Critica Sociale - XXV - n. 22 - 16-30 novembre 1915

CRITICA SOCIALE 341 mero possibile anche delle merci pro·dotte dallo .'Stato X. Si capisce facilmente che, qttadl<tomag– giore è il numero di queste merci che formano og– getto di scambi internazionali, tanto maggiore è l'interdipendenza e 1a solidarietà dei rappgrti che ne niascono; e, se estendiamo a tutti gli Stati quello che abbiamo ima.ginato pèr uno di essi, è chiaro .che eiascuno Stato non dovrà guardare sempre con sospetto l'incremento dell'altrui riochezza, ma in un, grandissimo numer,o. di casi si sentirà anz.i av– vantaggiato dal grado maggiore di flo.fidezza che .gli altri Stati avranno potuto raggiungere,. Non dico che tutte· le cause di guerra verranno con que– sto l'! cessare, ma è certo che molte ct1 esse &a.– ranno eliminate: si creeranno forze di solidarietà là dove erano pe,r l'irunanzi motivi d!Ì arutagonismo. È il lihero scambio che può creare queste forze -di solidarietà, mentre il prot-ezionismo le abbatte. Uno Stato, che si isoli economicamente dagli altri, e chiuda o renda difficile l'access,o, a dieci, a venti, a cento loro prodntti, evidentemente cerca (o si illude) di c1,eape il proprio vantaggio col danno• -degLia'1tri.. La floridezza degli altri è, per converso, minaocia alla prosperità sua. Non c'è possibilità di eoncordia fra loro. Man man-0 che la produzione interna cresce - tolto il caso che· cresca in pari misura il ,conoomo ~ è un,a quantità sempre mag– giore di prodotti stranieri che yi,ell'e res,pin;ta d~ mere.a,to; e quand:o quella. produzwne è crescwta m modo da non poter più essere assorbita tutta quanta dal consumo interno, e deve cerca,re anche i mer– •cati esteri,• evide:n1eme:nte le ragioni dell'antagon~: smo con gLi aJtri Stati produtto•ri delle stesse merci -si allargano e si intensificano. Viene il momenito in eui l'antagonismo si acuisce, e nieHo stesso tempo sorge, per la pletora della produzì,one? una minac– cia tale di cris,i, che 1a guerra appare 11 solo mezzo di risolvere le d.ifficO'ltàdella situazione. Così è avvenuto anche per la Germania. Essa aveva ed ha indubbiamente molte condizioni natu– rali per lo sviluppo dell'industria : ricchi di:positi di earbone e di metalli; abbòndanza di canali; abbon– danza di prodotti agricoli che servono alla produ– zione industriale•; ha la tenacia e la disciplirua degli · uomini· ha l'attitudine a coordinare i loro sforzi, rendendone più intenso il risultato; ha avuto, scien– ziati rn.1.m.evosi e valenibi, che si soruo adopera,Li con assiduità e con efficacia . grandissime a perfezio– nare i metodi di produzione. Ma è fuori di dubbio che certe industrie o non sarebbero nate o non sa– r,ebbero tanto cresciuLe, se non fossero state arti– ficialmente create o alimentate dalla protezi-0ne <loganale. Questa -· bisogna riconos~erlo - nc:in è servita in Germania soltanto a favo,rire La neghit– tosità o l'ingordigia, di certi gruppi capitalistici ; ha servito anche a detenninare un'attività pod,er-0sa e mirabile. Ma le qualità per cui tale effetto fu p-0ssibile esistevano prima della proU:zione diogar nale e non furono nè create nè accrescwte da essa; e, d'altra parte, anche se po -tessim o ·àttribuire a questa protezione il merito di av.er accre~iuto la attività, la coesione na1.ionale, le forze d1 espan– -sione della Germania, dovremmo in pari tempo -oonsideral'e tanto· più grave il contributo che essa .avrebbe dato nel de4erminare il presente conflitto. Sarebbe fare torto :J.i lettori ferma·rsi, dopo ciò, a dimostrare che per la conservazione della, pace importa assai che· le tendenze protezionistiche siano debellate. E, poichè non è sperabile: ~he nè il pvo~ 1etariato nè gli scarsi gruppi di produttori che dalla protezione s·ono visihilmente danneggiati ri,escano, nell'in1.erno dei sing.oli Stati, a vincere, le forre dei gruppi cui li protezione giova, e poichè anche (-0000ITesin,ceramente· aggiung,ere) vi sonio neILo· stes– so proletaria,to gruppi di Lavoratori che,. tra,scinati ! BibliotecaGino Bianco 1a• uri.a falsa o ?'3. una troppo g·i,e_tta vis:ione diei loro mteress1, aderiscono, magan mconsapevolmente, aUe tendenze protezionistiche d,ella borghesia; ne deriva l',evid~nte utilità· che anche !,e questioni del– l'indirizzo della politica •èommerciaJ.e formino og– getto di convenzione nel futuro trattato di pace.' Come si cercherà (è almeno sperabile) di freinare il crescere degli armamenti, limitando in proposito la libertà d'iniziativa dei singoli Stati, così è logico che s,i voglia disciplinare l'azione l'Oro anche in quanto riflette gli scambi commerciali; perchè non può e non deve esser lecito a nessuno di creare artiliciosi motivi· di concorrenza, di crisi, di con– flitti e minacce permanenti alla tranquillità degli altri paesi . . Quello c_he nei singoli St:ati non_ sare~be pos_si- - b1\.e può mvece farsi per convenz10ne mte,rnazJ.O– nal~. Molte volte i produttori protetti hanno obiet– tato ai sostenitori del libero, scambio, che l'aholizione dei dazi non può essere atto uiùk1teral~, c~e muo:v~ dall.'iniziativa di un solo Stato, contro i cm prodotti gli altri mantengano. le propri-e harFi,ere. E l'obie– zione era molte volte sincera, anche se erronea, ed' aveva ed ha una gran presa sull'animo d·el pubblico. M.a, quando la progressiva riduzione de.i dazi av– v,en$a _per un ~wco:do. !nterna,ziona1e, evidentemente l'ob1ez10ne non puo pw essere ad·dotta; e, quel che più importa, muta la pr0porzione, tr.a 1e forze favo~ r,evoli e le forze avverse al liberismo, doganal·e, per– chè molti gruppi di. prod~tf.?ri veng:ono, in ogni Stato, ad essere avvantagg1.at1 dalla sicurezza della reciprocità e cessano pertanto di ,ess,ere, per intJe– ressè o pe,r indiffer,enz.a, puntello alla baracca pro– tezionistica. Follie nazionalistiche cupidigieprotezionistiche: il còmpitodel Partito socialista. Ecco l'altro p•roblema che i Partiti socialisti dei singoli paesi dovrebbe·ro studiare, preparandio nel– la pubbl.ica ,opinione un.a corren;t,e risolutamente favor,evo·LeaJ libero scambio. Questo è un punto, Su cui la battaglia sarà anche più difficil<eche sul tJe•r– reno dei proble mi naz ionali. I baroni dell'industria e i SincLa,ca·ti v igila.no in armi, mentre tutti colorn, che dalla protezione sono dannerrg-i.ati per il rin– caro di molte merci e anche per il turbamento• con– tinuo della tranquillità dei rapporti internazionali, restano neghitto&i e si lasciano• avvincere dall'insi– di.a dì certi sofismi. Quando spira il vento diel na– zionalismo, la fiamma del protezionismo divampa: e oggi siamo appunto in questa _situazione. P,ersino cl:a.Jl'Inghilterr.agiung,ono•voci poco, con– fortanti; e le recenti discussioni per i provvedimenti tributari sono un sint.omo rivetator,e. In apparenza si tratta cìi d:azi fiscali, destinati cioè a provvedere aHe necessità del bilancio; ma è chi.aro sin d'ora che i cons,ervato,ri unionisti saliti al Gov,e,rno intendono cli sfruttare il momento della concordia nazionale pe,r pPeparare il trionfo anche del loro programma di politica economica. Il Times parla chiaro : « Fin,a,Jm,e,nt,e - scrive nel numero del, 22 s-ette mhre - siamo aTriv,a,tia,J.1.a fine, d ell~ oontrov,e,rs,iep·air.ti, g.i~ne ,$Q J1],Le, beor iie•fiooa,1:i, si,a d.ei ·hbeir.o~scambisti: i ,n, tel1igenti, s.i.ad, e,ip1,otezi,oni, s.ti •a d o,gni costo. L1da,z,io dogana,le p,er i,J, terzo dei! vaJ.or,e,su,J,Jie automob-iU, sulle fìlms oinematogr>afiohe,sugli orologi, sugl'i. stru– menti musioa,Li-, sui orista'1li, sui ,c,appe,IJ,i, non è oerto desti,nato ,a,d i,mp,i.ng11a·11e i f.orzier,i de~Jo,Stato·, m.a, mentre intende semplicemente swraggi,are tailii im– portazio,ni .per ev,i,tare l'esod,o de,l danaro :aJ.l'estero in momenti in cui g,Ji St ati ,in gl .lffl":ra hanno bisogno di tutte le l<>r>o ri,sors,e, roppr.es, e,ntaun p,ri,mo p·a,sso

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