Critica Sociale - Anno XXV - n. 8 - 16-30 aprile 1915

121 CRITICA SOCIALE sociologia, immorale e pseudopositivista, dunque, ha esaltato la intensa procreazione come utile. Ecco perchè la intensa procreazione è stata esaltata e coscientemente - anzi: coscienziosa– mente - praticata in Germania, ove, malgrado le innegabili virtù del popolo tedesco, queste due rnatattie sociali: clericalismo conservatore e im– perialismo militarista, sono tanto diffuse. (Se ap– parentemente la Germania è protestante, di fatto essa è ora più lontana di noi da Lutero e ha sofferto un processo di cattolicizzazione - il Bor– gese dice bene: aiistriacizzazione - preoccu– pante). Ecco perchè i conservatori, i clericali, i militaristi e gli imperialisti di tutto il mondo simpatizzano colla Germania e considerano cor– rotta debole, decaduta la Francia. Ma' un'altra causa, speciale e caratteristica della Germania d'oggi, spiega la intensa riproduzione: quel carattere asiatico, come bene lo ha definito il Ferrero, della civiltà tedesca: quella idolatria di tutto ciò che è lwlossal, quell'elefantiasi mega– lomane, quel culto del numero, della. quantità e della grandezza illimitata, quella mancanza del senso della misura e delle proporzioni, che è in decisa antitesi col carattere armonico, misurato, equilibrato della nostra civiltà greco-latina. E questo carattere spiega come i tedeschi si siano accinti a moltiplicarsi sfrenatamente collo stesso spirito orgoglioso, dionisiaco, maniaco e mistico con cui apprestavano i cannoni da 420 e gli Zep– pelin colossali e sognavano " Deidschland iibe1· aues n· Anche sotto questo punto di vista, dunque, una grande responsabilità della guerra attuale spetta alla dottrina imperialista. Essa, legittimando la barbarica preponderanza della .forza sul diritto, la asiatica superiorità del numero, della quantità sulla qualità, capovolgendo i termini della evolu– zione umana, ha interpretato male le teorie della selezione naturale, favorendo una selezione a ro– vescio. E, mentre la dottrina imperialista ha fa– vorito la intensa procreazione, questa a sua volta ha contribuito ad accrescere la forza militare dei paesi che si preparavano alla nuova irruzione barbarica, rinforzando il loro ardore bellicoso; il contrasto tra la loro intensa procreazione e la limitata procreazione degli altri popoli, ha accre– sciuto ancora più la illusione della onnipotenza lor0 e della impotenza altrui, ha instillato loro ancor più profondamente la illusione della loro superiorità e della loro missione civilizzatrice da effettuare attraverso 1a guerra. E' avvenuta una reazione reciproca tra la sovrapopolazione e l'im– perialismo; questi due fenomeni patologici si sono favoriti, accresciuti, esaltati a vicenda. Ma· le teorie sociologicbe e politiche, in quanto si rivolgono alla intelligenza e fanno presa su un numero più ristretto di persone, hanno avuto una parte minore nel determinare questa deviazione psicologica. La µarte maggiore l'hanno avuta le dottrine etiche e religiose, in quanto si rivolgono al sentimento, alla condotta individuale, e in _quanto fanno presa stùl'intera collettività. Formidabile è dunque anche sotto questo punto di vista la responsabilità che della guerra attuale risale alla Chiesa Cattolica. Il suo cieco antimal– thusianismo ha contribuito potentemente ad ali– mentare non solo l'imperialismo germanico. ma tutti gli imperialismi, che fatalmente trovano un epilogo risolutivo nella guerra. La alleanza tra clericali e nazionalisti (cioè imperialisti) ri– posa dunque su basi ideali profonde e non solo su basi elettorali. Biblioteca Gino Bianco La Chiesa Cattolica, imbevuta di spirito anti– scientifico e metafisico, ha avuto il torto di .man– tenere irremovibile, come e più dei veri principi fondamentali del Cristianesimo, un complesso di massime di importanza contingente, relativa, di carattere non religioso ma politico, giuridico e persino igienico (come l'astensione dal cibo carneo, il rito battesimale, ecc.) che, per la natura etero– geneà delle primitive legislazioni, erano mescolate insieme a precetti religiosi e corroborate dalla sanzione religiosa. Così il cre:;cite et multiplicamini aveva un grande e benefico valore per l'antico popolo ebraico, sia per salvarlo dal pericolo di assorbi– mento e di sopraffazione da parte di altri popoli, sia perchè. nei popoli primitivi, agricoli e retti a regime familiare, la intensa procreazione è un vantaggio sociale, fornendo abbondanti mezzi di produzione e di difesa alla famiglia, che ha una importanza ben maggiore e funzioni ben più com– plesse che nella attuale società - per quella legge di evoluzione che tende a trasferire, a gruppi sociali sempre più ampii, funzioni di gruppi sociali più ristretti o di individui. Oggi, le condizioni della vita sociale sono profondamente mutate: in una civiltà industriale una produzione di uomini sproporzionata alla domanda di merce-lavoro de– termina necessariamente disoccupazione e crisi, a cui fatalmente i popoli· cercano di rimediare col– l'espansione. La dottrina di Malthus, sfrondata da tutte le esagerazioni e le inesattezze del suo primo formulatore, è ancora oggi viva e luminosa di eterne verità scientifiche e di grande utilità sociale nel suo principio sostanziale e fondamen– tale: cioè che la procreazione non deve essere disciplinata solo dal capriccio o dall'inte1·esse egoistico e tanto meno da irragionevoli e perico– lose ubbie metafisiche, ma da uno spirito di sagg-io, previdente e ponderato intei·esse sociale. .Ma, si dirà, e l'emigrazione? Non è essa la na– turale valvola di sicurezza contro la sovrapopo– lazione? Io non voglio ora affrontare la questione se l'emigrazione sia un bene o un male. Ma, anche ammesso che ·sia un bene, o una ne– cessità, è certo che i suoi danni sono gravi e seri. Sopratutto, essa è un fenomeno di sua na– tura anormale e contingente, giacchè presuppone l'esistenza di paesi nuo-t:i, di paesi, cioè, ~n condi– zioni eccezionali e tran!>itorie di sviluppo, in con– dizioni di squilibrio tra sviluppo economico e demografico. ~on si può, quindi, fonclare su di essa una·dottr.ina,11.ssoluta e imma:µente (per ql]J:1,nto possano esser assolute e immanenti le dottrine sociali) di apologia della sfrenata procreazione e di negazione del valore generale del malthusia– nismo. Ma sopratutto - ed ecco ancora balzar fuori l'elemento· psicologico - non a tutti i popoli con– viene l'emigrazione. Per il popolo tedesco di oggi, l'emigrazione era un rimedio vano: sia perchè, per il meraviglioso sviluppo economico e intellet– tuale ted·esco, ·la Germania non poteva fornire ai mercati mondiali della mano d·opera la sua merce– lavoro alle condizioni a cui la fornivano gli ir– landesi, i polacchi, gli italiani, le falangi esube– ranti tedesche non essendo costituite da proletari di infimo ordine - unsliilled, come li chiama l'eco– nomia classica - ma da lavoratori più intelligenti, specializzati e di più alto tenor di vita; sia, so– pratutto, perchè la coscienza tedesca contempo– ranea non può ammettere l'emigrante classico: il tedesco; all'estero, si conserva tedesco; non si sottometterà mai all'ambiente sociale in cui vive, e dentro di sè si sentirà sempre un pioniere di

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