Critica Sociale - XXV - n. 17 - 1-15 settembre 1915
270 CRITICA SOCIALE • i'IDEALISMO FIL SOFICO CONTEMPORA~EO (l) I. Sull'ide,alismo- contempo:r,aneo, vasto complesso pro– teiforme movimento di pensiero speculativo, che in ogni P_aese civile ha eloquenti asserto,ri e che si rial– laccia alla g:r,and,e tradizione filosoifi,ca (ciò conviene iaffe-rm.are con,tro coloro che lo chiama.no· una moda o una posa), furono pubbli·cate in questi ultimi anni due opere di autori italiani, le· quali meritano. di essere segnalate a quelli fra i nostri letto-ri che de– sider,ano orientarsi un poco nella selva aspmi- e sel– vaggia della filosof1a d'oggi (2). C'è un pr~giud-izio assai diffuso an,che t:r,a le persone colte, il pregiudi– zio, cioè, che la filosofia sia un inutile perditempo, una specie di caccia ,ai passerotti ne-I mondo delle nuvole, una vana esercit,azione dello spirito, senza aJ.cun contatto colla solida e compatta realtà.. Noi, invece, assieme ad uno dei più brillanti· e suggest,ivi maestri de1 11~.o-idEljl,lis':110: 1 !I. J osiah Royce, J?~nsif'.71? ehe i probi-emi tìloso.fic1 si.ano an,che problemi pratici, in quanto la conoscenza teoretica e• l'azione (la. vo– lontà) sono in,tìm.amente oongiunte. È ?olo per ragione d1 metodo ohe dobbiamo distinguerè i-I conoscere qal– l'agire; in effetto, non si conos.ce senza agire (voleJ1e), e non si agisce senza conoscere. Filoso.fiia. teoJ1etioa e filosofià pratica f.anno tutt'uno .. L'etica di tutti i pensatoTi sistemati.ci e coerenti non può es~re che un aspetto della. l-0ro gno.s,eoI1gia, e viceversa., Non si pe,cca di eccessivo intelhe_ttualismo asserendo che le nostre· preòccupazioni pratiche· - mag,ari senza che ce ne avvedi.amo .;_ si modific,ano e si. colo-rano assai div•ersamente a se-cond,a del punto di, vist,a teo– re·tico dal quale d poniamo a considerarle•. L'uomo non è soltanto, come dieevia Aristotele•, un « animale politieo )); è anche un .animale ((metafisfoo >>. Non si vive di solo pane. Ogni ess-ere p,ensante è, a modo suo, un metafisico. È assurdo, quindi, condannare in blocco, a p•riori, la metafisica; piuttosto, con.viène vederè a quale meta.fisica si deve dare· la p,ref.eren:w. /'* La Filosofia contemporanea del De Ruggero sgorga direttamente daL neo-hegelianismo di Benedetto Croce e, speciaJmente, dall'idealismo attualistico di· Giovanni Gentile. Per il prof. Gentile e per il De Ruggero, i'unioa e suprema realtà, la vera concretezza, co,nsi– ste nell'alto del pensiero umano, ehe suptra conti– nuamente se stesso. L'essere non è altro che il pen– sare.· La diale,ttica d,el pensare è la dial(')ttica .dell'es– sere, e il ri,tm-0 dialettico del p-ensi,ero consiste ap– punto nel converti-rsi del pensiero im, pensato, del– l'atto in, fatto, p,er risorgere poi eternamente• da se medesimo. Il secolare dissidio tra l'essere e il cono– scere, tra lo spirito e la natura (la, cosidetta · materia); è compcrsto in un.a « immanenza )) assoluta, esclu- (lJ Non Indispensabile, ma neanche del tutto superfluo, rlcordaro - a proposito di questo notevole articolo dell'amico Marchloll, e degli altri ohe lo seguiranno - che la Critica Sociale è Rivista di di– scussioni e di Informazioni, In politica e In soolallsmo, ma più an– cora In lllosofla; che perciò molte delle Idee che qui si esprimono - ad esempio, I giudizi così arditamente trinciati sul tramonto della scuola positivista e del suol maggiori maestri - rimangono all'atto personali ano scrittore e al suol compagni di fede fllosoflca. (La c,·mca Soctale). (2) GUIDODE RUGGEll.O: La f!toso/ìa contemporanea (Bari, 1912); Prof. ANTONIOA.LIOTTA: La reazione idealistica co111t·ola scienza (Palermo, 1912). BibliotecaGino Bianco dente ogni, dualismo, ogni rive1aziqne .divina, ogni anticipazione del pensiero sul_ mondo o de-t mondo sul pensiero. Secondo tale idealismo assoluto, all'in– fuori della attualità del pensiero umano ~on c'è asso– lutamente nulla, nè l'a materia, nè la natura, nè Dio. Conquistata eotesta posizione (p,er comprendere ap– piepo !1a qua!,e oocorrere-bbe fare ,una digressione verso l'idealismo subiettivo di Kant ,e la. sua immor– tale scoperta d-ell.a sintesi a priori, :._ il che ci por– terebbe troppo lungi -), il D~ Ruggero passa criti– camente in rassegna i prin,oi.paH ind'irizzi speculia.tivi odierni: l'empirio--criticismo, I.a filoso.fia dei valori, il neo-kantismo-, il contingentismo di Boutroux, l'in– tui-zionismo di Bergson, la filosofia dell'azione d•el Bionde-I, il sindacalismo soreliano, il modernismo, il pramm.atismo, il neo-hegeli!:lmo aI!_g!o-american-0, la filosofia de.llo spirito di B. Croce, eoc., ecc. È una rassegna rapi{ia· e serrata, cl)e-, però, per uno storico della filosofi.a, ha il grave difetto di essere spesso tendenziosa e sofistica. Molti scrittori sono ritratti con fat¼,7;ze· ta,Ii, d~ renderli addirittu~ i'tric9no- ' SQibili a,.chi li conosce un po' davvicino. L'autore, che è indubbi?-mente un giovane d'ingegno-, giura ancora troppo ne-I ve-rbo de.J maestro, e çrede di poss-edere davvero !,a chi~ve· ohe apre tutti i s•egreti. Pe,rciò, giudica e manda, spessro con un.a su_ffisance degna· di un.o scolastico e di un' dommatico della più bell'ac– qu.a. Ah, come si capisce· che ha bevuto a larghi sorsi alla fo:nte de,JJ,a Critiça di Croce e Gentile! Co– storo, ogni due mesi, si scagli.ano contro que.Jli che credono di aver detto in filosofia ·ru)tima parola; ma poi, implicitamente, voglion far credere agli altri che la parola definitiva spetti proprio a loro .... Fra tutte le critiche de-I De. Ruggero, ci- sembrano ben fondate quelle che s,i_appuntano contro il posjti– vismo, il naturalismo, il, materialismo, - filosofie antistoriche per e,ccellenza, e ché si possono ritenere decisamente ·sorpassate, anehe sen,za mettersi dall'an– golo visuale dell'ide·alismo ass~luto. Il De R1:1gge-ro aggr,edisce, con, .bell'impeto il positivismo e il natura– lismo,. in tutte le loro forme e fogge: Oomte, Mili, Spencer, Ardigò, sonO: gettati a terra dai piedestalli loro eT•etti negli ultimi decennii del secolo sco:rso. La divisione comti.ana dei tre st,adi (il teologi,ço, il meta– fisico,. il positivo) non è che una vuota gen,eralizza– zione; la classifi.cazi-0ne delle scienze n,on è che un.a sistemazione provyisoria, dissimulante l'jntimo cli~gre– g,amento d~lla ricerca scientifica;_ J,à Sociologia non ha che uno splendore posticcio, quello di un. sem– plice riflesso della luce delle· scienze 'naturali. Per la Logica dello Stuart. MiU, il pensiero è fatto bruto, che si attaglia a un meccanismo estrinseco, ,a una forma schematica che lo domina, ma non lo eom– pe-netra. Tutto si risolve empi,ricamente nena sensa– zione e nèl'l'aggruppamento• delle sensazioni, che stanno lì come ombre, comparendo e scomparendo non si sa come, indipendentemente da ogni coseienza. L'errore empiristico si aggrava collo Spencer, il quale assume arbitrariamente due concetti generalis– simi, forza e materia; escogita un ritmo di tali due concetti, e l'applica poi in tutti i campi del sapere, ·dall'astronomia alla psìoologia, dalla fisica aUa socia– logia. Dovunque, la realtà c_ompie tin lavoro di Sisifo di fare e disfare; ogni finalità è bandita dal processo di integ:r,azione e .di disintegrazione; la .vita della coscienzà, quella dell'umanità, n-0n intaocano in nulla di essenziale la pretesa legge; .anzi, si risolvono an– ch'esse in tin semplice momento der suo ciclo: nel
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