Critica Sociale - XXV - n. 22 - 16-30 novembre 1915

340 CRITICA SOCIALE gni, sogni; brutti sogni, che valgono però come tendenze, che ,ci fanno rico,rdare quella nota diel Capitale, dove Marx attesta come in Germania, dopo la guerra d'ei Trent'anni, soffrendo• as,sai i proprie– tari sul suo1o spopolato per la mancanza di braccia, si moltiplicassero gli statuti aventi p,er iscopo di mantenere i sala•rii· più bassi che, fosse possibile·. Con altro contenuto, ma con gli stessi sentimenti, le energie ,ca,pitalistiche si muoveranno per rifarsi • della imm:ane dilapidazione e, contro, quelle, prole– tarie. Ed ecco l'antica lotta, sempre nuova, nelle sue forme eterne, mutate forse appena le scorie esteriori. Perché, distintamente, in conformità della noSl!.ra immutata fede, vediamo ciò, ci dicono che siamo spiriti limitati, che non intendono la immensità e la profondità rivo.Juzionaria della catastrofe che infuria intorno a noi (Solvet saeclum in favilla); da cui usciranno forme nuovissime e tutti gli antichi mostri saranno morti. Ma noi, ·secondo l'antico insegna– mento dei· maggio.ri, vediamo intorno a no,i, in mez– zo al nostro alto terrore, la natura impassibile custo– dire le forme essenziali dell'essere; i giorni seguire alle notti e ),e notti ai giorni. Il sol,e continua a le– varsi, a 1evarsi per tutti, per i·buoni ,e per i tristi, per i ricchi e p,e·r i poveri, per i padri e le· madri che piangono e per i figli .... ehe non piangeranno mai più .... La guerra non arresta il corso delle stagioni nè impedisoe che• gli astri continuino, la notte, a illuminare il firmamento. Attendiamo serenamente. L'antica lotta, che è ancm·.a essa parto, della natuta, per. la libertà e p,er la giustizia, sarà hen presto• ripresa, se mai si è, in verità, arrestata; dopo, come prima, le forze umane collideranno ancora· per il pane e 1-a ricchezza. Ben a ragione un moralista, guardando, alle stelle splendenti nel cielo, ci rico,rda le parole di Carlyle: « lavorate, e non vi çlisanimate: noi vi incoraggiamo a sperare!». CLAUDIO TREVES. I PROBLEMI DELLA P CE FUTURA III. motivieconomicidella guerra. In una conferenza tenuta nei primi mesi della guerrà europea, Luigi Einaudi ha negato che la guerra abbia avuto alcun motivo di natura econo~ mica. A nessun commerciante e industriale serio e intelligente potrebbe, secondo lui, venire in mente che una guerra· possa ris0lvere una crisi economica, scalzare un. concorrente; avvantaggiare un sogno di egemonia. « Come si può a<ffermar,e che gli uomini rappres.en– fativi dei due paesi, dotati dL vigo·r di• pensiel'o e di azfone, potes.sero sul seri•o pensare di a'Vve.on,taggiaT'e il proprio paese,, oostru,erudo, sulle rovine, di urua guerra, un monopolio tedesco od un mònopolio bJ,j– tannico? È pl'obabile che gli unid ,ad imaginare la conveni•enza e ],a po,ssibi,Jità di. distrugge-re, oo,J.Ja gu.eirra, J.e industrie ed i. eommerei1 dei p,aesi avveTSIÌ. siano precisamente. stati ooloro che non furono mai .a cap,o di intrap•r·ese economi,che·, ehe ooi. teoremi economici ebbe,ro mai sempre <&caJI"sd ssima f mi,!i,a– ri tà, che •conobbèToun,ì,camentel'industr.ia del1]10 oori– vere articoli desid,e,rati:e, pregiati, per la rispo,ndenza mo~n.tanea• aJle mi.Ile e mille pa&Sioni,nobili,.e tor– bide, elev,ate e basse, idé<a,li e m,atè,ri,aJ~, tumultuanti nel ,cuore degl•i uonfrni. Ma è chfai!'Oche oos,ì non BibliotecaGino Bianco si se.rive la teo:ri,a deJ.le cause ,ec.oruomi,ch,edeJ.La guerra; sibbene deJlie mille e mi,J.lep,a,ssjond,clh,i,ar,e, oo oscu'l'e, con,s,a1pule subaowieruti,, le q,uali,oonoor– se!'o• ,a d,e,termiin,a'l'le lo •Scoppioct,e,bJ,a g1:1Jerro e ,ad ,acuiire le quali può iav-eT contribuito la ideia, oirçionfusa di vaga nebbia, che Jia d•istruzi,one del1a, e,c,on,omiaav– vers,a,rilafosse eoon,omi,camen·leuti1lie e- possi,bi,Je ». Queste parole non negano p,erò · l'es•istenza di cause della guerra, derivanti dalle condizioni eco– nomiche ; ess1e ammettono infatti che, a promuo– vere la guerra abbi.a contribuito, in qu~lche Stato anche la S1peranza di rinvigorire la propri.a econo– mia e indebolire o distruggere quella degli avver– sari. Speranza .assurda e fallace ? f>uò darsi ; in ogni modo è certo che ci fu, che c'è; e non è soltanto nei giornalisti prezzolati ; è in uomini d'af– far.i, ai cui .interessi. e desiderii quei giornalisti si industriano d,i compiacere; è - oome vedremo - anche negli uomini responsabili della polihca di akuni dei maggiori paesi belligeranti, nei quali siffatte spe ranze i rragiònev,oli, per oon usar paro,le peggiori, h.an.no assunto una form~ acuta, vera.– mente preoccupante. Ora, questi· s,entimenti sono so·rti e sono a•limen– tati dal fatto ,che esisteva una concò·rrenza, che era cominciato o era minacciato uno stato di crisi; per– ciò non pare dubbio che si deve risalire a questia •condizione di cose per int!}ndere tutte le cause della. guerra. Si ca,pisce del resto che quella situa.zi,one economica non potesse, per pura azione meccani.ca, portat1e alla dichiarazione di guerra e a lla mobi– litazione degli eserciti ; ma dovesse prima Freare uno stato d'animo, da cui la v,olontà di guerra fu poi immediatamente generata. Tutte 1e cause agi– scono cosiì nella, determinazione dei fatti sto,rici ; e CÌ1iv,oglia eliminare il pericolo di con.seguenz,e dan– nose non può restring,ersi a dimostrare con ragio– namenti l'irragionevolezza di certe dottrin,e ,o di certi sentimenti, ma deve mirare a distruggere o a mo– ·dificar,e quelle· condizioni materia,li, da cui dottrine e sentimenti furono, determinati. Per no,i socialisti è assiomatico che, fino a quando durerà la proprietà privata, con tutte le cupidigie .e gli odi che essa scatena, continueranno inesora– bili le contese, fra classi diverse nell'interno dei singoh Stati, fra classi omologhe (dirò così) nei rapporti fra i diversi Sfati (specialmente· o, spesso, esclusivamente fra le classi dirigenti d'i questi di– versi Stati). Quindi s'intende come chi non ammette un socialismo che si attua ·per gradi, aspetti solo dalla distruziohe d:ella proprietà privata la. conci– liazione delle contese fra lè diverse c1assi e l'av- · vento della solidari.età internazionale, sul terr,eno economico e sul terreno .politico. Ma chi ha del socialismo una diversa concezione, deve· ritenere che, come la lotta di classe può avere ·parziali con– clusioni con l'elevamento graduale della classe ope– raia, cosi anche le cause di conflitti .internazionali possono essere attenuate, procurando che le for:z,e, le quali creano rapporti di solidarietà fra le nazioni, riescano ad àcquistare una preponderanza sempre maggiore sulle eause generatrici di conflitti, fino a distruggere la possibiiità di una guerra. Ora, è fuori di dubbio che una forza potentis– sima di solidarietà è nella frequenza delle relazioni economiche. Se lo Stato X è cliente degli altri per un certo numer,o di merci, e alla sua volta v.ende agli a!Lri Stati un certo numero di altre merci, evidentemente esso ha interesse : I 0 ) che gli Stati da cui esso· compra. producano e vendano al mi– nimo prezzo, il che si ottiene anche col crescere della quantità prodotta e venduta; 2°) che essi trag– gano vantaggio dalle loro vendite per poter avere capitali disponibili per l'acquisto del massimo :nu-

RkJQdWJsaXNoZXIy