Critica Sociale - Anno XXV - n. 13 - 1-15 luglio 1915

200 CRITICASOCIALE che la classe operaia può immediatamente ottenere in regime cli salariato, ma nel medesimo tempo si pro– pone la critica di un tale regime, e la progressiva so– stituzione ad esso di un sistema di rapporti economici profondamente diverso. Nei problemi dell'amministra– zione interna - per dare un altro esempio - la dot– trina socialista si preoccupa anche di tutte le conquiste pit\ vicine, ma ha per fine remoto la completa autonomia dei Comuni e delle Provincie, ed un insieme di Fede– razioni Comunali e Provinciali che si sostituiscano, in molte fnnzioni, all'opera della ocliema organizzazione Statale. Orbene. La stessa duplicit\\ cli intenti è caratteri– ,,;tica della dottrina socialista anche in merito ai pro– lilemi nazionali ed internazionali. Il Partito socialista può e deve rendersi conto, in ognuno dei Paesi in cui vive, dei singoli problemi na– :1.ionali; della necessitit di completare, ove occona, la unificazione e l'indipendenza di fronte allo straniero; degli obblighi e delle funzioni che 13pettano alle ri– spettive classi tlirigenti per la difesa degli interessi nazionali, quali. oggi si concepiscono; ciel dovere che anche ad esso si impone, di lasciare il passo allo svol- . gimento di date necessità storiche. Ma, accanto e sopra a queste singole considerazioni nazionali, i varii Partiti socialisti hanno anche un pro– gramma. internazionale, per il ·c1uale vagheggiano che, nei rapporti fra le varie nazioni, si instaurino i criteri morali che nei paesi civili regolano già le relazioni fra i privati; agli esperimenti della forza brutale che di– strngge il capitale-uomo ed il capitale-cosa, si sosti– tuiscano gli arbitrati; al cieco giuoco dell'incremento contemporaneo, e però vano, delle spese militari, suc– ceda una intesa per la riduzione simultanea degli ar– mamenti; il sistema dei grandi aggr-.ppamenti rivali di potenze europee - sistema che rappresenta un pro– gresso rispetto al passato, ma che può anche portare, come nel caso attuale, al peggior allargamento dei conflitti, e che può quindi, oltre tutto, indebolire l'in– tero nostro Continente, acl esclusivo vantaggio dell'A– merica del Nord e del Giappone - si trnsformi nel sistema degli Stati Uniti di Enropa. Uno dei pnnti più caratteristici in quest'ordine cl i problemi - punto al quale si è accennato poco fa, ma che è bene porre in più preC'-iso rilievo - t· qnAllo della gnerra. Nessun socialista se,rio può a meno di distingnere 1 tra fini e fini dell'una, o dell'altra gnena. Le ·guene per le quali un popolo si proponga tli raggiungere o completare la propria indipendenza nazionale, o di re– sistere a qualche Stato finitimo e più forte che fonti assorbirlo violentemente, trovano senza dubbio una spiegnzione che è anche una giustificazione. Del primo tipo sono le guerre dei nostri padri nel 48-49, nel 58-59 e nel 66; le guerre balcaniche contro la dominazione t.urca, ecl anche la nostra pres.ente guerra contro l'Au– ;itria. Del secondo tipo è la resistenza del Belgio contro l'iniquo tentativo di annessione da parte del milita- 1·ismo e dell'imperialismo germanici. 'l'uttavia - pnr non negando i casi in cui l'assoluta llecessitit si associ a moventi moralmente rispettnbili - il Partito socialista non può non essere, in linea pre– valente cli principio, contrario nlla guerra, almeno tra i popoli che abbiano raggiunto un certo grado minimo e comune di civiltà. E questo, n_onsolo pe1: le ragioni cli superiore morale internazionale, cui si è accennato più sopra, ma anche pe1· considerazioni più stretta- BibliotecaGino Bianco mente connesse colla specifica natura delle forze so– ciali su cui l'azione socialista si fonda. Un movimento per il quale l'azione delle classi ope– raie• deve estrinsecarsi con uno sforzo coordinato e si– multaneo - cioè internazionale - e la cooperazione · di tutte le classi sociali di uno stesso Paese deve con– siderarsi piuttosto come un fenomen,o transitorio - proprio dei momenti in cui la nazione intera sia in pericolo - che come un fenomeno norma.le, non può essere, in linea di principio, favorevole a situazioni che ·si risolvono nel restituire ogni classe operaia esclusi– vamente alla propria nazion_e per scagliarla contro le classi operaie delle altre nazioni, e nel determinare in ogni singolo Paese non solo la nrnggiore. cooperazione, fra le classi, ma una cooperazione alla c1uale la classe operaia, in ragione stessa del suo numero, porta il massimo contributo. Tutti gli altri Partiti - se vogliono essere - sinceri --· subiscono anch'essi, nel giudicare della guerra, e,· caso per caso, hel favorirla o nel depre'carla, l'inevitabile influsso anche delle loro idealità, per così dire, in– terne. In Inghilterra le vicende parlamentari svoltesi dallo scoppiare del presente conflitto ad og·gi ne sono la prova piì1 illustre. Anche da noi, per esempio, i na– zionalisti dicono apertamente che essi sono favorevoli . tendenzialmente al fatto, in genere, della guerra, pro– prio anche pe1• quelle ragioni interne che contribui– scono a far agire il Partito socialista in senso di verso. Con quale autoriti1 domani potrebbe il Partito socia– lista propugnare gli arbitrati, la riduzione degli arma– menti, la pace, se poi in ogni Paese, lasciandosi assor– bire da una visione troppo strettamente nazionale e da situazioni per loro stessa natura transitorie, si facesse senz'altro propagandista ufficiale della guerra, e, per logica conseguenza, dell'À.umento delle spese militari? Il Partito socialista potrà e dovrà adottare toni e modi ben diversi secondo· la natura della guerra che si starà preparando nell'uno o nell'altro Paese; dovrà, ad esempio, profondamente distinguere fra una guerra di invasione del Belgi·o ed 1111aguenÌt per il completa– mento dell'unità nazionale; i suoi componenti dovranno, una volta dichiarata la• guerra., ed anche quando quest.a paresse meno giustificata, soddisfare con animo fermo e leale ai propri ob~lighi militari; ma non ·potrà mai spingersi tanto oltre da· cadere, per àmore dell'oggi, in aperta ed insanabile <'-Ontracldizionecolle aspirazioni del domani. L'unica guerra che il Partito socialista può, anclrn come tale, far propria completamente è una guerra di pura ed evidente difesa nazionale, come quella s.oste– nuta dall'eroico Belgio conti-o la Germania. Una volta riconosciuto che la nazione è una premessa dell'Inter– nazionale e che il rispe t.to alla indipendenza dei singoli popoli è l'unico principio la cui accettazione possa ren • clere più degni i rapporti fra i vari Stati d'Europn ed agevolare il mantenimento della pace, una guerra rli tale tipo risolve in sè ogni contraddizione. Anche per il Part,ito socialista ,lei Paese· cosi minacciato una simile guerra costituisce una necessità che, per quanto dolorosa, fa coincidere, con una chiarezza ben mag– giore che in ogni altro caso, l'interesse ed il diritto nazionale dell'oggi coll'interesse e1l il diritt,o interna• zionale del domani. · In generale, dunque, e se si prenda come termine di riferimento la maggiore o minore lunghezza del tempo considerato, si può dire che il Partito socialista deve prospettare tutt.i i problemi, tanto in rapporto ad un

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