Critica Sociale - Anno XXV - n. 7 - 1-15 aprile 1915
108 CflITICA SOCIALE tere cenbruJe, e quindi ogni de,centramento, eh.e da questo aiuto non. poi.esse as.tr?rre, las~er~bbe mvai:, riati in molti cais1 ali aittuah mc()!Thvementll, f.orse h agg,r,averebbe. f: q~into, daiva .cagione a dubitare al– l'on. Berbohni nel prendere m esame 1a proposta . di Genala di lasciare i laV<J1ri pubblici alla cura de!Je Pr.ovincie, dei Comuni e dei Consorzi, salvo allo Stato l'obbHg-0 di contribuire largamente nella spesa in pr.o,po,rùone diretta dell'utilità pubblica e inversa delle forze degli interes·sati. « Ove 1,l Gov,e,rnofosse quale idealmente lo s'i può des,iderare, - ,scriv.e.va !'on.. Bertohni - oerto da tale ord1inaaneinto, si ritrarreboeiro, i magg,io,ri benefici,' ma di,sgrazi,atame,nte 1a decadenza sempre rpiaggi,ore d:el 11egime-parLamentare, asitroendo da altre cause, peT– StUJaid,e, c,he, l',iri:tegrazi•orne da parte dello Stato d,elile forze d,efici,enti d·i enti looali sa:r,ebbe determinwba e :r,e,go,Lata dall,e pr.ession.i p,arlamèntari· dirette ed i1n– di,r.ette, .offrirebbe rampo ~ vergognose ClOaJ.izi,o,rui e renderebbe ,ancor p-iù,oocanita ,quella lòtta di aT>~m– bagg;io con1,I10 il bilancfo die.llo Stato, o:r,mai caraite– risti,oa deHa no,stra vita pubblica>>. * ** Di fronte alle cljfficoHàche, nonostante i rinascenti buoru prop.ositi e i wraggiosi tentativi, .si ~ ra.pp ~n– go,ruoa 1d un gen~rale decen~ramento,. s1a 1st1.tuz10- n,a,le sia autarchl'co, non rimane adito se non a quei' decentramento burocratico od ammini,strativo, che si riassume nel principio: g,ove,rnare dal centro, amminiSJbmre alla periferia. Una prima prova diitale deoontramento fu tentata, in materia di lavo,ri pubblici, dallo stesso GenaJa, il q~Ie. a:bbribuì.agli Is]?ett.ori. comp:arti~entali .d~l Ge.rno civile va,rie mamsiom già .spettanti al Mm1- stero; ma la riforma, per quanto giudi,caita buona, non attecchì. Miglio,re so,rte hanno avuto esp~imenti suocess:ivi eh carattere speciale, fatti oon l'istituzione del Conso.rzio per il porto di Genova, del Commis– sariato, c.ivil,eper la Basilicata e del Mag,istrato alle acqu,e, per le Provincie venete. La legge 12 febhraio 1903,. n. ·50, c.ostjtuì un Con– s,o,rzi,oautonomo pe-r l'esecuzione delle opere po,r– tuali ordinarie e sbraordiruarie e le ripara.zion,i aUe opere nuov,e,e a quelle· già esistenti nel poT'to di Ge-– nov.a, pe,r gli impianti ferro,viari sulle calate, per 1~ linee d'ace.esso cLes!Jin:ate al servizio del porto, pru servizi maruttimi po-rtuali, ecc. Del Consorzio fa,1111,0 p.arte Lo Stato, le Provincie che· conioorrono ruelle spese del porto pe,r una quota non inferiore agli 80 millesimi del co,ntributo annuo complessivo ,im– posto dalla legge 2 aprile 1885, n. 3095, i Com~ni che concorrono nelle spese per una quota non m– for.i-or-e ai 30 millesimi del contributo stesso, la Ca– mera di Commerci,o di Genova e l'ente prepo,sto al servizio ferrovia,rio, del pori-o. Il Consorzio non è autonomo solo di nome : ha un:a vera e propr,ì,a in– dipendenza fina,nziaria ed amministralliva-; non co– nosce - pare incredibile! - nè Corusiglri,o di Stato nè Corte clJejConti; e funziona abbastanza bene, al– meno per quanto riflette l'esecuzione delle opere pubbl,iche. La parte debole della sua gestione è, se~ corudo a1cl1tlli,quella che concerne i rapporti con 1a mano d'.opera. Il Conso,rzio, volendo, troppo reg-0- 1are a questo riguardo, a,vrebbe finito col soppri– mere la libertà del lavoro, t.rasformand'osi, da mo– docaitore imparziale delle contese fra capitale e sa– liario, in distributore sovrano alle imprese delle ener– gi,e lavoratrici, senza acquistare il carattere e 1a re– sponsabilità clell'intr.aprenditore. ·BibliotecaGino Bianco « Cosk,c,hè - ha sooitto l'Arias (1) - se l'ordtina– ill<ento -de•llaivOl'O ainteoodente al 1~ ,era i,ng,iusto per g.li abusi che consentiva a danno dell,a ma,no d'opera, almeno era economi,co; Jlol'dimi:mento posteriore al 1904divenne anti1eoonom4cosenza diventar g,iu,sto. In– vero, se riuscì a sopprimere •unio sfruttamento. del lavor.o, che ,ruonp~ò p.iù ,essere consentito aUe nazìon 1i ci.v,ili,aiprì !',adito a una di quel1le nuio,veforme di •p,ri– vilegio c01rpor~brvo,che· risorgono oggi, a di,stanza di ol:tre un s,ec,olo,ri,p'ortando mali identici· a quellti che accomp1agnar.ono la deoact:enza e la fine de<llecorpo– razi,o,ni med<ioeivali ». Come rimedio al male, oggi si parla di modificare La oostituzione del Conso,rzio, facendone il gestore diretto del ·cal'Ìco, delLo sca.rico e del fac:chinaggio c1el1emerci. Sull'iSJtituziooo de,l Consorzio pel porto di Genov~, fu ·modiellato, e.on, legge 31 marzo 1904, n. 140, 11 Commissario, civile per 1a Basilicata, ma deLmodello no,n'nimase che'una pallida forma esteri-0,re. Al Com– missairiaito fu affida.ta l'e-S'ecuzione delle opere pub– bllÌche, oompresi ,i rimboschimenti, esclusi i 1avo.ri f.erro,via,ri· ma n,on gli venne data alcuna auton,om~a ruè fin.anz'iaria nè amministrativa,, talchè l'istituto no,ru rappresenta •in definitiva se non un. t~ntatiy~ di coordina.Te l'azione dei vari Uffici ammarnstratlv1 cui spetta applic:a,re la· legge sulla Basilicaro e deg~ Uffici tocnici esecutivi, e un primo e,sperimento di separaziio•ne daU'aiutol'ità politica locale di a1cun:e fun2.1i,onidell'alffilrrÙnistrazione sociale (2). Ma, p-01- chè il primo, còmpito è a,nal?g?' in parte a que 1 ~lo delLa prefettura, 1a qua1e oostitrnsce appunto 1a sm~ tesi delle va,rie attribuzioni go-v,ernatri.vedella Pro– vincia ne è derivata Logicamente, nel 1908, anche per e;ita,re dualismi, la riuruione nella persona del PPefetto- dlella ca,rica di Commissario civù.le , oo•l)che è veruuto a manica.re il secondo còmpito. Il Magistrato. al~e .acque per le PPnvinci~ venete .e di Manoova, cins!Jtu1toc,on la legge 5 magg10 1907, . n. 207, rappriesenta un tipo misito di decentrame,nto tecnico ed arrumiruistrativo, rirn,anendo il carattere preV1alentemente t~nico al Consiglio. di m,agistra– tura, il quale funz.10na·come un:a Sezi.one del Con– si alio Superiore dei Lavori Pubblici, e il ca,rattere q~aSIÌ esclusùvamernte ammi,nistrativ-0- aill'Uf_fic.,io, ~i ma,g.ist~atura, che funziona oome una s-pec1aLeD.1- rez1on,e generale del Ministerio. Nessurua vera auto– nomia fin.arniairia ha il Magistrato, perchè i fondi rimano-ono inscritti nel bilancio dello, Stato e sono ammiiistrati •se·condo le norme comuni di oontabi– lità; ma il servizio dei pagamenti ~ reg,?~to, e'J)ll,r,~ limiti più ampi, co,n, mandati a disposm.one e di anticipaziione in, modo da oon,sentire maggiore cel~– rità, e importa.Il/ti facoltà sono accordate- a,l Mag1- stra,to per quaru,o rigua,rda i.I pers~•~e tecnico da esso dipendente. J.n, condus1one, l 1,s1ntuto,che ha fatto buonissima prova, grazie soprattutto all'ener– "'ia e all'intelligenza dell'eminente u-0mo che Jo pre– ~iede, costituisce un, primo pasS-On-0tevole.verS-Oil decentramento in maiteria di operè pubbhche; ma un pnimo pa>S6osoltanto. Senza in~pen,denza fi.nan– ziaria, vero d'eceru,ramento non esiste e La, somma d-ei poteri rimane sempre ai Ministeri, e&Slellldo vec– chia e inconfutabi1e formula che chi paga comanda e che chi ha la, responsabilità della gestione dei hii1a'llci tende a mantenere in pr-0pria mano la. di– rezione amministratiw. Ciò riconobbe anche un Mi- (1) GINO ARIAS: It porto ,i. Genova nell'economia nazlonalt, lo Nuova .Antologia, 1• gennaio' 1918. (2) Vedasi CESARE CAGLI: Il problema aella Basilicata ta Il atcen– tramento ammtnisfrativo, In Riforma Sociale, 1908, fase, 1°.
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