Critica Sociale - Anno XXV - n. 13 - 1-15 luglio 1915

CR.ITlCA SOCIALE 199 proletariato, in certe ore, al paese in cui esso vive: rapporto che si fa più singolare in caso di guerra. La guerra infatti - tutte le guerre, a un di presso, e con poca differenza tra di aggressione o di difesa - è una curio&a faccenda; cui non si può applicare (qui è un altro errore di molti compagni) la tattica dei tempi ordinari e delle cose comuni. · Nella vita consueta, per quanto, in ciascuna na– zione, una classe abbia il potere, vige una dinamica per la quale ciascuna classe si fa valere in pro– porzione e in funzione delle proprie forze; avanza, retrocede, s'arresta, riprend,e; ma senza crisi de– cisive, cata·strofiche, che pong.ano l'una o l'altra in istato di dominio o di soggezione .assoluta. Per usare uri.a similitudine non nuova, ma effi- -c~e, la nazione è un.a nave sulla quale, ferma nel porto, due parti discutono se convenga o no sal– pare; e qui ciascun.a (anche la soggetta) svolge e fa valere le sue forze, secondo che ne ha. Può persuadere, può intimidire, può. far meditare. e esitare la parte che ha il timone. Può tentare, an- che, di toglierle il timone di mano. . Ma, · se la parte che comanda o prevale decide di salpare, nonostante il mare tempestòso, ecco l'altra parte, di punto in bianco, mutar la sua con– dizione, ecco crearsi. una coincidenza di necessità, una cointeressenza automatica per il fine, d,ivenuto comune, che l.:/. nave non naufraghi. È questo che non si volle comprendere: è in questo che si volle vedere un.a « contraddizione » di noi socialisti, del nostro contegno, mentre la contraddizione, il paradosso, l'assurdo, è - per– manente, ma salientissimo nel caso della guerra - nelle cose, nella realtà, universale ed antica, del fatto che, in ciascuna nazione, ·in una nazione, vi– vono più classi, più -partiti, de' quali però uno ha il potere, e, quando decide la guerra, anche l'altro è coinvolto in un.a comune necessità di difesa. S-ì, bisogna rico.nÒ.scerlo: un Partito, di qual un-• que colore, nazione, epoca, che combatta la tesi della guerra, e spieghi .-0gni suo mezzo per depre– carla, e non vi riesca - dal giorno in cui, per volontà del Partito dominante, la guerra è dichia– rata, si trova in u_na:condizione strana, si capovolge inevitabilmente nel suo atteggiamento, deve (qui è la profonda ilifferenza fra i casi ordinari, evolutivi, e ·la guerra, fatto catastrofico) deve di punto in bianco adattarsi, per un tanto - e con tutte le riserve ideali, che pur hanno valore grandissimo - alla realtà. · • Esso si trova nella condÌzione di rivolgimento in cui si trovò Dante quando passò il centro della terra, e tutto s'era capovolto intorno a lùi. E s'egli, éh'era·'Dante; si sentì smarrito, e non aveva subito .avuto coscienza di qual' era 'l punto eh'egli avea passato, potremo perdonare ai tanti, nostri, che si confu– sero e si impuntaro'no dinanzi al fato, con un t solo o con due, come si vuole: chè qui è lo stesso. Volenti e nolenti, la guerra trascina, tutti su un.a nave in balì.a di supremi eventi: un interesse co– mune lega tutti. Quale dev'essere l'-0per.a nostra, e l'atteggiamento? Cercherò di esaminarlo, .senza intenzione di dettare decaloghi, ad altra volta, GrovANNrZrBORPr. · I morti amano pace. La proposta Treves non· fa eècezione. Treves rinunzia ad obbiettare. Zibordi dice ottimamente le ragioni stesse che diceva Tre– ves a sostegno della sua proposta e non ~ice le ragioni per cui la proposta s-tessa era inoppor– tuna, fuorchè quella che, essendo la Direzione d~l Partito inetta a partecipare a,l Comitato straord1- nari0 di az-ion,e, dovevasi lasciarne in disparte la ibliòteca Gino B~anco Direzione· del Partito perchè la Direzione; · in ap– plicazione del principio della divisione del lavoro, potesse fare il rovescio di quello che faceva il Co– mitato, e così andasse essa a picco, con tutta la sua frazione. . Ma Treves, così machiavellico e così settario, non gli riuscirà mai di essere. Pensando essere ne– cessaria in questo -tempo straordinario la concen– fràzione di tutte le energie del Partito,. la propose. Zibordi gli fa t-ralucere che è stato uno sbaglio - esse,ndo molto più vantaggioso alla · frazione no– stra il restare sulla intransigenza, affinchè la Di– rezione faccia da sè e faccia, siccome il tempo esi– ge, il nostro mestiere e, naturalmente, com'è eia aspettarsi da chi fa il mestiere altrui, facendolo male, con incertezza, con ambiguità, con imbaraz– zo, scontenti tutti, i rivoluzionari perc'hè fa del ri– /ormismo, i riformisti perchè il riformismo non lo fa bene, e.... si scavi la fossa. La riflessione è grave, gravissima: ma non crede Treves di rilevarla neppure per l'onore del suo • morto. P.are,e sepulto. c. t., Nell'oggi e nel domani La Società edit1·ice Athe.neum di Roma, che ha da tempo iniziata una notevole ed utile collana cli sci·itti in– torno alta guerra europea, pubblicherà f1'aoioi·ni un volumetto destinato a sollevare molte discussioni. In esso l'amico nost-1·0,on. G1·aziadei, sotto il titolo: Le idealità socialiste e gli interessi della nazione nel con– flitto europeo, 1·accoglie i va1·ii articoli da lui pubbli– cati sull'argomento, dall'inizio della conff,agrazione alla dichia1·azione di gue1·ra dell'Italia all"Austria. Agli ai·ticoli che costituiscono per se stessi un tutto organico, l'on. • G1"aziadei premette una· lunga p1'efa– zione, in cui 1•iassume e completa · le sue opinioni su tre punti fondamentali: la coordinazione fra i su– p1·emi principii del Socialismo e le conc1"ete realtà storicl~ee nazionali; i p1·oblemi che nei confronti colla Germania si presentano così pe1· la democi·azia eu– ropea, come per gli interessi politici - largamente con,siderati - dell"Italia; la pi'oporzione che l'Italia nel suo intervento - dall'auto1·e sempre 1·iconosciuto come storicamente necessario nel momento oppoi·tuno -- avrebbe dovuto, o dovi·ebbe, consei·vare, tra i suoi fini e lo sforzo da compiere. Rise11vandoci di esaminà1•e a suo tempo il volume dell'amico nostro, s'tralciamo dalla prefazione - le cui bozze ci sono state cortesemente comunicate - al– cune pagine che 1·iusciranno èei'tamente interessanti ai ·nostri lettori. Naturalmente essi sanno che noi non identifichiamo il nostro col pensie1·0 cli Antonio G1·a– ziadei, o meglio col tono del suo pensiero - a1ichepe1'– chè ci semb1·a che ii Graziadei non tenga calcolo ab– bastanza di tùtto l'imperialismo che si contrabbanda in questo tempo sotto ~a parola affascinante di nazio– nalità - ma ciò non ci impedisce di 1·endere omaggio agli. sforzi leali dell'amico nostro pe1· una maggioi·e chiarezza e pi·ecisione del pensiero e dell'azione so– ·éiàlista: La dottrina socialista, per sua stessa natura, se · guarda al presente, mira sopratutto all'avvenire. Per ogni. or.dine di problemi essa agita e deve agitare un · programma - ·a cosi dire - mi-nimo,ed uno massimo. Nelle ques_tionifra capitale e lavoro - ad esempio -– essa si preoccupa dei miglioramenti anche più modesti

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