Critica Sociale - Anno XXV - n. 16 - 16-31 agosto 1915
·CRITICASOCIALE 247 « giudizio, in quanto non abbi.amo da soppo-rtare I.a « più picoola parte di responsabilità degli avv-enimenti « medesimi, senti.amo- il do-vere di dichiarare che, se « questa guerra è fatta n-0n soltanto per lo scopo - « del L'eSto legittimo - di completare I.a nostro unità « naziona'8e, m.a altresì per lo scopo di assicurare 1a « vit.lOO'ia lle armi che com.battono per la libertà, per « l'uguaglianza, per l'autonomia dei popoti, questa è « la più giusta guerra- che la storia r-egistri, e. verso « essa compiremo tutti i nostri doveri, si,curi di com– « piere il primo dei doveri vers-0 noi stessi .... ». Come è picco.i.a, o compagni, di fronte a questo punto di vista, k1· questi-on,e, se noi dobbiamo parte– cipare - o no - ai Comitati di preparazione civile! Io vorrei che fosse detto che i soc-i.ahsti d'Italia, pur non .avendo. osato - neanche in questo momento su– premo - st.accarsi dalla loro. concezione fon~fo.men– tale che gl'interessi dei 1-avoratori in ogni frangente devono esser fatti val,ere dai lavoratori medesimi senza" confusion,jstiche impulsività e senza ibridi connubii, nel tempo stesso rièonobbero lealmente che le classi dirigenti non tradirono nessun loro dovere, nè verso la patria, nè verso le classi lavoratrici, andando co– raggiosamente incontro ad una gue-rra impo-sta bru– talmente all'Europa da un pugno di uomini lividi dalla sete di dominio, e non esitarono a diffondere fra i lavoratori tale stat-0 d'animo pe-r cui il sa,cri.fìcio - . che nella. maggior parte venne a pesare .sui ·J.avo~atori -- fosse volilo il più possibile a loro profitto. Solo a quest-0 patto - compagni deU'Avanti! - ri– .m ,arra.no meritorii gli s,f.o,rzivostri tendenti a conser– vare il più possibilmente intatta la fisonomia politic.a del proletariato quale organizzazione di clas&e; &ofo se avrete it coraggio di questa sincerità. voi rend,i– r-ete, con la vostra lattica intransigente, segna1ati ser– vigi ,alle cfo.ssi lavoratrici. Se - per contro - voi sopportate questo momento di angoc;.ci-0sa transizione con la sol,a forza persuasiva data dal regime marziale e ogni vostro atteggiamento ideale improntate al p,re– concctlo che questa è un.a guerra ingiusta al pari di tulle le altre, un colpo d'avventura della borghesi.a, un macel-lto senza idealità da rinneg,are e da t-Or.nare– a vituperare n-0n appena le ripristinate garanzi,e c0;sti– luzionali lo consentano, vo-i all-ora. compirete il di– soredit-0 della causa proletar-ia e la rovina di ogni suo ascendente politieo - almeno per qualche genera– zione. Rovino morale - bene inteso. Giacchè non escludo che sia per riuscire agev-0le di sfr.uttare a scopi elettorali i-1· sordo rancore delle moltitudini ver&o· la guerra; m,a afTe-rmoreciwmente che - fino a quUJn– d,o le ragioni ideali che portarono tutti i popoli ad unirsi nella lotta per la comune difesa rimang-ono intatto - sarà oontr,ario aHa v-erità e alla· giustizia l'asserire che l'opposizione alla. guerra risponda a q-uallsiasi idealità civile; e ogni sfruttamento che col gretto- caleo,lo elettorale si facesse del risentimento del proletariato verso 'la guerra sar-ebbe contrario- a tutti gl'imperativi della più elementar.e, onestà politi-ca. Laddove - il pensiero è di Jaurès ed è stat-0 l'Avanti! ,'l ripr-esentarlo alla rn>stra mente - la causa del pro– letariato non si alimenta d'altra f.orza che della v-erità. Era. necessaria l'esposizione cli questi concetti per– ohè -ero neces=io di vedere se su i medesimi fosse possibile l'ineontro di tutte le anime soci.a.liste. Se tale incontro &i palesi impossibile, s'impone a lutti ,la lealtà di situazioni chiare e il coraggio di decisioni oon&eguenti. E non è sofo. questione cli stati psico– logi-ci: in questa crisi no-n è risolt-0 un problema, che subit,o altri se ne presentano- ....:... problemi non teori-ci ma eminentemente pratici, su i quali p,erò l'atteggiamento• dottrinale è di decisiva influe,nza. Oggi il problema che ci angustia è questo-: come, atteggiarci verso le invocazioni alla pace. Sarebbe mostruoso che ci si .attribuisse una pr,evenzi,one contro la p.ace perchè 1-a n:o&tra vista non fos-&ean,cora &azia dei fiumi di s-a,ngue versato; ma di fronte al:la no-stra coscienza sareboe anche più mostruoso- che un cieco dottrinarismo ci face-sse agitatori per una p,a,ce, in forza della quale il raccapricciante sacrificio· fosse stato compiuto invano e si lasciassero intatte le-f-0rze male,fÌ<cheche hanno getLato il mondo nel lutto. Se pe·rsistiamo• nel concetto• che. ·la nostra guerra no-n trova altra ragione di essere che, in un irrequi-eto spirit-0 avv,e-nturiero della nostra borghesia e che della guerra èu1\opea hanno ugual,e, respons,abilità g-1\iag– gJ1essori e gli aggr-editi, non v'è nulla da salvaguar– dare e non v'è che da affrettare coi voti e con l'azione il momento in cui ognuno confessi il proprio torto e si tenga il sacrifici,o compiuto. Allora non si sentiTà il bisogno di ripar,azi,o-rii a determin,ati popoli e di restaurazione di determina.ti prin.cipii. Se inv.e,ce ac– cettiamo il punto di vista éhe il conflitto odiern.o si debba ch·iudere-, non dirò quando i malfattori abbiano pagato il fio ciel 1;oro crimine immane (e pur si p-0.– lrebbe, soste-nere l'utilità .s-ociale di una severa san– zione delle, responsabilità dei criminali ai qua-li il consorzio umano- deve, una c-osì grande svenlur.a), ma per lo meno quando la convivenza sociale non si.a più prossimamente minacciata dalle rriedes'ime forze sovv,ertilri-ci, quando almeno il principio delk, libertà dei popoli - que-5to minimo - sia presidiato- da .-.uf– ficien,li ga·ranzie, allora non esiteremo a farei -Opposi– tori d'ogni icl-eadi pace che fosse per ri-us,c-irek1 pa,ce del se·rvaggio sotto. i Tedeschi. Se non è possibile un incontro· clitutti i nostri spi– riti in questo- minimo denominatore, comune, è nc– cessaTio, che ci separiamo pe·r mantener viva la fi.ac– cola della f.ede, rer la dignità stessa cl-ella n-0str.a oo– sci-enza. M,a allora non dev-0no essere dista-echi indi– viduali e facili a v-enir qualificati per cl-efezioni. No-i gridiamo questi &entim:enti nostri per quel medesimo affetto che ci avvinse aJ.la causa proletaria; la quale senza organizzazione non può essere che tr,adita. I nostri distacchi n-0n devono ave-re neanche l'apparenza di fughe, Qu,a,nti fossimo costr-eUi a prend-e,re div-e·rs-0 cammino dovJ1emmo subito fo.rmare un altrq. nueleo neL quale espanae,re il nostro bisogno- di proseli.ti ,sm-0 e -compier-e il, dover nostro verso il prin,cipi,o stesso dell'orga.nizzazione. Nè v.arrebbe opporre che l,a guerra è un fatto p,as– &aggero• dopo il qua,];e potremo riprendere tutti in– sieme l'antica via. La· gue-rra influenzerà di sè l,a vita di tutte le nazioni e cli tutti i partiti p,e,r decennii; -e saJ1ebbe insopportnbil-e permanere in un ambiente nel quale- quanii c-redemmo che la guerra odierna ci s'impone-sse come .tributo alla .'>o.Jid.a,rietà coi po– poli violentati continuassimo ad essere• considera-ti come cerve,lli deboli, v,enuti meno quando più la loro resistenza sar,e-bbe stata nooessa,ria, schiene a cernie-ra o peggi,o. E non s-o-losarebbe ins-0pp,ortabile perchè ingiusto - pe,rchè sa11ebbe strano sentirsi dal lato della ragione- ~ subire, nella miglior delle ipotesi, la pie·tà di coloro che sono dal lato ciel torto; - ma sar-ebbe dannoso alla causa stessa del proJ:etariato.
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