Critica Sociale - Anno XXV - n.20 - 16-31 ottobre 1915
CRITICA SOCIALE 313 derio di ridurre la Serbia sotto il proprio vassal- · laggio, ma avendo l'aria di voler interrompere la pr-eparazione di un assalto : e per far credere alla, sipcerità di qll!esto atteggiamento· di Stato che si <lifencle da una minaccia, l'Austria sfruttò appunto– il delitto di Serajevo,· il quale per altro non ebbe proprio alcuna sostanziale importanza nello svol– gersi dei fatti, se non in quanto off,ers.eall'Austria e alla Germania la scelta di un momento che parve '. ad ess-e opportuno. · I problemi nazionali e le correntiirredentistiche. Le ragioni che spingevano la Serbia a desiderare , l'an_ness-ionedi un territorio incorporato nell'Impero i austro~unga•rico costituiscono pertanto uno di quei problemi nazionali, che- sembrano dare a.I conflitto attu~lc il suo aspetto più caratteristico. Infatti, da ?gm parte d'Europa si leva la voce di popolazioni irredente le quali vogliono sottrarsi al dominio di qualche Stato e rivendicare la loro indipendenza ò ric_ongiungersi con la compagine di una nazione, dal ci11corpo sono- quasi membra disgiunte; e gli Stati entrati in guerra sembrano essersi mossi, o per aiutare questo sforzo di liberazione e congiungere a sè terre ove abitano popolazioni della stessa r.àzza o per difendere il loro dominio attuale. La Frane.i~ ha eia rivendicare contro la Germania il territoirio dell' Alsazi:a e della Lorena, l'Italia contro l'Austria il territorio d,el Trentino, ciel Friuli Orientale, ni Trieste e del suo hinterland, dell'Istria, e - secondo l'opinione di alcuni - anche della Dalmazia; de!J.e nazioni che sono state sin qui o stanno ancor.a so– spese fra l'interv,enLo e la neutralità: la Bulgaria ha da rivend,icare contro la Serbia e la Grecia il territo– rio della Macedonia, e altr,e terre contro la Rumenia; questa ha da rivendicare alla sua volta contro la Ungheria la Transilvania, e contro la Russia la Bessarabia.. E poi c'è la Polonia, sa-crificata, 120 anni addietro, a.Ila cupidigia dei tre Stati vicihi, per cui acquista oggi aspet.to di verisimiglianza il lungo so– gno di resurrezione; e mentre ques.ti probl,emi na– zionali si dibattono e costituiscono l'ideologia di questa sanguinosa carneficina, altri consimili pro– blemi si profilano, che si ritiene e si desid,em di ved,er risolti nella conclusione del conflitto attuale, perchè - se anche orrgi non ebbero potenza di al– largare il già vasto campo della contesa - non siano esca domani a nuovo incend,io: segnatamente il problema del ritorno alla Danimarca dei princi– pati dello· Schlewig e del Holstein e la indipendenza (o almeno una larga autonomia) della Finlandia. Si potrà discutere sul significato storico e sociale di questi problemi nazionali. Si potrà v,edervi la espressione d'i quella lotta di razze,· in cui una so– ciologia, assai di moda alcuni anni addietro ( e tor– nata oggi in nnor,e, più come criterio empirico di giudizio che come dottrina, più come passione che. comè opinione), volle ravvisare la trama di tutti gli avvenimenti. Si potrà inv,ece da altri tentar di spie– garli come espressi,one di un'antites:i che ha ori– gine rion naturale, ma storica, prodotta cioè da av– venimenti che, nel seno delle ·classi dominanti e sul fondamento di una distribuzione territoriale, hanno creato distinzione di gruppi, tratti dalla oon– cor,renza a lottare l'uno contro !:altro, a contende·rsi territorii, mercati, cliente1e. Qualcuno potrà per– tanto interpretare il problema nazionale come l'ideo– logia c~-e domina la storia; qualche al~ro _com.euna ~spresswne (una delle tante espress10m) d1 una div,ersa forza che g,ov.erna l'azione degli uomini in società. Da questa diversa interpretazione nase,e certo diversità d•i apprezzamento,: -ma il fatto, nella sua consistenza materiale, può dagli uni e dagli altri essere ug-ualmente affermato. ibliotecaGfno .Bianco E, come ·1a scuoi.a del materialismo storico ha r,iconosciuto, implicitamente per bocca del Marx, più esplicitamente per bocca dell'Engels, che le . id,e·ologie., scaturenti pur dal cozzo- d'elLe forze ma– teriali. che governano 0 .)l mondo, div,engono esse stesse fatto,ri e moventi dei fatti sociali, così è ov– vio ché non contrasta anche con la più rigida orto– dossia socialista il riconoscimento teorico e pratico dell'importanza d:ei problemi nazionali. È probabile che l'aspirazione ideale a ricongiungersi a p,opo-la– zioni che parla·no la stessa lingua e hanno coscienza di una stessa origine non avr,ebhe spinto le classi dirig,enti deUa Serbia ad alimentar.e in Bosnia ed in Erzegovina le tendenze irredentistiche antiaustriache, se non ci ·foss:ero, state altre forti ragioni di dis– sidio conko l'Austria, per il vassallaggi-o e•conomico in cui questa voleva mantenere la Serbia e per le sue mire a sottomett.erla anche politicamente, con l'intento di poter rip1,endere la marcia verso l'Egeo; ma si può anche ritenere fuori di dubbio- che, ad un certo momento,, questa ideologia nazionale accentuò • nell'animo dei Serbi la coscienza dell'antagonismo contro l'Austria e - per un proe,es-so complesso e lungo di azioni e di reazioni - div,enne un fatto.re operoso, efficae,e, decisivo di quello stato d·'anirno che condusse allo scoppio del conflitto- austro-serbo. Similmente, se la Francia non avesse sentito, dalla continua ,es,p.ansione delle forze e deUe attività ger– maniche, minacciata l'integrità del suo dominio cofo– niaie, la sicurezza dei suoi confini, l'autonomia di tutta la sua vita interna; se non avesse sentito che i miliardi dei suoi Istituti di credito e delle sue E.anche private tenevano continuamente deste le cu– pidigie della Germania bisognosa di capitali p-er la vita delle industrie ,create con Io sforzo di un'attività certamente meravigliosa, ma artificiosamente svilup– pata, sotto il pungolo dell'orgoglio ,e sotto la ferula della disciplina stata-le, oltre i limiti normali; se in Germanià non si fossero acuite le -ostilità contro la Francia perchè questa aveva, sin dal 1891, infranto il sogno, che quella av,eva nutrito, di ridurre in un suo· immenso feudo economico l'infinita vastità d:ei territori russi e aveva poi, nel 1904, sia pure nell'in– teress,e proprio-, recondato, con un accordo formale e preciso, Lapolitica, cli Edoardo VII, tendente all'iso– lamento de!La Germania in Europa: se tutto questo non· fos,se avvenuto, è probabile che anche !.a ferita · aperta nel cuore della Francia con l'annessione d,el- 1'Alsazia e d'e:llaLorena, avr-ebbe avuto tempo, in più che 40 anni, d'i rima,rginarsi, e cioè avrebbe-ro p,otuto ricostituirsi rapporti cordiali tra Francia e Germa– ni.a, instaurarsi in Alsazia e Lorena una politica non sospettosa e non violenta (che av,r,ebbe .avuto l'ef– fetto di una graduale assimilazione di quei popoli, in cui, del resto, l'elemento germanico indig,eno è, anche numeriéamente, assai considerevo,l,e) e spe– gnersi quindi le aspirazioni irr,edentistiche. Ma è anche d'altra parte fuor di dubbio che questa ferita all◊'ra aperta, cui i fatti posteriori impedirono di chiuders,i, fu lo spettacolo- alla ,cui vista l'animo f.ran– cese continuò ad accendersi di avversione contro la Germania, la quale sentì infatti, e dichiarò con la voce assai auto,revoI.e del von Bulow, che la que– stione dell'Alsazia e Lorena era impedimento insu– perabile ad una vera e sincera riconciliazione fra l'Impero germanico e !.a Francia; ,e la vio1enza con-· tinua usata dalla Germania contro le due p,rovincie, esplicatasi in mille forme, fino alle leggi eccezio•nali del 1913, fino ai famosissimi ,episodii di Saverne d,el novembre e dicembre di quell'anno, valse a dare espnessione ideale alla ostilità della F-ran:ci,acontro la Germania, e .accese lo spirito cavalleresco <liqueUa nazione, oome nota giustamente il Rignano, impo– nendole come dovere il còmpito cli liberare un giorno dall'altrui oppressione i propri compatrioti.
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