Critica Sociale - Anno XXV - n. 11 - 1-15 giugno 1915

166 CRITICA SOCIAU rità, che soleva dominare nei Congressi ii;it~irnazio– nali, oggi è l'oggetto delle censu,re più,. ~~pre. Egli è sospetto: sospetto come tutta la -~~r.o.ania. L'ege– monia socialista tedesca si è rotta ..çòntro la ripro, vazione universale di tutti i ,P.ailliti socialisti., dei paesi belligeranti corrie dei. Pf!~Si 'n-éutrali. Non ba– sta.· Mentre naufraga il prirµalo socialista tedeS-OOal– l'estero, guadagna il Partito socialista in Germania compattezza nel suo interno ed- effica~ia all'e,sternò verso gli altri parli ti? Ecco: sul primo punto- le .di– visioni profonde, insanabili _che·, 9( aocennano nel Partito inducono a ritenere di no.- Quanto al secondo punto, il Partito non ha ri,cevulo che rabbuffi dail'Le sfere dirigenti per la sua i\Jlprudente imp,azienza, og-ni volta che e~so si.è attentato di ricordare le as-pet– lative per il sufTra.gio universale. in Prussia. Non è - dissero __:tempo di ciò. Ogni pretesa in tal senso - rimb'eccano con be.fTarda ironia i conservatori - farebbe supporre all'est.ero che if popolo tedesco non è in quest'ora tutto 'unito e compatto. Adesso poi i conservatori, buttando del tu'tlo la maschera, mo– strano- anche ai socialisti, ingenui che la guerra è sì <li dife-sa, di libertà, ecc., come glie l'avevano spiegata, ma che questo concetto non impedisce che la Germania, •se può, non debba uscirne arrolondand'o il territorio. · Ma nean,che ciò è d-ecisivo. Il Partito socialista tedesco potrebbe ancora inorgoglirsi di avere immo– lato al bene della, patria ogni suo bene, di avere tutto pospo-sbo·a.I cioncetto di farla salva ,e s~cura .... Dove però il Partito socialista tedesco perderebbe innegabilmente la partita è se fosse dimostrato che l'azione sua rinnegatrice dell'Internazionale invece di rinforzare ha i,ndebolito la patria, per aver,e contri– buito a crescere contro di ess,a gli· odi e i nemici. Non sar-ebbe una taJ.e dimostrazione una prova trion– fale dell'errore commesso? Ebbene, se taJ.e prova non si può ancora dire che sia appieno raggiunta, gli indizi cominciano ad essere imponenti. Che cosa infatti ha tirato la Germania nella per– dizi,one <lella stima del mondo prima ancora che nella perdizione della sua fortuna? Lo si può ben dir-e: l'incomprensi-one assoluta dei senti'menti e de– gli i-de-alidegli altri popoli; la sua audace nega-zio-ne ad altrui di ciò che essa attribuisce a se stessa; il suo iiber alles che nell'ordine nazionale ri,sponde all'odioso lJ ebermensch deLl'ordin-e privato. Essa ha violalo la neutralità giurala, ha professato che i trattati sono cenci, ha stabililo che la pietà per i proprii non ha baso che -nel terr,ore verso- gli altr(: donde ha tirato i metodi di guerra che hanno fatto inorridire il mon– do, per,chè le atrocità sue non sono, come quelle di tutti gli eserciti, proprie del furore del guerreggiare, ma sembrano il portato· di un calcolo tranquillo, di un metodo « scientifico ». li risultato è •stato questo: che la Germania si alienò tutte le simpatie, che i suoi nemici non si perdettero per il terrore, mentre in– vece per il terrore comune essi trovarono degli altri alleati! Politica folle; politica in cui è tutta la risposta alLa domanda che così spesso si propongono i tede– schi: Ma perchè la Germania è tanto -odiata, ecc.? Ora la parte di responsabilità che tooca al Partilo socialista tedesco in questa politica di perdizione del loro paese consiste nell'esservisi associati dal 4 ago– sto in poi. Accettando tutti i fatti e tutte le gesta della Germania, indebolirono il loro paese esattamente di quanto rinforzarono i suoi nemici e i neutri che di: ventavano suoi nemici, mediante l'ostinala denega- BibliotecaGino Bianco zione verso di essi di quella soddisfazione elica che la loro libera e f.orte censura, o-,almeno, il loro f-ermo dissociarsi, avrebbe a quelli procurato, disarmandoli. I socialisti italiani, ora che hanno pe-rduta la batta– gJ.ia per la neutralità del loro Paese, possono bene confessare ai compagni tedeschi che, se tale fatto si è verificato ai danni della Germania, si è anche perchè da parte dei socialisti ted-eschi nulla si è fatto per appagare il senso della pietà e della g-iustizia· del mondo, esacerbato dalla Germania, co.J consenso so– cialista. Ammettiamo l'esagera(lione del paradosso che stiamo p-er formulare, e tuttavia sentiamo di cogliere una grossa porzione di verità, affermandolo: se i so– cialisti tedeschi si f.ossero sempre diportati da socia– listi, forse i loro compagni itahani non sarebbero stati· s-confitti, in quanto che, presso· il viva.e-e senti– mento delle masse, non s.i sarebbe potuto accampare contro la loro propaganda l'« esempio» d-el socialismo tedesco e il fallimento della Internazionale. Più an– cora: se la pro-testa contro i metodi d-ella Germania fosse sta-ta fatta sentire in Germania, avrebbe dap– pertutto sgombrato il campo della politica internazio– nale della orrenda preoccupazione che tutta una nazione, tutta una stirpe fosse solidale a negar-e al restante mondo i fondamentali diritti dell'umanità. Tutti i Governi hanno commesso gli stessi mi:;fatti, ma ciò che non spinse necessariamente alla coalizione di tutti contro ùi uno, fu ·s,empre questo: che dentro lo stesso Stato prevaricatore si J.evava.no g-enero5-e voci di protes.ta da parte delle minoranz-e, e oiò ba– sta.va a garantire il non intervento dei neutrali. Se è un danno - e la stessa o,rgogliosa Germania noi nega, e sostiene di avere fatto- -tutoo il possibile per e-vitarfo - se è un danno ed un pericolo per la Ger– mania c;he l'Italia abbia- tratta la spada, sui socialisti tedeschi ne ricade non piccola responsabilità, per avere mancato al loro còmpito, e per avere, in tal modo, reso più grave, reso dispera,to il còmpito dei socialisti italiani. Nella discussione seguita al Reichslag all'audace discorsò del CanceUiere contro l'Italia, il compagno Herbert, parlando, per il Gruppo socia-lista, uscì a dire: « Non è una guerra di dif.esai quella di Italia, ma. di attacco. Ci troviaµw COS\Ì certo d',accordo con i nostri valorosi compagni italiani, che fecer-o di tutto, anche in Pa·rlamento, per evitare la guerra». Ebbene, il compagno Herbert,poteva compi·re il periiodo così: e, se non riuscirono, la colpa è pure nostra, che abbia– mo fatta a loro così difficile l'impresa! Invece il' com– pagno Herbert preferì continuare il suo dire, in q.uesto modo: « Il nostro Paese vi-ene a trovarsi innanzi ad una nuova sanguinosa prova di forza e in quest'ora di accresciuto pericolo ripetiamo le nostre dichiarazioni del '4 agosto». Ottimamente. Ma l'e.ffeilo potrebbe non essere che quel,Io di p'romuovere l'intervento della Romania, degli Stati Unili, e, poi, via via, di tutti gli ultimi neutri! Il circolo è viziosissimo. L'atroce compattezza germanica contro la giustizio. e l'umanità spinge alla compattezza di tutto il mondo contr,o, la Germania, accrescendo ogni giorno a questa il peri– colo e il danno, e la compattezza di tutto il mondo contro la Germania rinsalda la compattezza del1a Ger– mamia. . Ma la Germania non aumenterebbe ogni giorno it suo mondo di nemici all'estero se avesse conservato il suo nemico all'interno, che era, viceversa, il suo più vero· amico, il Partito socialista legato all'Inter– nazionale, il qua.Je, -con la sua tenace resistenza ai

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