Critica Sociale - Anno XXV - n.21 - 1-15 novembre 1915
328 CRITICA SOCIALE industriali g-er.maniche d'esportazione; ma I.a verità è che, già prima che il Iùiiser assùmesse queste fun– zioni mercantili, le industrie germani,che erano state spinte a tentar cli aprire lo sboc-co alle loro merci in questa o in quella direzione, secondo· che .abbi– sognava o rispondeva meglio alle esigenze dello . Stato. In Germania, s-cris-se giustamente il Borgese alcuni anni acldi-etro, « l'industria procede dalla « Banca, la Banca è legata al Governo, il Governo « stabilisce il suo predominio diplomatico in un « paese lonla11Jo;la Banca studia quale merce s.i « possa collo-care in quel paese, •l'industria è in– « caricata cli fabbricarla, compilando i bilanci sotto « la sorveglianza della Banca: ed esportando -la merce « con la protezione dei cannoni .... ». · Di questa particolar-e condizione cli cose, che, con aperta smentita della famosa do-ttrina spenceriana, associò in unità cli sforzi e di fini militarismo ,e inclusLrialismo, risentirono importanti cons,eguenze la vii.a.interna della Germani.a, la sua psicologia na– zionale, le sue relazioni internazionali. Lo sforzo di espansione comme1,ciale ebbe un carattere aperto di lotta con gli altri Stati, e fu un lungo e continuo prodromo di guerra. Le classi dirigenti della Ger– mania ebbero l'impress,ione cli dover lottare conti– nuamente contro il malvolere e l'invidia di nazioni rivali. Quella pressione continua,. che il loro Stato -esercitava contro tutto 11 mondo circo5:.tante, vicino e lontano, si tramutò ai loro occhi in una .artifi– ciosa resistenza op posta alla loro libert.à cli movi– ment.o. Si posero contro tutti, o per assoggettarli o per ,abbatterli, e cred,ettero invece che tutti si fos– sero posti co-ntm cli -essi, p,er con.t.ender loro il. diritto a vivere e a svilupparsi. Il crescere vert.i– ginoso della popolazione, alla qual-e andavano fa– cendosi sempre più ristretti i confini della patria, a-cuì ne-I popofo tedesco l'impres,sio,oo di t.ro- v.ape d'ogni parte ostacoli .al suo libero sviluppo; tant,o più che una popolazione, cresciuta in un'atmosfera in cui forment.av.ano propositi cli gu-erra è ambizioni di dominio, non poteva evidentemente .adattarsi ad emigrar-e .all'est.ero f}Cr anelare a compiere lavori umili, .a servire; se -emigrava, anelava ad .assumer,e direzioni cli lavo-ri e di .affari, .:i -e.crear di asservir.e gli altri popoli, economicamente e politicamente. Anche ciò clo\Cevanaturalmente accres-cere le diffi– denze e 1e ostilità, bèn giustificate, deUe altre na– zioni; si,cchè la. G,ermania si sentiva s,empre più salclament,e confermai.a n-ella sua opinione che l'al– Lr\.1igelosia e avidità volesse contenderle il posto. al sole. La Weltpolitik tedescae gli Stati europei; · la Triplice Intesa. Conviene, ciel resto, riconoscere che questa opi– nion,e non .era senza qllalche fondamento. La Giir– mania si .affacciò .alle soglie della Weltpolitik, quan– do altre nazioni .avevano già. oc-cupato le posizioni migliori, sp,ecialmente in materi.a di colonie e cli mercati. Il possesso delle coloni-e dovette natural– mente essere rispet;t.ato, perchè sarebbe .altrimenti sorto. un immediato motivo di guerra, che la Ger– mania non a\Ceva inter,es-s•e,in quel. tempo,, a susci– t::we. La lotta per la conquista .dei mercati fu invece subito iniziata, con molta accortezza e senza soste; ,e p-er lungo tempo non suscitò resistem:e nè so– spetti, t.antochè alcune nazioni lasciarono invadere dalle merci germaniche i loro mercati interni senza tentar cli opporre alcun ,ostacolo o limitazione. Delle i.l_ueQTandi nazioni europe,e (l'Inghilterra e la Fran~ eia), che telllevano, fino a un ventennio acldi,etro, il primato nel commercio_ internazionale, la Francià anelò raccogliencLo la sua atliività economie.a, sia nrlln produzione cli c,ert,emerci di lusso, nella quale BibliotecaGino Bianco 'lu Ji.nezza del suo gus,to I.a pone al riparo da1 pe•ri– colo· cli concorrenza estera, sia specialmente nel commercio bancario, che era il più consono aUe su,e condizioni demografiche, claochè la scarsa na– talità acci1escev.a alle famiglie la possibilità del ri– spai:mio e tènev.a inv,ece bassa l'offerta della forza . cli lavoro: perciò tra Francia e Germania un anta– gonismo aperto sul terreno economico non ebbe a verificarsi. · L'Indlilterra av,ev.a poi una clientela così vasta, che la· conco-rrenz.a della Germani.a per lungo tempQ non la turbò. Ci fu posto per l'un.a e per l'altra, sia pfrchè c',era uila certa clivision,e cli lavoro, es– sendosi la Germani:i dedicata più specialmente alla fabbricazione di prodotti chimici e metallurgici, mentre nell'Inghilterra prevalevano i prodotti tes– sili; sia p,erchè in un periodo, in cui la vita andava rinnovandosi, e mmvi bisogni esi!tevano soddisfa– zione, e la pace internazionale e La·più valida difesa contro le malat.tie infettive e .contro ogni altra causa cli mort,e determinavano un più rapido incremento della popolazione. e nuove ricchezze erano in ogni p.art,e messe in valore e 'in circol.azion~, il consumo .anelò cr,esoenclò ·in modo da .assorbii,e tutto l'au– mento- della produzione. :Ma venne il momento nel quale· l'Ing-hiJterr.a si accors,e dell'affannosa gara con cui la Gennania· si sforzava cli raggiungerla, riman,enclole dietro cli una distanza che anelava co.ntinuarnente accorciandosi; e cominciò essa pure .ad ali.armarsi. Sorse .allo,ra la famosa campagna imperialista e protezionista .del partito che si chiamò unionista e che_ ebbe p,er duce. il ChamberLain. L'agitazione per creare una unione doganale fra l'Inghilterra e le sue colonie ,e chiudere, con dàzi protettivi, il libero- accesso in -questo vasto Imp,ero .ali-emerci prodotte negli altri paesi, riempì per parecchi anni la vita pubblica dell'Inghilterra. Ma finì, come è noto, per prevaLePe la tendenza liberale. a cui aderivano le rappresen– tai1z.edelle industrie più floride -ol,1,e, avesse l'Inghil-· terra. S'intese che l'ele·vazione cli barri,ere doganali avrebbe fors,e potuto hanclire dal mercato ingl,ese e delle colonie taùta merce g,e,rmaniica, la quale esercitava una concorrenza certamente cl.annosa, ma avrebb-e .anche turbato quel solido equilibrio eico– nomico, che l'Inghilt,erra. si era venuta creando, con un mezzo srecofo,di pratica cli lib-e·rò scambio, e le rel.azio11icommerci.ali con le altre n.a-z..ioni nè avreb– bero in-évitabilrnente ricevuto un colpo gr:w,e. · Sì preforì inv,ece lottare contro l'invadenza delle il1erci g1ermanic.he con un perfezionamento cl,eipro– 'dotti nazionali; e l'industria inglese,' eh-e, nella si– curezza del pt1maLo, er.a per lunghi anni rimast::i. ·neghittos,a e av,eva trascurato cli studiare e appli- - care i perfezionamenti che la scienza suo-g-e.riv.a,si s•coss-e dal torpore e compiè uno sforzo poderoso di rinnovamento. E lo sforzo fu fortunato: le es– ìJort.aziorii, che erano rimaste quasi stavion,arie negli ultimi venticinque .anni del secolo s-corso, salirono a più che il doppio durante i primi tredici anni del serolo• nuovo. Ma, mentre tra-eva dal pungolo- della concorrenza germanica l'incitamento ·a p,erfezio-nare la sua in– dustria, l'lng-hilterra aveva la pi,ena· sensazione cli trovarsi di fronte ad una rivale che aveva bisogno di espandersi, di trovare sfogo alla ,esuberanza! d:ella sua pòpolazion,e, dei suoi prodotti, della sua atti– vità, .e-.avrebbe lottato con tutt.e le armi per sod– disfare a questi suoi bisogni. Tanto più era chiara l'impressione cli questa ineluttabile necessità, in quanto che I.a Ge11nania aveva ben presto sentito il bisoi;mo çli -assicurare còn una forte marina eia guerra la sua W eltpolitik e ·il cammino per gli Oceani deHe sue navi mercantili. Poteva anche pare·ré ai suoi occhi una legit.tima necessità, ma
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