Critica Sociale - Anno XXV - n. 16 - 16-31 agosto 1915
246 CRITICASOCIALE Franda, non può morire che con !,'umanità - e a caldeggiare « l'abbra,cciamoci! » di tutte le dassi so– ciali. Ma ec,co qualche cosa di anche, più inatteso! P-ro– cl,amaba la guerra, prop,rio uno di coloro che neHa campagna anligue-rresca era stato antesignano della inlnansig,en:w., si fa innanzi con una proposta che mi spiego benissimo fa-cesse rimanere- a boc,ca spa– kmc.ala più d'un compagno .ne.Jle cui fibr-e vibrava ancora la ,c,ommossa ammirazione per kt so.ti.ile_ dialet– tica neulrahsLa di lui: Claudio Trev.es. Il quale - pur finissimo psicologo - fu infelice nella s,celta stessa del nome da luL dato a battesimo della sua concezione•: blocco! BJ.occo di socia-listi - è v•ero - : Direzione del Partilo, Confederazione cle.J Lavoro, Munidpi.i socialisti; ma blocco giustificato special– mente' con l'opportunità di· atLenua·re l'intransigenza d·ell'a Direzione ciel Pm·tito: quin<li - ·almeno• nella fìn,alilt\ ultima - anche un po' blocco nel senso, dirò così, storico e forse p,erfino con un oo•ntenuto più .... vario. Ebbene. F.accio, subilo una conf.essione. Qu-and,o a fondamento della prop.agan<la• neutralista fu data la solidari-età internazion,al,e,,· non papi i assolut•amentc nulla; o, a meglio dire, capii che que,llo era un ar– gomento addotto- assai male ,a proposito: giaochè, se– i proletari tedeschi si e-rano ad,attati a farsi stru– mento dei disegni di vi,oJ!enza delle rispettive classi dirigenti, dovevano anche adattarsi a vedere schierati n,elle opposte fil.e - in uno sforzo di legi-ttima di– lesa - i fratelli di lavoro da essi .aggrediti pe,r m,an– cJ.at-0 e per c-onto del prussiani-smo. L'internazionali– smo - quindi - non entra.va . in argomento s,e·non in· qu,anto, fotto ess,enzialmen:Le di solidarietà, imponeva ni popoli di tutti i Pa,esi di so:rgere in difesa degli nggr-editi e ,ad· un tempo· di se medesimi, essendo rliffìci.Iiedi stabilire, ai confini di quale Stato si sa-. rebbe· potut.a arrestare la minaccia teutoni-ca. Ancora un,n volta, quindi, veniv.a a trovar-e .appli.c,azione l'au– rea massima che cc l'altruismo è i-t ·migHore, egoismo ». l\fa i ne,utralisti· avevano dalla parte loro ben altra_ ragione doltri-n,aie e p•rati,ca e t.ale da dovere- esse•re str.aordinaria forza di coibizione per ogni socì,a,Jista risoluto ad esaminaré ogni grande avvenimento poli– lic•o sopratutto alla stregua degli inte,r-essi pro,letari. La guerra - avevano r;agione di, dire - è funzione essenzi:almente stataJ.e; 1o Stato è prevalentemente espressione degli interessi delle classi dirigenti; nella guerra gl''inte,res-si proletari devono quindi finire con l'essere - almeno in parte, - assorbiti negli inter,e,ssi delle cla,ssi al potere. E -l'esaltazione nazio,n.alistioa - nalu-rale e legittima in momenti come questi - · 1·ischia di soffocare la coscienza di classe, che, ·v.er< i– rnente è stata k1 chiave di volta dell'edificio prole– tario cosi faticosamente costrutto. L'argomento non era decisivo; mia era· poderoso. Non era decisivo perchè, di fronte al problema del-· i'csserc o non essere, .tutti gl.i altri prool!emi - per· quanto grandi - passano in seconda linea: Ma - ripeto - ciò non togli-e che l'obiezione foss,e, forte e legi,ttima. Il guaio fu che quella con,cezi,one- esatta in sè - rretende,ss•e di determinare- essa so],a la condotta del P.Ùrtilo socialista ita.liaoo, con la più assoluta ignoranza di altri concetti egualmente esatti e !legittimi {lnche a muover-e da criteri rigidamente social 'ist.id .. Lo scoppio della conflagrazione europea BiblivLcva □ UII lv LJIII.AI lvU ha disori-enw.ti gli spiriti ap))'unto perohè m-etteva in giu-000 interessi e sentimenti comp,lessi. In un mo– mento <li cosi tragioo gravità l'accorgimento po ]i.ti ,co doveva in,cardinarsi su questo pernio: mettere i p-ro– prii inter-essi di parte il più po,ssibile in armonia con gli intere1Ssi univ-ersali in una visione . chiara dei limiti fino ,ai quali. le c-oncessioni f.osse:ro doverose, ed oltre i quali fossero per divenire d,efe,zione .... -E, se una tatti,ca intransig-ente è tanto più giusti.ficata quan– to più sia nec-e-ssario di conservare ,al proletariato l,a sua parlicoilìare fisonomia, mentre - assicura.lo que– sto scopo fondamentale - il c,onLatto coi vicini di– venta inevitabile necessità di convivenza (questo fu il motivo che, 15 nnn.i fa, nel Congress-o di Homa ·svolse magistralmente Cl,audio Treves per far pre– valere la tatti.ca autonomistica), era essenzialmente so– cialistico che gJ.i sforzi, tendenti a conservare al p-ro– hetariato la propri.a fisonomia politica, fossero tanto più vig,o,i.•osiquanto più fosse irresistibiJ:e l,a spinta ve,rso d-e-termfoate conoessioni, quanto p-iù fo.sse,gravo il peri-colo di essere assorbili nell',ambienle. Anche per un'altra ragione; e starei per dire: ad un patto. La patria - si permett.a a me, so•ci.alisLa fed-eJ,c,que– sto linguaggio - non chiede a noi (e non ne lrn biso- . gno) la rin,unzia a nessuno dei nostri p-ostulati, la ri– nunzia ,a .nessun.a parte d,i noi stessi'. La p.a,tria non ha bisogno - neanche in questo momento tragi.co - che noi rinunzi.amo•, sia pure in pi,ccola parte, al no-st,ro antico aforismo che gl'interessi dei 1avoratori vo– gliono efficace difesa dai lavoratori medesimi. La pa– tria - di f.ronte alla crisi 'europea - non domanda a noi che una cosa: che non creiamo incompatibilità Jr.a i nostri intel'essi di parte e gl'interessi univ,er– sàli. La quale incornp.atibili-tà non esiste. Pochi giornj · fa l'Avanti! stesso aff,ermava, per bocca de « L'ex-che– minot », che il prole>tariato. d'Italia - ora dì;e la gue.r– ra è scoppiata - hu il più gr-ande· interesse àlla· vit– toria dellle nostre, armi, sia. pure col mino-r sacrifì.cio possibiJ:e e nel più bre:ve tempo. _ E,cc;o il tributo - massimo e, minimo Ìn-sieme - che la p.atria reclama da noi in questo supremo momento, l'ammissione- aperta e franca che queUa pe~ la quale noi combattiamo è una causa giusta, la causa non, solo d-e.Jl'ltalia nostra, ma di tutta l'umanità ne,lle sue, aspi– r.azioni fon<l,ao:ie,ntaE alla hbe-rlà e· alla giustizia. Qui se mai - compugno Treves - era <la irnpo 0 -stare l'ag-ifazi,one per una fusione (neanche p-er que– sto scopo avrei voluto, riesumare la ormai infamata parola « blo-cco ») di tutte le anime· sodalisLe: tro– vare finalmente di, nuovo il punto d'incontro di tutti noi, che lo scoppio del;Ja-guerra aveva in certo qual modo sbandati. Non « viaggi a D.ama-sco ».: nè da una parte nè d.a-hl'altra. I neutralisti - dichiarata la no– stra guerra - non. avevano bisogno di recitar « con– fileor ». Avrebbero ,avuto tutto il diritto di dire sem– plicemente con dign-ità e fi.erezw.: - « La g,uerro è « tale orribile cosa alla quale noi credemmo di do– « vere-i opporrn e per non iscavare nuovi abissi di « odio fra p-roletariato e proletariato e per non esporre « a, sacrifidi inauditi il proletariato nostro già provato « durissim.ame,nte. Vol'le essere nostra gelosa cura che « non si potesse, .mai dire, che - se la guerra dovrà cc lasciare ·strasckhi dolorosi ~ il Partito sooiaHsta « ita.J:ia-n-0 non,.,avesse fatto tutto il suo dovere per evi– « tare una eosl orribile sv.entura all'Iwlia. Oggi che « gli avvenimenti si sono dimostrati più forti della no– « stra volontà, noi con viemmaggiore indipendenza di
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