Critica Sociale - Anno XXV - n. 16 - 16-31 agosto 1915

2'52 ClUTlCA SOCIALE Oggi esso non ha in Germania difensori più ap– pass10nati e convinti dei Sindacati operai (1). I quali hanno saggiamente riconosciuto che il collocamento non può e non deve essere usato come arme di offesa nella lotta di classe. Trovare all'ope– raio il lavoro col quale egli possa sfamare sè e i suoi; dare a un laboratorio o ad un'officina - alle. condizioni di tariffa e in tempi normali - la forza cli lavoro di cui abbisogna per la produzione, vuol dire provocare l'incontro ugualmente necessario dei due fattori necessari alla produzione stessa, cioè provvedere ad una importante funzione di interesse_ g,enerale che occorre disciplinare in un assetto ar– monico - di cui la formula più rispopdente è quella dell'Uflìcio paritario municipale - affinchè sia com– piuta con zelo e leale imparzialità. 1l collocamento municipale negli alt'l'i paesi d' Ewropa. Dalla Germania il collocamento di utilità pubblica - esercitato coi fondi e nei lncali dei Municipi da Commissioni composte in egual numero da proprie– tari e operai e presiedute da persone superiori ed estranee alle competizioni di classe - è andato pe– netrando e trapiantandosi in tutti i paesi più pro- grediti d'Europa. . In FRANCIA i provvedimenti del Governo fu– rono tutti rivolti, in questi ultimi dieci anni, a: in– volgere completamente il mercato del lavoro in una rete di Uffici di collocamento municipali, o dai quali almeno· fosse ass,ente lo scopo di lucro, addivenendo in pari terripo ali.a soppressione di tutte le agenzie private di mediazione. Con la legge 14 marzo 1904 si faceva obbligo a tutti i Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti di costituire un vero e proprio Ufficio di collocamento gratuito e agli altri Comuni di tenere aperto un registro per le domande e le offerte di mano d'opera. Ma po-ichè ben scarso fu il risultato di queste disposizioni, il Governo della Repubblica, con decreto 25 ottobre 1911, destinò un fondo di 35.000 lire per la erogazione di sussidi agli Uffici municipali di collocamento funzionanti da almeno· tre mesi e controllati da una Commis– sione mista di proprietari e di lavoratori. Secondo un'inchiesta eseguita dal Ministero del Lavoro, nel. secondo semestre 1912 esistevano in Francia 178 città, repartite in 65 Dipartimenti, aventi l'Ufficio di collocamento municipale regolarmente costituito. In AUSTRIA i numerosi Uffici comunali di col– locamento sono uniti in una Federazione s-imile a quella tedesca. Ma un'organizzazione acoentrata del collocamento si ha solo, in Galizia e in Boemia. La Centrale di Praga ha .anche una Sezione per il 1 collocamento dei contadini e dei lavoratori tempo– ranei cl-elle fabbriche di zucchero. Gli Uffici muni– cipali austria-ci compiono, un lavoro veramente no– tevole, perchè conglobano - per accordi fissati con (1) Nonostanto la guerra - !orse anzi In seguito alla guerra che con la leva In massa ha tanto depauporato Il mercato del lavoro e messo: In rilievo l'utilità del oollocamento - la Commissione Gene– rale del Sindacati tedeschi convocava 11 10 rel>bralo, nella Casa del Popolo di Berlino, un'adunanza allo scopo di trattare la questione do! disciplinamento leglslatlvo del cono.camento. Erano rappresentate 40 Unioni Centrali, !'.Ufficio Imperlale di Statistica, l'Assoclozlone del Delegati delle Città, la Federazione degli Utllol di collocamento di Germania, l'A 0 ssoclazlone per la riforma sociale, l'U!flclo di 11olltlca eoclate, e la. CommLssLoneGene,·aie det s,nd«cati aveva inviato al convegno 25 delegati. · Fra le numerose proposte presentate dalla Commts1-?toue G,nerole stralciamo le seguenti : . · "Per la riorganizzazione del collocamento si dovrà chiedere con una legge quanto segue: 1° In ogni grande città col Comuni llmltroll, come pure per ogni Distretto di Comuni rnrall e piccole città, si dovrà tstltutre un Ufficio del Lavoro. Gll Uffici del Lavoro devono venire nccentre.tl In base a determinate divisioni territoriali (Orfici distret tuali). Tut te queste organizzazioni metteranno capo all'Urflolo Imperlale del Lav_oro. 2° Dall'U!flcto del Lavoro dlpsndono tutti gli urllci esistenti nel suo Distretto. a• L'Ufficio del Lavoro è composto dl egual numero dl rappresentanti degli operai e del padroni che . dovranno venir nominati In seguito ad elezione proporzionale, Il Presidente sarà una persùna estranea alle due cinesi •· BibliotecaGino Bianco loro - l'attività degli Uffici delle Corporazioni di mestiere obbligatorie. Nel BELGIO i primi Uffici di collocamento fu– rono taluni comunali, altri benéfici e sussidiati dai Comuni e dalle Provincie: I sussidi dello Stato si ebbero solo col 1904, e ali.a fine del 1911 erano stati sussidiati 29 Uffici con 18.000 franchi. Le domande d'impiego erano sta(e 70.000, le of– ferte 56.000, i collocamenti 32.000. In SVIZZERA svolgono una notevole attività gli Uffki di collocamento comunali con rappresentanza paritari.a di Winterthur, Berna, Biel, Losanna, Lu– cerna, Sciaffusa, San Gallo, Rorschach, La Chaux– de-Fonds. Quello <li Zurigo funziona da Centrale per lo scambio delle liste dei posti non solo ,all'in– terno, ma anche con gli Ufiìci esteri, specialmente Alsaziani e Badesi. Gli Uffici comunali sono sussi– diati dallo Stato. In DANIMARCA con la legge 1° luglio 1913 il Ministero è .autorizzato .a riconos.cere come istitu– zioni pubbliche gli Uffi.ci di oollocamento fondati da– gli Uffici urbani o rurali o da Distretti e Consorzi di Comuni. L'Ufficio di collocamento di Copenaghen serve cl.a Centrale per tutto il Regno. In SVEZIA gli Uffici comunali di collocamento sono mo-lti, uniti in Federazione e sussidiati dallo Stato. Nel 1910 se ne contavano 65, i quali avevano ricevuto 104.000 offerte di posti e collocati 67.000 operai. I sussidi dello Stato sono dati a condizione che il colloct1mento sia gratuito ,e l'amministrazione paritaria, .e consistono nell'abbuono delle spese di posLa, telegrafo, telefono e di stampa dei formulari. In NORVEGIA (lef!P-e 12 giugno 1906) la fonda– ·zione dell'Uffi.oio municipale di collocamento è ob– bligatoria in certe città ed esiste una Centrale per il collocamento interlocale. · In PORTOGALLO un decreto ciel 1912 istituì Uf– fici pubblici di collocamento a spese dello- Stato a Lisbona e in altre città (1). ( Continua). Grno BAGLIO~!. (1) Abbiamo tralasciato di parlare dell'Inghilterra. T.rattondosl là di collocamento statale, ne diremo In seguito discorrendo dell'assl– curazlone obbligatoria contro 1a disoccupazione. LA POLITICA DEILAV~RIPUBBLICI VI. Lit riforma degli appalti (l) Le opere pubbliche possono essere eseguite in economia, per _concessione o per appalto. Il primo sistema, utile, anzi indispensabile, in c.aSli.detiermi– nati - non si preSILaad un largo uso,, sia perchè richiede nella pubblica Amministraz1one un carat– tere industriale che non facilmente può assumere (e lo si è visto per le ferrovie),. sia perchè implica per i funz,ionari una troppo grave responsabilità. Nondimeno vi è una certa propenisione oggi ad am– pliare i ristretti limiti entro i quali, secondo le no,rme contabili, i pubblici Uffioi·possono compiere direitta·– i;nenle i I.avori, sia medìante cottimi fiduciari, sia (1) Gran parte delle notizie ed osservazioni "Incluse In questo ca– pitolo sono tl'atte dalla Relazlot1e sullt opere p14bbllclle in Calabria presentata dall'on. RtJINI nel 1918 (già altre volte citata) e soprat– tutto dalla Relazione statistica sul cot1trattl d'appalto presentata nel 1914 dal comm. CARLOMARZOL1.0,Direttore generale al Mini– stero del lavori pubblici. Questa relazione lllnstra ampiamente gll attuali sistemi "d'aggludloaztone del pubbllol appalti, ne mette In rilievo I gravi difetti, e propone le opportune riforme desunte dal• l'esperienza ratta In Italia e ctall'eaempto ohe vien dall'e■tero.

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