Critica Sociale - Anno XXV - n. 13 - 1-15 luglio 1915
196 CRITICA SOCIALE la produzione intensiYa delle armi, delle munizioni ;} di tutti i mezzi diretti e indiretti cli offesa. V.erso la fine di aprile l'Im1}ero ha fallo uno sforzo - che si ha ragione, però, di ritenere sia l'ultimo reramcntc frut.tuoso - per r,accugliere le proprie ri– serrc; e, secondo il Word, la Gennania è riuscita a raccogliere altri 3 milioni e mezzo di soldati, dei qu,ali ci-rea 2 milioni entreranno in campagna, dopo un coureniente periodo, di islruzione, ~olo in luglio e in agosto prossimo. ·M.a ora non le resta che J,a 1cm in massa. li Wonl ha notai.o che, in talune grandi città ledesc.he, dalfo mclii di aprile ai primi di mag– gio sono scomparsi dalla circol,azione tutti o quasi lutli gli uomini rclatiw1mcntc gio·vani cd apparente- 11iente validi. Egli calcola che, nel u10me11loattuale, La Gernnwiu .ibbia sollo le armi, com1jJ.essiv,amente, oltre 7 milioni di uomini, dei quali circa 4 milioni sono combattenti sui due fronti e circa 2 milioni sono ai deposi,ti per , le istruzioni. Poco più di uu milione e mezzo è ad– detto .ai servizii territoriali e di occupazione. È molto interessante ciò che il Worct dice relati– rn·mente aHe condizioni cJ.ellospirito pubblico in Ger– mania. Ivi non vi è una sol,a persona· - neppure « il protervo » Liebknecht - che non sia convinta e sse.re la Germania assolutamente vittoriosa. M,a questa con– vinzione riesce so-pratutto a fare apparire più ragio– nevole la invocazione della pace, per due conside– razioni d'indo,J,e diversa, ma uniformi nella loro f-er– mezza e nei loro risultati. Vale a di-r,e che, mentre un certo numero di Tedes·chi, composto o movimen– talo in gran parte dall'elemento socialista, vuole la pace accioochè l!a vittoria non si converta più innanzi - aumentando! - in una premessa di conq-uiste ter- 1·iloriali e di situazioni estremamente pericolose per l'avvenire dell'Impero; un'altra corrente di Tedeschi, composta sopratutto dai modesti ceti rurali, vuol,e la pace, subito per i,J' timore cli doverla accettare più tardi in condizioni me.no favor-evoli delle attuali. Il Wo1'Clha avuto l'impressione che il Governo incoraggi quest'ullima corrente, per piegare con essa la intran– sigenza della casta militare, che ha lri solid,arietà dei gruppi. capitalistici dell'industri{), f.erm.amente con– Yinti di pervenire al logoramento militare dell{l Fran– cia e della Russia e a quello economico e marittimo della «concorrente» Inghilterra. Questa discordia inattesa in Germania, e che ogni giorno piLt si allarga e si inasprisce, può ritenersi 1 una preziosa alleata per la Triplice Intesa, perchè effettivamente ne risulta affievolita quella compattez– za animosa e fidente del popolo tedesco, che fu sin qui. il più grande ìattore della villoria, insieme a quello cieli{\ preparazione tecnica formidabile della guer,ra stessa. Inollre, è ora Yisibile la stanchezw del sacrificio nelle popolazioni: da due o tre mesi le partenze dei soldati non sono più delle festose baldorie alle sta– zioni, ma terrificanti scene di desolazione. E, infine, in taluni d,egli Sw.ti della Germania meridionale il malcontento e il disagio sono più accentuati, e più forte diventa di giorno in giorno il « partito della pace con dignità». · * ** li Word non si occupa in questo articolo nè del– l'Austria-Ungheria, nè dell'Italia: promette di di-scor– rerne a parte, in un prossimo art.icolo·, per esaminare BibliotecaGino Bianco con maggiore ampiezza le origini e le vicende <lellu guerra italo-austriaca. Dioe soltanto che questa in Ger– mania è considerata un fatto secon<lm-io ed è posta nello stesso gN1ùo della impresa dei Dardanelli. Tul– t.i)'ia, in G,e,rnrnnia è molto diffusa l'opinione che l'Itu– li,1, nella peggiore delle ipotesi per la Duplice austru– tedesca, porri1 fine alla guenu, per proprio oontu, .ippena abbia raggiunto i confini delle s11e ~1,spiru– zioni nazionali, che non pochi Tédeschi sono pru– [}ensi a valutare con una sorprcmlenle equm1imitù rerso l'llulia. Indi il \Vord, csa111i11a11do e ra!Tronlando (;011uwHu acume lutti i lati della situazione dei principali Stati beUig,eran'li, cnlr.n nel campo delle previsioni sui ri– sul'l-ali definitivi della guerra. Cioè: egli dichiara di non credere ad un « risultalo definitivo~, e afferma che il suo scet.ticismu è condiviso d.a personalità emi– nenti, le quali sono a capo dei Governi .dei paesi uelligeraut.i e con le quali egli ha potuto ùi,~correre su tric argomento. Lo scrit.torc americano crede, i-n– sornma, che l'attuole guerra si chiuderà sulle soglie del prossimo· inverno, per il logoramento compiuto dei coefficienti offensivi e difensivi di tutti i bernige– ranti, e con una sistemazione di ((compensazione» analoga ,a quella dettata in certe sentenze giudiziorie dal magistrato, il quale - nello imp·ossibililà di di– stinguere nettamente le ragioni e i torti dei litiganti - dislribuisce· sugli ·uni e sugli altri le spese della causa.. li Word non nasconde che un.a simile sistemazione possa avere più il carattere di un armistizio che di una pace, ... ammenochè, nel periodo, intercedente tra la fine della guerra e l'eventuale ripresa delle osti– lità, La pressione popolare in Europa non· riesoa a stabilire e ad imporre -· o con un congegno arbitrale o con mezzi altrimenti energici - una profilassi con– tro. la rk,adut.a guerresca. Noi ci siamo prospettato altre volte, altrove, I.o stesso quesito ,ai qual,e il Word ha ce1;cato cli dare una risposta; e siamo rnnuti a conclusioni so:;tanzial– menle analoghe ane sue. No·i, per esempio, non ab– biamo mai creduto aHa vittoria della' Germania e in questo scetticismo abbiamo attinto• un el~mento di confo.rlo contro la minaccia rappresentata dall'elTet– luarsi di una simil,e eventualità. Non è il caso di ripetere, qui,.'le ragioni per le quali noi abbiamo sempre· considerata una enorme jat1ura per .lo pace e per la civiltà mondiale l'eventuale trionfo del millta– rismo tedesco e il conseguente generalizzarsi autori– tario, in Europa, di tendenze politiche e di repporti e-c-onomici caratterizzati dalla par-01:a « pangerma– nismo». Ma noi non abbiamo neppure presi mai alla i!Cl– tera i periodici « giuramenti di Londra», che, cioè, questa guerra non si chiuderà se non con il totale annientamento della, Germanio. A parte le regioni che ciascuno di noi può avere oontro una simile even– tualità - anche se fosse elTettuabile - come socia– lista e come cittadino europeo, a non vedere, cioè, sostituità un'egemonia da un'altra; noi- abbiamo sem– pre considerato inesauribili nella resistenza - specie se impegnate per la difesa della propria integrità territoriale e della propria indipendénza- politica - le risorse delle nazioni moderne, anche un po' meno forti e salde della Germania. Ci sembra inattuabile, persino inconciliabile con le stesse esigenze fond11- ment.ali e permanenti della civi!Ui odierna,- il disegno
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