Critica Sociale - Anno XXV - n. 16 - 16-31 agosto 1915
250 CRITIOASOCIALE Mentre nulla autorizza a priori a ritener-é che, il Governo italiano non si sia posto il quesito, ne,ssun privato potrebbe mai pr,esumere di possedere anche uno rarte sola degli e.J.ementi di cui un Governo può disporre in questioni così complesse e, riservate. Te-– nuto cooto· di questo, ed anche deU1adelicatezza del 111orr1,ento, il problema - più che, discusso a fondo• - non può veniTe,, per ora, se non adombrato .... Tutti i Paesi che, prima ciel nostro intervento, si trovavano impegnati nel gigantesco oonflilto - così i più piccoli, come i più gr.andi - ,avevano ed hanno ict giuoco interessi male-ria,li·e morali supremi: dalla Serbi.a che, dopo l'iniquo ullimatum d,ell'Austria, do– vev.a clecide,re se scompari,re come Stato autonomo, oppure raddoppiarsi e r.aggi,ungere linaimente lo sb0tc– ,co sul ma,re; cl.al Belgio che,, per .Jfa prepolenz,a, sper– giura ciel· militarismo germanico, era stato costretto a scegli ere fra l'onore e l'invasione, su su fino ali.a Germania e all'Inghilterra, lottanti, nella più grande contes.;i che àbbia visto la storia, per l'egemonia nel mondo e per la paclTonanw clegh Oceani. L'ILalin ufficiale non .era in queste concli.zioni. Essa doveva cogli,ere l'o-ccasione del conflitto europeo, che l'Ausllria-Unghe•ria, d'accorcio co.Jla Ge,rmani.a, av,eva volu·to provocar.e .contro gli: inter.essi ed i leali av– vertimenti cle·lla terza alleata, p:er ·completare la pro-. pria unità ,con provincie ],e quali, se pe•r ogni buon italiano ebbe-ro, sempre un prezzo cl'aff.ezi-0rne inesti– mabile, e se presentano un notev,o•lissimo valore mi– litare, costituiscono pur sempre un aumento terri– toriale mocl,esto. Essa, inoltre, doveva approfittare del trattamento usatole, anche nella questione d,ella Serbia, dàgli a]l:e,ati di i,eri, e della, situ,azione mili– tarmente non fo.cile e moralmente insostenibile che avevano creata a se stessi, per li.bermsi ;_ appoggian– dosi ad alt.re Potenze - da una aHeanza la quale aveva senza dubbio ,avute le sue funzioni e le sue utilità, ma il cui cara<ttere, che era mer,amente di– fensivo .e che oslraeva cl,allaev,entualità cli un conflitto con l'Inghi,llte•rra, em stato progre,ssivamente snatu– rato daHe crescenti ambizioni del soci,o. più forte, di– rette ormai contro l'Inghilter.ra medesima. Da ulitimo l'Italia - p,ur dov,endo ,evitar.e·l,a fatale illusione che basti il f.atto politico d,ei' possesso per trasformare un Paese non, ricco di capitali• in un P.aes,e mocle•r– n.amente co,lionizz,atore - non poteva non rreocc,u– par,si cli eve,ntu,(l]i·cambiamenti lungo il Medite'l"l\aneo ori-entaJ.e. ' ' Se i fini nazionali che l'Italia si proponeva di raggiu ,n.ge· re colla sua entrata, nel conflitto risulta-· rnno dunque, per lo naturo stessa de!J.e cose, relativa– mente modesti, quali erano presumibilmente le diffi– coltà •e l,a durata ulteriore de,lla guer,ra europ,ea, e quale ii momento più favo,rev-0le peir i'l n,ostro inter– vento? ... Uno degli errori di moRi interventisti è stato quello di parlare e di scrivel'e, prescindendo. sempre da ogni co•asiderazione positiva su le condizioni, l,a du– rata e i caratteri generali della guerra e,urope,a, o, peggio anowa, e,sponendo al proposito opinioni, che la più iniodesta disciplina mentale, iavr,ebbe dovuto dimostrare, insostenibili, e che I.a esperi,enza ha ad ogni modo inesorabilmente smentite. Per limitarci iagli esempi più recenti, molti interventisti, dopo aver predieafo l'intervento dell'Italia anche J}er un period,o in cui la nostra prepaT.azione militare e,r,a be,n lon" lana dalJ'.esser cop1pleta, ,a cominciare d?•I marzo iIJi- BibliotecaGirio Bianco ziarono una attivissima agitazione per sostenere che l'Ita,L'ianon doveva tardare più oltre a muoversi, J)Cna il suo immedi.ato disastro politi-co. Essi, che avevano visto i Cosac.chi a Berlino nel– l'ottobre del 1914 e la Germania presa per fame en– tro i primi sei mesi de-Ila•gueirra, dipingevano i Russi già quasi alle, porte di Buda-Pes.t nel marzo-aprile del 1915.· Ne- deducevano che, l'Austria sarebbe stata senza dubbio costr,etta ad una pace separala; e, libe– ratasi · dalla Russia, avrebbe po.tulo subito, o poco dopo, buttarsi contro, di noi isol·ati in Eitiropa. In– versamente essi assicuravan-0 che all'interve,nto del– l'Italia sarebbe• s,eguito immediatamente l'inte•rv,ento della Rumenia; che- l'enlrota nostra e dei Rumeni, coincidendo coll'azione a fondo, non solo della ~us– sia, ma anche della Francia e deH'Inghilte•rra - or– mai pronte -'- sarebbe stata d,ecisiva, e che lia guerra europea sarebbe così fìn,ita entro l'aur!.unn,o.dcU'anno corrente. Fra queste a(formazioni, su!J.c quali si in,sistette fino a tutto il 20 maggio 1915 - sebbene dalla p-rima quindicin0. de•ll'aprile 1915 i Russi fossero s,tati defi– nitivamente f.e-rcnatilungo i Carpazi e ool suc:cessivo 3 maggio dovessero. àver,e già sf.ondato il fTontè nella Galizia occide,ntale, - una so.J:ac-0,snera astratLamente vera: e cioè che, se J'A,ustri0. avesse vol'ulo, o po– tUito, concludere una pace separata co.Jl.a,Russia e co.Jl'Intes,a, l'Italia avrebbe perduta la sua o,ccasionc, si sa'rebbe trovata diminuita élipJ.omati,camente, cd avr.ebbe corso, prima o poi, un gravi,ssimo p-eri,colo milita.re ·. Ma,, specialmente a partire dai primi di aprile, una tal,e ipote,si appariva cosi, fondata, da J.egittimare senza altr.o il consiglio per una decisione, immediata? Anche o p_rescinde•redalla volontà della IJ,ussia, non ero .evi– dente che per la Germania - la quale ormai contro.1, lava non solo la politi•.ca; mo l'esercito~ austri,aco - una talie ,soluzione, se pote,va presentare notevo,l:i van– taggi conbr-0 noi ed i Balcani, ed in favor•e delk1 Tur,chia, nascondeva anche gravissimi peTieoli? Nè più attendibili apparivano le altre p;revisioni colle quali sino dal marz.o si. sostenevo da tanti la nece-ssi1tà deU'inte·rv,enLo immediato·. Non, .eTa J.ecHo prevede.re imminente l'intenento delh Rurnenia; non solo perc.hè gLi .animi e gli inLel'essi vi erano a,ncora divisi; ma an~he e s,opràtutto p.e•rchè la situazione militar,e, che si' .andav.a gi.à delineand10 sul teatro orien-. taJ.e•,J.e .avre,bbe resa più ale.atoria, l'entrafa ,al,lo,ra· in campagna. Non era lecito ritenere la Francia e l'In– ghilterra già pronte per uno vasta azione a fond-0, per,chè sino daUa battaglia di Neuve, ChapeHe (IO ma,r– zo 1915), le autorità militari e politiche inglesi ave– vano soHevato pubblicamente il problLemà delle mu– nizioni e dichia,rato non, consigli.abile un.a offonsiva decisa senza aver prima prodotto ed ammassato enor– mi quantità di, obici: cioè senza av,er atteso anco,ra parecchi mesi. Nòn era lecito ritenere certa, o quasi, la fine deUa guerra europea p;rima dell'inv,erno quan– do - a p•resciooer,e anehe dal ripiegamento già ini– ~iato dai Russi in Gali7-ia - ·ripiegame,nto •CJheba– stav,a a rimandare p,er mesi ogni vasto attaoco simul– taneo n,ei due principali teatri - la guerra si pre– senta.v.a sempre più come una guerra di lento J.ogorìo. A meno che in Germania n-0n sorga.no gravi moti internì - ai quali personalmente non cre do - o non. vi si deteJrminino improvvisamente insupe,r.abili dif– fi.coltà economico-finanziarie, oppure a meno che, per
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