Critica Sociale - Anno XXV - n. 10 - 16-31 maggio 1915

Gl{ITICA SOCIALE 157 *** Non staremo ad analìzza1:e la portata di questi prov– vedimenti çhe, se possono rapp_resentare un dovere della società verso le famiglie numerose ed evitare che 9-e'figliuoli male allevati diventino esseri ·antisociali,, non è da illudersi che eccitino lo spirito di prolifera– zione. Troppe altre cause influiscono, nella società mo– derna come è costituita, a svogliare le coppie dal ge– nerare )D.<;>lta prole, perchè la inopia la stronchi o la guerra la_mieta, .,e Ls~~sidi d'allevamento sono ben 'poca cosa di fronte .a un avven.ire ,t1;\l:~ag)fato~:fosco p~r sè e per i figli. Solo una società ché, a: chì )if vora, garantisca i mezzi per una esistenza sana e alcun poco gioiosa e un sicuro usbergo per la vecchiaia, può spegnere il terrore dell'avvenire economico, che è' il" freno più inibitorio alla proliferazione. Ma, per quanto oggi il . rne pamitet della borghesia francese - che possiamo prendere per tipo ·_ si al– larghi oltre i ·termini del problema della popolazione, e si riconosca - come fece il senatore Strauss al- 1' AUiance d'Hygìène sociale il 26 febbraio 1915 _-· che bisognerà pensare alla legge in preparazione sulla pro– tezionè delle operaie a domicilio, alla istituzione "diun servizio pubblico di collocamento analogo a quello che funziona così bene nella Gran Bretagna in appoggio all'assicurazione nazionale inglese contro la disoccu– pazione; all'ampliamento dei sussidi d'invalidità, al risanamento dei tuguri; in fondo, nel pensiero·· riposto e palese di c:otesti scrittori, economisti e politici, è la fiducia che, dopo la guerra, la sia finita con la lotta di classe, con l'Internazionale dei lavoratori, con la espropriazione del capitalismo e col collettivismo. " Vi è tutto il nostro Codice del Lavoro e della Pre– videnza - diceva il senatore Strauss - da compiere e da perfezionare, me·rcè l'accordo, l'intesa cordiale del datore cli lavoro e del lavo1·ato1'.e ,,. " Le preoccupazioni della lotta di classe sbiadiscono davanti al pericolo na– zionale ,, - scrive il Colson. - Eh! no, cari signori - esclama Charles Dumas, in 'un libriccino ora uscito (1) - la Union des t·ranchées non vuol dire nè la fine del socialismo nè la sparizione della lotta di classe, ·perchè questa non è una invenzione dei socialisti ma un fatto da essi constatato e messo in luce, e quello ne è il corollario. Se, come non par dubbio, " dal fondo delle trincee i proletari di ieri escon fuori proletari di .domani. e i capitalisti: dì oggi ·ca:pitalisti di ·dom.a,ni,si potrà doler– sene, ma, continuando le classi, e persistendo gli inte– ressi antagonistici, la lotta delle classi continuerà an– ch'essa nel modo più naturale del mondo. " Anzi, continuerà con maggior forza e con maggior veemenza. " Con maggior forza, perchè saranno innumerevoli i proletari delle città e dei campi, ieri ciechi, ai quali la guerra avrà facilmente aperti gli occhi e che avranno compreso che una società basata sugli antagonismi di interessi è forzatamente- generatrice di guerra; ed an– che perchè la _tormenta economica, spazzando via le classi medie troppo deboli per resistere, avrà aumen– tato. notevolmente il numero dei proletari. " Con maggior veemenza, perc_hè il proletariato avrà preso coscienza della sua forza e saprà che è stato esso a salvare la Francia. "Nelle trincee avrà visto da vicino i suoi padroni, (1) L« Pakx:que nou, vou1011s. - Ed. Rlvlère et c., Parla, 1916; 80 oent. ibliotecaGino Bianco uomini come lui, non maggiori di lui, e, più che mai, si domanderà perchè devon e~ser quelli ad aver .tutto, ed egli niente. " La psicologia nuova dei po-ilus proletari non li porterà affatto ad· attenuare le loro rivendicazioni, e il timore e il rispetto ·del signore, del padrone, del ca– stellano non domineranno punto in coloro che torne– ranno vivi dalla Grande Guerra: ·" Gli asserviti di ieri saranno forse ancora, in di 0 ritto, degli asserviti, ma non vorranno esserlo più ed è allora-che cominceranno cose più grandi-,,.:•, .. ,,., 11 Salvo che, la borghe•sia facess·e ·un• nuovo 4 ·agosto e r,ime-ttesse--atlla nazione le sue officine, le .sue ferrovie, i suoi grandi tenimenti, queste magnifiche ricchezze, create dalla nazione, messe in ·moto dalla nazione e momentaneamente tenute dalla borghesia, per emanci– pare gli eroici poilus proletari .... ALESSANDRO SCHIAVI L'IMPOTENZA CLERICALE Ogni partito - grande o pi,ocolo, vecchio o nuovo - tende sempl'e ad a-sswmel'e e a conservare una fison.omia propri.a, coi:rispondente il più esattamente possibile al proprio contenuto e alle proprie fina– lità. Anzi sempre e dovunque ogni partito s'inge~na, coi suoi metodi tattici ,e colle sue revisioni dottrinali, di •profilare meglio la propria fisonomia, per diffe– renziarsi più sicuramente da ogni altro partito, an– che affine, d.andosi un nome che sintetizzi la su;a es.senza e precisi il suo distacco. · . Tutto ciò è segno di vitalità e di fede nelle proprie forze; il ·contrario direbbe la malafede di quel-partito, in quanto presupporrebbe di non aver ragione di es– sere, non corrispondendo a nessuna tendenza di nes– sun gruppo politico, non rientrando, infine, in 9-es– suna corr,enl>e sociale. Abbia ragiol)-e p,iù o meno valida, base più o meno estesa, ogni partito vero e proprio, de.gno di tal nome, come prodotto· di un biso•gno, come espressione di una tendenza, de-ve tenere sommamente ad affel'mare se stesso e a non confondersi menomaiuente cori al– c,un altro. E, se mai, a ohe pro? Ogni equivoco più o meno presto viene infranto dal cozzo costante dei fatti. Eppu·re esiste l'anomalia di un partito che rinnega se stesso nel nome e nella sostanza e, q,uel ohe è più strano, si tratta di un partito che corrisponde ad una v-eccihiae vasta corrente sociale: è il partito cJ.ericale, fatto dello spfrito conservatore e rèazionario che so– prav,viv-e ancora· nell'epoca nostra, partito materialo di eooJ.esiasticismo e "di pretis,mo, di dogmatismo ·e di parassitismo, di dispotismo e di servilis,mo, ema– nazione diretta di quel fenomeno notissimo e danno– sissimo -che è -stato sempre il cJ.ericalismo. Nessun altro partito anzi ha una fisonomia così pro– pria e spiccata come quello clericale: una grossa macchia nerofumo in campo policromo: Esso si pro– pone gl'interessi della oasta ecclesiastica e del seguito di tal,e casta, le· aristocrazie .del potere e della ric– chezza; esso si sforza d'immobilizzare la società, n,è sospende mai questa sua .opera regressi-va di fronte allo. sconquasso continuo che la irrefrenabile. marcia del progres·so produce. ' Il partito clericale vuole mascherare questo suo clericalis,mo, non solo,, ma sconfessa pure il suo vero

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