Critica Sociale - XXV - n. 18 - 16-30 settembre 1915
276 CRITICA SOCIALE di un considerevole r·evfrement degli spiriti in Ger– mania; e ci sembra che, da questo punto di vista, esso sia abbastanza sintomatico. È innegabile che le aspira– zioni tedesche, quali risultano da quel documento, sono ben più modeste di quelle indicate appena due mesi or sono dal capo dei conservatori tedeschi, in un suo di– scorso, e dal loquace re di Baviera in due successivi sermoni, i quali nel luglio scorso furono molto com– mentati. E - qui è l'importante - le pretese tedesche diventano tanto più modeste, quanto più rilevanti di– ventano i successi militari della Germania e dell'Austria. Alcuni giorni or sono, l'organo dei giovani liberali •tedeschi - la National Zeitung - ha pubblicato un articolo, la cui sintomatica importanza ·risulta sottoli– neata dal fatto che il giornale predetto fu, sino a qual– che mese fa, come voce ed espressione della grande industria tedesca, fra i più baldanzosi annessionisti; e dalle irose risposte, che quell'articolo ha suscitàto nella, Frankfil?-tei· Zeitung. · La National Zeitung, dunque, dopo avere prospettato realisticamente la situazione militare attuale della Td– plice tedesco-austro-turca, traendone assai sobrii mo– tivi di allegrezza, avvertiva che gl'impressionanti pro– gressi delle·falangi tedesche in Russia hanno nel mondo questo curioso e non indifferente contraccolp'o: insi– nuano in tutti i paesi, nemici e neutrali, un senso di ostile inquietudine, insieme al timore riverenziale, per la potenza germanica. Isolarsi nel ferro e nel fuoco - argomentava il giornale berlinese -- come Nerone nella leggendaria sua torre, può essere, finchè la guerra dura, necessario e fatale espediente, atto a tenere in rispetto il • nemico e a sventarne i piani di sopraffazione. Ma dedurre da questa nostra possente energia militare un concetto di esistenza anche per la Germania di domani, dopo la guerra, nell'Europa e nel mondo, sarebbe una follia infausta per la stessa sicurezza della patria. Sopraffare con la forza, concludeva la National Zei– tung, ~ possibile; difendersi con l'anergia è necessario; ma l'esperienza storica prova ·che gli Stati, i quali con– fidarono ai loro sogui di egemonia politica e militare, in Europa, gli elementi della grandezza nazionale, si prepararono, con queste cieche ambizioni, memorabili · catastrofi. E se a questo destino non sfuggì Napoleone un secolo fa, è ancor meno probabile che vi sì possano sottrarre l'Inghilterra o la Germania, oggi, quando il senso delle autonomie nazionali si è reso più intenso e più diffuso. Domandiamo, nei preludii di pace, qu:anto è legittimo per gli enormi sacrifièi da noi subìtì fin qui, quanto è strettamente necessario per la nostra sicurezza · in Europa; ma "evitiamo di tagliarci la mano con la spada,,, pretendendo di gettarla nella bilancia della pace. La Frankfurter Zeitung ha giudicato questo articolo un " atto di diserzione ,, dalla c.ompagine morale della Germania; ma non vi è alcun dubbio che l'organo dei banchieri israeliti ha nn sègnito sempre più smilzo, e che, ormai, in Germania, vanno diventando sempre più modesti gli schemi dell'annessionismo. Vi sono, per questo fatto, spiegazioni di carattere militare, interes– santi. In questi giorni scorsi, contemporaneamente, sono · apparse, ìn un giornale danese e in alcuni giornali sviz– zeri, notoriamente tedescofili, delle indiscrezioni - che hanno una visibile impronta di autenticità - sui pro– positi dello Stato Maggiore tedesco circa la utilizzazione iQ:J.mediatadelle sue vittorie in Russia. Mentre sembrava che la Germania aspirasse a marciare su Pietrogrado, su Mosca e su Kiew, per schiacciare definitivamente Biblio.-ecaGino Bianco ·' . l'esercito russo assottigliato e disorganizzato, ora ì gior– nali suindicati lasciano intendere che von Hindenburg si proponga di trincerare durante l'inverno le sue milizie nelPespugnato triangolo fortificato fra il Niemen e il Bug, dal Baltico ai Carpazi, " per far maturare - di– cono quei giornali - durante'· l'inverno l'opportunità della pace ,,. Si rinunzia, insomma, all'ambizioso disegno napoleonico della penetrazione offensiva nel cuore della Russia e si pensa di consolidare la impotenza militare di essa, trasferendo anche ad Oriente la logorante guerra di trincea, nella quale i belligeranti si intisichiscono sul fronte occidentale. Cosi, la famosa "risoluzione ,, verrebbe - verso la pace - precisamente 'dalla costi– tuita e constatata impossibilità .... di averla! Comunque, è evidente che persino fra le ispirazioni tattiche dello Stato Maggiore tedesco si è, a poco, a poco, inclusa questa preoccupazione d'ordine nett.amente politico: creare una situazi'one militare, la quale mett,a la Germania al coperto dal minacciato suo schiaccia– mento, debilitando i suoi avversari tutti insieme; dopo averne pressochè disarmato il più forte. È un modo di far la guerra .... per ·1a pace! *** Naturalmente, se la Germania comincia a civettare con la colomba ed a coltivare il ramoscello di ulivo, ciò non le accade per un improvviso accesso di sentimen– talità. Si può ritenere vero che la Germania, senza es– sere logorata, abbia essa stessa Ja sensazione di essere pervenuta all'acme della sua vigoria mili.tare: una vetta eccelsa, raggiunta con uno sforzo enorme ed estenuante, al quale deve seguire fatal.mente le depressione. Gio– varsi al più presto dei risultati immediati del suo sforzo, - e ancor prima che questo mostri la corda - ecco l'attuale aspirazione della Germania, ed ecco, eviden– temente, la spiegazione più ovvia del suo non inope- roso zelo improvviso per la pace. · Ma la plausibilità di ques~a spiegazione nulla toglie e molto aggiunge alla consistenza del nostro assunto : che, cioè, l'orizzonte della pacificazione è ora assai menò buio. di due o tre mesi fa e che in esso già cominciano alcune prime luci a proiettare un po' di chiarore. D'altra parte, non è meno interessante rilevare quale accoglienza hanno avuto presso .la Quadruplice le avances pacifiste della Germania. Vi era un pericolo : ed era rappresentato dalla probabilità che, in Francia, in R·u.ssia, in Inghilterra e in Italia, quelle avances fos– sero· considerate•' esclusivamente confessioni di debo– lezza, incoraggiando i propositi dello " schiacciamento ,, teutone. Ma, anche dove il buon senso divide ancora il suo dominio con l'ebbrezza non completamente smal– tita, non si coltivano più idee facilone sullo schiaccia– mento della Germania. ' Dalla Russia il presidente della. Duma ha rispcisto che il suo paese non firmerà la pace " fino a quando .l'ultimo pollice di territorio russo sarà occupato dai Tedeschi ,,. Questa dichiarazione è apparsa, ed è, vi– bran.te di fierezza; ma in essa non vi è alcun sentore dell'antico proposito di ".schiacciare ,, la Germania. In Francia (ormai questo stato d'animo non è più ùn segreto per nessuno) la prospettiva di una "pace ono– revole ,,, la quale reintegri la Repubblica in tutto il sùo terrìtòrio e migliori la frontiera alsaziana, ha gua– dagnato molti consensi ed ha trovato in Clemenceau un assertore esplicito .ed efficace, tanto più efficace in quanto, in Francia, è -ormai voce comune che egli " là- vori ,, di accordo con Bt:iand. • Naturalmente, non è qui il caso di parlare dell'Italia: ....
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