · bisogni diella nazione,. in cambio dle,i llauti be-nreficì che harino ricevuti -- con aggravio dei consumatori · +- in tempi normali, e· dei lautissillllÌ guà,d!agni che· anche in questo momento sono riusciti e rooseon-o a realizzare. Del discorso dell'on. Barzilai essi hanno– sopra tutto apprezzaito l'accenno alla constata,ta m~m– canza ·di aJ.cuni anelli nella catena della produzione industriale, e hànno sùbito inizia,to n,ell'orga,no quo-
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