Critica Sociale - Anno XXV - n. 10 - 16-31 maggio 1915

158 CRITICA SOGIAL;::; • nome di clericale, spacciandosi ora per cattolico, ora per cristiano, ora semplicemente per I'eligioso-, e cer– cando nel contempo di confondersi coi partiti liberali e sociali. I suoi rap,presenlanli nel Parlamento si qualificano - con loiolesca equivocazione - non dep,utati catto:– lici, ma cattolici deputati, e ciò per non compromeL~ tersi trop•po e per non comprometter,e .troppo il Va– ticano, da cui dipendono, ma da cui vorrebbero darsi l'aria di essere emancipati. In Parlamento parlano i111111 senso, fuori in un altro; odiano lo Stato laico - e. tutto ci.ò ohe è laico - specialmente lo Stato italiano, e vorr-ebbero disfarlo, proclamando però un ardente amor di patria! Mentre ogni partito, dunque, va or,go,glioso del suo nom-e e del suo programma, il partilo clericale è il sofo che dù il triste spettacolo di dissimulare, men– tendo, il proprio -esscr,c. E ciò quando è notorio che esiste un partilo clericale, non solo nazionale, ma.an– che internazionale, che ha p•er,programma il dominio della Chiesa sullo Stato, del clericato sul laicato, della reazione sul progresso. Malgrado ciò, in nessun Parlamento esiste un par– tito che osi dirsi clericale o, me,gliò, esiste in ogni paese e in ogni Parlamento, congiura alacremente a codesto suo fine disonesto tanto da ritenerlo esso stesso inconfessabile, ma non osa afTermare col suo vero nome il suo vero ,programma, ohe del resto tutti conosciamo bene·. Ecco perèhè i discorsi dei deputati catl"oÌici o clericali -- ohe vale lo stés'so _:_sono sem– pre ac,compagnati da risale ironiche; ecco perchè la stampa cattolica o clericale - eh-e vale lo stesso -· nausea i pii, tolleranti. ·Può esister-e migliore confessione 'cli slealtà e d'in– degnità di questo clericalismo cattolico, che pretende– re'bbe educare e guidare la nostra società, mentre comincia dallo sconfessare se stesso? Il suo linguaggio contraddittorio e la sua azione equivoca nell-e organizzazioni e nel Parlamento, nella stampa e nella vita pU!bblica, corrispondono alla dop– pie:r,za della sua mentalità e della sua coscienza. Ora, questa ipocrisia e questa malafocle dei' clericali, come singoli e come partito, sono - secondo noi :__sintomo di grande debolezza, malgrado ogni apparenza con– traria. Questa nostra asserzione sorprenderà molti,' preoc- · cupati, non a torto, delle vaste or-ganizzazioni e delle ingenti ricchezze di cui dispone il partito clericale, partito che a prima vista si presenta veramente come più numeroso, più disciplinato, più ricco, e perciò più forte di ogni altro partito. Eppure, malgrado tutto ciò, sottoponendo ad un attento esame la sua com– pagìné, esso risulta debolissimo, fino ad essere ver– ·gognoso di se stesso. Il su-0 organismo è comé gli scenari teatrali, senza base, in quanto l'odioso senti– mento clericale non è il vago sentimento religioso, anzi è nemico cli questo, donde un certo anticlerica– lismo popolare - cli cui ci occuperemo altra volta. La mole imponente del partito clericale è quella del colosso dai pi-edi di creta, ohe dura a condizione di non muoversi; q.uesta sua forma mastodontica costi– tuisce appunto la sua debolezza, come di u!) animale antidiluviano ohe sopravvivesse nei nostri giorni. E grande, più di quanto non si creda, dev'essere la debol-ezza organica del partito clericale se, malgrado le sue grandi associazioni direttive centrali, mal,grado BibliotecaGino Bianco i sotto-comitati regionali o provinciali, collegiali e parrocchiali, provvisti di uomini e di· mezzi abbon– danti, -esso non ha poi quel predominio che dovrebbe avere, non solo, non osa uscire mai in campo aperto, agisce sempre copertamente in seconda linea, attac– candosi a questo e a quel partito, servendo spesso i propri nemici. Nelle recenti elezioni amminislrutive - vedeste - esso non scese a lottare ,da solo, in nes– sun caso, nm affiancava &empre conservatori, nazio– nalisti e liberali ... da burla. Per questo s,emprc e do– vunque esso è stato battuto da minoranze sparute, ma risolute, agili nei movim~nti, piene di fede nella pro– pria causa. Qui è la forza rn1,a, che trionfa di ogni contrasto, anche con pochi uomini e sen:r,a mezzi. Tu,to ciò sorprenderà molti - ripetiamo - i quali !:'nno ciecamente convinti d,ella forza straordinaria del partito clericale. Secondo Cosmo Serembe - li peri– colo clericale i11 Italia -- costoro ragionano così: cc Anzitutto si presentano i •preti, che da soli sono un nuinero · assai rHevante: 58.605. - A questi preti bi– sogna aggiungere 20.123 parroci, 50.235 congregazio- nisti; totale agenti elettorali:. 128.963. · cc Grande è l'ascendente che questi esercitano sulle masse popolari, analfabete e ignoranti, poichè si val– gono della potenza intimidatrice della superstizione religiosa. Ciò posto, non sembrerà eccessivo afTer– mare che ogni prete, parroco e congre,gazionista pos– sa, in media, disporre di dieci elettori, il che darebbe la ingente cifra di 1.289.630 voti. « Nè basta. Sappiamo che in Italia esistono oltre 19.000 seminaristi e oltre 166.000 alunni educati negli istituti clericali; totale ben 185.000 famiglie c;he si trovano dentro l'orbita de.I' partito clericale. Suppo– nendo che ognuna di esse, per ragioni di amicizia, d'interessi, di parentela, possa fornire almeno 5 voti, avremo 925.000 voti. « Inoltre l'Unione popolare cattolica e l'Unione eco– nomico-sociale hanno più di 500.000 soci. Sup,ponendo che ognuno di questi possa procurare solo tre elet– tori, avremo 1.500.000 voti a favore della chiesa. « Pur non calcolando Jlinfluenza elettorale che po– tranno esercitare la Società della Gioventù cattolica e l'Unione fra le donne cattoliche, limitandoci a rias– sumere le cifre sopraesposte, avremo 4.500.000 voti ». ' 1 Queste• indu,ziçmi sono ·ptessochè fondafo 'sopra cle– menti di fatto e, anche se alcune cifre vengono ri– dotte fin che si v•uole, la potenza elettorale del par– tilo clericale esiste e dovrebbe dargli una preminenza politica sohiaccianle sopra tutti gli altri partiti, in un pa-ese che si dice cattolico e a sufTragio quasi uni– versale - come l'Italia. Eppure ciò non è: la sua preminenza politica non esiste, esso non osa lottare a viso aperto, presentarsi con uomini propri, costi– tuire un gruppo parlamentare avente carattere uffi– ciale. Che fa invece? S'insinua a trattare e ad im– pegnare segretamente gli uomini p_iù bacati degli altri partiti a scapito dei più intelligenti e più one– sti, prostituendosi e prostituendo la vita pubblica ita– liana, onde arrivare, per un lavorìo lento e insidioso di corrosione e di decomposizione delle migliori ener– gie sociali, allo sfacelo dell'Italia, al solo fine scel– lerato delle sue rivendicazioni temporalistiohe e pre– tesche. La decantata potenza clericale, dunque, che sem– bra vera e verisimile appariscenlemente, non deve

RkJQdWJsaXNoZXIy