Critica Sociale - Anno XXV - n. 11 - 1-15 giugno 1915

172 GRITICASOCIALE lavoro, valendosi a ciò delle forze cooperative di produzione e lavoro». Veramente per l'art. 40 del regolamento 12 febbraio 1911, n. 278, le Ammini– straziorui hanno già facoltà, quando la natura d1ei lavori e delle forniture 1-oconsenta e ragioni di oon– venienza non. lo sconsiglino, di rendere più acces– sibili gli appalti alle Cooperative, dividendo l'ap– pa1to per le forniture dei materiali da quello della man:o d'opera. Non si tratterebbe dunque che di dare una Larga e costante applicazione a q1;1esta. norma. Corwerrebbe però, non provvedere agh ac– quisti ed! agli impianti in economia per opera di– retta dei funzionari (il che, se fatto su larga scala, sarebbe estremamerute difficile e pericolooo), ma per mezzo di contratti distinti, stipulati in seguito a pub– bliche gare. * ** Il giudizio sui favori concessi e da concedersi alle Cooperative di lavoro è diverso a seconda drelle divierse opinioni politiche, e naturalmente oscilla da un, estremo all'altro, oltrepassando per lo più i limiti della verità. Esa~erato è per esempio, il concetto che le Cooperative possano del tutto so– stituire, e vamaggiosarnen<te per lo Stato, le im– prese comuni nei pubblici appalti; mentre le Coo– perative non ne hanno la potenzialità fin:anziaria, e, nella J.oro azione, non si differenziano banto· pro– fondamente dagli appaltatori, quanto da motti si crede. Cosi, a cominciare dal mod:o con cui le Cooperative- concorrono agli appalti, è d:a osser– vare come esse, al pari e talvolta più degli appaLL talori, .abbiano la consuetudine d~ mettersi d'acoordo per tenere alti i prezzi e sappiano sopprime re ogni concorrenza, ciò che costitwrebbe reato a term.mi del Codice penale. La Relazione statistica sui con– tratti d'appalto, già più volle citata, dimostra a questo proposito come, nelle lici.tazioni tenute tra sole Cooperative durante il triennio 1910-912 per appalti dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici, ogni 100 offerte di ribassi, se ne siano avute 61 ci 1 rca con ribassi minimi non superiori al 5 per cento del– l'importo d:ei la,vori, mentre nelle licitazioni tenute tra Cooperative ed Imprese tali ribassi minimi fu– rono solo circa 32 su 100. Ma la differenza, già grande, aumenta se, dal complesso delle offerte fatte <i.alle Cooperative, si sottraggono quelle di Raven– na e di Roma, dove rag-ioni speciali det-ermin,arono una viva concorrenza nelle gare d'appalto. Si hanno allora, di fronte a 423 offerte, 197 ribassi da O a 2, corl'isp.ondenti al 46,57 per cento, e 168 ribassi cLa 2 a 5, corrispondienti al 39,71 per cento; in com– plesso la, percentuale dei ribassi minimi non supe– riori a 5 sale a 86,28. Tutto questo conferma quanto già da tempo è risaputo e const.allato anche in atti ufficiali: che cioè le li-citazioni tra, Cooperative hanno quasi sempre un valore puramente formale. Già, prima ·che la legge ricoruoscesse i Conso•rzi di Cooperative, questi funzi onavano di fa!Jto nella Romagna e nell'Emi1ia ,e.on lo scopo principale, secondo gli statuti sociali, -eh riu nire le Cooperative per evitare la concorrenza, pur mantenendo l'autonomia di ciascuna Società ad'erente, e per regolare la distl'ibuzione dei lavori dello Stato posti in appalto. Ciò risulta anche da una Relazione dell'on. Ruini, nella quale si legge: « Il costo maggiore delle opere in riguardo allo Stato deriva dal ribasso assai tenue che le Coope– rative sono abituate ,a fare nei prezzi di ap,palto. Quasi sempre è sotto il 5 per cento: spesso dell'uno <> dell'uno e mezzo per cento. Questa tendenza a rendere insignificante ed elimina-re il ribasso è lodata da molti, ohe veggono gravissimi -pericoli nell'ecces– siva corsa ai rrbassi da parte deHe Imprese ... Sono BiblioteèaGino Bianco stati proposti e, per certi rami, ad-0ttait.i freni contro la corsa al ribasso, come, ad esempio, quella SC'heda del massimo ribasso che la •pavida· Cll'l'adegli a,mioi dell.a.cooperazione fece ad-0tta•re anche per le licita- 7!ioni a Cooperative. Le quali ,però hanno mostrato di non aver 'bisogno di siffatta tutela, giaoohè n,atu– ralmente tendono a mettersi d'aooordo. Di concor– renza vera e propria non può parlarsi tra Coopera– tive. Anche quelle che sorgono con un carattere con- I essionale o politico a combattere le Cooperative do– minanti sul mercato, o 1Jengono assorbite o si accor– dano con esse ... Le licitazioni private non sono più spesso che gare puramente formali. La Cooperativa aggiudicataria è la prestanome di molte altre che in realtà assumono insieme il lavoro. J'i~l cooperati– vismo non si mianifesta poi soltanto la tendenza a toglier d'i mezzo la concorrenza too Cooperativa e Cooperativa; ma proprio a canoollare la -concorrenza degli i,llllp,renditori. In alcuni luoghi'il 'fenomeno coo– perativo mostra per· vari segni di aver determinato il passaggl"o ''da un' tipo 1 di ecònomia a libera concor– renza, negli appalti di lavori pubblici, ad un tipo di monopolio. Le Cooperative di lavo,r-0,,pur avendo or– gani distinti, sono come una faiooi-adi un unico m,os • vimento economico, che ha per ralti:a faccia i, resi– stenza. Contro glL imprenditori che .assumono aiprpa-lti si esplfoa la lotta dei braccianti· sadaTiati, che raig– gi'l1Illgealle volt.e viva intensità. Si ,potrebbero citare molti esempi a:nohe recentissimri, non solo di lud– dismo o lotta contro le macchine (nel che, per vero dire, gli Ol'ganizzatori della co.operazi.one furono ad una v-000oontra;ri aHa regressiva agita2ione), quanto di costanti implacabili difficoltà sollevate d.àlla mano d'opera, ool chiaro intento di stan,c.arrele Imprese, e di mostrare che i larvori non possono ormai essere co,IlllpiUJti s,e non da;lle Cooperative. La creazione di un simile ambiente spiega come le aste vadano spesso deserte, perchè gli imprenditori non vogliono acce– dervi. Le Cooperative, secure del mercato, possono poi tranquillamente lasciar deserte anche le private gare e non accettare lavori, chiedendo che le tariffe di progetto sieno elevate; ciò che ottengono bene spesso » (I). Le Cooperative, dunque, possono di regola otte-. nere i lavo-ri ai prezzi e alle condizioni che vogliono, mentre g1i appaltat.ori, non posti dalla legge al rjparo dalla concorrenza, che i vigenti sistemi, co– mé ved•rel'l'\i<> in segui!Jo, mantengono anzi per loro cieca e sfrenata, sono spesso costret!IÌ ad assumerli a prezzi rovinosi e, nella migliore delle ipotes:i, ai prezzi fissati dall'Amministrazione. Stabilito ciò, è difficile farsi un concetto preciso sul costo degli appalti eseguiti dalle Cooperative. La differe,nza tra Coop,eraJtive ed appaltatori, come meglio vedremo ·nell'ultimo di questi articoli, vien.e a ridursi per buona, pal'te a questo: che gli appaltatori, litigando, ott.engon.o alla fine dell'appaltQ quanto le Coope– rative ottengono senza vertenze sin da principio, giacchè esse, per i fa.vori speciali di cui La legge e la consuetudme le beneficia, hanno modo di assu– mere e di condurre i lavori bonariamente, risolvendo de plano le questioni che gli appaltatori non pos– sono risolvern se non con l'opera degli avvocati. La. disparità di trattamento tra Imprese coopera– tive ed Imprese comuni è appunto quella che rende malagevole un equo giudizio compa-rativo tra · le (1) M. RUI!II: Relazlot1e a 8. E. "Jll,alslro dd laoorl J)Ubbllcl .,111, CoQPtratlve di lavoro che euguo,ao opere J)Ubblklre. Roma, lll07.

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