Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

CRITICA SOCIALE 219 cità generale del sistema sociale di reggere finanzia– riamente alla guerre, potrebbe avere un effetto· enor– me nelle condizioni rispettive dei diversi aggruppa– menti. Dunque il Weiss ha mille ragioni di dimo– strare la solidità della impalcatura economica della guerra., ma, non dicendoci egli a prezzo di quali sa– crifizi concreti il risultato è ottenuto·, non si potrebbe concluderne che abbia debellato il « pessimismo eco– nomico .... degli umanitari»; i quadi gli argomenti economici della loro « tesi antiguerresca » ricavavano non tanto dalla incapacità assoluta dell'economia capitalistica a resistere alla conflagrazione, quanto dalla incapacità relativa di essa economia a soste– nere detto sforzo, senza modificare in via più iniqua i rapporti concreti del viverè degli uomini. c. t. I PROVVEDIMENTI CIVILI reclamati dal COMITATO PERMANeNTE DEL LAVORO Un documento significativo Diamo la pa1·te sostanziale della notevole Re– lazione al Governo, stesa dall'on. Mario Abbiate ed approvata dal Comitato Permanente del La– voro nella sua ultima convocazione straordinaria (Roma 10-11 luglio), ci1•ca i Provvedim,enti civili in materia sociale, che il Governo ha p1·esi o dovrebbe prendere per fronteggiare la cris.i eco– nomica dipendente dalla guerra. E' un documento la cui importanza eccezionale, data dalla com– petenza tecnica del corpo onde deriva e dal va– lore oggettivo delle critiche (malg1·ado la voluta estrema temperanza della forma) e delle pro– poste che contiene, è avvalorata_ ancor più da queste due ci1•costanze: la sua· int1·•inseca identità coi voti formulati in Roma, negli stessi giorni, dal Convegno dei deputati socialisti e della Con: federazione del Lavoro e Leghe e Federazioni attinenti, del cui Me1n01•iale,presentato parimenti al Governo, diede un sunto - promettendo· di tornarvi su - l'Avanti ! del 15 corrente; il fatto cl.i essere stato approvato alla unanimitq,,. in ogni sua parte, da tutti i componenti del Comitato permanente : agrar'i, industriali, lavocatori e... neutri (1). Mirabile esempio di vera concordia nazionale ... se il Governo degnasse di dar retta. Nel primo paragrafo il Comitato - e per esso l'On. Abbiate - dice le ragioni pe1~cui la voce ·dei grandi corpi cons11,ltividello Stato in m.ateria sociale, benchè la loro esistenza sembri affatto di– menticata dal Governo, non poteva rimanere muta in un momento grave come il presente ; g1·ave sopratutto per chi spinga l'occhio un po' in là nelle conseguenze di domani e dli posdomani. E avverte come, dei tre campi, sui quali è ne– cessario muovere il passo per delineare un piano dJazione organicamente completo - politica di lavoro, politica di assistenza e politica dei con– sumi - esso indugerà specialmente sul primo. La C. s: I. POLITICA DI LAVORO. ·La guerra ha causato in ·tutti i paesi ·uno squilibrio nel mercato di lavoro. Nel nostro paese tale squilibrio, che per parecchie cause (varia densità della popola- (I) Sono membri del Comitato Permanente del Lavoro fllettl dal Consiglio: Il senatore Bergamasoo,. Il prof. ing. Cesare Saldlnl, Il dott. V. u.. Mazza, l'lng. R. Targettl, per Il Senato e per la parte padronale: gli on. Pietro Ohlesa, Filippo Tnratl e Mario Abbiate, Nullo Baldlnl e Ettore Reina, per la camera del Deputati e per le orga, nlzzazlonl mutue e lavoratrici. ib_lioteca Gino Bianco zione, emigrazione, diversità di ·economia agraria fra regione e regione, ecc.), è molto sensibile· durante la vita normale, ora si è fatto grave. Mentre in alcuni luoghi e in alcune' industrie, per il diminuito lavoro o il ritorno degli emigrati o il divieto di emigrazione, la disoccupazione cresce, in altri luoghi e in altre industrie invece, per le necessità della pro– duzione, -la mano d'opera scarseggia, o scarseggiano talune categorie di lavoratori. La più urgente necessità dello Stato è di rendersi un esatto conto delle condizioni del mercato di lavoro in · ogni parte del territorio nazionale, con una statistica generale quantitativa e qualitativa dei lavoratori oc– cupati e di quelli disoccupati, e delle particolari loro attitudini. Questo provvedimento è fondamentale per una p·oli– tica di lavoro e di assistenza contro la disoccupazione, e deve avère la precedenza su di ogni altro. I provve– dimenti frammentart, attuati secondo le necessità e i bisogni mutevoli dei luoghi, senza un'integra visione delle condizioni del mercato di lavoro in ogni parte del paese, sono effimeri e spesso nocivi alla economia ge– nerale. Per la statistica degli operai delle industrie abbiamo organi competenti ed efficaci; ma non li abbiamo per una statistiea generale e complessa· del mercato di lavoro agricolo. E questa è anche più necessaria di quella, 1).81 nostro paese prevalentemente agricolo ed in un momento nel quale urge lo scambio di lavoratori fra centri industri'ali e centri rurali. Ora più che mai appare il danno di non avere negli anni scorsi ,disciplinato la mediazione del lavoro agri– colo con l'istituzione di Uffici interregionali di collo– camento, che il Consiglio superiore del lavoro - va– lendosi dell'opera diligente dell'Uffici.o del lavoro - ha studiato con amore e ripetutamente invocato, in– vano! Ma soccorrano a bisogni eccezionali, eccezionali prov– videnze. Se manca'no gli organi atti alla statistica ed alla mediazione- del lavoro, si costituiscano tosto, in modo• provvisorio, con un ordinamento empirico ed em– brionale, avendo per scorta l'esempio straniero. In Inghilterra ed in Ge-i"'lnania - dove la media– zione del lavoro è da tempo disciplinata - non fu dif– ficile, appena dichiarata la guerra, di collegare gli uni agli altri gli Uffici di collocamento esistenti, e di averne l'immediata centralizzazione istituendo con funzioni di– rettive un Ufficio centrale di collocamento. E l'orga– nizzazione del collocamento per prevenke la disoccu– pazione funziona in quei paesi nel modo più soddi– sfacente. In Francia, a coordinare l'azione varia dei Sindacati professionali per il collocamento, il Ministro del lavoro e p Ministro dell'interno istituirono un Ufficio cent1·ale di collocamento pGr disoccupati e profughi, e succes– sivamente, con decreto 16 novembre 1914, un Comitato cen&1·aledi collocamento per disoccupati e rifugiati nel quale il Consiglio superiore del lavoro ha una nu– merosa rappresent_anza. E il collocamento si compie nel paese sotto la direzione del Direttore dell'Ufficio del lavoro, con la collaborazione dell'Ispettorato del lavoro. In Austri;a l'organizzazione del collocamento indu– striale ed agricolo fu rapidamente attuata, con un me– todo che- merita di essere da noi considerato. Un decreto ministeriale del 5 agosto 1914 ordinò al ,Sindaco di ogni Comune rurale di costttuire imme– diatamente una " Commissione pe1· il raccolto ,,, com– posta di tre a sette Consiglieri comunali, con l'obbligo di adottare le provvidenze necessarie ai. lavori agricoli ed alla raccolta, e - se necessario - di assumere .mano d'opera anc}J.e fuori del Comune. · Nel capoluogo di ogni Distretto, poi, fu costituito, per iniziativa dell'Amministrazione distrettuale e sotto la direzione volontaria di un cittadino esperto delle condizioni economiche- locali, un Ufficio distrettuale di collocamento in diretto rapporto con le. Commissioni comunali del raccolto, per lo scambio di mano d'opera. ,fra i Comuni del Distretto, ed agente d'accordo con i Consorzi industriali e le Leghe agricole. In ogni provincia, la Luogotenenza istituì immedia– tamente un Ufficio provinciale, ,in diretto rapporto con gli Uffici distt-ettuali, per lo scambio di mano d'opera. fra i Dif\tretti politici del paese della Corona, con l'ob– bligo di curare, non soltanto gli interessi dell'agricol-

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