Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915
222 CRITICASOCIALE involontaria non deve aver carattere di carità pubblica; 2° lo Stato ha il dovere di assistere l'involontaria disoc– cupazione, coordinando e integrando la previdenza in– dividuale e collettiva e l'opera delle organizzazioni di classe e degli enti locali. Il Consiglio della previdenza ha invocato: a) Sussidi integratori dello Stato alle associazioni professionali che esercitino normalmente l'assicurazione contro la disoccupazione; · b) Sussidi integratori dello Stato alle associazioni operaie in genere (di mutuo soccorso, cooperazione e miglioramento) che esercitino ordinariamente o ecce– zionalmente - in questo periodo - l'assicurazione contro la disoccupazione;· e) Sussidi integratori dello Stato alle Casse isti– tuite, per i disoccupati, dagli Enti locali; d) Coordinamento locale e centrale· degli istituti di assistenza per i disoccupati, col duplice fine di agevo– lare le mutue prestazioni, e di esercitare il controllo contro ogni abuso. Non occorre dimostrare come all'attuazione di questo programma soccorra !?organizzazione del rilevamento statistico e del collocamento. Ma è necessario ed urgente che la distribuzione dei sussidi statali, per mezzo delle associazioni operaie e dei Comuni, sia iniziata. Alcune categorie di lavoratori sono nell'inopia. Dal litorale dell'Adriatico giunge la voce dolente di migliaia di pescatori, ai quali la guerra impedisce di trarre dal loro naturale elemento il mezzo . di vivere. Ed altre categorie di lavoratori li seguiranno nella triste sorte, con il prolungarsi della guerra e il volgere della stagione e il rallentarsi di molte industrie ora sospinte dall'urgenza degli approvvigionamenti militari. A questi involontari disoccupati che affrontano la miseria fortemente come i loro fratelli e figli affrontano il nemico, deve lo Stato assistenza. E la deve pure a quelle migliaia di previdenti - ottimi cittadini - che, tolti ai campi ed alle officine per la difesa della Patria, non potendo continuare il pagamento delle quote di assicurazione alle loro Società ed agli Istituti di pre– videnza, stanno per perdere il premio di parecchi anni di risparmio e di sacrificio. Ad essi lo Stato si sosti– tuisca nel pagamento dei contributi sociali, ovvero, con provvedimento d'imperio, sospenda per tutta la durata della guerra la loro decadenza dai diritti acquisiti presso le loro Società. Nei paesi belligeranti dotati di assicurazioni sociali obbligatorie, gli Istituti di assicurazione coadiuvano, con i potenti mezzi finanziari e con gli ordinamenti tecnici, lo Stato nella assistenza della disoccupazione. E la struttura economica di quei paesi è rafforzata in guerra da quelle provvidenze sociali, che erano state spesso avversate come debilitatrici della economia dello Stato! Traggiamone ammaestramento per un prossimo avvenire; e procuriamo di sopperire a questa nostra deficienza con fervore di solidarietà. E procuriamo altresì di conservare in efficienza, con gelosa cura, le istituzioni di previdenza sociale (Casse di assicurazione per le malattie, gli infortuni sul ·1a– voro, ecc.), precostituite e regolarmente funzionanti nelle provincie italiane che l'esercito nostro redime e ricongiunge alla madre patria. Un dovere patrio ed umano ce lo impone, di non privare i fratelli redenti · di quei civili presidii, che la loro previdenza indivi– duale e l'obbligo imposto dal Governo straniero ai loro imprenditori avevano costituiti. Di due validissimi strumenti lo Stato può valersi ai fini dell'assistenza per la disoccupazione: della Scuola e delle Opere pie. I bambini e i fanciulli dai 3 ai 12 anni dletà sono in maggJoranza, figli dei comhattenti per la patria. Di– sponga 11 _Governo che gli asili d'infanzia e le scuole ~lementan _del paese - finiti i corsi annuali d'insegna– mento - rimangano aperti, con la refezione quotidiana (la spesa di questa può essere in parte sostenuta dagli Enti locali), per il ricovero dei fanciulli, ed avrà d'un tratto da un capo all'altro d'Italia provveduto all'assi– stenza della fanciullezza. Quante madri (specialmente nei Comuni rurali) potranno dedicarsi a lavoro pro– ficuo; quale beneficio avrà la scuola, avvivata nella sua efficienza; come l'assistenza scolastica, dalle inerti BibliotecaGino Bianco disposizioni della legge, balzerà viva. nella. vita. del paese! E se, in questo momento eccezionale, valendosi dei pieni poteri, il Governo procedesse ad un coordinamento delle Opere pie nell'àmbito del Comune e, per alcune di esse, nell'àmbito della Provincia, un provvido risul– tato si conseguirebbe a.i fini dell'assistenza per la. dis– occupazione, non solo per le necessità presenti, ma. altresì per il coordinamento e la trasformazione delle istituzioni di beneficenza. La legge del 18 luglio 1904, relativa ai raggruppamenti delle Opere pie, avrebbe finalmente vita; e lo scambio dei ~ervizi e la mutua integrazione imposti alle"Opere pie per i bisogni d'oggi, determinerebbero provvide intese e feconde collabora– zioni per l'avvenire. III. POLITICA DEI CONSUMI. Infine, ad integrare la politica di prevenzione e la politica d'assistenza, il paese invoca una energica po– litica dei consumi. . ,. Essa ha avuto, dalle maggiori organizzazioni operaie, dagli Enti pubblici, e da Comitati composti di ammi– nistratori e di studiosi, un'ampia illustrazione. Il censimento della produzione alimentaria del paese, i grandi approvvigionamenti dello Stato o dei Consorzi degli Enti locali o delle Cooperative di consumo 'fede– rate, la severa repressione della illecita speculazione, una più ampia facoltà ai Comuni per esercitare l'azione di calmiere: ecco i provvedimenti cardinali di una po- litica di consumo. · La tiuale richiede, non meno della politica di lavoro e di assistenza,. l'organizzazione di un largo e pronto servizio di credito a favore delle industrie e dei com– n;J.erci, con un·a finanza che tragga dalla mirabile con– cordia del paese e dalla ferma sua volontà di vincere, le maggiori audacie. · . Come i cittadini di ogni classe dànno alla Patria il sangue generoso, così ogni ricchezza le dia il suo mas– simo tributo. Ed il sacrificiQ concorde temprerà la co– scienza nazionale nell'arduo cimento. Onoi·evole Ministi·o, Abbiamo detto sinteticamente il nostro pensiero con la convinzione di compiere un dovere. Non abbiamo concretato in proposizioni particolareggiate i nostri voti, essendoci parso opportuno - anche per defe– renza a V. S. On. - di esserne incaricati. I problemi che la guerra pone dinanzi al Governo del paese sono formidabili: la collaborazione dei corpi consultivi non può ad esso riuscire sgradita. Tutti ci affratella in quest'ora un grande amore ed un incrol– labile proposito: la Patria vittoriosa. E la vittoria, che auguriamo non lontana, sia conse– guita dal nostro paese non esausto nello sforzo immane, ma, ,per concordi.a di cittadini e sapienza di reggitori, valido e pronto alle opere della pace; sublimato dal sacrificio alle maggiori virtù civili; redento nell'abne– gazione e nel dolore da égoismi di classe; più solidale e umano nell'atto di compiere l'unità nazionale.
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