Critica Sociale - Anno XXV - n. 16 - 16-31 agosto 1915

CHITICA SOCIALE 255 nella giurisprudenza il riconoscimento d·ella sua ais– soluta necessità e, nella pratica, non ha mai d-ato luogo ad accuse fondiate cli favoritismi ed ingiustizie. Or:3, s,e le Imprese possono essere escluse p,er fatti aU.1nentialla loro_ idoneità o alla loro onestà non .si vede motivo perchè ruonpotrebbero essere ~clUJSe an,che per l'a1SSolutamancanza d.i serietà o di fon– d~~zza delle loro offerbe, quando, beninteso, il giu– dm-0 sulle offerte fosse dato con le sbesse cautele e ~u_arentigie_concui oggi è pronunziato il giuchzio sugb offerenti. . . ~, Aminini5:tra!ione_no_nha _s<;>lo il ctovere di gara-n~ t1rs1 contro 1 r1baS&1 eccess1v1, ma anche contro i ,-ibassi minimi, frutto di accordi tra i concorrenti. I sistemi aUuali, come non frenano i primi, non offrono rimedi .adatti per i secondi. Unica arma, a Lu·Lel_a elci pubblici interessi, è quella a pietr.i diel Cochce penale, che punisce con la reclusione 'chiun– que, con violenza o con minaccia, doni, promesse, coHusroni o .alLri mezzi fraucloTenti, impeclisce o tw·ha la gara nei pubblici incant.i o nelle licitru:ioni priv.aLcper conto di pubbliche Ammi.nistrazioni, o-v– vero Il(: .iUontana gli offerenti. Questa disp-osizione è un rJ!llasuglio delle vecçhie norme, ora spariLe dal Codice penale, che colp1var10come reato Lecoa~ lizioni tra comffilercianti ed industriali diretLe,a rial– ~re i_lprezzo delle me1'Cie gli scioperi degli operai dir,ell.1ad elevare i sia I.ari, e costituisce in se &LeSSla un.a ingiustizia. Difatti, in· un'epoca come la nostra, in_c!1i libemmente si coalizzano gli operai, ai quali gli impresari• clebbooo ricorrere, e s 1 i coa.Jizzano i fornitori, di cùi gli .appaltatori hanno bisog11JO (e lo S),a~ofacilita i loro accordi con i sistomi pr0Lezio– msh1)_, è assurdo pretendere che soltanto gli appal– tatori debbano comba~te1·e gli uni contro gli altri se1)za badare _al loro mteresse. Ma I.i Legge è una cose _e !a pratica è un'alLra. Nella pratica gli .appa,l– tat0ir1s1 me~tono, quand,o sanno e quando vogliono, bellamente d'accorcio•, senza che il Codice 'penale possa co,J pi.rii. Lo si rileva facilmento esaminando come p1,ocedono le gare d'appalto: quando in esse vengono· piresentati da lutti i concorrenti offorlc basse che si differenziano le un,e dalle altre eh pochi cen– lesiimi, quando cioè si verifica quella cho gli .ap– paltatori chiamano nel loro gergo In scaletta,' si può star sicuri che gli nccordi sono .avvenuti.. Or bene, dai dati r.accoHi dal Minis.tèro dei Lavori Pubblici pel triennio HH0-912, risulta ch,e le aste con offerte basse e scalari sono• salite in quel periodo sin.o al 50 per oonto dlel totale de,lle gare tenute in varie pro~· .vincie, specie, dell'Italia settentrionale e centrale (l'Italia, meridionale, come già si vide, è quella delle offerte..elevate, cioè delle gare senza accordi). Tra le licitazioni poi, le gare con « scaletta » sono state, nella maggior parte delle provincie del e-entro e del nord, più dell'80 per cento. • Il fenom,eoo merita una seria attenzione, p,erchè i ribassi minimi non costituiscono per l'Ammiruistra– zione so1tanto un lucro cessante; sovente possono rapp,resentare anche un danno emergente, qu ando siano il risulrtato, non cli spontanei .aooorclitra ve.ri coooorrenti, ma dell'opera cli f.als:i concorrenti che si fanJil.oammettere .alle gare solo p,er esserne .alLon– tanati dieUro compenso. In questo caso, p,oichè al ribasiSio minimo offerto .dall'aggiudicatario, vanri-0 aggiunti tutti i compensi dati agli spec11Iatori,·può avvenire che l'appalto venga .assunto dall'impresa– rio a condizioni per lui non convenienti, ,e che quindi sorga,no per l'Amministrazi-0n,e tutti i pericoli ohe der1van-0 1 d!ailleofferte ec:oossive. Per _porre un riparo a ciò, il primo còmpito del- 1' Ammmistr.azione dev'essere quell-0 di non .arrimet– tere alle gare tutti coloro che, da precedenti casi, ; teca Gino Bianco risultino non avere l'abitudine cli concorrervi sul serio. È quanto ha cominciato a fare il Miillistcro dei L.ivori Pubhlici in base a dati statistici dilig,en– temen-te raccolti garo per gara, da.i quali è risultato, tra l'altro, che c1,rca il 20 per cento degli ammessi alle aste o non partecipano affatto alle gare o vi partecipano con offerte irrisori;e senza rimanere mai aggiudicatari. Albro· rimecl;io efficace sarebbe quello di rendere . segreto, oome .in Francia, tutLoil procedimento clella gara, in modo che ciascun concoi-r.enl.e,al momento d~ presentare l'offetta, non sappi.a qun.nli e qua.Ii si.ano gli altri concorren ti. In tal modo ognuno sa– rebbe Il11eglio .ind·otboa regofo.re i ribassi, non su acoo·rdi o ripicche, ma i n base al concetto f.ormatosi sulla. -convenienza dell'appalto che intende .assumere; mentre -oggi! anch~ un'impres~ ones-~ e capa,oe si trova al b1vm o d1 far atto di corruz10ne, allonta~ nan~o i concorrenti molesti, o di arrischiare un'of– ferta esorbitante per sfuggir.e a.Jle lo·ro mnle arLi. Per un appalto .tenuto dal Ministero dei Lavo-ri Pub– .~Ji,ci nel 1911, si ebbe in una prima .asitail ribasso del 22,60 per oento; annullala l'aggi udicazione p er ribasso eccessivo, l'impresario chè' a ,vev:a.offerto il 22,69 ,offrl 1,25; un a.Jtro, che nella g ara precedent e aV(:Vaofferto 15,75, offrì il 3,57 e rimase aggiudica– tari.o; .annullata anche la nuova .aggiudicazi,one per sospetto d,i .iccorcli, il fratello dell'impresa.rio che avev:a off-erto nella seconda gara il 3,57, offrì· il ?1,30 e\l assunse l'appalto. _g questa una pralica 1llustraz10ne clelmodo come s1 svolgono oggi le gare d'.a.ppalto, le quali generalmente oscillano tra rib-aJS1si minimi, frutto d'aooordi, che, se anche non si voi-· gliorno con,sàderarc delittuosi, non· avvail'tt.aggiano certo l'Amministrazione, e ribass.i massimi,' frutto di un'? o_oncorr,~nza~frenata, -~ qu?l_epuò proclurre maggwr1 clanm degli .accorch 1llec1t1. Tr.a le rjf-Ormoda apportarsi ai contralti d'appalto è di grande importanza que!La che r,iguarda La ri– soluzione delle vertenze sorte Lra Ammi1ùstrazione cd impresa,ri. Le di,sgraziate vicendo dd Palazzo di GilllStizia, ·1,escro l'argoment.o cli vjvissima .attu.a,lrità, ed aUom aoerbe critiche non man.carono di risorgere contro il vigente sisLema che de,,olve la risoluzione dell_e_verLen;ze ad un .C?Il~gi~ composto 4i cinqu,e arh'1Lr1 -000-ltJ ka conS11gher1cli Sta to, magistrati e d i~pettoiri superio1:i d?l Genio Civile. Tull:avi.abisogn .a riconoscere che 1l sistema è meno cat.t1vodi quanto venn,c giudicato sobto l'impressione cli casi ecce– zion aJ.i. La prima Commissione d'inchiesta sui Ia– vor' .i.do ! P.aLazzodii Giustizia; che presentò la sua Hel azion e nel 1908, 'potè dimostrare la clifferenza tra i ,risultati dei giudizi svoltisi, per _appalti di la– vori pubblici : 1° dinanzi al magislr.alo ordinario; 2° dinanzi al Collegio di tre arbitri, nominati a ter– mi1ù clieI Go,dice di procedura civile; 3° dinanzi al Collegio arbitrale, nominato con l'aUuale sistema, facendo rileva-re che col primo procedimento la per– centuale cleicompensi liquidati rispetto a quelli chie– sti fu di 37,6, col secondo fu di 32, col terzo, fu di 29,6. Ciò consiglierebbe a mantenere in vita il · Collegio arbitra1e, o, se non alfro-, sconsiglierebbe d!a.J tomare al magistrato ordlinario, il qua 1 le, per le convin,centi ragioni addotte ai suoi tempi dal Man– tellini, è il meno ada.tto a decidere sopra questioni che, per quanto giuridiche, s'innestano sopra pro– blemi tecn1J.ci.Forse la miglio,r soluzione sarebbe fa creazione dii una magistratura speciale, che ai pregi del sistema ordinr1rio unisse quelli del sistema ar– bitrale, ed in questo senso pare siano stati fatti studi dal Minister.o d,ei Lavori Pubblici. P. A.

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