Critica Sociale - Anno XXV - n. 15 - 1-15 agosto 1915
238 CRITICASOCIALE" a mano e di gas asfissìanti, !'-esecuzione dei tiri al di sopra deHe proprie truppe, la possibilità di esplo– sioni nei depositi di munizioni o nei magazzini dei proieUili, le forti_ perdite di ufficiali particolarmente presi di mir.a, e quindi l'indebolimento d,el comaru:lo nelle truppe, e si_-spiegherà come la perdita di vite umane possa essere più grave che un tempo. Vi è, è vero, il vf!.ntaggio. che n:on tutti i colpi sono mortali, anzi, le sottili palle moderne· attra_– versano gli organi non vitali sen~a grav-e danno; ma devesi aggi-ungere la. nervosità cagionata dall'inten– sità dei cannoneggiamenti e dei combattimenti not– turni, la diffi.coltà del vettovagliamento di milioni di uomini -che però, in questa guerra, sembra esser-e stata minore, che, ad esempio, nella guerra de-I 1870 per i Francesi -, i ritardi ne!J.e.cure ai feriti per la. lunga portata delle armi attuali, le perdite per malattia inevitabili in eserciti così colossali - i soli Serbi hanno perduto tr-entamila soldati per . i) tifo. E ancora: la durata delle battaglie - quella della Mar.n_a, delLa Galizia, ed ora della. Poloni.a, .hanno, durato e durano set.limane -, la r-eLativa res1stenz.a durante le· ritirate, è la indecisione delle vittorie, aumentano la fatica, la de_mor.alizzazione e le per– dite. « A tutto questo si deve aggi~ngere ancora questo– aspetto caratteristico della grande guerra futura, che metterà. di fronte Stati ugualmente preparati e èhe le due « alleanze >>, tra le quali potr-ebbe scoppiare una lotta fin qui senza esempio, disporranno di forze quasi uguali )), « Convi-ene abbandonare ogni illusione sulla possi-. bilità, per questo o quel paese,. di av-ere- una supe– riorità decisiva sugli altri, come effettiv,o di forze' o qualità della sua organizzazione militare. Potranno. esservi superiorità di certi lati su certi punti; ma, all'opposto, si incontr-eranno ne-cessariamente anche su altri dei difetti che dovranno compensare _questi vantaggi >J (1). Oggi, dopo un anno di guerra, pur essendo diverso il raggruppamento deUe nazioni in lotta da quello pl'evisto dal De Bloch, non c'è nulla da mutare nelle sue previsioni. Gli eserciti dell'Intesa non poterono ancora con– trapporre agli eserciti austro-turco-tedesco, nè la qualità dei capi - ed era previsto anche dal De Bloch che in una guerra di milioni d'uomini non si sarebbe potuto ma.i trovare un comandante unico che tene_sse tutte le file del suo esercito - e quindi nè la unità · e simultaneità d-egli sforzi; nè ,la superiorità nume-' rica dei combattenti; nè la superiorità delle muni– zioni. Anzi, quest'ultima deficienza ha fatto sì che la effic·ienza della guerra sia stata trasportata pro– prio nel solo campo nel quale la Germania ha una incontrastata genialità, la genialità dell'organizza– zione. Pur avendo le Potenze dell'Intesa a disposizione le l'.isorse industriali dell'Inghilterra, della Francia, della SP<1gna, degli Stati Uniti, del Canadà, della Russia e del Giappone, hanno errato nella previsione e nella produzione delle munizioni ed ora debbono combattere sul terreno industriale, nelle officine vec– chie e nuove, la tremenda lotta, per la quale, invece -del coraggio personale, delto slancio e dello spirito patriottico, occorrono, per vincere, disciplina, senso _del dovere, costan_za, spirito di organizzazione. (!) DE BLOCH, op. clt., voi. v, pag. 297. BibliotecaGino Bianco Tutte queste forze morali, che rispondono all'indi– rizzo della vita economica industriale .moderna, i Te– . deschi le possiedono in atto, gli altri popoli de·bbono suscitarle, moltiplicarle, educarle. Il consumo di energie ecò110micHe. · Il De Bloch sperava · che la ripercussione della guerra sui bisogni quotidiani delle popolazioni, cioè la minaccia di non· poter soddisfare i bisogni quoti– diani delle masse, ,e la interruzione e l'arresto d-el– l'azione deHe forze produttive della nazione· colla conseguente cares_tia, potessero impedire la decisione di intraprendere la guerra. La minaccia non ha servito. La !'ealtà le corri– sponde, ma solo parzialmente finora. Appena scoppiata la guerra; si ebbe, in.fatti, un arresto subitaneo nelle industrie e nei commerci dei diversi Paesi; ma poi questi, sospese le-attività per la pace, ripresero, adattandosi e trasformandosi, quelle per la ·guerra, e la disoccupazione si andò attenuando. Infatti, in Inghilterra · il numero dei soci det:te Trade-Unions disoccupati; da 2,8 per cento in luglio del 1914, balzò in agosto a 7,1 per cento, ma ·poi è andato digradando, per cui, nel giugno di questo anno, è disceso all'uno p-er cento; e il numero delle persone assistite da!La beneficenza pubblica corri– sponde al 16 per mille, cifra inferiore a que-lla del p-eriodo- 1910-914 in cui fu di 17,3 per mille. In Germania, nel luglio 1914, si ave-vano nelle Gewel'kschaften 2,9 disoccupati ogni 100 soci, in ago– sto essi -balzano a 22,4, in giugno di quest'anno ri– tornano a 2,9. In un paese neutral,e, la Dan-imarca, vi erano 3,9 disoccupati per cento in giugno 1914, 10,5 in agosto, e, di nuovo, ~ in giugno 1915. In gene-raie la disoccu.pazione nei diversi paesi, ç,qmr,re~ l'P,alia, si mantiene accentuata nelle indu– strie I di lusso, del libro, edilizia, dei mobili e tra gli operai non qual'ificati. . Più grave è invece il problema dell'alimentazione, non solo per la Germania e. l'Austria, che hanno chiuso ogni sbocco per rifornirsi all'estero, ma an– che per gli altri paesi che hanno il mare libero, eccettuata la Russia la quale conserva il proprio gi,anò che· non può esportare se non in piccola parte dal porto di Arkangel. . A Berlino, nel maggio scorso, in confronto al luglio 1914, i generi alimentari erano cresciuti del 65,3 per cento, e, tra essi, il pane di· frumento del 44,7 per cento; il pane di segale del ·153,6 per cento; la carne di bue del 37,1 per eento; le patate del 75 per cento; il riso del 160 per cento; lo zucchero del 16 per eento; il caffè del 9,7 per cento; le uova del 71,4 per cento; il latte del 18,2 per cento; il burro del ,.36,5 per cento; il lardo_.del· 142,3 per cento. A Vienna, in maggio 1915,. in confronto all'aprile
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