Critica Sociale - Anno XXV - n. 13 - 1-15 luglio 1915

CRITICA SOCIALE 201 breve periodo, ·quanto ad uno lungo. Per restare ai problemi internazionali, non può trascurare il periodo breve, cioè il presente,. perchè, vivendo anche nell'oggi e l'oggi essendo condizione del domani, non può com– pletamente sottrarsi ad una situazione per la c1l1ale l'Europa è ancora profondamente divisa fra nazioni che intendono regolare i loro rapporti specialmente coll'nso della forza brutale. Ma tanto meno deve trascnrare il periodo lungo, e cioè il futuro, perchè è anche, e ca– ratteristicamente, un · partito avvenirista, e mira allÒ. costituzione· di una Europa, le cui varie nazioni siano coordinate da interessi e da criteri morali d'ordine sn– periore. Non misconoscere il presente ed i doveri, anche do– lorosi, che esso può creare, ma non piegarvisi oltre quel punto al cli là del quale starebbe il rinnega.mento ideale delle speranze di domani; inchinarsi con dignità e lealtà alle esigenze anche più tragiche dell'odierno sistema della politica europea, ma denunziare, fino al momento in cui ciò sia n~zionalmente possibile, le assnrdità di questo sistema che si vuol appunto profondamente trasformare: ecco il delicato e diffiçiilissimo compito di un Partito veraJl!.ente socialista. Certo, i Partiti che vivono soltanto nell'oggi non sof• frono· queste preoccupazioni e non incontrano queste difficoltà. Ma non hanno perciò solo il diritto di accu• sare i socialisti di sdoppiamento e cli slealtà. Quello che può sembrare sdoppiamento è semplicemente la necessità di collocare ogni situazione nel flusso del tempo, e di considerarla così entro uria breve unità di tempo come entro una somma di unità. Del resto, gli avversari sentono tanto bene queste necessità proprie del Partito socialista e le riconoscono tanto rispettabili quando si tratti di cosa d'altri, che, per esempio, tutta la stampa italiana ha rimpro·verato ai socialisti della Germania di non aver fatto il proprio dovere in occasione del conflitto europeo. Quale era l'obbligo ed il potere dei sociali~ti di Ger mania? Si illudono stranamente sulla loro forza reale e su quella di uno Stato moderno in genere; e dello Stato germanico in ispecie, coloro che pensano che i socialisti tedeschi avrebbero potuto impedire la guerra. Una cosa potevano e dovevano fare i socialisti tede• schi: non votare i crediti straordinari militari ed i pieni poteri, e condannare la invasione del Belgio. Per quanto lo spauracchio del pericolo Russo dovesse sul principio rendere popolarissima la guerra in Germania, e creare - specie in un popolo come il tedesco - uno stato di animo che molte cose può spiegare, è da ritenersi che · i socialisti tedeschi avrebbero almeno dovuto, nella storica seduta del Reichstag, separare la propria re– sponsabilità da quella degli altri Partiti, salvo a com– t)iere dopo ...:.si intende - il loro doverA come singoli cittadini. Il fatto che i socialisti d'Italia e di tante altre na zioni si trovano d'accordo éogli avversari nel muovere una tale critica ai. socialisti della Germania - e che anzi devono temperare le pretese degli avversari stessi - costituisce ad ogni modo la prova piì1 squisita che questi ultimi..., sempre quando si tratta di casa d'altri, • riconoscono tutto il fondamento logico e morale delle preoccupazioni massimaliste del Partito socialista. ANTONIO GRAZIADEI. Al ·prossimo nume1·0 il se(Juito degli studi di BAGLI0NI ve1' f.a Disoccupazione e cli P. A. Sui Lavori Pubblicl, iblibtecaGino Bianco L'INDUSTRIA-E LAGUERRA Abbi,aroo, visto nel numero scorso come un,a delle più grandi sorp1,ese date eia questa guerra sia quella ·c1eua sua lunghissima durata, in rappo·rto ia.lla po– LenzialiU1 dei mezzi cli clistruzi.one che vi sono aclo– per.ati, cont.r.ariamente a qu.anlo si prevedeva genc– r.alme,nte cl,acoloro, i quali, appunto in base alla con· siclerazione· dell'e.c,ciclio che sarebbe• cleriv,ato daHa terribile effidenza cli questi mezzi, non esitavano ad uffermare che un qualsiusi con·nitto .sarebbe stato brevissimo. Ora, è del massimo i•nteresse- oon,;idr– ·rarc, ohe quest.a lunga durata - e a nessuno è dato ora stabilire• nemmeno approssimativamente quando la guerra potrà a~ 1 eT fine - deriva p redsamente da m:ia circostanw che alla vigilia· della conflagria.zi-0ne sarebbe parsa assolutamente incre,clibile, e cioè che le munizioni si esauris•cono molto più rapidamente che gli uOl!Ilini. Le condiz.ioni· det,ermin•ate dallo· svol– gimento de.JLa lotta hanno ·poi·lato. ad un uso stra– or,d'inari,amente largo delle artiglierie: nei punti, di– ciamo così, difficili, i solclat.i ohe ne contend-0no il possesso scavano trincee, le muniscono cli muri• e cli cupole in cemento armatQ• e corazzate di lastre metalliche, ne rendono più insupernbiLe l'acoe·sso con reticolati cli filo di f.erro sostenuti da ferri a T sal– damente infissi nel terreno. Lo slan cio de1 nemfoo, pe.r quanto agguerrito ed auda.oe· , è destinato ad infrangersi contro· resi•stenze di simil genere ed àJ. !ora è ne,cess-ario che le sue artiglierie .aggrediscano queste di.fese con v,eri nembi di ferro e di fuoco che si succedano inoess.antemente e tenacemente .a.– compier,e !'op-era di dist.ruzione, a rendere possibile l'assalto. I difensori, a impedire la distruzione dei proprii ripari fortificati, non hanno altro mezzo· che opporre wrtiglieria .a<l artiglieri.a e cere.are - come si dk,e in l'.ingua,ggio tecni,w ·- cli ridurre al silenzio i cannoni clell'avve•rsario. Nel terribile duello ri,ewe vincitore chi può mantenere un fuoco più intenso, più nutrito,. più efficace. E C<O·SÌ le. not~zie più re– centi clella guerra d hanno èlat.o cifre che sembre– rebbero addirittura fantasticlle s•u1 consumo delle munizioni ,che viene f.atto continuamente. I tedeschi sono giunt.i a tiraTe contr-0 i rthssi 200.000 proiettili in un'ora, 700..000durante un.a battagli-a. I frari,oosi, a loro mila, hanno. inv-estito,. il nove maggi·o a Ca– r,ency, i itecleschi con l'esplosione cli 20.000 granair, hanno• iniziato la nuov,a b-attagli,a ·per la conquista cli Lens con il fuow cli 300.000 proi,elt.ili. Come i tede– schi sul fr.o,nt,e ori,entale•, così i fr:ancesi su quello occic\.ent:l'led~bbono i succe·ssi rip,ort.ati negli ultimi giorni ,alla gr.ancle quanti-là di mun1i,zionidi cui hanno potuto dispone in confronto dell'avversario. Siochi– si è venuta ormai delineando la con,clusione che• J.:1 viUori.a no,n è più quest.i,0111e di uomini; ma di -muni– zioni e di e.annoni: aniclerà il sncc,esso fin.aie, ,a qu~I combattenk il quale rie&cirà a superare l'avversario .in questo spreco f.anli1stico cli f.eno·, di pi,ombo, cli acci,aio e cli es.plosivi. · * ** La Germania, che con metodo cli una prec1s~one meravigliosa già ,eia molti anni organ.izzava !,a gue·rra, pare che avesse · 1wèv,eduta• ques,t.a circ•osw.nw. In– fatti, mentre all'inizio ciel conflitto lavoravano nelle .officine Krnpp 75.000 operai, q~1indici giorni dop,o il

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