Critica Sociale - Anno XXV - n. 7 - 1-15 aprile 1915
t CRITICA SOCIALE 99 cerchia territoriale. Non è chi non veda come l'Italia ne sia ancora distante. Lo spirito 'di di– fesa è comune a tutti i popoli; e anche il popolo italiano ne sarebbe, all'occorrenza, largamente provvisto .. Ma la situazione dell'Italìa nel conflitto può consentirle di non. avere preoccupazioni a questo ultimo rigùardo : onde la politica, che la man– tenga all'infuori di esso, è quella che meglio si ispira alla realtà delle cose, alla tradizione civile . ed umanistica del nostro paese, ai sentimenti e agli interessi e all'avvenire del popolo e del pro– letariato italiano. E' la politica, alla quale il partito socialista conferisce la forza e la fede di chi, oltre la coufl.agrazione, guarda al domani, al salvataggio necessario "di quello che la civiltà aveva ieri di migliore, per ricostruire la civiltà nuova sulla non più selvaggia convivenza dei popoli, e sulla solidarietà internazionale dei la– voratori. G1ov ANNI MERLONI. IL PROBl[MA DEL PANE ·1N CìERMANIA «.'. .. E disse Giu.se-ppe a Faraone: Ecco, sette anni di grand·e abbondanza stanno -p,er1v,eni•rein tutta la terra d'Egitto; e dopo ùi essi sorgeranno sette anni di carestia. Procuri Faraone di nominare commissari pèr butto il paese. Raocolgano tutti i viveri di questi prossiIIlli• .<,elle anni buoni, e accumulino e oustodi– scano grano e altri viveri nene singole città, sotto la' potestà di Faraone. E i viveri saranno in deposito a uso del paese pei sette anni di caI'estia .... ». Eccetera, eccetera, come nella Genesi, oapitolo 41, v,er.s·o25 e seguenti. Lustro p,iù, lustro meno, circa tremila ci'nquecento anni da al'l-ora .... a meno che la gran « maestra, delta vita» non ci abbia, an,c1hestavolta,· turl'Upim1ti. Ma non pa·J'e di sentÌlre storie d'oggi, al legger,e· simili racconti? In verità, nulla di nUJovosotto ·fa cap·pa u•el cielo. E Gi,useppe riuscì -nel suo intento: tanto bene vi riuscì, che f.araone diventò padrone di, tutto il terreno e di tutti gli abitanti dell'Egitto, i quali, an– che dopo finita la caI'esti,a, do.vettèro daI'gli• sempre la quinta pa,rte del raocolto. Bethmann-Hollweg, i•l m~nistro mod,erno•, non aspira a tanto, naturalmente. Egli vuo·le soltanto sal·vaTe la popoJ.azione g,erma-nic.a e la corona di Guglielmo II. Ma avrà egli successo·, cçi,me l'ebbe il grand,e figlio d'Israei,e? Da molte p,arti, e non solo da quell,e dei socialisti e cl•ei democratid, sr levano .all'in<l'irizzo del signor Bethmann-Hollweg gravi rimbrotti, perchè i prov– vedimenti vennero troppo tardi, e perchè, con l'ec– cessivo ind.ugi•O·,si permise alfa specu,lazi-one di ce– J.ebraire v,ere orgi,e, causando un grand 1 e aumento ne·i prezzi de·i gene;ri alimentari. Non di questo ·però vuol · esser qui discorso. Il rincaro dei prezzi potrebbe a,v,ere consegu,em,e ·spiacevoli ,a.lJ'interno, pot1,ebbe ,an– che ing,enerar,e nella J!)Opolazione un'aperta inso,ffe– r-eruza,cl-eliostato di guerra: e tutto ciò sarebbe oer– tamenbe grave, sebbene, or.a come oira, sia esc'1uso. Ma, ora come ora, il probliema più 11rg,e,nteè un al– tro. In questa guerra non è fattore decisi'Vo il pr,ezzo dei generi alimentari, bensl impo,rta che i,l popolo tedesco abbi,a pane da mangiare. Ora:, c'è questo pane? O ha pTObQb,ilitàdi riuscita, qweHa guerra 'di alTamamento, che l'Inghilterra ha proclamato e ini– ziato contro la Germania? hotecaGino Bianco H. p-roblema è stato tnattato ripetutamente d.a eco– nomisti tedeschi. ,e str.anieri. Quando il- Governo ger– manico. pubb-Liicòi-1d,ecre-to · sulla requi•sizione dei ce– rea:li dia pane e s111disci,plinamento del oons,umo u,e:J pane, la Humanité conct:us•e che la possihii'ità de,lil'af– fiamiamento e.ra multo scemata·; e il Journal ammoni,va gli statisti francesi che « il p-ro.blema cii questa guel'ra · può soltanto esser.e ri,solto mi,lital'mente- e, non eco- · nomi-camente ». Ma un aiJ.tro francese, Charles Richet cl,e.Jl'Aooademia;scri1V,eva « ess,e-re pro,ssimo i,l mome,n– to, in cui i tedeschi si trov,eranno- davanti ai gronai , vuoti, costretti perciò oo acc,ettare le condiziJOni di pace dettate dai francesi•». Gl:i inglesi, ·ana Lo.povolta, credette,r.o unanimi, fin dai primi gi,o-rni, e· molti ,c;r,edonò oggi ancora, ,all,a possibil.ilà di vinoer,e i tedeschi con la fame. Mia l'e-– conomista i,nglese Long provò, sulla scorta d•ellie ci– fpe1ohe i suoi conn,azi-o-naliavevano fatto male, i J.Ol'O ca,J.c,o,J<i; e l'o stesso Tinves - stand·o almeno ,a quel ohe, ne. rite-ri·rono i giornali tedesohi - mostrò, in certi suoi· reoenti articoli, d'avere alquanto perd-uto deHa sua. fid,uci-a, che suHe prime pa·reva irremovi– bil\e. Sa,rà du,uque o,pportuno vede!'e come si pres,enti,no · al p,opolo g,ermanico le probabilità di sfuggj,re o di soccomber,e al tentati,vo di affama-mento, -ordito a suo d-a-nnl(),di vedere ,ci-oè in quale rappo-rto stiano ,c,ol f.abbisogno le provviste e la produzione interna. Produzione importazione. i\foUe sono state, in questi tempi, le pubbli,c,a.zioni ufficiali e ul'fiç,iose o aooademiche intorno alla quan– htà d•i ceireali, prod,otti ed esistenti in Germani.a-; ma-, come suo.].e accadere, anche quando si tratta di •dati statistici, J.e cifr,e, non concor.d:ano• semp'l'e•. Edifiche– remo dunque (1) su q.ueHe•ohe ci dànno basi vero– simili. Orbene, senza vol-er entrar qui nella questione di una giusta o fals.a poli-tic.a.agraria, d'un assen11ato o esagerato imp,ie,go deJJ,e p•I'oprie f.o,rz.e·, la statisti,ca ci mo-str.a suibito che finora la produzione interna non servì a, ooprire tutti i bi,sognj <lell.a Germania, la quale pe.rciò fu s·em:pre costretta ,a, ricorrere aH'e.ste– ro. Esaminiamo inl\atti la media· della p-ro<luzi·one, e. d,e,lil'e,CJcess,o cli impoi,lazion,e ( +) e d'esporta:vione ( - ) n-eHeannate 1912 e 1913, e avrem:o, calcolando in ton– neillate: Segale · Grano Orzo Avena Patate Produzione Interna 11.910.342 1.508.290 3.647.377 9.117.074 52.165.$06 Eccesso d'tmportaz. o d'esportazlone 531.752 + 1.991.221 + 3.100.184 + 62.04$) + · 373.232 Alha qua.I-e tabella si p•o-1.rebheancora aggiunge-re· c,he, la G,e,rmania ebbe, in quelle due annate, i-n me– dia, un ec_oesso di esportazione di 195.942 tonn,e,lla,te di fa.r.ina di sega,1,ee di 166.023 tonnellate di farina di granio. M.a da qu,eJ:1,e cifre appal'e pur s,empre che, n,e,gli• anni, 1912e 1913, la Ge1:mani,apotè bensì espor– taJ-e-una quam,tità non indif'f<erente di segale, ma do– vette impoirtare una quanti,tà quasi quadrupla di gra– no. Anzi, nello stesso 1913, che fu un anno di record, (!) Ml attengo oloè al dati ufflolall dello Statlstisclles Jahrb11c1, fi'lr De11tsche Rdch, e a due apprezzate pubblicazioni, quella di F. von Braun: Kann De1<tschlanà à11,·c1>H1m11ei· b••·Legt we,•àet1? e quella del prof. P. Eltzbacher : Dle àmtsche Vollcs11iilw1111g1mà de,· engu-. scl>e ...t11s1>11nger11ngsp1an.
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