Critica Sociale - Anno XXV - n. 10 - 16-31 maggio 1915
CRITICA SOCIALE 159 sussistere nel fatto o gravissime caus(l la devono neu- . lralizzare. Ove si rifletta che il partilo cler.icaJ.e è· il convegno dei poveri di spirito e dei mercanti di ogni cosa sacra e profana; che è imbottito de!J.e forz,e torpide della reazione più bestiale e dell'oscuranti– smo più cieco, nessuno si sorprenderà più che tale potenza anchilosata si riduca ad una ver-0 impotenza. Così essa è come la polel)za di un fantasma, sol.tanto nella nostra fantasia paurosa, ed è qruesta fantasia paurosa che induce molli miscredenti deboli e vili ad accettare l'appoggio dei clericali nelle lotte elet– torali,. atto così a'bbiello da coslit.uire la più grande vergogna· per un uomo pubblico, se lutti poi sentono il bisogno, di smentirlo, e di cui so-lo la impudenza dei clericali può menar vanto. Dire a propria discolpa che il partilo clericale per orli tiene in riserva l•e proprie forz,e, in attesa del momento opportuno e della occasione propizia, è men– zogna. Le forze, anohe piccole, si affermano; le grandi agiscono o esplodono, se contenute; se non esplodono) sono forze morte. Dire inoltre a propria .giustificazione che il partito . , clericale per ora non scende in lolla apertamente e risolutamente per non aderire ne,ppure formalmente all'attuale ordine di cose, è menzogna maggiore della prima. I partili della più avanzala d-emocrazia lot– tano sopra ogni terreno, senz,a. per questo aderire all'attuale ordine di cose, anzi per modificarlo, per trasformarlq, per rivoluzionarlo. Il v•ero si· è che con tali menzogne il. partito cleri– cale cerca di nascondere la propria d-ebolezza. P.er– ohè i-1partilo è organo di lotta; quando un partito non scende in campo a lottare apertamente ·per le proprie idealità, senza volere confessa la propria de– bolezza o la ·propria viltà; quando l'attesa poi è trop– po lunga e le occasioni molteplici, confess-a la pro– pria impotenza organica. E manifestazione d'impo– tenza organica è la vanteria vergognosa di av,ere ag e– volalo la riuscita di duecento d-eputali conservalo.ri e liberali contro allr,ettanli socialisti. La potenza vera doveva consistere nell'elezione di duepento candidali propri, di pura marca clericale. Il partilo clericale invece sa che le sue finalità sono incivili •e anlipalriotliche, così che se volesse afTer– marle sincer:-imente - come fanno tutti gli altri par– titi - il senlimehlo civile e patriottico d-elle popola– zioni iLali,an.e• insorger-ebbe come Uf.L sol', uomo ,contro le insane pretese del clericalismo . .Ora, un partito che non trova riscontro nel senti– mento nazionale, anzi deve .temerlo, è un partito morto o condannato a morte, qualunque ne sia la im– ponenza del seguito e dei mezzi. Il s-enlimenlo civHe e nazionale è l'ossigeno dei partili moderni, e lo stesso internazionalismo non lo esclude, p,erchè è l'elemento vitale di ogni partito. · E che il partito clericale, organo· della politic~ della chiesa cattolica, sia de,bolissimo, malgrado abbia t;mli organismi e mezzi da costituire quasi uno .Stato nello Stato,' si può ved·e.re meglio se si confronta coi partiti de.Jl-0·democrazia, sp-ecialmenle col socialista. Questo, privo di mezzi, ma ricco d1 fede vera, colle s'ue squadri-glie improV'Visate e volanti attacca bullo il putridume monarchico, ecclesiastico e conservatore, afTerrnando superbamente le sue idealità, attraverso magnifiche vittorie e più magnifiche sconfitte, e con– quistando sempre terreno. · Che significa questo? Significa ~ secondo noi - BibliotecaGino Biànco che. il partito clericale non ha su!J.e masse l'ascen– dente che comunemente si cred·e; significa che la inti– midazione superstiziosa non ha più la presa di una volla; significa ohe il partito clericale non deve avere nep-prure le sim1~atie di tutto quell'entourage che lo circonda e lo sfrutta, -e deve aver-e l'antipatia e spesso l'odio delle mass-e popolari, che, essendo più o meno religiose, dovr-ebbe:ro essere col partito d-ella chiesa, e sono, invece, istintivamente coi partili della d-emo– crazia, coscientemente coi partiti anti.clericali. Significa ancora ohe 'la potenza - quale che possa ess-ere - del partito cleri-cal,e è dovuta alla insipi,enza dello Stato italiano e alla vigli,accheria della nostra scettica borghesia, ohe, in odio ai giovani -e batta– glieri partiti della d-emoaazia, alimentano· l'antidilu• viano mostro cattolico, illudendosi di averne appog– gio nell'aspra lolla che si va combattendo. · Fragile appoggio, invero, e vana illusione! Il cl-eri– calismo -è impotente per sua natura. I partili dèlla ·democrazia·,oonver-gano i loro sforzi alla separazione della Chiesa dallo Stato, e questo calcio .al Fondo cullo· farà sparire il fantasma pauroso della Chi'esa cattolica e del partilo deric(lle, e con essi spariranno pure tanti altri incu-bi e succubi che di essi si ali• mentano. G. BONAGIUSO. ILHITOHNO DELLE· IDEE UMAff2 Quocl bonum /e/ix /austumque sii: le id-ee umane di giustjzia e di· pietà, di libertà e fratellanw, dispette e scure tra molta gente che s.criv,eva in questi ul.ti-mi anni; « le i<l•eaiitàoovie condizi,onate a•lbello e al buo– no» •eclissatesi n,e-L vigoreggi,are della volontà di po– tenza, tra « l'irrequ,i,eludine morbosa e l'agitazion,e ru– morosa ,e l'affaocendamento oz,i.oso <l-ena civ.iltli che imbarbariva » - quelle ide-e e id'ealilà tor[),ano a' djrmo– slrar•e un baJ.eno d,el lo•ro immortal-e, so·rriso pur tra le lagrime d,ella scell-erata insani.a della guerra, Quod bonum /elix /austumque sii. Ahi tanti d,e'Jledue- riviere e del dosso. d'Itali,a, d'ogni g-ener.izione e d'ogni con.fessione, voi sap·el~ benis– simo che· il nostro p,ae,se non produce tante patate e mele fradde, quante dalle mani di mo)ti odi~;rni ma•e- 9.lri.çle\l().pubbl~y~ o'Rillion~.p\qxì'oero ~n .<l,\l'e;s,ti HJ~•imi anni addosso a·He- cosid,eUe per i-st11azio ..-- ide,e uma· ni.tarie. Voi s,ap,e-tecome, passati all'imr;mort11li•tà o ri– d'otti al silenzio i grandi ami-ci-di quel-le idee (o Viètor Hugo, o M,azz,ini, o· Carducci!), fiorisse ullim,mp,ente una letteratura grande ,e pi,ccina, sol-enne e ctrtidiana e spi,cciol-a;daJ.l,a qu.al• e• J.emedesime• parv,ero- a·ver p·reso ÌI volo verso altri ìidi, in cerca di migliore fortuna. Non igno-rate come il nuovo poe:tiadella stirpe rifaces-s,e per conto suo, non senza palese compiaroenza, il canto sguaiato .dei vincitori· che udi.va salire da Mantinèa e da Platèa e 'da tutti i campi sacri alle grand~ stragi di genti. Dioevano i, vinrcilori sul muso. dei vinti: .... l'elsa d'argento tegnamo -nel pugno per for-arvi il cuore tremante, per fendervi il ·cranio curvalo, per frangervi ambo i ginocchi .... La ci/là vostra, con l'oro, la po,·poTa, i vasi _di vino, i bei letti e le donne alla nostra fame è promessa. ·
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