Critica Sociale - Anno XXV - n. 7 - 1-15 aprile 1915
102 CRITICA SOCIALE cerooli da pane, per poi riportarli sul mercato al mo– mento del bisogno, salvando la popolazione dallia fa– me e anche dall'usul'a. J\fa a,l 25 gen,naio venne la legge, che ordin,a,va la requisizione di tulli i cereali da pa.ne trovantisi nell'Impero. E aHora, éòmpilo di tal Consorzio granario fu quello di raocogliere, in virtù ciel suo diritto cl',espropriazione, tutto iil:grano · ,esi5tenLe in Ge,rmania, p,er po,i s-partirlo, d'accordo coi Comuni, tra la popola,zione. Questa re,quisizione dei cereali da pane f,u dunque, il- primo pr,ovvedimento veramente radical·e, preso dal Gov,eirno dell'Impero e salutato con pJ.auso unanime da tutta la popolazione. NeHo stesso tempo poi un'al– tra, l,egge ordinava che la macin,azione venga p-0rtata per hai segale dal 70 all'82 % e per il grano dal 70 aJF80 %- Un'altra leg,ge dispone ohe alla farina per il pane di segale si debba mesco-Ime almeno il 10 % di farina di patate. Oltre ciò si· deve meiscolare alla fmina di grano per il pane almeno il 30 % di farina di sega,le. Ora, tutti questi provvedimenti recano all,a panifi– oazicme un plus di 315.750 tonnellate di farina di se– gal,e, 26.900 tonnelrJa.te di farina di grano, e 273.801 di fa,rin,:JJ di pat.ate mescolata al :pan di segal,e. Sono dunque comples,siv•arnent-e 616.45'1 nruove tonne,llate di farina, ohe. vengono ad aggiungersi alle provviste. Co– si1cichèil deficit, che vedemmo sopTa, scenderebbe ·a tonnellate 814.207. Ma la seri,e di misure, ad-0Uate dal ·Govern-0 germa– nico, non è anoora chiusa,. È stato limitato il con.sÙmo della farina nelle paste dolci, di cui in questa ghiotta Germania, si fa un gran consumo; e il risparmio non sarà di certo indifferente. Po,i è stato creato· con prez– zo unico i-I·tipo unico di pane di segale e di pane di gra,no. Infine, stretto d~lla necessità, il Governo ger– manico, dopo av,ere requisito i cereali, fissò an,ch~ la mzione di pane per ogni bocca, istituend.o le ormai celebri marehe 1}er il pane, limitando a due chili per settimana la quanti.tà di pane, a cui ho diritto ogni cittadino. E questo deve esser,e il colpo più sicuro,· per fl"ustrare l'insa,n.o tentativo d'atTamamento ordito dai nemicii. Politicaagraria e socialismo di_guerra. li biglietto i.n proporzi-0ne delle bocche! L'idea di Ambrogio Fusella, approvata con un forte pugno sul– la lavoJ,a da Lorenzo Tnamiagl,inro! E l'ha a.pprowta unanime ,anche adesso la popolazione germanica, che di quella misura, apparentemente tanto restritti-va, sente ben poco la molestia. Ma recherà essa la spe– raL..1, salrvezza? Il Governo, ohe prese tali provvedimenti solo dopo minu1zioso,e ri,goMso inventario, CTede-fermamente di potere con essi rassicurar,e il p-ane fìno a,l prossimo raccolto e persino un ,po' al di là di questo. Anche, il popolo condivide simile convi111zi-0ne.E tutto fa cre– dere veramente che l'avvenire, abbia a dar loro ra– gione. Intanto però le condizioni o.ttuali del mercato gra,nm·io e lutti i pro,,vedimenti, presi dal Governo dell'lmpe,r.o, inducono uomini politici di ogni partito a fare considerazioni, che qua non è ora il momento di discutere, ma che melte conto regi,strare. Gli agrari in prima linea: e secondo loro tutto qruel che sta ora avvenendo nel campo economico di Ger– mania, e la r-esistenza che si può opporre, alla guerra cl'alfomame, n.to proclamata dall'Inghiilterra, e le, abbon– da.nli provviste di prodotti agricoli, in cui la popokl- BibliotecaGino Bianco zione germanica. troverà sicura sahezza, non son-0 che il frutto d,ella protezionistica politica agrai•ia, fotta sinora dal Governo germanico, ma finora tanto osteg– giata dai liberali e dai socialisti. L'aveva già detto Moltke, ohe « se va in rovina l'agricoltura tedesca, an– che l'Impero va in rovina, senza che si spari un colpo». E gli ograri domandaoo oggii che cosa av– ven,ebbe adesso, se la Germani.a foss.e dìv,entata - come avrebbero voluto al•cuni - uno Stato p:recipua– me,nte industriale, se 1~1 politica agraria· fattasi fin-0ra non a:vesse procuralo a>ll'ogricoltura la possibilità di prender.e l,o sviluppo che essa realmente prese. Nel che vi è certamente del vero. Ma è fa,c.i,leun,a obiezione. Si vogliono accumulare provviste per i,I ca– so di guerra? Ebbene, si aprano già in tempo di pace gran.di magazzini, si faccia,n.o grandi acquisti' di ce– reali. alfoslero, senza dazi protettivi. In fìn dei coni.i è indifferente se quelle pro,vviste vengano dalla pro– duzione in.terna o d•all'import.a2i.one estera. L'ill11por– tan,te è che ci si,1no; e simili acquisti giov-erehbero non soltan,to in tempo di gu,erra, ma anohe in tempo di paoe, giacchè il Governo potrebbe, in, anni di cat– tivi raccolti, regolaTe i prezzi del mercato interno. P,e,r vie. di•vers·e e con intenti diversi si ritornerebbe cùoè allo antico sogno agrario, alla f,arnosa pr,oposta Kanitz, 1~1qual,e mirava appunto a fare ac·quistare dallo Stato oo:reali esteri':• so-lo che gli agrari vole– v-ano assicurarsi guadagni propri, e per-ciò il Gove,1'11-0 e gli al.lri parti.ti non ne vo,llero sape.r e; al paese in– rnce converrebbe unicamente un monopoli.o di Stato, che fo.ccia sentire i suoi benefici a lutla quanta la popolazio,ne. Press'a poco quanto si sta facendo ora; e ohirssà che da,lle esperienze d'adesso nasca un d,ì in G,e.rrnan.ia il monopolio del· grano. Intanto però, ecco che alou1ni socialisti vanno già in brodo di gitÌggiole e non istan– no nello p·elle dal gran piacer•e per i provvedimenti « socia,l,i•sti » pl'esi dal Gov.erno dell'Impero germani-cc>. Con,fisca dei .ce,1,eol.i.Fissazione della razi-0ne i,n pro– porzion,e deU.e bocche. Non· è codesta un'.abolizione della proprietà pri·va,ta? esolamano anche marxisti con– vinti. Non è un_ trionfo del socialismo sul capitali– smo? Non• è già vero comunismo? Alle quali domande si potrebbe- risponde-re con ultri punti interrogati.vi. Non c'è socialismo a,n,che nell'or– ganizzazione dei con,venti? Non c'è com_unismo nella odierna organi,z.zazione mili.tare? E ogni guerra non porta con sè un po' di comunismo con le sue neces-. sarite espropriazioni, con certe limitazioni, che in tem– pi normali nessuno crederebbe po.ssibi.li e consiglira- bili? . Ora, in ciò sta appunto l'essenziale. Che sono pr,ov– vedimenti di natura eccezion.aJ.e; mentre, nel giudicar,e il val-ore duraturo e intimo d'un provvedimento l,egi– <;lativo,, bisogna pensare al principio che l'informo e l'inspira, bisogna pensa1·e sovratutto alle condizioni normali dell'organismo sociale. Certo, tutti questi provvedimenti sono interessanti. E per il prossimo ~vvenire potranno anche recare, esperienze istruttive. Ma non· meritano l'epiteto di socialisti. O meglio, sono provvedimenti che hanno una forma sooialista, ma -soltanto per difendere la sosta,nza delta moderna so– cietà capitalista. Btritno, marzo 1915. GUSTAVO SACEJlDOTE. Ai prossimi num&ri: Espansionismo e mallhu1ianismo, dell'avv. CESARI!: SEASSARO.
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