Critica Sociale - Anno XXV - n. 7 - 1-15 aprile 1915
CRITICA SOCIÀLE 107 LA POLITICA DEI LAVORIPUBBLICI Il. I lavori pnbb~ici e il decentramento Jn nw.t.el 'Ì.acli lavori pubblici Yvoo Guyot ha posto un' p !"i:ncip io,assa.i semplice e rigoroso: « Tout ce qu'un particu.lier peut faire, l'Etat ne dois jamais · le [aire», e, per oonseguenza, lo Stato non deve mar inca·rioarsi d'un servizio che abbia per is:oopo cli produrre e cli vendere in vista d'un beneficio, al– trimenti « toute l'activité économique d'un pays peut devenir travaux publi cs » ( 1). La massima contrasta, per altr-0-, oon l'indi ,rù.zw moder11Jo e nemmeno si può d'Ìre scientificam ente e satta. Astrattamente p,ar– lancl'o quasi tu tte le intraprese pot.rebbern esi&ere esercitate tanto· da.no Stato- quanto dai pri'"abi; nella pratica, poi, il passag gio eia una all'al-tra eoonomia è determinato da cii:c;.-o;stanze specia,i. e ,conting~nti, quali la oondizione di monopolio in cui si svolge l'imp1<e&aprivata, la necessità di ragg-iungere fini ex.1Jra-ocooomici, quella cli ovviare a frodi, la clipen– d,enm dell'indtistria doll'uso di beni demaniali, ecc. In fondo, noi potJoommo anche sostenere, co.] Mon– tema,rtiru, che u;n,a sola funzio,ne è specifica .per lo Stato: l'esercizio della coazione per distribuire i costi de!Ja produz-ione sulla collettività. Distribuire i oosti sign<ificà, per l'intraprendito-re politico, dimi– nuirli; quindi, a mano, a mano che aU'az•i,enda pub– blica pa,rt:ocipano attiva.mente le classi proletairie e il popolo minuto, l'intervento dello Stato riesce, al– meno, sino ad un certo limite, più eoonoIIliÌco per l:a gran maggioranza della p-0polaz•ione; ciò che ba– sba a sp,iegare il. prevalere deHe correnti collettivi- stiche su le individualistiche (2). · Tale tendenza si è affermata naturalmerute· a.nche nel campo delle opere pubbl:iche. « La, IllOS.bro legge fÒnd,amentale,dei lavo•ri pubblici - 5CTÌNeiva !'on. Beirtolin.i nel 1893 (3) - si insrp-i,rò ad· un oon,cetto- a•cCJellltraito:re e le leggi s,uooes.sive ha:nno a-ooentrato infinitamente più. Ed infatti, quante non, son-0 le op.ere .p'u,bbliicheche l,a oosbr.a. le,gisfa– zione finì pe,r ,111etoo:re a cari·co del bi-lancio dello Staito o d~J.lie, q,oo:li, s,e i:n p.arte· ri-versò l'one-re fi,na,nzia-rio sugli, enti looal'i, attribuì, l'esecuzione e la cu,ra alle awtorit.à governative! Strade, fe-r-rovie, ponti, ,cainali di· navigazione, di i=igazi-0ne, di .scolo, ·fiumi, tor– reruti., laghi·, ,bonifi•(!:he, porti, fa-ri, s,piagge, eoe-0 pe,r , sommi capi altrettanti, :rami di attività govem,ati-va'di– :re,tta ed assorbente,, la quale, preiscind-endo per lo più dalla cons,ideira:z,ionedel vanooggio che a,vreb-be procuTato e spesso ign,a,ra vergognooamente della dif– ficoltà del1l,e, opere, e deil Io,ro costo, corntri.bu, ìpeir co,sì gr.am p,arte ,a que,J gra,ve di:ssesto eoo,n,o,mic o~fi,nanzi,a– rio che oi opprime. E nella fog.a che invase lo Sfato di voler f.are tutto da sè, usurpa,ndo co,lla sua ruttivilà il .campo :più nabuiralmente sipettante, a quella d,e,i p,ri– vaJLio degl!i orgÌani-sm~ ,amm,in,istrativi J,ocali - oome q:uiaru:lo l·o Stato pre..e a c,ostruire fin le strade p:ro– vi'llloia,Ji - nessuma triste esperienza di insuooess:i o d.i disasbri tì,n ,anzia.rl valse ad .arre-trarlo, quasi ne oereasse l'Olbli o,nelL'o sa,re sempre di più! ». (1) Les travaux pubUcs par IvEB GUYOT. Parla, Flammarlon, 1897, Cap. I. (2) Vedasi o. MOIITEIIARTllll: M,mtcl,pallzzaztone clel pubbllcl ser– i,tzt. Hllano, 1902, pag. 88 e seg. (8) PIETRO BERTOLJNI: Riforme nel!' Ammlntstraztone del lavori pubbHèl, In Nuova Antologta, 16 febbraio !'898. Bibfi,otecaGino Bianco Non, ITIJaJl.caq•o purtuttavia, nè sono nw.n.ca -te m passato, tendenze opposte al prog•ress ivo ac:ce ntra– mienLo dei laivo·ri pubMici negli o-rgan;i sbatali. Un Mirust.ro dei Lavori Pubblici, il Ge-n.ala, prodamò ài suo~ tempi nettamente il principio che J.o-Start,o oon dleve fare ciò che i p1riv.ati,i Conso 1 rzl, i Co muni e !,e Pr,ovin.cie po,ssono fare senza cli esso, e n.on deve nemmeno, metter mano direttamien1te a l avori a cui possano bastaire le forze e gli orga,nismi locali, qll.alllJcl10 ess,o I-i aiuti iru pr.opo-rzione al bis,ogno. E ai nostri giorni, un• depubalo che di Lav:o-ripubblici se n'intende, il Ruini, ha dichiarato che alla inevi– tabilmerute lenia e c\is,continua es,ecuzione diretta eia .parte degli o,rgani di Stato bisogna ricorrere quando non può farsene a meno, e che ogn,i sforzo• v.a d,i– reLto, a. s,ustita-re il fasci-o delle energie lo cali o il gioco dlell.aspeculazione privata, che c1·ev 'essere.vi – gilata e non impedita (1). Concelt ,o queslo c he l'onO· · revol,e Ruini non ha mancato di ·trad.ur.re in pratica -0girw. qual v:olta ha potuto. · In realtà, l'i,d 'ea.le s,arebhe· che· .lo Sta.to eseguisse solta:nto le gr<1 ndi op ere cl'interesse nazionale e che l.aslciass.eagli enti locali le imposte che 'oggi preleva per gli altri la,vori pubblici. Ciò potrebbe a.ve· re, tra l'altro, il ben,efico, effetto cli frenare le do mand e irriflessive di nuove cos,truzi,oni, pe.rchè meglio met– terebbe· in evidenza che la po-litica dei lavori pub– blici immobilizza il capitale - (quand'anche sono ri- . p!'oduttivi i la-vori pubblici lo son.o a troppo lung.a &cadenza) -, mentre il bisogno relativamente più in,– terusio che abbiamo in Italia .è quello- cli una larga dis,ponibihtà cli capitali circolanti. Il dana-ro che va a fini•re nel:l,e casse dell'Erario è .clan.aro di tutti e di n-ess,uno, e ne&&unogua,rda pel s,ott.ile nel chie– de-me e nel disporne l'im1}ieg-0; quanto, più. diretto inve·ce fosse il rappo-rto tra chi ·pa.g.a·e chi s:pende, tanto più facile e illuminato, p,otrebbe esoore il con– troJLo sulla b.o-nlà della spesa. No,n si pos,sono im– magirna;re mis1ure di decenLramento· più benefiche di quelle dirette a lòcalizzare La cle,\iberazi,one, l'eoocu– zi,one, l'onere e le responsabilità rela.tive, nel oampo delle opere pubbli.che ··- sc1,iveva.!'on. Bertolini nel citato artic-oLo. Go'll.i tal mezz.o, aggiungeva egli, si farebbe prevalere un criterio _sin.ora tro,ppo dimen– ticato e che pure dev'essere prepon:derante, quello ci-oè deMa corrispondenza tra i vantaggi e le spese, tra i bene{icl e i sacri[icL Ma rtutto ciò presuppone che .chi amministra gli enti locali li amminisbri nell'interess,e di tutLa La collettività e non nell'interesse di. determinate classi e di determinati gruppi, ~ precisamente cli queille ckls:s:i · e di quei g•ruppi che, ricavando urno speciale vanbaggi.o,çlai larvori pubblici, preferiscono farli es,e– ,~uire ooi danari de<icontribuenti, anzichè coi pr,opri. 0o'lllo•sciamopicco,li Comuni, i èruali, valendosi delle agev:olazioru oonces.s-edallo Stato per gli edifici sco– la.st.ici, ha'Illno costruito per le lo-ro scuole dei veri palazzi con grandi sa,loni, dove gli soolari non por– ra,n:no mai il piede pe.rchè destinati a speLta,coli tea– trali. Non oos:tituisce fors,c un bel t,oma,conto per le clas,si benestanli. di quei paesi godersi il teatro a spese anche dei comunisti che, per le lo•r-0oondizioni eoonomì,che o,per trovarsi magari spars.i j)er le cam– pagne lontano dagli abitati, non potranno. mai o qu.a:s.imai usufruirne? In simili casi, tutt'altro che rari, il decen.tramento non rimedia a nulla -0 rimedia a ben po•co, gi.acchè ruo,n,dete·rm:ina la des•iderata co,rrisponclenza tra be– neficati e s.aicri.fièat.i.D'aJtronde una buona parte degli en:ti loca,li no,1Jha in Halia la capacità e la po·tenz,ialità di amminjstrare le proprie so"sba-nzee di adempiere ai propri còmpit.i senza l'aiuto del po- (!) Vedi Relazione sulle opere pubbltcl1e ,,. Call)brla, già citata.
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