Critica Sociale - XXV - n. 18 - 16-30 settembre 1915
CRITICA SOCIALE 281 LAGUERRA ALLA IllSOGGUPAZIONE Il compito delle Provincie e dei Comuni. II. L'ASSICURAZIONE CONTRO LADISOCCUPAZIONE. • Oonside1•a1;ioni genm•ali. Dopo il Collocamento, il mezzo più efficace per ri– mediare in qualche modo ai tristi effetti della disoc– cupazione involontaria fra la classe operaia, è l'As– sicurazione. Ma - ed è bene precisarlo subito - nè all'uno nè all'altra è lecito chiedere più di quel che possono dare. Essi costituiscono dei lenitivi ben più che dei rimedii radicali. Il Collocamento, tutt'al più, se bene organizzato, potrà toglier via quella parte di disoccupazione - talvolta non lieve - che derivi dalla irregolare di– stribuzione della mano d'opera e' dall'ignoranza delle cond'izioni reali del mercato del lavoro. Ma suppor– re, ad esempio, che il Collocamento; per quanto esteso e coordinato, possa i,iungere ad eliminare le cause del fenomeno, sarebbe altrettanto allegro quanto credere che basti provvedersi dell'ombrello pe.r impedire che piova; e chi nell'assicurazione con– tro la disoccupazione vedesse qualcosa più di un tenue sussidio, tanto per sbarcare il lunario, al ri– stretto numero degli operai delle categorie che me– glio si prestano ad essere assicurate, rasenterebbe la dabbenaggine di quel viaggiatore marittimo il quale, al capitano che si meravigliava della' sua Totale Rimpatriati ohe Regioni Emigranti non trovarono rimpatriati occupazione Piemonte. 66.576 81848 Liguria 6.918 3.836 Lombardia ' 80.560 58.915 Veneto: 162.361 99.228 Emilia . 35.444 21.254 Toscana ... 30.941 15.689 Marche 18.222 11686 Umbria 12.611 5.555 Roma 2.146 767 Abruzzi e Molise . 12.752 4.999 Campania 8.394 5.008 Puglia. 7.474 4.923 Basilicata 585 115 Calabria 7.222 4.907 Sicilia . 20.013 10.311 Sardegna. 7.771 6.546 Regno .. 470.866 280.612 A.Ha· chiusura degli sbocchi alla nostra ~migrazio– ne continentale, altre cause tuttavia si aggiunsero per aggravare la disoccupazione all'interno: l'arre– sto del movimento dei forestieri; la crisi economica generai-e sovrappostasi a quella che da sette anni ci affliggeva; l'assorbimento - dovuto alla prepara– lione militare - di tanta parte della nostra ricchezza nazionale, che avrebbe potuto altrimenti trasformarsi in capitale-salar! e rivolgersi a domanda di lavoro attraverso impieghi socialmente produttivi. . Per curare il male alle radici, togliendo la causa principalissima della disoccupazione nostrana, oc– correrebbe una larga e illuminata politica di lavoro da parte dello Stato e degli Enti locali, p,er riscat– tare all'agricoltura gli ettari di terreno - oltre un milione e mezzo - coperti dalle acque stagnanti o comunque bonificabili; per aprire le strade d'ogni genere che un po' ovunque ci mancano; per dare ai BibliotecaGino Bianco eroica imperturbabilità dinanzi all'im_minente nau– fraaio, rispondeva: « ma io sono assicurato!» con la beata convinzione che la sua polizza avesse la possanza taumaturgica di p1eservarlo da~ gorghi. Ben altro ci vuole per la -cura profilattica del· fla~ gello. · · La disoccupazione, che costituisce, secondo l'A– ;;inelli, « la maggiore accusa che le classi diseredate, possono muovere alla nostra società e alla nostra civiltà economica» (1) è il problema dei problemi sociali. Risolverlo vorrebbe dire - soltanto --,- ... ri– solvere la questione sociale. · A questo riguardo, tutti i competenti in materia sono concordi nel ritenere che, se la disoccupazione, ne' suoi diversi aspetti, può avere molte e svariate cause - ad esempio: le variazioni ·nelle condizioni di produzione o nella domanda di prodotti; l'aumento naturale di popolazione o quello dovuto all'urbani– smo; i progressi tecnici o l'ordinamento più razio– nale della produzione - essa è dovuta essenzial– mente, nella sua forma più grave e preoccupante, allo squilibrio che esiste fra ricchezza e popolazione. E ciò specialmente per il nostro paese. Da tale squilibrio, sensibilissimo da noi (2), sorge e si a,limenta il fenomeno della disoccupazione, giunto - dallo scoppi'o d,ella conflagrazione euro– pea ad oggi, e nonostante la mobilitazione·_ allo stadio più acuto per un complesso di cause, fra le quali notevolissima la chiusura degli sbocchi alla nostra emigrazione temporanea nel centro d'Europa. La portata di questo coefficiente è illustrata dal se– guente prospetto che ci enumera gli emigranti rim– patriati dal 1 ° agosto al 15 settembre 1914, e i ri– masti fra essi disoccupati, secondo i dati raccolti dall'Ufficio del Lavoro alla vigilia della guerra:. Popolazione Emigrazione nel 1913 secondo l'ultimo Emlgrl\tl Emigrati Emigrati censimento In Europa Transoceanici In totale 8.501.280 43.524 85.099 78.623 1.196.786 2.814 6.614 9.428 4.908.494 64.884 22749 87.133 3.734.341 98.455 25398 123.853 2.740.316 28.346 10.788 :}9.134 2.736.344 26.270 19.329 45.599 1.145.005 10.776 21.2\!3 32.069 712.778 12.169 5.382 17.851 1.306.514 1.661 24301 25.912 1.575.084 5.621 56.417 62.038 3.425.010 4,554 74.079 78.633 2.171.504 3.657 88.180 41.837 485.911 429 15.724 16.153 1.525.765 780 55.130 55.910 3.811.755 4.181 141.880 146.061 868.181 5.071 7.203 12.274 35,845.048 312992 559.566 872.558 grandi servizi nazionali dei trasporti e delle comu– nicazioJ1i una sistemazione adeguata ai bisogni at- (1) AGNELLIA.: It p,·oblema economico della dlsoccupaz1011eope,·a'!a. (2) SI meditino le seguenti cllre, addotte In argomento dall'on. ll!Ao– GIORINOFERRARIS (Nuova ÀltlOIOgla, 1° febbraio 1914): AbLta1,ti pe1· chUomet1·0 quad1·ato Belgio •.. Olanda .. ·.. Gran Bretagna Italia .... Germania. . . Svizzera . . . . Austria Ungheria. 254 Francia . . . 182 Danimarca . . lH Spagna . - . 121 Russia Europea 120 Svezia . . . . 91 Norvegia . . . 76 Ammontal'e del titoli mobl!larL in miliardi H 69 40 25 12 7 Gran Bretagna . Francia . . . Germania ... Russia. . . . . . Austria Ungheria. . Italia ..... miliardi 150 116 115 lire per abitante 8330 85 26 18 2875 1690 261 510 514
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