Critica Sociale - Anno XXV - n.21 - 1-15 novembre 1915

332 CRITICA SOCIALE Pensare ,ed agi•r•e bisognava anche in questa dire– -zi,one. Non si difendevano anche così le mercedi e la salute dei lavoratori? Vi -è qui, s,enza dubbio, un.a lacun.a da co1mwe, se,nza più peird•e,r,etempo,, prima che il farl,o diventi troppo difficile. !\fa per iniziare quest'opera confVi,ene che da tutti i -comp,agni si di,a una maggi,or,e impo,r– tanza ·ai val'ori moroli ,e ideali deHa vifa, co,!Jo,can,do,Ji. -almeno, allo stesso piano· dei vaLo,ri ecòn'omi-d; con~ vincendosi che o,gni riforma cominicia dall'uomo ed ha alfa hàse un problema· di educazi,one. Per fortuna vi sono nel P,airtiit.o, socialista uomi,nii capaci di considerare l,e cos,e da que-st'al-tezza. Non bisogna dimenti,car,e che, se La Que,stum di Milano ha chi,uso ,a.n,che buvettes di Ci,rco.J:i rio,naJ.i so,oialisti, questo f.eoe -su parere de'll'Amministrazi,one comun,aJe :Soc·ialisba. Altrimenti, quaJ.e umi,liaziòne! ETTORE FABIETTI. LAGUERRA ALLA DISOCCUPAZIONE Il compito delle Provincie e dei Comuni. Il. L'ASSICURAZIONE· CONTRO LADISOPCUPAZIONE, (Oontin-uaziune, i·edi N. 20). Assicu1•attione obbligatol'ia o assicu1•a1;ione libe•J'a sussidiata 'I .. . , << La questione dell'obbligatorietà - scrive il \Vagner -- come la maggior parte delle sue con_~ o·eneri, non ha carattere di questione assoluta, ma ,di questione relativa, i cui termini sono diversi nei div,ers:i luoghi e nei diversi tempi, e che vuol es– .s1ere· risoluta in relazione alle diverse condizioni q.'i fatto dei singoli rami cli assicurazione» (1). Essa ·va esaminata dal punto di vista teorico .e dal punto cli vista· pratico, · Senza dubbio, teoricamente e idealment,e, la for– ma clesìclerabile e preferibile, per J,eass_icuraziont so– -ciali in genere e per quella contro la chsoccupazrone in ispecie, è l'obbligatorietà. • - Poichè lo scopo dell'assicurazione è non già di togliere via il fenomeno << disoccupazione » insito n;lla i10stra costituzione economica, ma cli repartire sulla comunità ( operai, imprenditori, Enti p1:1bblici) il dcmno della disoccupazione che ora colpisce e distrugge le singole economie dei lavoratori, eviden– tement,e la forma obbfigatoria ·può raggiungerlo as– sai meglio della libera, in quanto ha un campo as- sai più esteso di applicazione. · · · Data l'a difficoltà· enorme che provano i nostr_i operai - specialmente i non qualificati - a com;– prenclere, ed attua!'e i principii cl-ella previdenza e del ris,parmio per la miseria economica in cui na– scono e la miseria intellettuale in cui vivono, e data 1a impossibilità per essi di pagare i premi, per là ·saltuarì,età dei periodi di occupazione. e_la meschi– nità dei salari che guadagnano, è inverosimile pen– sare che essi possano cautelarsi contro l'everitualiUì. di restare senza lavoro e quindi S!)nza pane. E si aggiunga che sono• proprio quest,e categorie più po-· vere, quelle più SOQ"P-ette alla disoccupazione, e che (1) ÀDOLFOWAGNER: Le Assictwazioni; Blbltoteca dell'Economista, -serie III, volume XIII, pag. 870. BibliotecaGi'noBianco quindi avrebbero maggior necessità di assicurarsi, mentre veno·ono ad essere effettivamente escluse dal– la assicura~ione libera per gli alti premi che il loro maggior rischio imporrebbe.. . Da qui la preferenza teonca della forma obbl!– gatoria come assai più rispondente al fin:e dell'assi– curazione. Ma in pratica la cosa cambra aspetto. Tanto è vero che, come abbiam1 veduto, nessun paese -- all'infuori 1ell'Inghil~rra -:-- ardì. ancor~ affrontare l'assicuraz10ne -obbhgatona, porchè sr tratta di un provvedimento così complesso, nella sua effettuazione da richiedere un terreno molto, ma molto ben preparato da una seria organizzazione del mercato del lavoro e eia una lunga pratica del– l'assicurazione libera sussidiata. Da noi _:._ ove nulla o quasi si è fatto, fino ad ora, per organizzare il mercato del lavoro col Col– locamento, e dove, con·seguentemente, ancor meno si è tentato per l'assicurazione libera - ~hi v~lesse arrivare senz'altro all'assicurazione ob'bhgatona - la quale, anche se applicata in un campo ristr,etto, richiederebbe aggravii chimerici per le attuali con– dizioni ,economiche della nazione - farebbe peggio che mettere il carro innanzi ai buoi. L'assicurazione libera sussidiata invece, se non rappresenta la perfezione, è quanto_ ~li !Ilegli_o.si~ dato sperimentare neUe nostre cond1z10m naz10nah e Iocalì. Se essa giova di più alle categòrie operaìe ineno disagiate che non a quelle maggiormente fla– g,ellate dalla disoccupazi?ne_, q~e~ta, che_a tutta pri~ ma può sembrare una mgmstJzr.a, è pmttosto 1;ma fatalità, che si riscontra un po' in tutte lè conqmste politiche ,ed economiche de.i lavoratori. ·· Sono sempre le avanguardie operaie più evolute, ,e conseguentemente più agguerrite nella lot.t:3-pel loro- miglioramento, quelle destinate ad aprire la bl'eccia dell'avvenire al grosso dell'esercito prole- tario pesante e tardo. . . ' Ed è certo ·che, &e si vuol fare qualcosa dr pra– tico e cli conclusivo, è necessario ricominciare dal– l'assicurazione libera sussidiata dagli Enti pubbli_ci - quale forma transitoria - per giungere, prù tardi, alla forma-limite dell'assicurazione obbliga– toria. Tale processo evolutivo è inevitabile: il Colloca– mento p·ubblico pone Je basi tecniche dell'assicura– zione libera e questa matura l'assicurazione obbli- gatoria. · Basta guardar-e al Belgio e all'Inghilterra per per– . suaclersene. La- Sezione Belga _dell'Associazione internazionale per la lo.fta contro la disoccupazione - che è quella che aveva La' pratica più lunga e gloriosa dell'assi– curazion,e libera sussidiata, cli cui fornì l'esempio a tutti gli altri paesi -'- nella sua ultima riunione, prima della scellerata invasione tedesca, era costr.et– ta a riconoscere che << la previdenza non è, purtroppo, un sentimento -molto ditluso », per cui soltanto un decimo degli operai industriali ,e un quindicesimo della totalità dei salariati del Belgio praticavano la assicurazione libera. contro .la clisoc-cupazione, non– ostante le floride condizioni in cui si trovava allora quell'eroico paese, e ·giung,eva alle seguenti con– clusioni: 1. L'assicurazione contro la disoccupazione de– ve, con l'obbligatorietà, essere estesa progressiva– mente a tutti i rischi di disoccupazione constatati. 2. L'assicurazione deve essere organizzala su la base professionale. Essa' déve, per le rhgioni 'essen– ziali del controllo, stare in rapporto intimo con· la organizzazione degli Uffici di collocamento. · 3. E necessario utilizzare ed estendere le isti- tuzioni esistenti. 4. L'intervento dei padroni e dello Stato deve ve~ire ad aggiungersi alle forze d.ei _lavoratori.

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