Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

220 CRITICASOCIALZ tura, ma altresì quelli della popolazione urbana e del– 'lindustria. E infine, a completare l'organizzazione del colloca– mento, fu dal Ministro dell'interno istituito a Vienna. presso la Commissione di previdenza sociale, un Ufficio cent1·ale di collocamento, coadiuvato da una Commis– sione della quale fanno parte anche i rappresentanti delle Leghe operaie e padronali. L'Ufficio centrale rac– <:oglie dagli Uffici provinciali e distrettuali e dalle Commissioni comunali le domande e le offerte di la– Yoro, e procede alla ripartizione e àl collocamento della mano d'opera eccedente ai bisogni locali. Con una tale organizzazione, rapidamente ideata ed attuata, l'Austria ha potuto fare una sollecita rileva– zione statistica dei suoi lavoratori occupati e disoccu– pati, ed esercitare -- col trasporto ferroviario gratuito - un attivo scambio di mano d'opera fra i vari centri agricoli e industriali. Questi esempi potrebbero suggerire una pronta orga– nizzazione per la statistica generale della disoccupa– zione e per il collocamento in Italia. Una rete di Uffici circondariali e provinciali, coordi– nati con gli Uffici esistenti istituiti dalle organizza– zioni professionali· o da enti autarchichi, ed accentrati in un Ufficio nazionale alla dipendenza dell'Ufficio del lavoro: ecco uno strumento provvido per rilevare sol– lecitamente le condizioni del mercato di lavoro in ogili parte del paese. La costituzione d~gli Uffici potrebbe -essere promossa e vigilata dall'Ufficio del lavoro; e la direzione di essi potrebbe esser data a Commissioni miste, con rappresentanza paritetica di imprenditori e lavoratori eletta dalle locali organizzazioni professionali 1à dove siano saldamente costituite; ovvero, se queste manchino, dai Collegi dei probiviri; oppure, in difetto delle une e degli altri, dal Presidente del Tribunale competente per territorio. . E rilevate le condizioni del mercato di lavoro, sa– rebbe possibile, per mezzo degli stessi Uffici, di trasfe– rire la mano d'opera - specificata per categorie di la-· voratori -- dai centri dove abbonda ai centri dove è scarsa, dai luoghi dove il lavoro in causa della guerra langue e si arresta (litorale adriatico, ad es.); a quelli dove si accelera e ferve (litorale tirreno, ad es.), rista– bilendo per tal modo, se non in tutto, almeno in parte, il turbato equilibrio del mercato di lavoro. Con si fatto ordinamento provvisorio si potrebbe, in questo difficile periodo della vita nazionale, dare ai <:ontratti una relativa uniformità, fissare eque condi– zioni di lavoro, eliminare illeciti sfruttamenti, conciliare amichevolmente o arbitralmente le controversie. Sa– rebbe, insomma, teso l'ordito per tessere una politica di lavoro, che procurerebbe vantaggi immediati al paese, determinerebbe proficue intese e collaborazioni, farebbe esperimenti provvidi e spatgerebbe germi fe– <:ondi per le riforme sociali che si imporranno al legi– slatore patrio dopo la guerra vittoriosa. Nel decreto luogotenenziale del 3 giugno scorso, per il regolare e tempestivo raccolto dei cereali, balena - tra le varie disposizioni - la visione di un ordina– mento non dissimile da quello che vorremmo attuato. :Ma le disposizioni del decreto, per il fine circoscritto (raccolta dei cereali), per la natura facoltativa, per i funzionari cui ne è esclusivamente commessa l'appli– <:azione, possono conseguire scarsi effetti, localizzati qua e là, non coordinati e generalizzati a tutto il paese, Esse appaiono inspirate piuttosto a criteri di polizia agraria che ai criteri di una politica del lavoro. E po– trebbero anche, in qualche regione, esser causa di do– lorose conseguenze, se non soccorresse il consiglio pru– dente delle organizzazioni di classe e la perspicacia di <:hi è preposto alla Provincia. In Romagna, ad es., per l'uso delle macchine agricole e per lo " scambio d'o– pera w, avvennero in un passato non }ontano lunghe e <:ruenti lotte, chiuse con l'abolizione dello scambio d'o– pera e con patti limitatori dell'uso delle macchine. Se in quest'ora eccezionale, con provvedimenti d'imperio, fossero le macchine agricole più largamente introdotte -e lo scambio d'opera ripristinato, in quella nobile re– gione a densa popolazione si riaccenderebbe, dopo la guerra nazionale, una lotta economica asprissima. Tuttavia il decreto luogotenenziale del 3 giugno se., emendato e corretto, racchiude, a nostro avviso, i germi BibliotecaGino Bianco di ulteriori sviluppi per un'obbligatoria e generale or– ganizzazione e mediazione del lavoro, che possono molto giovare all'economia del paese. Ma occorre che l'attua– zione degli eccezionali provvedimenti sia commessa a persone e ad organi tecnici, di specifica competenza. Troppo si esige dall'operosità e dalla versatilità dei prefetti, trascurando - in questo secolo industriale - la sperimentata efficacia della divisioq.e e specializza– zione del lavoro. Lungi da noi l'intenzione di discono– scere le benemerenze dei funzionari preposti alle pro– vincie (sono fra essi alcuni che hanno dei problemi del lavoro una rara intuizione); ma altrettanto. doveroso è per noi, che assistiamo all'opera indefessa dei funzio– nari dell'Ufficio e dell'Ispettorato del lavoro, di riven– dicare ad essi la competenza specifica ad attuare - con la collaborazione delle organizzazioni professionali - i provvedimenti· ordinari e di eccezione relativi al lavoro del paese. L'azione che il Ministero degli Esteri sta svolgendo, con il Commissariato d'Emigrazione, per la statistica della disoccupazione ed il collocamento della mano d'o– pera entro i confini della patria, dimostra che l'urgente necessità di organizzare la mediazione del lavoro è ri– conosciuta dal Governo; e ci fa rammaricare che non sia stato messo in grado di attuarla - prima di ogni altro organo statale - l'Ufficio del lavo1·0, designato dalla legge e dalla specifica sua competenza. Per stabilire l'equilibrio nel mercato del lavoro, oltre ad organizzare il collocamento occorre ravvivare l'of– ferta di lavoro. Nell'interesse dell'economia generale della patria (inscindibile da quello delle singole im– prese), gli imprenditori debbono, a costo di sacrifici, adoperarsi per mantenere in costante efficenza le loro industrie e· i loro poderi; e, dove il lavoro sia intenso, assumere nuovo personale invece di concedere ore straordinarie al personale già impiegato (Austria: De– creto ministeriale 31 agosto 1914), ed aumentare possi– bilmente i turni di lavoro. Lo Stato, da parte sua, 'validamente contribuisca al lavoro nazionale con le opere pubbliche e l'approvvi– gionamento dell'esercito. Il decreto luogotenenziale del 20 glugno scorso, che dichiara inammissibile per i contratti di opere pubbliche la domanda di risoluzione fondata sulle condizioni ori– ·ginate dalla guerra, opportunamente è stato emesso ad evitare la sospensione di opere pubbliche, minacciata in seguito alle disposizioni di un precedente decreto 27 maggio. Converrà tuttavia, in previsione di ·una disoccupa– zione crescente e del disagio che si farà acuto nell'in– verno venturo, affrettare (particolarmante nelle regioni più bisognose) l'esecuzione di nuove opere pubbliche, adottando (oltre alla riduzione delle cauzioni e delle rate d'acconto; consentita con r. decreto 1° settem– bre 1914, n. 20) disposizioni di privilegio .per superare gli ostacoli dil!),torii opposti dalle vigenti disposizioni legislative e regolamentari. Cosi ha fatto la Pr-µssia, che con apposita legge ha semplificato la procedùra delle espropriazioni per le opere di utilità pubblica. Cosi ha fatto l'Austria, che con decreto imperiale 16 ot– tobre 1914 ha fissato una procedura rapida per le co– struzioni destinate a servizi pubblici o di pubblica uti– lità, sostituendo alle autorizzazioni abitualmente neces– sarie la semplice approvazione ministeriale, anche ai fini dell'espropriaz.ione. L'approvvigionamento dell'esercito e dell'armata ha una importanza capitale per una politica di lavoro e, prima che per essa, per l'esistenza nazionale. Il problema delle muni.zioni da foco, ad. es., è uno di quelli che maggiormente preoccupano gli Stati bel– ligeranti: si può forse ~ffermare che è il problema della vittoria. Il Governo, per i provvedimenti adottati circa alla deroga alle norme della contabilità generale dello Stato (r. decreto 22 ottobré 1914,N. 1182, decreto-legge 24 gennaio 1915, N. 42), l'approvvigionamento delle cal– zature (Commissione istituita presso il Ministero della Guerra con r. decreto 25 aprile scorso, N. 665) e la di– sciplina dell'industria privata (r. decreto 26 giugno 1915), merita viva approvazione. Giova invero alla rapidità e alla bontà dell'approvvi– gionamento, e alla prevenzione della disoccupazione, una ripartizione razionale del lavoro fra gli opifici del

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