Critica Sociale - XXV - n. 18 - 16-30 settembre 1915

282 CRITICA SÒCIALE tuaii e avvenire dei traffici; per provvedere i nostri porti di scali più ampi e di fondali sufficienti; per sistemare le nostre montagne, eseguendo la legge 1910 sui « bacini montani», affinchè - con l,e loro « acque selvagge » che, imbrigliate, potrebbero dare tanto « carbon bianco » alle industrie - non pesino invece, come eterna mina,ccia, su le culture e l,e stra– de a valle. · Ma, siccome, ai tempi che corrono, sarebbe sem– plicemente follia sp,erar tanto, così vieppiù urge che i poteri pubblici centrali e locali provvedano ai ri– medi eurativi della disoccupazione, quali appunto - oltre il Collocamento di cui si è già detto - i sussidi alle Casse locali per l'assicurazione. E si badi bene: questa è non solo un'opera di il– luminata giustizia, ma di utile prevenzione e di di– fesa sociale. La società, che impedisce al salariato senza la– voro - come osservava il. Georges (1) - il libero accesso alle forze e alle sostanze della natura, le quali, se non fossero ipotecate dal diritto privato di proprietà, gli consentirebbero di sfamare sè e i suoi, deve almeno cer,care di procurargli ciò che non mancò nè allo schiavo nè al servo della gleba, nelle economie che precedettero la capitalistica:. il mi– nimo indispensabile per vivere nel periodo in cui, essendo senza lavoro, . non se lo può pro.curare. · Bene inteso che a tale opera di previdenza deve contribuire anche il lavoratore pensando, nei giorni in cui lavora, a quelli in cui dovrà restare forzata– mente inerte, e dimostrando, ogni volta che richieda l'aiuto sociale per mancanza di lavoro, che la sua disoccupazione è « innocente», cioè involontaria. Ecco un.a delle ragioni principali per cui l'Assicu– razione contro la disoccupazione presuppone l'Uffi– cio di Collocamento : esso solo può fornire con pre– cisione questa « nota caratteristica>> del disoccupato. In tali condizioni - quando cioè trattisi di gente non dedita all'ozio - la società, sussidiando la dis– occupazione assicurata, fa anche l'interesse gene– rale. Si pensi infatti a quel che avviene, nei riguardi dell'economia generale, quando vi è disoccupazione, cioè quai)do « esiste sul mercato una certa quantità di lavoro puro che non trova in quel momento una conveniente forma d'impiego >>. Il danno individuale di ciascuno dei disoccupati, moltiplicato per il loro numero, si trasforma in dan– no sociale, poichè, in definitiva, tocca alla s,ocietà, in un modo o nell'altro, provvedere alla soddisfa– zio,i1e d,ei loro bisogni. E non solo l'intero capitale cli sussistenza consu– mato dai disoccupati diventa una perdita secca per la soci-età - che magari è costretta ad aumentare, oltre le spese per la beneficenza pubblica, quelle per la pubblica sicurezza - ma l'assioma econo– mico, secondo il quale la popolazione è ricchezza, si capovolge, e i senza-lavoro, non potendo produr– re ricchezza, divengono in soprappiù fomite di ag– gravi e cli preoccupazioni. (Continua). Grno BAGLIONJ. (1) Progress and po1,e,·t11; trad. Bibllot. Econ. serie III, voi. 9, pag. 470. Il Programma Socialista Principì fondamentali del socialismo. Edizione rifatta ed accresciuta da· una nuova prefa– zione dell'autore. SOMMARIO: I. La rovina della piccola azienda. - II. Il proletariato. - III. La classe capitalistica. - IV. LfJ Stato futuro. - V. La lotta di classe. - Volume di 400 pagine, L. 3. BibliotecaGino Bianco , L'IDEALISMO FILOSOFICO CONTEMPO II. . Il programma di oltrepassare idealisticamente il positivismo, concil.iando ·le sci,enz-e naturali colle scienze dei valori, il mondo fisico, col mondo d•ella storia, è comune a quasi tutti i pensatori d'oggi. Se– nonchè, anche in filosofia, più dei programmi e, deHe promè-sse, vale il metodo. È spedalmente nel metodo che si trovano, i tratti differenziali tra le varie cor– renti e i vari indirizzi speculativi. Ora, il metodo adot– tato .dall'Aliotta (1) per giungere ad un aéèordo, delle verità parziali, contenute nel positivismo e nell'idea– lismo assoluto, ·è quello propugnato da diversi ànni · dalla Cultura Filosofica, una Rivista che si stampa a Firenz-e sotto la direzione del prof. De Sarlo, e che si propone di mettere- in contatto i più importanti problemi della metafisica coi risultati ultimi delle scienze sperimentali. La metafisi,ca, esclama ·il De Sarlo, è più viva che mai. La metafisica (che è poi la filosofia) non è nè un dupli-cato, nè un sostitutivo della scienza empirica; suo còmpito• essenziale è· di determinare, con la m.aggio,r pre•cisione possibile, quel complemento d,ell'esperienz.a, che ci è imposto s,enz.a equivoco dalle esigenze razionali. Solo in virtù di t,ali ,esigenze è possibile oltrepassare la sfera della cognizione empifi.ca, distinguendo tra apparenza e realtà e,· insieme, concepire il soprasensibile nei suoi tratti essenziali (2). La scuola fio,rentina, alla quale evid,entemente s'è formata e perfezionata l,a struttura mentale dell'Aliot– ta, nel mentre ,combatte il positivismo nelle varie forme (fenomenismo, einpirio-criticismo, immanenti– smo, ecc.) prodama del pari inf.econdo l'idealismo assoluto, di certi neo-heg,eliani, i' quali giocano su questo curioso sofisma: << la natura, p-er essere co– nosciuta, deve esser,e ,pensata; dunque essa non esiste se non come pensi-ero» .. Metodo davvero spi,cciativo per eliminare con grande disinvoltura tutti gli ~nimmi dell'universo! · No, non è possibile negare la realtà dell'oggetto fuori deWatto conoscitivo umano, ridmre tutta la r,ealtà al so.Jopensiero, commettendo, in senso inverso, lo stesso errore, dei materialisti, 'i quali riducono la realtà ialla sola materia. Il mondo- fisico e il . mondo della cos.cienw 'devono essere, tenuti distinti; pe,r quan– to occorra, nello stesso tempo, non dimenticare il pro– fondo· legame che li unisce e che ci fa comprendere come la natura trovi il suo compimento ne-cessario· e la su.a rivelazione adeguata nel mondo. dello spirito. Co,sì, in cotesta distinzi-0ne, ,che non è separazione, ma ·unità teleologica (finalisti.ca ) <l"l mondo esterno ,col mondo interno, la scienza ci appare sotto una nuova luce; essa non può lim.itarsi alle soLe scienz,e naturali e sociologi,che, ma deve, pur,e comrprend,ere quelle psicologiche, la sèienza dei valori etici ed estetici; la logica e la gnoseologia (che determinano il criterio di v,erità e gli- organi della ,conoscenza), tutto quanto, insomma, è ne.cessar-io per assurger~ dalla mera esperienza sensoriale ad una vera cogni– zione fi•losoficadella realtà. Su queste basi ,e ,con tali presupposti, si· è messo a filosofare- l'Aliotta. Dotato di solida preparazione, (!) Pro!. ANTONIOALIOTTA: La reazione ideaUstica .contro la scienza. (Palermo, 1912). !2) Vedi auitura ftlosottca del 1912, pag. 457.

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