Critica Sociale - Anno XXV - n.21 - 1-15 novembre 1915
330 CRITICA SOCIALZ in uno stato quasi continuo di altera,zi·one -alcoolica, in un,a speci-e di •ebrezza H.e,v,e,da cui cred•ono de·ri– vare. un.a. segreta, energia di vita e d'i J,avor:o,,Ho fatto,. a que,sto proposito, os&erv,azioni interessanti in tutte le cl,a,ssi soc-i,a,li, e potrei raccontaire• casi di un.a co– micità irresi,stibi,J.e. Ma il danno sociale prodotto, dia,! vino è immen– samentre supe,ri,ore a quello, prodo.tto· dai, liquo,ri, sop,l'a– tutto p,e,r questo: che il po·po.Jo ricorre al vin.o oome a un di,sse,tan;te, i,n luog,o, ,e in viece, dell'ocqua. Quindi, il vi"n,o - a diff.e.renza dei li·quo,ri· - è di uso con– tin~o -e larghissimo. Nuoce indubbiamente- me,;n,o,ma l,a sua a,zi,one è in,c,e-ss,ante .. Si tratta di uno, stupido pregiudi~io popo+are, ma co,s.ì invete,raolo, che· s·embra indistruttibile. Il vino ,estingue, la se·te. Ciò è tanto– v,e•ro che i,n oerti ambienti chi di.c,esse-: « !,a, s-e,te si estingue co.Jl'acqua, >> o farebbe, ride,i,e o avrebbe, l'a,ria di affermare• un'ardita novità. V'è gente che non ap– pJI,Ca con rigol'e, i-I pr,eoetto <<-La sete si ,estingue ool vino »· solo pel'chè non ha del vino a disposi,zione o-gni volta che ha, se,te·: ma non è .raro il cas,o di p-e·r.sone che -P~•r mesi non bevono uoo sola s,ti!,Jia,d'a,cqua e all',economia del J,o,ro orgianoismo concedono- soltanto quellia che na·bura mi,se nel vino- d.i cui, si abbevero-nio copiosamente·. Ho detto che la passi.one d-el vino, a'Ssume fo.rme curiosissime,. È frequente, il oa,s•odi bervi.tori che ecci– tanò a,rtificialmente l·a loro se,te con cibi sa~ati, come baccalà s,ecco- e· sard,elle in s-alrunoia, e .oo,II}uniss-imo.. !,'uso di mangiare un boccone fuor dei pa.sti no·rmali e· senza ave·rne arkun bisogno, al s·olo fine di pre,p-a.– rare J:o stomaco a ri-.oevere e sos-te-ne,re· una maggior dose di vino. Fra tutti gli animali, l'uomo è oerto il sol:o- che beva (vino, s'intende) senza, a,v,er sete., e il p·opol1i,no di Lombardi,a esp•rime lo stesso• concetto, rovesci-a,n~ dolo così: « SQ,]tanto gli a,sini bev-ono qu~ndo han. s,ete >J, ,e, :aip101s.brof,a ,con ques.to , aif.ori·smia cofo,i,o, che-, invita:ti a ber-e, si schermi-scono•, allegando di• non averne bi,so,gno. L'Italia è .certo il paese, dov,e, si beve pi-ù vi.no che in qualunque altro• de,! mondo; e no•n giova co-nisofa,r– sene, c,ome .di un minor male in oonfronio• coi pa,es,i -che consumano, più alcool, perchè gli effetti non aip• . pariscono· meno de-J.eteri a chi li· o,s,seI"VL e, li studi non solo neg.Ji, -ambienti urbani, ma anche fra la popo– lazione delle caimp.a.gnie. I manicomi d-e,Meprovinci,e vinico.J-e rigurgitano di alienati di forme alcooliche; e i:1 ma!,e fa più strage dove l'aJ,cool ingerito co•l vino trova o•rgani,smi debi– litati da .s-carsa o cattiva nutrizione. Ed anche .qui i·I danno è enormemente aocre,sciuto da,J pregiudizi 1 0 radicatissimo che H vinci sia· un alimento sostanizios•o, e sostituis,c,a utilmente a'lcuni cibi s,o,Ji,di, anche, es,sen– .zial'i. « Un pezzo di pane e un bi-cchie,re di vino,, gra– zie a Dio, non manca in casa no,stra », si- usa rip,erter:e comunemente, per dir,e che si ha tutto: il necessa,rio al.la vita. Dov•e; a, chi ben guardi, i,! « bic,chi•ere di vino >> ti,en po,sto, del companatico, essendo, questa J,a profo.nd• a, invitta ed invincibile credenza popolar-e. Da questa falsa cl'edenza derivan-0 i più dep.Jo,rati erro,ri del:J'a,limentazi,one. I -contadini sono produtto,ri· di uova, ma J,e·-esclud,ono in modo quasi, assoluto da•! lo.ro re,gime alimenibare, p-erchè le con.siderano- un cibo ·da, bocche fini e, da maJ,a,ti. I contadini al'ie-va1110 il po,JJame, ma non mettono· una gallina. in pentola BibliotecaGino Bianco se qua,lcuno di c ,a.sa non è in agonia. Latte•, in cam– pagna, aill'infuori dell'alfa. Itali,a, o non n,e. trovi, -0 è riserbato ailJ.e,famigli•e• benesta,nti: gli op,era,i e i contadini non ne, prendono se non p,er medi,camento e pr-e·via pr,es-c,rizi,one del medi,co, che talvo.J-ta non riesce a f.a,rsi o,bb-edi,re. Uova, ,<;;arnie,la.tte non entrano nell'al 1 imenta,zi,one campagnola·, p,e,rchè, nel con-cetto, dei- 'oontad:ini, i,! vino è i.J J.o-ro · surro,garto più ,e,oon,omko. Quando, aocanto al p-ezzo di pane, c'è il bic,chi,ere di vino g,eneros•o, tutto -i ·lres.to è su-p-e·rOu,o,e s,i,può las,ciare• a.i si·gnio-ri• e a gli stomachi delicati. Chi c,stirp,e-rà da1\a co-sciìen,za pop10l1a ,requies.ti. fa.I.si giud,izi ,c,he ·vi impe;1•ano· da s,e,co.J'i? La scu•ola? La ch·i,e,s,a ? Il so-cial,ismo ? La sctJ.o.Ja è ,mcora tr,oppo bambi,nia e ti,oppo, !on~ taaia dalla vita. ambi,ente, per cserci"tare un'in.fluemz,a apprezzabi,J.~•;_s,opra tut~o• è troppo chii.isa, fra le,iÌ,u~ mura, nei suo-i ovari e nei suoi programmi, p-e·rchè ne tra.pel'i quailche cosa al di fuori, neU.a vita. di tutti i gio.rni. La• chi,es,a.... oh,' 1.a chi,esa avrebbe potuto f.ar mo,l1to in Ita,lia;. avrebbe potuto acoeJ .e.ra- re sen,sibilmente J1a evoluzi,one del popolo c,a,mpagno.Jo, perchè e"Ssa è stata per sè,co,Ji la cattedra ~nica da cui si. è potuto p,aT– J.a.re e inis,egnia-re a milioni di conVadi•n:i ad'u.Jti. E lo è :mco,r,a, in. parte. Ma la chi,esa no,n si p•refiss,e. mai nè di ,combatte,re un pr,egiudizi,o, nè di. c,stiTpare. una mala abi-tudine: lasciò che il contadiname rimanesse igno,rainte e· rozz,o, schiavo dei suoi eri,o·ri h1adi·zi,o,rnaJi, immobile ne.Jle forme d,ell-a su.a e,s:i,stenza; primitiva. Al culto del vin.o J,a chi,esa•, non s.olo· non mos.s,e, ma,i un 'opposizi,on,e effi.ca ,c,e, ma in pria,tica spesso i suoi rapp,r,es,entanti· presso Je popol.a~·i,o,ni ciamp,agno,J.e lo · accredita.ro ,no· con l'esempio. Eppmr,e- un'a.zione di oo,1- tura ,e d,i ·civi,lità i preti · cattolici era.nl {), iin grad-0 di es,eroitarla in mezzo ai loro greggi, senza, pre,giu– dizio-, ma con vanrtaggio anzi d,ella salute deJ.lieanime, a cui pri,n,cip,aJmente essi di,cono di a-ttendc,re. Si iaf– ferma che la chi,e~a sfasi ,costantemen!Je rifiutata a que,st'op,er.a p·e,r av,er s ,emp.re sotto mano; un mai,e,ria,Je greggio - J.a ri:tandra um,a,na - ch'è ta111to ..più fa-cile a g,ov-erna•re è a domina,r,e. Ma, se ,c;o-sìè; la. chiesa fe.ce una sp,eculaizione sb.agliaita, p,erchè 1e mandre ora J.e sfoggon,o,, p,er s,eguiil',ealtri pastoiri,. In un sim(J,e, e,rrore rion cadde,vo lie qhi1esei 1 prote– stanti,. che coU,a.bororono sempre, oon I.a sodet.à" ci- - vile al progr,e,sso· delle moltitudini contadine, aJ _oomin– ciare dalla chi,es:a ingles•e, che ha o-ra mob-il'i,tato-tutte le sue forze pe,r J;a lotta contro, l'ako,ofrsmo. Una p,rofonda azione di rinnovame,nto dvi,!~ fra le ma,sse campa,gn-0!,e si attenderva. d.a.J.i,apro,p-ag.anda e dall'o,rganizza.zionè s•ocialista. Infondere co~cie.nza dcli.a pro,p-ria, forza e d•ei proprtdi,ri,tH a greggi urniaini fin allora di,s-pers-i e condurli daH'isolame.nto aH'a pra~ tica della, so>li<lari~tà, il sociailismo, non poteva se non applioanid,o,si! con lena indefo·ssa -a;d e•J,e,vare no,tev,ol– mente i vaJlori ind•ividuali, che· inv,ece .rimasero, tras– curatissimi. Il soci,ailismo, tranne forse a g,li aibori., non ,ebbe tutta que:J.la i,nfluenm che era lecito ripr-0- mette•rsooe sulla ·vita morale e inrteM,ettiva de-I p-role– taria.to , ess·endosi dedicato quasi esclusiv·amente a,].Ja difesa e all.'incremento dei suoi inlei,essi maiteria.ji . Se, ciò in p,a,rte èro consegue,nza dle'1la leggie de.I mi– nimo mezzo o d1eJ:J1a minor res,i,ste,nza, p,erchè il pri– mum vivere, deinde .... tutto il r,es-to è pre.oetto che si:
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