Critica Sociale - Anno XXV - n. 15 - 1-15 agosto 1915
CRIT~Cl\ SOCIA.LE 235 di ieri, sa.rà ascoltato da.i credenti di domani. La nostra è pur e una. fede, la quale s'irradia di tutte le bellezze e di tutte le sane e possenti energie della vita degli uomini, una fede che si appunta contro ciò che divide gli uomini, che vuol effet– tuare tutto ciò che li unisce e li eleva, li affra– tella e li redime. La guerra, questa gue1Ta, non uccide, non può .uccidere quella fede: ecco perchè, a un anno dal · principio della strage, se pur più pensosi dell'av– venire, noi sentiam0, serenamente, che il socialismo vincerà la durissima prova, e con impeto più ga– gliardo si lancerà alla sua guerra. GIOVANNI MERLONI. DOPO UN ANNO Primelineedi unbilancio tecnicodi questaguerra. Quest',annp .:di guerra, sé non ha ,ancora portat'o ad_ ,alcun ;v 1veni.n:Ìento, risolutivo, permette perq· di fare delle constatazioni tanto più inte·ressanti, quanto più risultano• in contrasto· con le previsioni che si facevano ,al momento in cui scoppiava il sanguinoso contlitto. · Tutti ricordano come J.a maggior parte _delle spese militari wmisse consacrata dai varii Governi , a.ll' in– cremento de}La:marina da guerra. Si era venuto len– tamente sviluppando il concetto che una nazione non potesse venire considerata come una vera. e propria Potenza, se non avesse una flotta agguerrita. Ed ecco una ossessione in tutti a fabbricare quante più n,avi fosi,e_ possib.ile, a creare tipi della maggiore effi– cienui., ad armarle di cannoni della maggior portata. Tutti ricordano come questa gara si svolgesse spe– cialmente fra l'Inghilterra e la. Gèrman.ia; come·· la prima riusciss~ a mantenere incontrastato il p·rimato sulla seconda;· come questa specie di sforzo continuo, questa tensione incessante meUesse tutte_ due le n,a– zioni in un certo disagio; come ne• derivasse·, da p,:irte ingLese, la proposta di una sosta che mante– nesse le condizioni della Germania e dell'Inghilterra, rispetto alla marina, in un· determinato rapporto di proporzionalità, il quale, senza annullare la supre– mazia navale britannica, l'iberasse i due paesi - e anche g1i ,altri, costretti per vari~ ragioni a seguirl'i in questa via, per quanto alla lontana - dal grave incubo; tutti ricordano che tale proposta non potè avei:i:,,attuazione .perc.J:!.è La. Germania. n0;n volle 0.~•~– rire, quesi nutrisse la speranza, se non ai superare, per lo meno di riescire ad u·guagliare l'avversaria. E,- alla vigilie dello scoppio delle ostilità, in una spetta-0olosa ri-vista navale, l'Inghilterra metteva in mostra con grande os·tentazione J,a sua .enorme po– tenza marittima. Sicohè, scoppiato il conflitto, tutti si aspettavano chi sa·.mai quali azioni da parte delle poderosissime flotte alleai.e. minando così ogni contrasto al Loro dominio sui miui. Si ebbero anche, al prln-cipio della guerra, due scon– tri navali .nel Mare del Nord, derivati piuttosto da azioni dimostrative che da obbiettivi strategici più importanti. E poi delle flotte non si è saputò più nulla è sono rimasti in giuoco soltanto i sottomarini. Gl:i è che, stll mare., per tante ragioni che sareb- be, troppo lungo_ enumerare, l,a.superiorità di un'ar– mata sull'altra risulta da una quantità di fattori, i quali· non po.ssono assolutamente considerarsi sépa– ratamente l'uno .. dall'altro e quindi non sono in al– cuna maniera isolatamen~e neµtralizzabili. Per terra, invece, è tutto il· contrario: tutti i fattori, dai· quali risulta li:i maggiore efficienza di un eseroito, sono in una relazione di dipendenza meno stretta che non · nelkt marina, per cui possono esser~ consideTati iso– latamente e per cui la superiorità del. numero può es– sere ne.utralizzata e vinta con l'artiglieria, con le difese naturali o artificiali; la superiorità derivante • dalLe difese naturali ed artificiali può a sua volta ess~re ,contrpbil;mciaJa. e .s;upe.rata dall,r aiioge __ d~J– l'artiglieria coordinata con l'impeto degli assalti; tutti i varii fattori, ins-omma, della superiorità po,ssono contrapporsi l'uno· all'altro· in uno svariatissimo nu– mero ·di combi nazioni, che non sono assolutamente possibili nel.la guerra navale. Ne deriva così· che la flotta meno potente è costretta ,a tenersi al riparo dalle offese nemiche nei porti fortifi,cati, l'accesso dei quali è vietato. dalle mine• insidiose, lasciando le acque in possesso della flot~a avversaria e .limitandosi a .disturbarla oon j sottomarini e a compiere qualche volta azioni di sorpresa, i così detti raids, c·ome il bombardamento deHe coste o.rientali inglesi oom– piuto· da navi tede-sche e il bombardamento de-Jlecoste _adriatiche italiane ripetutamente effettuato da navi .austriache·, azioni. per le quali è neoess~rio non solo ,un grande ardiment9, ma anche la condizione, fa– vo_revole per le. navi attaccanti, di poter muovere da . un rifugio,, p-er il mome_nto non vigilato da) nemico. . E ne consegue ancora che, mentre· la flotta meno potente è condannata, in generale., alla inazione., .quella più potente deve compiere opera attivissima sp-ecialmente di vigilanza. Di ciò avremo la conferma quàm:io, finita la guerra, verrà fatta la narrazione particolareggiata del modo con cui si sono svo.Jte,le operazion_i. Il sottomarino iniziò la sua azione in maniere. ve– ramente impres-sionante. La marina inglese ne ebbe, i}J.· pi;inç_ipjo.,ç).eHa ,gu,e;r:ra,_e ,preci~afl:!en~ alJa _fine, dell'anno scorso, perdite gravissime; si oominciò fin anche ad ,affermare che si era inaspettatamente· rivec. lata la superiorità del sottomai:ino su tutte quante· le altre unità navali. Ma, andando avanti, tale giudizio non ha· potuto essere, .sicuramente: mantenuto. Sìa che si fossero v~rifi.cati per imprudenza o per mancanza di esperienza, i primi ep-isodii non si sono più ri– petuti. Per quanto poi riguarda, la ritorsione di blocco fat~ dia.IlaGermania all'Inghi.J.terra, è constatato finora che essa non ha dato i risultati che quella se ne atten– deva. I sottomarini tedeschi hanno potuto compiere, è vero, atti odiosi, non· giustificali in alcun modo dalle ragi9:ni della guerra e assolutamente incompatibili. con ·~1aciviltà, come l'affondqmento del Lusitania; ma i d.an: Qi da essi. .arrecati ,al commercio marittimo in– gl~ sono assolqtal)l:ente insigniOcanti, come risulta daUè 13tatistiche. delle navi affondate in rapporto al Ma le grandi battaglie navali, gli attesi bo.mbar– damenti non sono mai· avv-enuti.. Si sono avuti. epi– sodii isolati, di Sjk;Ondaria importanza. I. tedeschi · hanno cercato, con i pochi incrocia.tori che si · tro– vavano in giro per gl:i oceani, di disturbare il com– mercio ingLese, di ·in.timorirlo, -di pàra.fizzarlo. Le gesta compiute dall'Emden fecero trop.po rumore, , perchè si.a necessario ricordarle: Anche ,alcuni in– crociatori inglesi vennero affondati dagli incro~ia~ori tedeschi. Ma . immediatamen:t!'l ,glì' in,gl~si 'detfe~o·. l:3 caccia ~gli incrociatori tedesç.hi, e: !:i.: ~•\~iriis~,e;r,o, fli- , movim~mto del)e niav:inei porti del Regno Unito; Anzi, ibltotecaGino Bianco
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